mazzocchi-media-gol-napoli

Napoli, ne è valsa la pena?

Sport

No, l’editoriale di oggi non sarà incentrato sul profilo Twitter di Mazzocchi. Non perché io abbia qualcosa contro di lui eh, sia chiaro. Anzi, lo trovo un simpaticone. Solo che il buon Marco, probabilmente a sua insaputa (non credo sia al corrente della mia esistenza), mi ha dato uno spunto niente male per buttare giù due inutili righe e tediarvi in questo martedì sera.

Vi spiego in breve: nel suddetto Tweet il noto giornalista Rai ha snocciolato un paio di statistiche sulla stagione del Napoli, come potete vedere voi stessi. Nulla di trascendentale, si tratta solo della media punti e della media gol dei partenopei in questa Serie A, prima e dopo l’eliminazione dalle coppe europee.

Ciò che salta subito all’occhio è che le medie sopracitate sono entrambe drasticamente calate dopo l’eliminazione degli azzurri dalle competizioni europee. Ora, senza alcun tipo di complottismo, se avete seguito la stagione calcistica corrente saprete benissimo che gli uomini di Sarri non hanno certo lasciato fino all’ultima goccia di sudore in campo europeo, per usare un eufemismo. Scelta, questa, figlia di un obiettivo dichiarato fin dal principio (o almeno così sembrava, prima che Sarri indicasse quota 87 punti in campionato come obiettivo stagionale): puntare a vincere il campionato.

Ma alla luce delle statistiche appena discusse c’è una domanda che sembra quantomeno legittima: “ne è valsa la pena”? Intendiamoci, il calo in campionato, dove il Napoli si ritrova a -6 dalla Juventus, non può essere certo attribuito all’eliminazione dalle coppe. D’altronde, non può esserci un nesso logico fra le due cose.

Quello che sottolinea il Tweet di Mazzocchi, se mai ce ne fosse bisogno, è che “sacrificare” le altre competizioni non è garanzia matematica di crescita in campo nazionale. Questo è fuor di dubbio. Ciò che è in dubbio, come detto prima, è se sia stata una scelta saggia o meno.

È vero, questo sembrava poter essere “l’anno buono”, lo credevano in molti. Vero anche però che l’avversaria del Napoli è una Juve decisamente più attrezzata, perlomeno per quanto concerne la qualità e la profondità della rosa.

Una Juve che, fra le altre cose, fattura circa il doppio della squadra di De Laurentis. Il fatturato, l’elemento spesso indicato da Sarri come un ostacolo invalicabile per il Napoli. Qualcosa non torna però: se è vero che la differenza di fatturato si riflette in campo, è anche vero che il fatturato non casca semplicemente dal cielo, ma è figlio anche, forse soprattutto, dei risultati e dei guadagni che ne derivano.

Senza andare troppo indietro nel tempo, con l’accesso alla semifinale di Champions League la Roma si è assicurata circa 43 milioni di euro. Non esattamente due briciole se si vuol provare a colmare il gap con chi sta davanti. Ma come si fa ad ottenere risultati in campo europeo senza mettersi davvero alla prova? Come si fa a crescere come gruppo senza testarsi contro le grandi compagini quali Real, Barça e Bayern? E infine, come si fa a programmare una crescita che possa, nel lungo termine, insidiare il dominio della Juve senza incrementare i propri ricavi, senza accrescere la propria esperienza? Semplicemente, non si può. Ma questa è una mia opinione. Ne sapranno sicuramente di più a Castel Volturno.

Piergiorgio Sgarlata