Estetica: le bolle di sapone
Estetica: le bolle di sapone.
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Gino Boccasile: manifesto pubblicitario del 1937
Le bolle di sapone: fragili ed effimere, labili essenze nate da un soffio leggero, tonde meraviglie trasparenti e iridescenti che volteggiano nell'aria in balia del refolo, come nel racconto di Italo Calvino, “Fumo, vento e bolle di sapone”, quando Marcovaldo è l’unico preoccupato nel vederne migliaia, mentre gli altri operai “che andavano al lavoro si fermavano allegri a guardare questo spettacolo pieno di colori”.
A volte le bolle di sapone si uniscono tra loro con leggiadria e quando cadono a terra: “pof” !, si rompono e scompaiono. Nei pochi secondi di “vita” offrono iridescenze, apparenze estetiche.
Esse sono considerate simbolo e metafora della caducità della vita, della nostra natura transeunte: “Homo bulla est”, scrisse Erasmo da Rotterdam, che prese la mesta riflessione dallo scrittore latino Marco Terenzio Varrone (116 a. C. – 27 a. C.), il quale affermò: “quod, ut dicitur, si est homo bulla, eo magis senex” (= "per sé, come si dice, l’uomo è una bolla, tanto più se è vecchio").