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Caro diario...
Allegato 29370
in questa calda giornata d'estate ti scrivo per distrarmi un po'!
"Caro diario" è il titolo di un film del 1993, diretto da Nanni Moretti. In tre diversi episodi il regista utilizza il suo diario filmico per esprimere pensieri, progetti ed opinioni nella narrazione cinematografica.
Nel nostro tempo il diario è diventato anche virtuale e viene chiamato “blog”, ma questo non è invitante come il cartaceo diario privato della nostra adolescenza. Sul blog scriviamo per far sapere anche agli altri, invece nel diario segreto annotavamo le nostre esperienze, per non dimenticare le infatuazioni, le fasi degli innamoramenti, ma anche per riflettere, distinguere e capire.
Chissà che fine avrà fatto quel mio voluminoso diario. Forse è in soffitta tra le carte ingiallite dal tempo ! E in questo momento della mia vita non ho voglia di rileggerlo, di ricordare quel passato. E' come sfogliare un album di fotografie oppure ascoltare canzoni che suscitano ricordi, ad esempio quella cantata da Lucio Dalla: "Caro amico ti scrivo"..., che mi evoca Eleonora ed un giorno d’autunno quando mi scrisse questa lettera:
“Caro amico ti scrivo..., uso la frase della canzone perché mi riporta a te.
Oggi è un giorno piovoso, ma io immagino di essere da sola al mare durante il tramonto del sole, su quella spiaggia dalla sabbia dorata che tante volte ci ha visti insieme.
Ripenso quelle assolate e calde giornate d’estate mitigate dalla brezza marina, quando con la bicicletta percorrevamo sulla costa i sentieri che delimitavano i campi di grano e di girasole.
Ci tenevamo per mano e guardavamo lo sciabordio dell’acqua sulla scogliera, le barche con le vele multicolori che uscivano dal porto.
Tu, compagno di tante ore trascorse insieme al telefono, ora vorrei carezzare il tuo viso, i tuoi capelli, come facevo quando eri triste.
Entrambi conosciamo il dolore di un amore rincorso e sappiamo che i sentimenti non si riescono ad incatenare.
Continua ad amarmi come io ti amo, anche se il nostro amore sarà per sempre “amicizia”.
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Bello! Mi hai fatto venire in mente i diari segreti che tenevo quando ero bambina. Credo siano finiti tutti al macero ormai.
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Io un diario segreto ce l'ho ancora e gli scrivo tutti i giorni più belli e significativi della mia vita! Grazie Doxa! :shy:
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Io scrivo un diario, non regolarmente, ma quando sento che l'emotività mi travolge. Il diario mi aiuta a mettere a fuoco i miei problemi. E' bello rileggersi a distanza di tempo e capirsi, oppure non riconoscersi. Comunque lo faccio con nessuna velleità artistica, quel che conta per me è l'immediatezza oppure l'urgenza di quel che scrivo.
Ho già distrutto parecchi miei diari. E voi?
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Io ho smesso di scrivere diari quando ho iniziato a scrivere per lavoro. Però nei momenti più bui butto giù pensieri sparsi, che restano su file sparsi nel mio computer.
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Alle volte penso che prestiamo la massima attenzione ai pensieri più sottili degli scrittori, ed invece non ci occupiamo di quello che attraversa la nostra mente, il nostro cuore ed influisce sul nostro modo di sentire: quante cose avremmo da dirci se ci prestassimo ascolto!
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Hai perfettamente ragione Folle. Credo anche che la vita di oggi sia talmente frenetica che spesso ci impedisce di soffermarci a guardarci dentro. Io lo faccio ogni sera, quando mi corico. Faccio lunghi discorsi con me stessa. Eppure non mi riesce più di scrivere di me. Un tempo lo facevo spesso.
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Il mio diario è nella mia testa... e voi spesso lo avete letto.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
bumble-bee
Il mio diario è nella mia testa... e voi spesso lo avete letto.
Io non posso dirlo: mi dimentico dopo cinque minuti quello che avevo pensato e sentito nella realtà.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
follemente
Ho già distrutto parecchi miei diari. E voi?
No, perché non ne ho mai avuto uno. Mi rifiuto di dare ai miei pensieri momentanei più importanza di quella che si prendono da soli, so già che non contano nulla e preferisco lasciarli passare così come sono venuti.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
BiO-dEiStA
No, perché non ne ho mai avuto uno. Mi rifiuto di dare ai miei pensieri momentanei più importanza di quella che si prendono da soli, so già che non contano nulla e preferisco lasciarli passare così come sono venuti.
Non ho capito: magari si legge il flusso di coscienza di James Joyce oppure di Virginia Woolf e non si baderà ai PROPRI pensieri?