La sapienza vuole tenere fuori dai propri cancelli l'inqualificabile papa.
Perch
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La sapienza vuole tenere fuori dai propri cancelli l'inqualificabile papa.
Perch
:asd:
cazzo centra poi razy con la sapienza, questo è da domandarsi...perchè dovrebbe andare proprio lui?
mah....comunque la questione processo galileo...un conto sarebbe stato dire: "per quella che era la società di allora era impensabile che non si arrivasse ad un processo che, oggi riteniamo ingiusto, ma per l'epoca era doveroso."...ma ribadire oggi che il processo a gfalileo fu giusto e basta..... :wall:
Ma anche un processo a Ratzy sarebbe ragionevole.:sisi:
E RAtzi cosa dice dello sterminio dei popoli del centroamerica da parte di papa leone ( penso ).Giusto pure quello?
Non centra niente con Galileo ma visto che si parla di avvenimenti passati era giusto ricordare anche questo.
Vorrei avere sottomano il discorso di Ratzinger del '90 per capire cosa disse veramente...vero che a qualcun altro interessa? Vero? :asd:
Era un discorso sui limiti della scienza e prendeva il caso di Galileo nel quale cita alcuni pensatori tra cui P. Feyerabend il cui passo citato diceva questo:
«La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione»
Cmq l'intero discorso sarebbe questo:
Citazione:
"Nell'ultimo decennio, la resistenza della creazione a farsi manipolare dall'uomo si è manifestata come elemento di novità nella situazione culturale complessiva. La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile. Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso Galileo.
Questo fatto, ancora poco considerato nel XVII secolo, venne -già nel secolo successivo- elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro Medioevo (1).
Secondo Bloch, il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico- si fonda su presupposti indimostrabili. Tra questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l'affermazione dell'esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria della relatività. Egli scrive testualmente: «Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poiché la misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così ?qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi? adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile» (2).
Curiosamente fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico, uno dei primi ad opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova interpretazione dell'accaduto.
Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna della scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli ne trae:
«Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo» (3).
Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora chiaramente differenziate fra loro sotto il profilo metodologico, riconoscendone sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più drastico appare invece un giudizio sintetico del filosofo agnostico-scettico P. Feyerabend. Egli scrive:
«La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» (4).
Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica.
Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: «Perché la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?», ma esattamente quella opposta, cioè: «Perché la Chiesa non ha preso una posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?».
Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...] Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica".
http
J. Ratzinger s Fan Club - La crisi della fede nella scienza
Riconosco la mia difficoltà a comprendere bene discorsi di questi tipo...ma non mi pare che il Papa, in questo testo, abbia detto che il processo a Galileo fu ragionevole. Semplicemente cita un filosofo che lo disse, anche se bisognerebbe poi conoscere il testo da cui la citazione è stata fatta.
[quote=Hristo;807290]Riconosco la mia difficolt
No :asd: è che ho avuto la tua stessa impressione: letta così non sembra che faccia sua la frase di Feyerabend, però non sono neanch'io in grado di capire con quale chiave di lettura si debbano leggere certi discorsi (dell'allora Vescovo Ratzi)
Sarò polemico, ma chi sta manifestando alla Sapienza pare che non abbia avuto dubbi su quale chiave di lettura utilizzare :asd:
Magari loro sanno (o gli hanno spiegato) che una cosa detta così in quel contesto significa effettivamente fare propria l'affermazione.
Nonnehoidea
Di certo molte persone stanno aderendo alla protesta per partito preso. Come ogni cosa, del resto
Ma cmq nell'articolo di Repubblica lo diceva che non sono parole direttamente di Ratzy ma è una citazione che ha fatto.
Citazione:
Il messaggio anti Ratzinger è stato spedito direttamente al rettore Renato Guarini: "Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso a Parma, Joseph Ratzinger ha rilanciato un'intollerabile affermazione di Feyerabend: "Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto"". Una frase che ha fatto sobbalzare il gruppo di scienziati che ora fa la fronda alla visita di Benedetto XVI. E che si dicono "indignati in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze. Quelle parole ci offendono e ci umiliano. E in nome della laicità della scienza auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato".
Vabbè, che vuol dire? Io in un discorso posso citare Hitler, ma dipende da come faccio una citazione, dal significato che gli dò, da come mi pongo io in riferimento a questa frase.
E non mi sembra che si ponga concorde alla sua frase.
Non sono entrato nel merito interpretativo ho solo detto che cmq già l'articolo di Repubblica e già i contestatori non attribuiscono a Ratzinger quella frase ma l'averla citata.