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Il bisogno di possesso
Una mia amica qualche giorno fa ha detto: "il possesso non è controllo, è dipendenza".
Mi sembra una frase vera ed illuminante.
Perchè in una relazione è sempre così importante, direi necessario, possedere l'altra persona?
Ho sempre pensato che la possessività (e la gelosia, che per me è solo una forma più leggera di possessività) fossero deleterie, in un rapporto.
Ho vissuto, negli ultimi mesi, una relazione non esclusiva che mi ha fatto molto lavorare su me stessa.
Mi sono resa conto che non è l'esclusività di cui ho bisogno, ma della certezza di esserci comunque.
Però ho visto che molte persone non considerano nemmeno relazione di coppia un rapporto non esclusivo.
E, anzi, si dichiarano decisi ad interrompere il rapporto nel momento stesso in cui ci sia l'interesse per un'altra persona (da parte loro o da parte del partner).
Ovviamente, tutto questo, parlando di rapporti in cui vige la più completa chiarezza, non di tradimenti segreti.
Perchè le persone (o voi stessi, se è così anche per voi) hanno così bisogno di considerare di proprietà la persona che amano?
Perchè non siamo in grado di vivere liberi e lasciare liberi gli altri?
Amiamo una persona, ma vogliamo costringerla a rispettare alcuni paletti. Perchè?
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[QUOTE=erin;889307]Una mia amica qualche giorno fa ha detto: "il possesso non
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Sposo Maira. Nel caso di una coppia credente, poi, "E i due saranno una carne sola" e' tutto fuorche' una formuletta rituale......
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Io considero eccitanti, interessanti ed intriganti la possessività e la gelosia dei soggetti femminili nei miei confronti, quindi non deleteri o pericolosi ma rafforzanti il rapporto di coppia stesso, purchè sia accettato dalla propria partner il concetto di reciprocità e l'applicazione concreta e condivisa della propria fantasia erotica stimolata da livelli intensi di possessività. ^_^
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[QUOTE=erin;889307]Una mia amica qualche giorno fa ha detto: "il possesso non
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...poi il fatto ke la persona ke amiamo veda altre persone fa scattare in noi la paura di perderla...ed ecco ke si reagisce...
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Perché il termine stesso "coppia" suggerisce la presenza di due persone, di due anime. E non ci trovo nulla di deleterio nell'idea di "appartenere all'altro", in quanto si tratta di una libera scelta. Chi non vuole appartenere a nessuno, può benissimo starsene per conto proprio. Oppure scegliere l'idea di "coppia aperta", certo.
Volendosi però impegnare in una relazione seria, è ovvio che si voglia l'esclusiva della persona amata. Del resto quando si ama seriamente è ben difficile che ci si possa interessare ad una terza persona, almeno, secondo come la vedo io. E' semplicemente una questione di scelte, e di aver ben chiaro quello che si vuole.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
er diabolico coupè
solo una cosa vale per me: la libertà.
Il concetto di libertà all'interno di una comunità non è da confondere con quello di anarchia, a meno che si abbia come finalità e desiderio l'estinzione della comunità stessa o la nascita di un dispotismo come unica ed inevitabile alternativa alla cancellazione del gruppo anarchico, proprio a causa degli istinti innati umani che spesso si vorrebbero liberi in assoluto e privi di etica/legami/responsabilità/diritti-doveri reciproci, anche nei rapporti amorosi, senza valutarne adeguatamente le conseguenze autolesioniste se la medesima mentalità "aperta" viene applicata pedissequamente da tutti i membri della comunità in cui ci si relaziona.
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Aggiungo che anch'io sono convintissima che non si debba creare una dipendenza, perché è qualcosa che avrà sempre riscontri negativi, e che la libertà individuale sia inviolabile. D'altra parte però quando si sceglie di stare con una persona si prende un impegno ben preciso, che mette in gioco i sentimenti di un'altra persona, e che per questo non può essere preso alla leggera.
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[QUOTE=dark lady;889335]Aggiungo che anch'io sono convintissima che non si debba creare una dipendenza, perch
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Il sottoscritto, se non avesse dipendenze di vario tipo, anche in campo musicale/letterario/culturale/estetico, non avrebbe mai potuto avere la possibilità di instaurare un rapporto di fidanzamento serio e duraturo con certi esseri umani femminili che mi incuriosivano ed interessavano e che risultavano incuriositi dalla mia persona, proprio perchè tali soggetti erano caratterizzati da dipendenze/manie similari alle mie.
In altri termini, le dipendenze non è detto che abbiano risvolti negativi nei rapporti amorosi, purchè vi sia reciprocità ed esse stesse rappresentino uno dei fattori fondanti la notevole complicità e l'innamoramento reciproco fra i due partner. ^_^
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Citazione:
Originariamente Scritto da
maira*
conosco donne ke senza il loro compagno nn escono + di casa...sarà x comodità...in fondo è comodo avere l'autista ke ti scarrozza ovunque! :no:
Più che dipendenza sembra una forma di insicurezza personale, che sussisterebbe anche in mancanza di un fidanzato anche se la sua manifestazione sarebbe differente.
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L'uomo invidia l'animale, che subito dimentica.
L'animale vive in modo non storico, poich
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La tua amica ha maledettamente ragione.
Non siano noi a possedere le persone, ma sono loro stesse a decidere di appartenerci.
Il desiderio di possesso è un'infantile forma di scavalcare la frustrazione dovuta alla paura. Paura di rimanere soli e quindi (visto che la solitudine ci porta alla diretta valutazione e gradimento di noi stessi), paura di non avere un riscontro soddisfacente della propria immagine dell'Io, della nostra autostima in buona sostanza.
L'amore, come molti altri affetti, difficilmente si dona in modo incondizionato, perchè lo scambio contribuisce in modo importante a determinare il valore che diamo a noi stessi (ricevo amore, allora valgo, sono meritevole) e quindi questo meccanismo è indispensabile tanto quanto, ovviamente, l'esclusività (altro meccanismo infantile: è tutto mio, che nulla mi sia tolto, anche se non so che farmene, forse.) per una buona percezione di sè.
Il desiderio di controllo è solo una manifestazione della nostra immagine inadeguata e mancante, che preme per “imprigionare” (con i mezzi che ha a disposizione) l’altro, per comprimerlo, per sminuirlo e portarlo, nell’ottica percettiva ad una condizione inferiore rispetto a noi.
Quindi mira sempre alla soddisfazione dell’ego e denuncia chiaramente il nostro disagio esistenziale.