Visualizzazione Stampabile
-
Refuso
Refuso: questo sostantivo deriva dal latino “refusus”, participio passato di refundĕre (= "riversare").
Per refuso s’intende un errore compiuto durante la scrittura di un testo oppure l’errore tipografico (una vocale, una consonante, oppure una parola al posto di un’altra). Può essere un errore di omissione (es. cane anziché carne) o nell’aggiunta (es. compresse anziché comprese), ecc..
https://www.iisgbvico.it/wp/wp-conte.../08/refuso.jpg
Presi dall’impeto della scrittura e concentrati più sul contenuto che sulla forma, è facile generare refusi nella prima stesura di un testo.
Se Dio è in tutte le cose allora il diavolo è nel refuso.
I refusi vivono di vita propria, s’insinuano nelle parole, tra le parole, al posto delle parole. Fuoriescono aitanti dalle pagine, storpiano i nomi e le cose, sono i corruttori della grammatica e della logica.
I refusi si nascondono, resistono al primo sguardo, anzi danno la sensazione di concretarsi immediatamente dopo: “prima non c’era, lo giuro”. Sono i servizi segreti deviati dell’idioma, sono la multinazionale della semantica, il trofeo della distrazione. Testimoniano la nostra fallibilità, la sciatteria: fuoriescono dalla grammatica mal digerita, dalla fretta.
Lo scrittore Vincenzo Monti scrisse ad Antonio Fortunato Stella, che aveva pubblicato la sua “Musigonia” per dirgli: ”Dacché gli stampatori godono il privilegio di assassinare gli autori non si è mai veduto né strazio né indegnità tipografica da paragonarsi con questa. Versi mancanti, parole cambiate, altre mutilate …”.
Giacomo Leopardi in una lettera scritta nel 1824 all’avvocato Brighenti disse: “Non conosco lo stampatore […] Vi prego a impedire ch’io sia strapazzato […] tanto nel testo, quanto nominatamente nella punteggiatura”.
Invece lo scrittore e pittore Alberto Savinio (il suo vero nome era Andrea de Chirico, fratello del noto pittore Giorgio de Chirico) nel saggio “Refusi. Scritti sull’errore tipografico” scorge nell’errore un incidente in grado di prospettare nuovi significati, a volte sono perfino provvidenziali. :asd:
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
doxa
Refuso: questo sostantivo deriva dal latino “refusus”, participio passato di refundĕre (= "riversare").
Per refuso s’intende un errore compiuto durante la scrittura di un testo oppure l’errore tipografico (una vocale, una consonante, oppure una parola al posto di un’altra). Può essere un errore di omissione (es. cane anziché carne) o nell’aggiunta (es. compresse anziché comprese), ecc..
[
Avendo bazzicato il mondo delle tipografie (quando esistevano) chiesi l'origine di questa parola che erroneamente attribuivo al fatto di dover "rifondere" il piombo dei caratteri tipografici con la linotype, che vedevo ancora utilizzata per creare automaticamente linee di caratteri di piombo digitando su una tastiera meccanica.
In realtà il "riversare" che metti giustamente in evidenza segnala un errore manuale dei tipografi che dal '500 utilizzavano comporre i testi unendo singoli caratteri, i quali dopo l'uso dovevano essere disposti ordinatamente in grandi cassetti di legno con tante caselle: una per ciascuna lettera alfabetica. Se per disattenzione il carattere veniva "riversato" nella casella sbagliata, una volta ripreso per comporre nuovi testi da stampare avrebbe generato il classico "errore di stompa".