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"Silent treatment"
Stare in silenzio dopo un litigio con il/la partner ? Sembra una tecnica di deterrenza “morbida”, invece gli esperti dicono che il tacere iroso equivale al male fisico.
Nella vita di coppia il “silent treatment” (= trattamento del silenzio) le donne lo rifilano spesso al partner. E’ una modalità di non comunicazione passivo-aggressiva. Si interrompe deliberatamente il contatto verbale o emotivo con l’altro/a, ignorandola o rifiutando di rispondere alle sue comunicazioni.
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Questa strategia viene spesso utilizzata per punire, manipolare o controllare l'altro/a, e può manifestarsi in diversi contesti, sia nelle relazioni personali, sia lavorative o familiari.
Le persone che lo utilizzano possono farlo per vari motivi, tra cui:
Punizione: Per far sentire l’altra persona in colpa o per vendicarsi di un comportamento ritenuto inaccettabile.
Controllo: Per mantenere il potere in una relazione, forzando l'altra persona a "chiedere scusa" o a modificare il proprio comportamento.
Evitamento: Per evitare conflitti diretti o discussioni.
Quali siano le cause, è una modalità psicologica che induce nell’altro/a la frustrazione nella relazione affettiva se è desiderosa dello scambio relazionale funzionale.
Secondo gli esperti alcune delle cause più comuni possono essere:
un conflitto non risolto: spesso, il silenzio è una reazione a un conflitto o a una delusione che non è stata affrontata.
difficoltà comunicative: alcune persone possono avere difficoltà a esprimere i propri sentimenti e ricorrono al silenzio come forma di difesa.
desiderio di controllo: il silenzio può essere utilizzato come strumento di manipolazione per ottenere il potere nella relazione.
I ricercatori dell’università di Sidney lo definiscono “silenzio rumoroso”, perché chi ricorre al silent treatment non è che vogliono tacere, ma farsi udire dall’interlocutore con tale modalità.
Quando si dice “prendersi una pausa” si fa riferimento al distacco volontario da una situazione o da una relazione, con l'intento di riflettere, senza mettere l’altro in difficoltà o umiliarlo. Può essere considerato un modo per affrontare tensioni o conflitti, permettendo a entrambe le parti di avere spazio per pensare e ritrovare l'armonia.
Il trattamento del silenzio, al contrario, è una forma di comunicazione passivo-aggressiva in cui una persona ignora o esclude deliberatamente un'altra persona come forma di punizione o disapprovazione. Non è una pausa costruttiva, una scelta reciproca o comunicativa ma un comportamento che può causare confusione, frustrazione e dolore emotivo, in quanto non offre l'opportunità all’altro di chiarire, confrontarsi o risolvere i problemi.
Comunque il silent treatment è una tattica nobile, più “morbida” rispetto al lancio dei piatti o gli improperi.
Kipling Williams, docente universitario di psicologia, ha studiato per oltre trent’anni gli effetti di questa manovra, applicata alla relazione a due. Secondo le sue conclusioni il “”silence treatment” è la peggiore delle punizioni inflitte al/la partner.
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Sono d'accordo: e più lasciamo passare il tempo più difficile diventa ricucire, riallacciare, riparlarsi....
Le parole sono armi convenzionali, il silenzio è un'arma atomica. Che lascia solo macerie e distruzione, facendo terra bruciata del rapporto a due.
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Credo dipenda molto dal carattere.
Ricordo che mia nonna era un'esperta nell'arte dei silenzi punitivi, con tutti. Quando facevi qualcosa che non le andava, non ti diceva mai nulla. Semplicemente, smetteva di dire, non parlava, teneva il muso anche per giorni.
Credo sia una tattica molto efficace. Io capitolavo sempre con lei.
Personalmente non ci riesco. Quando qualcosa non va devo dirla, stare in silenzio non è cosa per me.
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Può capitare, di tenere il muso: ma deve durare un attimo, mai oltre il tramonto. Non si può andare a letto col muso....
"Dimmi cos'hai"
"Che c'è?"
"Che è successo?"
Vincere il nostro orgoglio e aprirsi all'Altro/a, passare all'Altro/a
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Allegati: 1
Il silenzio come nuova malattia sociale. Cosa ne dici?
Allegato 37392
2017; Berlin Hauptbahnhof
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Parafrasando Vasco Rossi...."ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi"