il mio mito da piccolo!!
Allegato 30596
con gran disperazione del padre (di suo, intendo) :D
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il mio mito da piccolo!!
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con gran disperazione del padre (di suo, intendo) :D
Cono ma da come parli sembra che le coppie si sfasciano solo per cose futili, non credo che la maggior parte di coppie che si sfasciano lo facciano solo perchè lui dimentica la tavoletta del cesso alzata o lei non cucina così come la suocera.
Appunto ho sottolineato che il desiderio di un figlio è che i genitori si amino, ma se non si amano più o addirittura si detestano, non provano più stima è peggio per un figlio avere due genitori che non si rispettano, anche senza arrivare ad episodi di violenza, piuttosto che avere due genitori che continuano ad essere genitori ma separati e che comunque anche con una loro vita diversa lo facciano sentire amato.
Non fa bene crescere in un ambiente dove due non si sopportano, litigano di continuo oppure pure al contrario magari non litigano affatto, manco si parlano o si relazionano, ma non hanno stima dell'altro e praticamente vivono da separati in casa per necessità o comodo.
La cosa peggiore è quando non c'è stima e si tende a paragonare il figlio al padre o madre con disprezzo, i figli lo sentono, sono come spugne assorbono tutto, che modello di genitori sono? Insieme per forza, non dimenticare che i genitori sono modelli di riferimento per i figli e se il modello è quello forse meglio genitori separati ma felici che magari riescono a rifarsi pure una vita con altri.
Le persone, coppie separate che conosco io non si sono separate per futili motivi, in genere per corna che altro non erano che la ciliegina sulla torta di una relazione ormai deteriorata da tempo, non la causa primaria.
Per incompatibilità o per interferenze di una suocera troppo impicciona ed invadente.
E se un sentimento finisce c'è poco da rappezzare o perdonare oltre che il perdono non è da tutti, non è scontato e neanche automatico, e non si possono obbligare le persone a continuare una farsa, che ognuno si fa la sua vita fuori e in casa apparentemente sono coppia genitoriale, credi che i figli non se ne accorgano?
E non credo nemmeno che tutti quei figli che crescono con un solo genitore diventino poi degli sbandati, dei delinquenti, altrimenti chi perde un genitore da piccolo perchè muore che fa è segnato in negativo per tutta la vita perchè gli viene a mancare la figura paterna? O materna?
Può trovare una figura di riferimento in uno zio, in un nonno o un nuovo compagno della madre o padre che sia.
Piuttosto io penso che molti ragazzi crescano sbandati sia in famiglie tradizionali che non, quando due ex si fanno la guerra o sono distratti e non si occupano come dovrebbero, non sanno ascoltare le necessità di un figlio, non sanno dire di no quando occorre e via dicendo, dipende dall'educazione non dalla presenza di famiglie allargate.
Ma più libere di cosa, Doppio? Di separarsi? Allora quelle che vengono da noi non sono Persone Reali. Sono fantasmi. Allora quel che dicono i veri esperti in materia sono fandonie.....
"Divorziare o stare insieme: cos’è meglio per i figli?"
Molti genitori hanno questo dubbio ed è facile capire perché. Un uomo e una donna con dei figli hanno almeno due ruoli condivisi: quello da amanti e quello da genitori. E se a un certo punto l’amore viene meno, di certo non porta via con sé il ruolo da genitori.
E allora cosa fare?
Assecondare il bisogno personale di una nuova vita affettiva, o far fronte alla necessità di un bambino piccolo di avere entrambi i genitori presenti?
Gli psicologi hanno difficoltà a trovare una conclusione definitiva, ma qualche risposta ce l’hanno data. Gli effetti negativi del divorzio sui bambini
Judith Wallerstein, dell’Università della California, ha condotto uno studio iniziato nei primi anni ’70 e durato ben 25 anni. Ha seguito la crescita di 131 bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 18 anni, i cui genitori avevano recentemente divorziato.
In queste due decadi e mezzo ha osservato attentamente la loro crescita per arrivare a un risultato poco incoraggiante: quasi tutti sono cresciuti col timore di non riuscire a vivere relazioni felici, ricche di amore, di intimità sessuale, sentendosi incapaci di impegnarsi in un progetto di matrimonio o di essere buoni genitori.
Il suo studio ebbe una forte eco e purtroppo non fu l’unico.
Elizabeth Marquart, del Center for Marriage and Families di New York, sostiene che il bambino ristruttura totalmente il proprio mondo di fronte a un divorzio e che i genitori non possono impedirlo.
Affermazione allarmante, ma da comprendere bene.
Non possiamo aspettarci che una separazione, comunque avvenga, passi come un fatto insignificante per un bambino. Tuttalpiù possiamo pensare a come lenirne gli effetti, tanto che la Marquart afferma che “un ‘buon divorzio’ è meglio di un ‘divorzio cattivo'”, senza però voler così lavare la coscienza ai genitori: in ogni caso, ‘nessun divorzio’ è meglio.
Restare insieme per il bene dei figli?
Alcuni studiosi sembrano tracciare questa strada, riassumendola così:
“Noi siamo gli adulti, loro i bambini: non possiamo pretendere di anteporre il nostro benessere al loro. Mentre noi abbiamo più risorse per far fronte ai problemi, loro ne hanno molte di meno e gli effetti di un divorzio o di una separazione saranno per loro più gravi di quanto possano esserlo per noi quelli di una convivenza con qualcuno che non amiamo più. Inoltre è meglio se ci andiamo noi in terapia, piuttosto che mandarci loro a causa nostra“.
Parole dure? Forse, ma c’è da ammettere che non sono delle totali fandonie, sebbene di sicuro contrastino col bisogno di indipendenza e autonomia proprio di quest’epoca."
https://www.lostudiodellopsicologo.i...stare-insieme/
Mi avevi chiesto quale soluzione proponessi ed io te l'ho data: Non lo vuoi il Perdono? Non ti interessa? Non lo credi possibile? Amen. Va bene. Infatti ti sei comportata di conseguenza. Ciò non vuol dire che, secondo me, sei una Madre snaturata o "una schifezza". Sei scorretta, se lo dici. Io non ti conosco e non siamo quì a parlare dei singoli casi personali. Credo ti interessasse, all'inizio, parlare del problema sociale. Del problema in generale. Siamo quì per confrontarci su una questione seria. Possibilmente senza pregiudizi tipo "te Cono sei pregato di non intervenire". Che senso ha? La voce di chi crede, di chi vive il Matrimonio secondo il modello proposto da Dio, non ha voce in capitolo? Nemmeno se si chiama Papa Francesco?
"E’ importante chiedersi se è possibile amarsi “per sempre”. Questa è una domanda che dobbiamo fare: è possibile amarsi “per sempre”? Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive. Un ragazzo diceva al suo vescovo: “Io voglio diventare sacerdote, ma soltanto per dieci anni”. Aveva paura di una scelta definitiva. Ma è una paura generale, propria della nostra cultura. Fare scelte per tutta la vita, sembra impossibile. Oggi tutto cambia rapidamente, niente dura a lungo… E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: “stiamo insieme finché dura l’amore”, e poi? Tanti saluti e ci vediamo… E finisce così il matrimonio. Ma cosa intendiamo per “amore”? Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui significa favorire e aiutare la crescita. Cari fidanzati, voi vi state preparando a crescere insieme, a costruire questa casa, per vivere insieme per sempre. Non volete fondarla sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio. La famiglia nasce da questo progetto d’amore che vuole crescere come si costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di sostegno. Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Per favore, non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”! Questa cultura che oggi ci invade tutti, questa cultura del provvisorio. Questo non va!
Dunque come si cura questa paura del “per sempre”? Si cura giorno per giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi - passi piccoli, passi di crescita comune - fatto di impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede. Perché, cari fidanzati, il “per sempre” non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Più vi affiderete a Lui, più il vostro amore sarà “per sempre”, capace di rinnovarsi, e vincerà ogni difficoltà. Sappiamo tutti che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera perfetta…. Esistiamo noi, peccatori. Gesù, che ci conosce bene, ci insegna un segreto: non finire mai una giornata senza chiedersi perdono, senza che la pace torni nella nostra casa, nella nostra famiglia. E’ abituale litigare tra gli sposi, sempre c’è qualcosa, forse vi siete arrabbiati, forse è volato un piatto, ma per favore ricordate questo: mai finire la giornata senza fare la pace! Mai, mai, mai! Questo è un segreto, un segreto per conservare l’amore e per fare la pace. Non è necessario fare un bel discorso… Mai finire… perché se tu finisci la giornata senza fare la pace, quello che hai dentro, il giorno dopo è freddo e duro ed è più difficile fare la pace. Ricordate bene: mai finire la giornata senza fare la pace! Se impariamo a chiederci scusa e a perdonarci a vicenda, il matrimonio durerà, andrà avanti."
http://www.vatican.va/content/france...fidanzati.html
Chi viene da noi, ha bisogno di sentire questo, Efua. Non ha bisogno di prediche o discorsi. Ha bisogno di Testimoni. Persone che testimonino loro la bellezza del Perdono. Poi magari si separano egualmente. Dicono "no" come hai fatto te. Altre Coppie in crisi, invece, si fidano di Dio, disdicono l'avvocato e riscoprono la Grazia del loro Matrimonio.
Ahahahahahahaha infatti l'uomo usa altri slogan, tipo "ho la partita di calcetto con gli amici" pur di affermare il suo "diritto" all'egoismo. Oppure sceglie di andare un po' in depressione. Tutti e due (uomo e donna) oramai rivali. Competitors, come si dice oggi. Ti consiglio (se hai tempo) questo libriccino di Claudio Risè. Costa poco e si legge in un'ora.
IL PADRE, L'ASSENTE INACCETTABILE
L'Occidente contemporaneo è definito dalle scienze sociali "una società senza padri". Alcuni vi vedono la fine, positiva, di ogni "patriarcato"; altri, come l'autore, notano con preoccupazione il vuoto lasciato dall'assenza paterna. Per Claudio Risé, psicoanalista di formazione junghiana e docente di scienze politiche e sociali, il padre è la figura psicologica che collega la biografia individuale al piano trascendente e consente così l'integrazione del dolore e della perdita attraverso l'insegnamento esemplare del senso della vita. La "società senza padri" appare, quindi, come un mondo che ha smarrito il senso religioso e, con esso, la capacità di dare significato alle prove della vita, cui l'individuo reagisce infantilmente attraverso il rifiuto e la negazione o con la depressione. Il libro entra nel vivo della cronaca di oggi mostrando come l'assenza paterna non nasca da fumosi processi psico-sociologici, ma dalla diffusione di separazioni e divorzi, che si concludono quasi sempre con l'espulsione dei padri da casa e con la rottura (o il grave indebolimento) del loro rapporto con i figli.
https://www.amazon.it/padre-Lassente...50499340&psc=1
Non mi sembra di averti chiesto quale soluzione proponessi
Per me non ha voce in capitolo chi non rispetta le scelte altrui, chi è superbo e supponente, a maggior ragione in nome di Dio, del quale non è compare di battesimo, cresima e matrimonio
Il super ganzo vuoi farlo tu dall’alto del tuo voler essere esperto del settore e camminare in questa corsia preferenziale, nella quale tu hai deciso di metterti, bene, stacci
Ti riveli ogni giorno un po’ di più, male non fa
Papa Francesco lascialo alle sue cose, gli chiederesti così per curiosità della tomba di
De Pedis e del caso Orlando?
Ah e dei casi insabbiati di pedofilia, tra le stanze degli uomini di Dio, giusto per citare le prime cose che mi vengono in mente
Fatti un giro tra queste persone e forse lo snaturamento a te tanto caro, lo trovi tra di Voi.
magari… al più, si procura una lesione ai legamenti, i suoi; nessuna donna uccide il marito perché al giovedì va a farsi la partitella; in diversi reagiscono con violenza alla statuizione io sono mia;
più verosimilmente pensa: non posso fare a meno della sguattera, e lei è mia ! la nevrosi è tale che in effetti si tratta pure di autolesionismo, perché fare il carceriere rende infelici e angosciati, costruisce un mondo brutto e avvilente;
il perdono è una bella parola, ma può chiudere un pregresso di incomprensioni o soprusi; non è una soluzione alla divergenza di prospettive; si può essere anche degnissime persone che non hanno nulla da "perdonarsi", nessun abuso; semplicemente vedere il proprio futuro in modo diverso;
invece sì; nel momento in cui Cono - in terza persona, perché lui non mi legge più, né mi risponde, visto che ama il confronto :asd: - indica come pubblicamente nocivo, peccaminoso, fonte di degrado sociale, un comportamento in astratto, implica il giudizio su chi quel comportamento mette in pratica o ammette come lecito e giustificato;Citazione:
Va bene. Infatti ti sei comportata di conseguenza. Ciò non vuol dire che, secondo me, sei una Madre snaturata o "una schifezza". Sei scorretta, se lo dici. Io non ti conosco e non siamo quì a parlare dei singoli casi personali.
senza alcuna inibizione ideologica:
gli sembra normale che chi vive il Matrimonio secondo il modello proposto da Dio debba poter "avere voce in capitolo" sulla moralità dei comportamenti diversi, come se la cosa li riguardasse in qualsiasi modo;Citazione:
Credo ti interessasse, all'inizio, parlare del problema sociale. Del problema in generale. Siamo quì per confrontarci su una questione seria. Possibilmente senza pregiudizi tipo "te Cono sei pregato di non intervenire". Che senso ha? La voce di chi crede, di chi vive il Matrimonio secondo il modello proposto da Dio, non ha voce in capitolo? Nemmeno se si chiama Papa Francesco?
cosa direbbe Cono se un Solone giudicasse le sue lecite scelte personali e private in tema di famiglia ?
perché il nodo è sempre questo, si tratti di relazioni, degli abiti, o dei tatuaggi, dell'alimentazione o altro: avvalersi della libertà di fare come si crede, sposarsi, avere figli ed educarli come meglio si crede, ma introdurre surrettiziamente - attraverso belle e suadenti parole, che presentano le idee come affabili, amorevoli - l'idea che quella libertà gelosamente rivendicata, difesa e vissuta - grazie a chi difende quella di tutti dalle intrusioni degli intolleranti - sia invece questionabile per chi abbia nozioni diverse e lecite dell'uso che se ne fa; chi abbia una nozione diversa dalla sua di come un conflitto vada risolto è egoista;
io continuo a rispondere solo perché questo è certamente il racconto che deve farsi lo stalker o il violento, che magari è ordinariamente percepito come una brava persona;
quando si registrano quotidiani episodi di violenza, anche in contesti insospettabili, bisogna considerare che il presupposto necessario perché si agisca in quel modo è proprio un costrutto morale interiore da parte di chi compie gli abusi, per cui chi decide diversamente è egoista, ingiusto, manca di coerenza con un preteso dovere, come inteso dall'abusivo, oltre i veri limiti morali che la legge dispone, come nei casi di separazione, divorzio, ecc...
e perciò quella pretesa slealtà giustifica moralmente la violenza, rimuove l'inibizione che dovrebbe essere diffusa, come costrutto alternativo, che invece viene questionato; io sono mia è egoismo, non il fondamento dell'uguaglianza nella facoltà di auto-determinarsi; roba da pazzi, ma che pare accettabile, suadente, un'idea virtuosa, da persone generose e oblative, quasi eroiche :asd:
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:v
Che pacco di coglioni! Ancora il copia-incolla di Risè e la tiritera della depressione come scelta. Hai anche i figli dottori e per l'ennesima volta racconti che uno sceglie la depressione, così come se si svegliasse una mattina e gli balenasse l'idea. La depressione, quella vera, non la scegli, ti viene. Stai attento, stai molto attento a quello che scrivi e racconti agli altri.
"La partita di calcetto per affermare il suo diritto all'egoismo" oppure "sceglie di andare un po'in depressione" .
Vabé, sigla.
Ma sì dai, da domani scelgo anch'io la depressione! Voi cosa preferite, deprescion, paranoia, ansia, tic nervosi, frustrazioni, fobie, compulsioni?:D
Posso avere delle nevrosi con paillettes ai lati?
Hei donne, senza voler peccare di presunzione, ma un po di fobie e manie assortite le avete già di vostro, eh?
:D