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Eppure è così semplice, ragazze: educazione, virtù, prudenza. Tre parole perfettamente collegate fra loro....
1) Educazione : prendersi cura ogni giorno dei nostri figli. Trasmettere loro fin dalla più tenera età i Valori grandi del Rispetto e della Stima per gli Altri.
2) Virtù: Comportarsi virtuosamente nella Vita, sì da essere esempio per loro e per chi ci vive accanto. La testimonianza diretta vale spesso più di tante parole e raccomandazioni. Siamo nati per questo, per seguire la Virtù, lo dice anche Dante.
3) Prudenza: dopo aver seguito i punti 1 e 2, avere consapevolezza che nel mondo e dentro le persone esiste ed opera il Male. Escludendo il metodo tranchant suggerito da Efua, esso (il Male) va combattuto unendo all' amore per la Libertà anche la Saggezza.
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Cono, capisci che queste sono linee guida molto generali e molto scarne, girano sempre sui soliti due o tre concetti che ripeti ogni volta. Si sta parlando di come potrebbero difendersi le donne, le ragazze, evitare certe situzioni di pericolo.
Le tre parole potevano riferirsi direttamente alla categoria femminile, invece fai riferimento anche ai genitori e forse non solo.
Se ti dovessi dire che ho chiaro al 100% il da farsi, ti direi di no.
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Direi che sono assolutamente incomprensibili. E soprattutto non risolvono il problema.
Le donne continuano a venir maltrattate e non è con la virtù che le proteggi. Si proteggono con l'educazione (degli uomini, in primis) alla cultura del rispetto per l'altro, e per le donne più in generale. Con l'educazione a un linguaggio più rispettoso. E ovviamente con la repressione, laddove l'educazione non arriva.
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Avete ascoltato le parole del papà di Giulia ieri, durante il funerale? Tutto parte dall'educazione.
"Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti:
famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…
A chi è genitore come me, parlo con il cuore:
insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno
e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte.
Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro.
Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche.
Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza."
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Avete ascoltato le parole del papà di Giulia ieri, durante il funerale? Tutto parte dall'educazione.
"Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti:
famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…
A chi è genitore come me, parlo con il cuore:
insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno
e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte.
Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro.
Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche.
Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza."
Manca un bel pezzo!
Perché non lo posti tutto?
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Questo è il discorso che Gino Cecchettin ha pronunciato il 5 dicembre durante i funerali della figlia Giulia, nel Duomo di Padova. “Andrebbe letto nelle scuole”, ha proposto il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Ecco il testo integrale
Carissimi tutti,
abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia:
ci ha travolto una tempesta terribile
e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai.
Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone
che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio.
Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente,
ma ancora grazie per il vostro sostegno
di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili.
La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine,
al vescovo e ai monaci che ci ospitano al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio
e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare
dopo la prematura perdita della sua amata mamma.
Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma.
Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle
e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi
fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti:
famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore:
insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno
e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte.
Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro.
Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche.
Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di genere inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo.
Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte,
può anzi DEVE essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi:
che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere:
"Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…"
Cara Giulia,
è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme,
il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me
non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta,
impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato.
Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare:
ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma,
voglio sperare insieme a Elena e Davide
e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti:
voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore
fecondi il terreno delle nostre vite
e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
Gino Cecchetin
https://www.repubblica.it/cronaca/20...lia-421580566/
ho postato il collegamento casomai nel copia incolla avessi tagliato involontariamente qualcosa
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@Cono, adesso ti chiedo: hai scientemente deciso di tagliare quel pezzo? Senza neanche indicare la presenza di un taglio (casomai non lo sapessi puoi usare questo simbolo (...))
E se hai scelto di escludere quel pezzo, perché?
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@alledonnetuttedelforum
Qualcuna di voi ha subito molestie fisiche e verbali nel corso della propria esistenza?
Intendo la mano morta, l'apprezzamento inopportuno, quello che ti fa vedere il pisello alla fermata del bus, fino a peggio, non chiedo i particolari solo sapere se vi è accaduto
Quando ci/vi è accaduto eravate state già ben educate? Eravate state già abbastanza avvisate? Messe in guardia e anche terrorizzate?
Siete state educate? Da mamme, nonne, zie amiche etc etc...
In seguito a tutta questa educazione gli eventi spiacevoli sono successi comunque, anche più volte? Pensate che potrebbe ricapitarvi?
Ecco, io direi che le donne sono già state ben educate, che ora basta il nostro lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo, ma, a questo punto il problema non è solo più il nostro, anzi forse non siamo mai state noi il problema
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Molto pertinente l'intervento del padre di Giulia, grazie per averlo postato.
Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
@alledonnetuttedelforum
Qualcuna di voi ha subito molestie fisiche e verbali nel corso della propria esistenza?
Intendo la mano morta, l'apprezzamento inopportuno, quello che ti fa vedere il pisello alla fermata del bus, fino a peggio, non chiedo i particolari solo sapere se vi è accaduto
Quando ci/vi è accaduto eravate state già ben educate? Eravate state già abbastanza avvisate? Messe in guardia e anche terrorizzate?
Siete state educate? Da mamme, nonne, zie amiche etc etc...
In seguito a tutta questa educazione gli eventi spiacevoli sono successi comunque, anche più volte? Pensate che potrebbe ricapitarvi?
Ecco, io direi che le donne sono già state ben educate, che ora basta il nostro lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo, ma, a questo punto il problema non è solo più il nostro, anzi forse non siamo mai state noi il problema
Io sono stata educata “bene”, nella paura/ terrore del maschio.
Non racconto il disagio provato ogni volta che uscivo da sola da ragazza per il cat-calling in strada da parte di gruppi di giovani.
Alle feste (solo pomeridiane) andavo sempre accompagnata da mio fratello, almeno fino ai 17 anni.
Lasciai il mio primo lavoro per le molestie da parte del proprietario della ditta in cui lavoravo.
Poi, meno male, la svolta nella mia vita (studi, nuovo lavoro ecc.) che mi diede maggior sicurezza (ma di un fondo di paura e disagio, in certe situazioni, non mi sono mai liberata).
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Citazione:
Originariamente Scritto da
follemente
Molto pertinente l'intervento del padre di Giulia, grazie per averlo postato.
Io sono stata educata “bene”, nella paura/ terrore del maschio.
Non racconto il disagio provato ogni volta che uscivo da sola da ragazza per il cat-calling in strada da parte di gruppi di giovani.
Alle feste (solo pomeridiane) andavo sempre accompagnata da mio fratello, almeno fino ai 17 anni.
Lasciai il mio primo lavoro per le molestie da parte del proprietario della ditta in cui lavoravo.
Poi, meno male, la svolta nella mia vita (studi, nuovo lavoro ecc.) che mi diede maggior sicurezza (ma di un fondo di paura e disagio, in certe situazioni, non mi sono mai liberata).
Crescendo ci si corazza e noi per prime tendiamo a non fare più caso, a dare poco rilievo, a minimizzare ciò che da giovani o giovanissime ci avrebbe spaventato, è giusto? No, è resilienza
Ma un po' paura e il disagio non si può abbandonare, fa parte della "prudenza" che ci è stata insegnata, camminare con le antenne dritte
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
@alledonnetuttedelforum
Qualcuna di voi ha subito molestie fisiche e verbali nel corso della propria esistenza?
Intendo la mano morta, l'apprezzamento inopportuno, quello che ti fa vedere il pisello alla fermata del bus, fino a peggio, non chiedo i particolari solo sapere se vi è accaduto
Quando ci/vi è accaduto eravate state già ben educate? Eravate state già abbastanza avvisate? Messe in guardia e anche terrorizzate?
Sì da ragazza giovane e studentessa che prendeva i mezzi pubblici.
Sì l'educazione a fare attenzione c'era stata ma non ha impedito di subire molestie, apprezzamenti volgari e spettacolo di masturbazione sul treno al ritorno da scuola fuori orario.
Il terrore ti blocca.
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Naturalmente sono anche io per un comportamento prudente ma non basta, bisogna essere da modello e insegnare il rispetto per l'altro a prescindere dal genere, rispetto verso tutti gli esseri umani come dovrebbe esserci per gli animali, per la natura, rispetto delle regole sociali, cosa che sempre più spesso non accade.
Il rispetto resta solo una bella parola scritta in occasione di eventi come questo ma non applicata.
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Se non viene applicata è perché non viene insegnata....
Le parole di Gino partono da questo. L'educazione che riceviamo e che poi trasmettiamo, è la base di tutto!
Tutto il ricordo di Giulia che ha pronunciato è stato davvero sublime, profondo, toccante. Ne ho estrapolato i passi sull'educazione perché stavamo parlando di quello. Bene ha fatto l'amica Breakthru a postarlo interamente.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Se non viene applicata è perché non viene insegnata....
Le parole di Gino partono da questo. L'educazione che riceviamo e che poi trasmettiamo, è la base di tutto!
Tutto il ricordo di Giulia che ha pronunciato è stato davvero sublime, profondo, toccante. Ne ho estrapolato i passi sull'educazione perché stavamo parlando di quello. Bene ha fatto l'amica Breakthru a postarlo interamente.
Gentilmente metti le parentesi la prossima volta che salti un periodo, eviti di essere malinteso, almeno da me
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
@alledonnetuttedelforum
Qualcuna di voi ha subito molestie fisiche e verbali nel corso della propria esistenza?
Intendo la mano morta, l'apprezzamento inopportuno, quello che ti fa vedere il pisello alla fermata del bus, fino a peggio, non chiedo i particolari solo sapere se vi è accaduto
Quando ci/vi è accaduto eravate state già ben educate? Eravate state già abbastanza avvisate? Messe in guardia e anche terrorizzate?
Siete state educate? Da mamme, nonne, zie amiche etc etc...
In seguito a tutta questa educazione gli eventi spiacevoli sono successi comunque, anche più volte? Pensate che potrebbe ricapitarvi?
Ecco, io direi che le donne sono già state ben educate, che ora basta il nostro lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo, ma, a questo punto il problema non è solo più il nostro, anzi forse non siamo mai state noi il problema
Tutte siamo state messe in guardia, ma non conta nulla.
Perché non è quello il problema.
Il collega che allunga le mani, che ti palpa il culo, il catcalling per strada, le attenzioni non richieste. Chi non ci è passaa? Tutte, temo, purtroppo.
Il problema sono sempre e solo gli uomini, certo non le donne.