Ma 'sta cosa che gli italiani si estigueranno a breve e poi devono passare duecento anni?
Ma di' sti tempi chi ce li ha duecento anni?!
Ma chi li vuole!
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Ma 'sta cosa che gli italiani si estigueranno a breve e poi devono passare duecento anni?
Ma di' sti tempi chi ce li ha duecento anni?!
Ma chi li vuole!
Cono è un povero nessuno: Conosci Alberoni? Il sociologo Francesco Alberoni?
L'edonismo che prosciuga la società
"È incominciato tutto negli anni Sessanta in California, nel quadro delle grandi rivolte giovanili che porteranno alla fine della guerra del Vietnam, alla emancipazione dei neri, al femminismo e alla liberazione sessuale. Ma fu soprattutto nel movimento hippy che esplose la rivolta contro l'etica del lavoro, del dovere e dei legami di coppia. Lo mostra bene Cristina Cattaneo in un articolo della rivista web L'amore e gli amori di cui cito un passaggio col suo consenso. Scrive: «Avevano il senso di una liberazione sconfinata, non solo dai legami ma dalle responsabilità della vita. Di colpo si erano liberati dal peso dell'ingresso nell'età adulta: un taglio netto dall'oppressione della società che costringeva i giovani a perdere le energie migliori per tuffarsi in matrimoni tediosi, lavori tristi e marmocchi piangenti. Non la si voleva più quella vita già finita prima di iniziare: non si voleva la responsabilità, l'impegno, la fatica fisica, gli obblighi sociali, le pappe e i pannolini. Quella generazione guardava con commiserazione il mondo dei loro genitori, così privo di eros».
È questo il primo violento attacco alla concezione della coppia innamorata che dura e costruisce una famiglia. In seguito il movimento hippy si disintegrò e scomparve, ma i suoi principi si diffusero come un gas in tutta la società occidentale. Questa, in precedenza, era dominata dall'etica del dovere, del lavoro e dello sforzo per realizzare qualcosa di valore. Ora cerca di evitare la fatica e l'impegno. Tutta la tecnologia è volta ed evitare qualsiasi fatica, il robot sostituisce l'operaio, la consegna a domicilio evita di uscire e fare acquisti. Nell'economia la finanza speculativa sostituisce gli investimenti produttivi. Nella cultura internet, i videogiochi e le chiacchiere evitano la fatica di leggere libri. Nel campo dei rapporti di lavoro il diritto sostituisce il dovere, nelle relazioni amorose la droga e il sesso facile evitano l'impegno appassionato dell'innamoramento e la fatica di crescere una famiglia. L'ideale è diventato una società dove ci si diverte e non ci si impegna. Questa mentalità edonista e luddista sta addormentando la società europea e rallenta, inesorabilmente, il suo sviluppo."
https://www.ilgiornale.it/news/crona...t-1511161.html
Francesco Alberoni (Borgonovo Val Tidone, 31 dicembre 1929) è un sociologo, giornalista, scrittore, docente e rettore italiano.
Questo lo dici te: Non ho mai parlato di immigrazione spinta e incontrollata. Qua stiamo parlando del cosiddetto affetto allargato, Turbociclo. La dissoluzione della Famiglia consiste nel negare il diritto naturale dei Bambini ad avere una Mamma e un Papà.
E' inutile, se non mettiamo il preambolo Maschio versus Femmina, Italiani versus Immigrati eccetera, non siamo contenti. Vediamo sempre tutto in competizione. E ti credo! Senza che potessimo accorgercene, ci hanno iniettato nelle vene la mentalità competitiva, Lady. Vedere nell'Altro non un arricchimento, ma un competitor...un rivale.....
Perfino riguardo ai Figli: Averli o fare carriera? Tutto parte dall'incipit economico, dai soldi, dal denaro, dall'utilità....
Io credo non esista al mondo roba più triste. :(
A volte meglio per i bambini non averli Cono.
Sta cosa della mamma e del papà ha rotto, veramente.
I bambini hanno diritto ad avere vicino chi li ama incondizionatamente. E, indovina? Spesso queste persone non sono i genitori. Non quelli naturali, quantomeno.
Una mia amica si è separata dopo l'ennesimo tradimento del marito, che non ha mai saputo tenerselo nei pantaloni. Ora si è messa con una donna ed è felicissima. E i bambini finalmente sono a loro volta felici, perché vivono in una famiglia serena. Vedono anche il padre, ovviamente, che a sua volta ha un'altra donna. Hanno 4 genitori, sono coccolati, e sono dei bambini felici. Molto più di quando avevano due genitori che non andavano d'accordo. Le storie non sono tutte uguali. La vita non è uguale per tutti.
vabbè, ma questo è un dialogo inutile;
tu parti dal riconoscimento di circostanze oggettive, desunte dall'osservazione, la serenità delle persone manifestata autonomamente tramite le proprie scelte, l cui libertà di auto-determinazione per te è valore;
Cono identifica il "Bene" nella conformità del mondo al suo modello; cioè, non riconosce alcuna autonomia di giudizio alla tua amica, a fronte di ciò che lui assume come "giusto";
a prescindere dal merito e preferenze, che non mi permetto di discutere, qui abbiamo proprio il disconoscimento, reiterato più volte, anche se con formule indirette e allusive, dell'autodeterminazione dell'individuo;
cioè, per lui, a fronte della regola per cui la Famiglia è quella, e quella deve restare, l'apprezzamento della tua amica, quello tuo e mio, sulle circostanze oggettive di assestamento e benessere, non conta un cazzo, fine;
tu gli fai presente che la tua amica è felicissima e così i bambini ? entra da un orecchio ed esce dall'altro, come non avessi detto nulla; quello non è un valore; valore è la conformità a ciò che lui ritiene tale; non esistono altri valori, parimenti degni, perché tutto il resto è "peccato", delegittimato all'origine, rimosso.
Cono ha scritto:
E' inutile, se non mettiamo il preambolo Maschio versus Femmina, Italiani versus Immigrati eccetera, non siamo contenti. Vediamo sempre tutto in competizione. E ti credo! Senza che potessimo accorgercene, ci hanno iniettato nelle vene la mentalità competitiva, Lady. Vedere nell'Altro non un arricchimento, ma un competitor...un rivale.....
Perfino riguardo ai Figli: Averli o fare carriera? Tutto parte dall'incipit economico, dai soldi, dal denaro, dall'utilità....
Io credo non esista al mondo roba più triste.
Io penso che tu sia stato molto fortunato, con moglie e figli.
Non tutte le esperienze sono uguali. Io sono stato abbandonato da mia moglie quando mio figlio aveva 10 anni. Lei ha fatto la scelta di lasciare noi per andarsene con un altro in una diversa nazione del pianeta.
Che dovevo fare, risposarmi per dare una dignità alla mia famiglia?
No, io l'ho cresciuto da solo e adesso che ha 16 anni è un bravo ragazzo e di lui non posso certo lamentarmi.
Come l'ho cresciuto? Con tutto l'amore a la dignità possibile.
Mio figlio in questi anni ha visto la casa popolata da diverse persone che mi hanno aiutato a vivere, donne e uomini.
Con le prime il rapporto non è stato di sola amicizia, hanno fatto parte di questa mia famiglia "momentanea". Sono state un aiuto sia per me che per lui, si è sentito accettato ed ha imparato molte cose in questa famiglia allargata.
Arriverò con molta probabilità ad avere una compagna fissa, forse una nuova madre per lui.
Ma questo non mi preoccupa, la vita sarà come sarà, l'importante è accettarsi, vivere e andare sempre avanti.
Mutande caste! Col buco ma molto coprenti e senza maliziose trasparenze! :rotfl:
Un Uomo straordinario
Come ho già avuto modo di testimoniarti
La forza sta nell’andare avanti, fronteggiando gli eventi, affrontandoli
Non nel battere i piedi per terra e pretendere che il mondo vada come vorremmo noi
Cono semplicemente batte i piedi per terra e sarà stato fortunato che quelli intorno a lui li battono insieme a lui, all’unisono
Così da non sentire il passo delle vite altrui
Hai ragione è proprio inutile, sei te che hai parlato di futura estinzione degli italiani.
Non è questione infatti di competizione ma di realtà e di essere realisti.
L'altro è un arricchimento quando la scelta è libera, compreso quella di mettere al mondo dei figli, che si fanno in due , non scelta imposta da esigenze nazionali.
Se ci fossero le condizioni favorevoli alla maternità credo che in un paese la natalità probabilmente crescerebbe.
"ITALIANI!!!! ..................... voi che l'avete lunga e dura............ LA VITA!!
Come lo volete, la mattina, il caffè??"
.....
"DUCE, DUCE, DUCE!!!!"
:D
Sono finiti i tempi del premio per ogni figlio.... MASCHIO... messo su questa triste realtà :mmh?:
Il proletariato è morto... insieme ai suoi genitori!!! :D
Ecco... adesso non scopo più!!! Ragazze... io mi impressiono eh!!
Poi dico... anche lei (la vagina intendo)... già voi mogli/compagne/partners donne non smettete mai di parlare...
Ci pensate mentre "Giacomino" bussa alla porta, "Gelsomina" che gli dice : "Oh... entra con le pattine che ho appena dato la cera!!!" :v
:D
Qualche pernacchia la potrebbe fare , a forza di pompare l'aria da qualche parte deve pur uscire
Ahahahahahahaha si...si....così va meglio :asd:
Non si tratta di ripopolare l'Italia in quanto tale, Baux. In quanto Nazione. Si tratta di capire se con la Maternità una Donna si arricchisce o s'impoverisce. Se con la Paternità un Uomo si realizza o si condanna. Se vale la pena o no, la prima volta che sentiamo un Bimbo dire "mamma" o "babbo", continuare ad aver fede nella Vita.
Una Nazione che non ha più fede nel Futuro e nella Vita, è già morta. Adesso. Non c'è bisogno di aspettare due secoli.
Perché siamo un Paese che fa sempre meno figli? Se lo chiedeva ieri Luciano Fontana colloquiando con un lettore di questo giornale. Proprio quest’anno la parte apicale della generazione X, la generazione che festeggiò i suoi 20 anni guardando in Tv, svagata e indifferente, la demolizione a picconate del muro di Berlino, compie 50 anni. Giunti al limite biologico della nostra capacità di riproduzione (almeno per le donne), è una domanda che non possiamo più eludere.
La risposta è, ovviamente, articolata. La compongono ragioni biologiche (calo drastico della fertilità maschile), ragioni sociologiche (diminuzione del numero delle donne in età fertile causa invecchiamento della popolazione), ragioni politiche (mancanza di adeguati programmi di sostegno alle famiglie). Detto ciò, dobbiamo essere onesti con noi stessi. Abbiamo compiuto 50 anni, smettiamola di lamentarci e di raccontarci favole della buona notte. Un ceto politico irresponsabile e la concentrazione di spermatozoi nel nostro seme non bastano a spiegare l’entità di questa ecatombe bianca. E nemmeno sono sufficienti la precarietà del lavoro o i servizi carenti. Il pragmatismo qui non spiega niente. La parte più amara di questa verità è che il calo demografico in Italia — e in Occidente — non accade per ragioni materiali e contingenti. Nessuna analisi delle nostre condizioni di vita materiale giustifica la nostra infecondità generazionale. La controprova è semplice. Basta voltarsi indietro: i nostri padri e le nostre madri nacquero, numerosi, sotto le bombe. La nostra infecondità, il nostro braccino corto con la vita, va imputata, invece, principalmente, a ragioni culturali e — mi si permetta il parolone, non a caso desueto — a ragioni «spirituali».
Affacciatici alla vita adulta nei mirabolanti anni ’80 — un combinato di edonismo sfrenato, individualismo disperato e ottimismo patinato — sospinti dalla fanfara fasulla della «fine della storia», abbiamo vissuto a lungo, troppo a lungo, sotto dettatura della cronaca, misurando le nostre esistenze sul metro breve del presente assoluto. Un metro su cui non trovano spazio le grandi scene della vita: l’amore, l’arte, la politica (quella vera), la generazione di figli. Anche qui le concause sono numerose: da bambini abbiamo cenato con le immagini del fungo atomico e delle Brigate rosse sugli schermi dei televisori, da ragazzi abbiamo ballato al ritmo frenetico dei crolli di borsa. Ci hanno impastati con una miscela di nichilismo punk degli anni ’70 e di nichilismo neo-liberista degli ’80. Fatto sta che il futuro, e con esso il passato, è ben presto sparito dall’orizzonte del nostro esistere nel tempo. E, da sempre, generare dei figli è il canale principale per sintonizzarsi sulla frequenza del futuro.
Come scrisse Leavitt: «Era sempre sabato sera e stavamo sempre andando a una festa». Ora che la festa è finita, per età anagrafica ed età del nostro mondo, dobbiamo riconoscere che, come mosche imprigionate nel bicchiere rovesciato, per trent’anni abbiamo cozzato contro il vetro opaco della breve durata, prigionieri del presente.
Giunti alla maturità (questa sconosciuta), dobbiamo trarne una lezione. Dobbiamo adottare il futuro come unità di misura di quel che ci resta da vivere. E come criterio di valutazione — post ideologico, post-partitico, post tutto — dei sedicenti liquidatori della «vecchia politica». Ogni annuncio, ogni programma, ogni legge deve essere valutata chiedendoci: quanto è ampio l’arco temporale che abbraccia nelle sue previsioni, effetti, conseguenze? Quanto respiro ha? Vive in un vasto orizzonte storico o vivacchia nelle angustie della cronaca?
Non c’è dubbio che, se si adottasse questo criterio, al primo posto di ogni programma di governo dovrebbero esserci l’ecologia e l’istruzione. Ma, ampliando lo sguardo, anche la compassione fattiva per una grande donna curda, Hevrin Khalaf, attivista per i diritti umani violentata e lapidata sul ciglio di una strada per Kobane dai nemici del nostro futuro e, ultimo ma non ultimo, la lotta alla sottocultura che discrimina le nostre donne pregiudicando la possibilità che siano lavoratrici e madri, e con essa l’avvenire dei nostri figli.
Pretendiamo dai nostri politici provvedimenti legislativi imperniati sul criterio del futuro ma ricordiamo a noi stessi che resteranno sterili se non accompagnati da un nuovo orientamento culturale e, perfino, da una rinascita spirituale. Non basteranno le leggi e nemmeno i mutamenti culturali. L’essere nel tempo è appannaggio dello spirito.
in “Corriere della Sera” del 15 ottobre 2019
Corriere della sera eh.....non Famiglia Cristiana.
https://francescomacri.wordpress.com...senza-nascite/
Ho pensato che se Dio c'è, aiuta: Tutto quì.
Oggi Efua vogliamo assicurarci tutto prima: La casa, il lavoro, il conto in banca, la salute, facciamo subito l'amniocentesi (non si sa mai....)
Vogliamo prima "goderci" la Vita poi, semmai, verso i 40, possiamo entrare nell'ordine d'idee....
E comunque uno eh....massimo uno, per carità.
Ahhhhh ma che bellezza Dark, che quadretto idilliaco!!! Mancano solo le trombette e le stelle filanti, guarda. Non ci rendiamo minimamente conto dell'abominio. Tutto è annacquato dal mantra "L'importante è non soffrire. Perchè soffrire? Perchè lottare nel Matrimonio? Ma sù, via, che roba è? Perdonarsi? Non siamo nel medioevo! Mamma? Babbo? Vade retro! Genitore1 e Genitore2: questa, è la modernità!"
Una separazione, un divorzio, una vera fuga vigliacca come quella che hai subìto, produce sempre lacerazioni negli altri. In questo caso tu e tuo figlio siete state vittime di un sopruso e di un Peccato. Grosso! Onore a te per questa testimonianza. Che è veramente altra roba rispetto al caos indistinto che ci circonda.