Forse piano piano ci stai arrivando....
Sei tu l'artefice del tuo destino eterno. Non Dio. Sono le tue scelte, le tue decisioni, il tuo modo di vivere quaggiù che produrranno per te Vita o Morte eterna.
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Interessante questa visione di un dio che ti aspetta al varco per decidere dove spedirti, un dio che ti osserva in ogni movimento che fai in una sola misera vita per vedere se ti penti dei tuoi peccati, se sei reprobo, de coccio, sacrilego (non sopporta che si parli male di lui). Un alunno delle elementari potrebbe descriverlo in maniera un tantino più seria.
:v
Cono, ma cosa ho appena finito di dire? Ma se ti parlo di opzioni e conseguenze messe in campo dal tuo dio, non è che puoi venire a dire che tutto ruota sull'uomo e deresponsabilizzare la divinità.
La morte fisica ed il destino dell'anima, le regole di smistamento in questo caso se capisci meglio, le ha create, stabilite l'amico invisibile.
Grazie, comunque, il fantomatico fatalismo è sempre in agguato.
Prendere il futuro e portarlo qui, adesso, piuttosto che andare col presente verso il futuro è segno pure di irrazionalità. Si ragiona infatti solo con l'ipotesi "se", e molto spesso sono più le esclusioni che le coincidenze.
Guarda, ti faccio rispondere direttamente da Nostro Signore....
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
(Marco 8)
Non è che Dio ci aspetterà al varco. Ci chiederà conto di cosa ne avremo fatto del Dono immenso che ci ha dato, Spirit: la Libertà!
Ma no, si analizzano le cazz...la narrazione religiosa. Che esista o meno dio, il contenuto della narrazione dovrebbe essere logico e coerente no? Invece i tuoi discorsi così come il contenuto della Bibbia dice tutto ed il contrario di tutto. Tu ed altri volete vendere per vero il contenuto della religione, molto fantastico tra l'altro, e quindi è ovvio che uno ci rifletta un pò su, no? Salta subito agli occhi che non c'è nulla che torni, perfino nei versetti che copi-incolli c'è scritto che dio è l'artefice di qualcoas mentre due righe sopra sei lì che dici che dio non c'entra niente, come quando metti il versetto che cita " io vi ho posto l'acqua ed il fuoco...".
Non so veramente se lo fai apposta o proprio non ti rendi conto, nonostante siano tante le volte in cui ti è stato fatto notare il problema. Neghi che dio faccia la sua parte e citi proprio quei versetti in cui invece c'è un'azione/creazione divina. Non saranno mica i cali di vitamine B e ferro per caso?:D
E quindi se sono incomprensibili a che servirebbero?
Che poi intervieni a sproposito visto che stavo parlando in generale di dio e della Bibbia, non di Gesù e del vangelo.
Se il boss crea tutto, crea anche la morte, le punizioni, le regole sulla sorte dell'anima. D'altra parte se dio è un giudice, per forza di cose deve applicare una legge e siccome non ci sono altri oltre dio, crea e decide tutto.
Il voler deresponsabilizzare la divinità è impresa ridicola ed improduttiva, soprattutto se poi vengono citati versetti in cui ne è riportata l'azione e allo stesso tempo con le proprie parole si nega quell'azione, quella responsabilità divina.
beh, il tutto è ridicolo e improduttivo se ragioniamo da "greci" e non da "ebrei";
tu non guardi un film di fantascienza, un fumettone o un'altra narrazione secondo un criterio di realismo e congruenza, perché ti collochi automaticamente in quell'apparato narrativo;
quello veterotestamentario, e poi evangelico, sono semplicemente costrutti antropo-culturali che pongono domande in una società in evoluzione, e lo fanno in quella modalità tipicamente ebraica del paradosso, che è una raffinatezza per affidare all'individuo il fine-tuning, la responsabilità di adattarsi al precetto e adattare quest'ultimo alle circostanze;
se guardi uno spettacolo di Moni Ovadia, che magari racconta di ebrei polacchi del 700 e che in effetti non c'entrano nulla con quelli biblici, ritrovi comunque quelle attitudini al paradosso e allo humour, dove c'è gente rigidamente osservante, ma atea, oppure che aggira regolarmente riti e precetti ricorrendo continuamente ad escamotage retorici;
il casino è nato quando, nel medioevo, si è preteso di importare la narrazione biblica ed evangelica - depurata da tutto quel sistema elastico di fine-tuning individuale - nel sistema logico greco-romano, in cui il precetto è quello e fa da legge, con l'autorità che vigila;
ora, l'utilità sociale di una roba del genere sarebbe proprio quella di porre domande dove la legge di necessità è imperfetta e rischia di essere ingiusta; per farti un esempio concreto, tutta la dottrina delle attenuanti, fino all'assoluzione, è l'introiezione esplicita di un principio morale che discende direttamente da quel processo;
cioè, da una parte hai la legge che condannerebbe Cappato - peraltro, come inteso dai preti; dall'altra il giudice che lo assolve, e può farlo perché la legge stessa gli mette a disposizione una discrezionalità di coscienza che è proiezione culturale moderna di quel percorso;
io sono entrato in caserma il giorno dopo l'esame di diritto internazionale, e mi capitò di spiegare ad un sottotenente istruttore 19enne - io ne avevo 23 - che in alcuni casi si deve addirittura disobbedire ad un ordine, anche se la cosa non è scritta da nessuna parte come "legge"; quale sia l'ordine criminale o eversivo a cui disobbedire o da contrastare, è demandato alla coscienza e alla responsabilità;
beh, senza la "religione" e quel sistema di paradossi "ebraici", questo sarebbe stato impossibile;
per cui - ripeto - la questione non riguarda la coerenza euristica di un'interfaccia narrativo, come fosse un teorema; bensì lo spessore delle questioni poste alla luce delle circostanze concrete, che non è qualcosa di volatile o astratto;
cioè, se un prete mi dice che il paziente inguaribile deve essere costretto alla macchina, contro la sua volontà, gli dico di no; se mi dice che la gente non dovrebbe fare sesso prima del matrimonio, gli faccio un gran pernacchione;
ma se mi dice: guarda che gli ultimi anni di un anziano non li puoi ridurre tutti alla casa di riposo, anche se razionalmente ti sembra la cosa più indicata, perché quello sei tu tra 20 o 30 anni, se ti va bene e non stianti prima e va'a' Lupi, il cimitero di Livorno :D
di queste cose non si occupa la legge, e tantomeno la scienza; a me non importa una sega nulla se crep rimanda il tutto a "Gesù"; che c'è di male ? quello che conta - e lì non manco di farlo presente - è solo se, in base a quello, lui non mi pone nessuna questione, oppure propone interpretazioni morali che non condivido, perché nel concreto del mondo non danno alcun contributo.
Ma questo può andar bene come spiegazione di come si sono originate e sviluppate le cose, ma c'è da capire la testa del credente, che magari queste cose non le sa, e propone un dio buono e misericordioso, si spende a difendere il suo dio e però per difenderlo finisce a dire tante cose e non tutte coerenti.
Crep potrà rimandare tutto a gesù ma se il discorso con Cono verteva su altro, non capisco la pertinenza dell'intervento che ha fatto.
vabbè, crep parte sempre per la tangente e interviene così, secondo quello che gli passa in testa in quel momento, risponde lui a post destinati ad altri, ecc... :asd:
l'origine di una postura religiosa, invece, ha rilievo per valutarla nel contesto;
cioè, se tu guardi "lo squalo" 4, è ovvio che non sei più nell'originale di Spielberg, ma in un sequel destinato a chi ama le scene di azzannamento in mare, che Tom Cruise aggrappato a un TGV in corsa non regge, o Stallone prende decine di cazzotti che ammazzerebbero all'istante qualsiasi persona, pure un pugile vero; sono cose che sconti già in lettura;
ora, il problema con Cono, secondo me, è che in effetti lui rappresenta una cosa miserella; a vaghe linee intrisa di un umanesimo che è un po' di tutti, acqua fresca senza impegno, tipo la pace nel mondo della candidata miss, ma nello specifico fatta molto di cose pissere o indifendibili, a prescindere dalle narrazioni;
infatti, quando io gli dico: vabbè, il campionato sul dio che lava più bianco deve ancora iniziare, quindi i cori da curva lasciano il tempo che trovano; ma mi vuoi dire che c'è di buono e giusto nelle cose che ti distinguono come cattolico ? lui non mi risponde;
sono l'unico a cui non risponde; chissà perché... :asd: