ma le scrivete voi queste recensioni?
ammazza...
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Marsellus è pauroso, penso che ogni film che esca al cinema lui lo veda, dall'horror più assurdo alla commedia sentimentale.
Comunque le mie le scrivo di mio pugno
Miami Vice
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Poliziesco
Durata: 134 minuti
Regia: Michael Mann
Cast: Jamie Foxx, Colin Farrell, Gong Li, Naomie Harris
Distribuzione: United International Pictures
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TRAMA : Sonny e Tubbs, due poliziotti abilissimi nell'infiltrarsi in un torbido giro di droga, fanno parte di una squadra speciale composta anche dalla compagna di Tubbs .La richiesta di infltrarsi arrivta dall'fbi , prevede la guida di off shores per portare ingenti quantitativi nel giro clandestino.L'indagine sembra andare per il verso giusto se Sonny non intrecciasse una pericolosa relazione con Isabella , l'amministratrice del boss jesus , di origini cino-cubane.Riusciranno i due a cavarsela nell'intricata vicenda ? Oltretutto...
Sunto del commento per lettura veloce senza rischio spoiler : un film da evitare se si cercano sparatorie pure e duelli tra buoni e cattivi a base di pallottole ad ogni secondo.La trama si svolge in maniera molto lenta (notare la durata ) con situazioni che faticano a dipanarsi e ad appassionare in una linearita' tutt'altro che decisa .Se si cerca la pura evasione evitare,valido per una ricerca diversa del tema e non assolutamente una riproposizione pura del famoso telefilm.
Osservazioni:Mann non ripropone Miami Vice ma ripropone il suo cinema , propinando citazioni di Colalteral ( la fotografia virata al rosso della notte, la scena della discoteca,i proiettili che sono cannonate ) in un film decisamente fiacco e dalla meccanica a dir poco lenta , e il problema e' che ingiustificatamente lenta.Vediamo sullo schermo , con una buonissima tecnica , usi e abusi di scene che vengono ripetuti diverse volte senza ragione particolare ( in una avro' contato una quindicina di controcampi ) ,come le scene d'amore tra la sempre splendida Gong LI ( sono passati i tempi della concubina ma e' sempre decisamente affascinante) e l'inespressivo Colin ( non una sorpresa questa...) , i dialoghi sono dilatati all'estremo certe volte senza che se ne capisca il senso per muovere la storia, in una scena strappalacrime raggiungiamo il miele puro . Mann e' un mago della macchina da presa e certe scene rendono giustizia alle sue capacita' , ma non riesce a dare il senso del ritmo e della passione allo spettatore per incollarlo allo schermo.A volte ci troviamo di fronte alla necessita' di capire perche' abbiamo passato l'ultimo quarto d'ora a sentire parole che potevano essere dette in un minuto...a vedere scene dilatate che dopo pochi secondi avevano gia' esaurito la loro carica di necessita' .Questo lavoro dilatante alla fine annacqua , distrae e annoia una vicenda tutt'altro che fantasiosa gia' di base, e se non fosse per la bravura del regista nel darci l'esteriore del girato ci saremmo alzati a meta' film.Il finale poi potrebbe portare a un sequel di cui la filmografia di Mann farebbe molto volentieri a meno.Il premio oscar Foxx recita senza molto impegno quel che deve fare , e io intanto continuo a rimpiangere Heat e L'ultimo dei Mohicani, quando Mann aveva in pieno il senso della misura e della bravura nel portarci dentro la storia e non solo esteriorizzare il tutto.
non ho mai sospettato siete veramente bravi...continuate...
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Magnolia
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 1999
Genere: Drammatico
Durata: 188 minuti
Cast: Tom Cruise, John C. Reilly, Melora Walters, Jason Robards, Philip Seymour Hoffman, Julianne Moore, William H. Macy, Philip Baker Hall, Alfred Molina, Jeremy Blackman, Michael Bowen, Luìs Guzman, April Grace, Felicity Huffman
Trama: San Ferdinando Valley, California. Numerose storie di altrettanti personaggi vengono ad incontrarsi ed a comporsi in un mosaico che le unisce tutte.
Commento: Opera di straordinaria importanza per questo regista ventinovenne (ovviamente all'epoca), in cui mi sono imbattuto 3 o 4 giorni fa perché Rete4 ci ha concesso l’onore di darlo in televisione. Ho dovuto però affittarlo perché con le continue pubblicità questo filmone da oltre tre ore (in realtà sul lettore dvd appare 175 minuti…) non sta tutto nella cassetta (per i vhs registrabili da quattro ore mi sto attrezzando…). Che dire, a livello di regia e di fotografia è impeccabile, la trama ha un tocco di genialità: è incredibile come Anderson si dimostri un maestro a sviluppare un mosaico di storie le cui tessere vengono piano piano ricomposte a formare un’unica realtà, dove una storia è legata ad un’altra da una sola “tessera” o da più tessere. I personaggi sono veramente straordinari, dal Jason Robards sul letto di morte tormentato da rancori e rimorsi, al William H. Macy la cui vita sta per essere ripercorsa da Stanley (Jeremy Blackman) che per fortuna si accorge dei suoi sbagli. Storie il cui epilogo è sempre sul filo del rasoio, condizionate in molte occasioni dal fattore caso (che la vita sia tutta una coincidenza, in realtà?) oppure (precisazione secondo me doverosa) frutto di un disegno divino, che fa sì, per esempio che John C. Reilly incontri William H. Macy durante la pioggia di rane (piccola allusione alla piaga biblica?). E così anche l’evento meteorologico diventa elemento che può cambiare radicalmente il decorso della propria vita: “quando il sole bene non fa, Dio manda pioggia sull’umanità” dice giustamente il marmocchio e così il povero Reilly perde la pistola e vive momenti di puro terrore. In tutti il tema dei rapporti fra persone, soprattutto fra padre e figlio (“Le disgrazie del padre ricadono sui figli”) , è analizzato; il passato è una brutta bestia per molti, per il vecchio Philip Baker Hall come per Jason Robards, come per la Julianne Moore, anche per Tom Cruise, il cui personaggio è quello che personalmente m’è piaciuto di più e secondo me interpretato in maniera perfetta (sto cominciando a rivalutare l’attore americano), “Noi possiamo chiudere col passato ma il passato non chiude con noi”. Tuttavia verso il finale questo film perde un po’ della verve che tanto aveva conquistato lo spettatore nelle prime due ore, una volta che i petali della Magnolia si sono aperti, le scene diventano ridondanti e l’epilogo di queste vicende si diluisce in un’altra ora di pellicola. Troppo lunghi i dialoghi fra il poliziotto e la drogata ad esempio. Come è invece accaduto in altri casi, qua non mi sembra che Anderson voglia fare lo sborone e raggiungere per forza le tre ore di film ma si tratta comunque di un runtime eccessivo. E comunque ci si aspettava una fine più carica di colpi di scena, piccole parentesi d’azione, e di messaggi espliciti, perché quelli impliciti già s’erano capiti a tre quarti di film. Guai a chi dice che Crash è la cartacarbone di questo film! Sono certo che Haggis abbia attinto un po’ di particolari (John C. Reilly = Matt Dillon…) o ci siano scene simili (la tematica “pregiudizio” affrontata in alcuni casi dalla figura della Moore è perno del film del 2004). Però, mi dispiace, Crash è tutt’altra cosa. Ma adesso non è il caso di parlarne. Ci sono altri che lo paragonano ad American Beauty che per la cronaca non mi ha esaltato più di tanto, ed in effetti vi è in entrambi la volontà di delineare un ritratto di un certo tipo di America con le stesse caratteristiche di puntuale descrizione e caratterizzazione dei personaggi. Per il resto le canzoni cantate da Aimée Mann sono veramente spettacolari, soprattutto quella iniziale “One is the loneliest number”, canzoni che fanno da sottofondo a quasi tutta la visione del film. Simpatico il karaoke finale…
Grazie Mat anche se mi farebbe piacere che partecipassero un po' più di persone...
Ant Bully – Un vita da formica
Titolo originale: The Ant Bully
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Animazione
Durata: 89 minuti
Regia: John A. Davis
Cast: Voci originali: Julia Roberts, Meryl Streep, Jake T. Austin, S. Scott Bullock
Distribuzione: Warner Bros. Italia SpA
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TRAMA:il piccolo Lucas , detto Briciola dai suoi genitori perche' considerato il piccolo della famiglia , vive con la nonna che perde la dentiera ad ogni momento e crede negli extraterrestri difendendosi con i ventilatori da una loro eventuale venuta,e con la sorella ipod dipendente.Il vero problema del piccolo Lucas e' pero' la banda dei bulletti che lo tormenta continuamente e lo maltratta . La sua ira parametralmente si sfoga nelle formiche che vivono tranquille la loro operosa vita nel giardino . Il destino vorra' che proprio grazie allo spirito di sopravvivenza delle piccole formiche e alle capacita' del loro sciamano-stregone il piccolo lucas conoscera' lati insospettabili della vita e capira' che ...
SUNTO DEL COMMENTO:un cartone dal disegno in cg molto morbido , condito di tanti buoni sentimenti e di molto buonismo , dove non c'e' molta fantasia e alcune cose sono un po' risapute anche in confronto ai cartoni con tema gli insetti molto piu' maturi visti negli ultimi anni .Valido per i piu' piccoli in maniera incondizionata che lo apprezzeranno per il tema comunque simpatico e per i personaggi variegati.Persone piu' mature rischiano la noia per la mancanza di profondita' del film a livello di risvolti umani.
OSSERVAZIONI fortemente voluto da tom hanks qui produttore , questo film passato assolutamente inosservato, e' l'ennesima versione a cartoni animati , dopo i vari " Bugs" e " z la formica " (ecc.) , a tema insettivoro formicale.Qui pero' il protagonista non e' una formica vera e propria , quanto piu' un bambino che diventera' formica grazie a una invenzione eseguita dal genio di una di esse.Come prevedibile , il bambino crescera' rimpicciolendo...dalla sua ha , almeno nella parte visiva , una godibilissima animazione in cg molto semplice , ma siamo lontanissimi dalla raffinatezza degli ulimi lavori animati .Questo tipo di cartoni sembra fatto piu' per soddisfare una propria voglia, capriccio o pallino personale, da parte di qualche produttore piuttosto che per vera necessita' , visto che di storie come queste non ce ne e' proprio assolutamente il bisogno vista la scarsita' ( o nullita') di innovazioni proposte.
Abbiamo cosi' un cartone carino ma nulla piu' , scontato , prevedibile e che vive di citazioni piu' o meno colte ( quella di star wars e' gigantesca mentre sulla cassetta della posta c'e' il nome dell'autore del libro da cui e' tratto ) stiracchiandosi nel corso della visione inserendo personaggi di contorno che a furia di volersi rendere simpatici alla fine si fanno odiare.
Non ci sono battute da ricordare,tanto tanto buonismo e accomodamento di intenzioni pazientemente comprese un po' da tutti , non ci sono argomentazioni per farcelo amare:l'unica cosa dalla sua ha la grande compostezza a livello di storia , semplice e lineare , adattissima a un pubblico di piccini ma assolutamente mielosa nello svolgimento peer cui un adulto si annoia.Abbiamo poco tempo per spiacersi dell'occasione perduta , adesso a raffica arrivano " Monster House " e " La gang del bosco " che promettono maggiore concretezza .Cast di doppiatori femminili originali composto da star come si vede nei credits piu' sopra.
World Trade Center
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Drammatico
Durata: 125 minuti
Regia: Oliver Stone
Cast: Nicolas Cage, Michael Pena, Jay Hernandez, Maria Bello
Distribuzione: United International Pictures
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TRAMA: la tragedia dell'11 settembre vista con gli occhi di due poliziotti incastrati tra le macerie del World Trade Center . Oltre a seguire la loro permanenza forzata e terribile in quella tragica situazione assistiamo allo sconcerto dell'America di fronte a quanto successo e che all'inizio non veniva capito e ai momenti terribili passati dai familiari dei due poliziotti nell'attesa delle notizie...
Sunto del commento per lettura veloce e antispoilerSunto del commento per lettura veloce e antispoiler : un film pieno zeppo di patriottismo e di senso della famiglia , intriso di orgoglio nazionale e pieno di luoghi comuni strappalacrime.Grondante miele a ogni fotogramma puo' andare bene perche' girato con ottima tecnica ma decisamente trascurabile sotto il profilo di approfondimento rimarcante. Per chi si commuove con facilita' sara' un piatto prelibato
Osservazioni : c'erano molti modi per poter girare la tragedia del WTC ,[adesso che e' stata data la possibilità ad Hollywood di poterne trarre un film e ( dopo United 93 ), molto più pregno di valore ,questo e' il secondo che si occupa approfonditamente del singolo accadimento specifico , considerando quello degli undici registi un lavoro diverso perchè non tratta il fatto in se stesso ma le sue conseguenze e come il mondo vedeva la tragedia],sicuramente quello scelto da Stone e', se non il peggiore, quello meno adatto. Non si capisce l'intento autoriale , se mai ci fosse stato , del film riempiendolo di tanta ridondanza patriottica, di tanta inutile retorica e con delle scene tutt'altro che indicate e fuori luogo ( il sogno psichedelico del Cristo con la bottiglietta della minerale,il marines invasato da Cristo che parte per la missione divina ) che servono solo ad allungare il brodo rendendo il film noioso oltre ogni limite.La sofferenza poi dei due poliziotti l'avevamo capita appieno anche se si tagliavano alcuni dialoghi e alcune chiusure erano più veloci , sofferenze condite con patetici inserti familiari di una assoluta inutilità, una brodaglia informe che non rende giustizia al fatto ma al compiacimento del solo chi cade puo' risorgere e piu' splendente di prima.
Passiamo oltre due ore a chiederci come mai Stone ( autore di ben altri lavori di diverso valore) ci propini cose assolutamente scontate , e si impegni e si ingegni a trovare artifizi narrativi degni delle famose tigri di Martini ( autore di fumetti che non sapendo cosa fare nella nararzione insereva una tigre in qualunque contesto ).
A un certo punto addirittura Stone si ricorda che la tragedia non e' di due ma di tanti ( eh si...) e allora fa incontrare la moglie di Cage con una donna che aspetta notizie di un suo caro.
Si salvano solo la fase iniziale con la descrizione del qualunque, sottolineando che il giorno era cominciato in maniera assolutamente normale, e poi la scelta di non mettere i credits all'inizio e il titolo ( cose che mi avevano fatto ben sperare prima dello sfacelo narrativo...) .
Omaggio alle vittime prima dei titoli di coda .
Il Diavolo veste Prada
Titolo originale: Devil Wears Prada
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Commedia
Durata: 109 minuti
Regia: David Frankel
Cast: Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt, Stanley Tucci
Distribuzione: 20th Century Fox
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Trama : Andrea e' una ragazza di belle speranze che vorrebbe scrivere e diventare giornalista , ma a quanto pare per mirare in alto bisogna fare un anno di gavetta presso la rivista di moda “Runway“
come seconda segretaria a una terribile direttrice virago ...la giovane si troverà a doversi confrontare con i suoi vecchi amici e il suo ragazzo e questa carriera che sembra togliere ogni parvenza sentimentale umana alle persone...tra vestiti di alta moda e lustrini saprà trovare il modo di far luccicare anche i propri sentimenti ?
Sunto del commento per lettura veloce antispoilerSunto del commento per lettura veloce antispoiler : una gradevole commedia sul mondo dell'alta moda, divertente e colorata , con la partecipazione straordinaria di varie guest star dell'ambiente ,
sorretta benissimo da una Streep eccezionale in versione Crudelia Demon , film in generale che anche se in fondo non ha particolari doti e' comunque gradevole senza appesantirsi troppo nei luoghi comuni ( che ci sono comunque ). Per una serata divertente e' perfetto , e ha anche buon gusto...imperdibile per i fanatici della serie tv “ sex and the city “.
Osservazioni Osservazioni : strepitosa Meryl Streep , lei che aveva già avuto incontri con il diavolo ( in maniera piu' o meno ...diretta con “She Devil “) ha sempre una leggerezza mentre lavora unica e impareggiabile, facendo capire benissimo allo spettatore che si diverte un sacco nel suo lavoro.
Esempio e motivo raro di longevita' nella resa filmica unendo questo alle sue doti indubbie.
Tornando al film , tratto da un romanzo scritto tra il divertente e il divertito senza prendersi troppo sul serio ,almeno secondo i pareri di chi l'ha letto , non e' che brilli poi particolarmente di grandi invenzioni narrative o sceniche ( il tutto e' già visto e raccontato in cinema passato ) ma ha dalla sua finalmente di essere una commedia dove il fulcro non e' il trialismo conquisto-mantengo-innamoro ma c'è altro e di più. I passaggi narrativi comprendono soprattutto le situazioni lavorative che si riflettono sulla vita privata , e l'ingresso nell'alta moda e' quasi un ingresso stupefatto come quello di un ladrone nella caverna dei tesori,modificando visioni e direttive di vita che sembravano consolidate .Ci sono vestiti che farebbero la gioia di molte donne e il regalo ideale da fare per molti mariti,anche se si sottolinea con accuratezza sempre il costo tutt'altro che contenuto.
Il tutto e' diretto con mano furba e leggera, le due segretarie sono gradevoli nella presenza e nella visione in quei vestiti sempre diversi , e la parte di Parigi si incastra benissimo per ambientazione e logica .Presente anche Stanley Tucci nella parte gay del disegnatore di moda , e vediamo brevemente lo stilista Valentino ( quello vero... )fare una comparsata nel finale. Gradevole, delizioso, con una superlativa protagonista a fare da fiore e un corollario di petali gentile e delicato. In questi tempi di commedie trite e ritrite e rimasticate questo diavolo e' un piccolo angolo di paradiso.
Lady in the water
Che dire, siete stati così esplicativi che il mio commento non può aggiungere nulla di più, anche perchè scrivo come magno.
Io comunque l'ho trovato fantastico, proprio una favola dark, che ti tira dentro piano piano nella storia.
I personaggi sono originali, ho adorato soprattutto la figura del critico cinematografico, quando dice che ormai nulla lo sorprende tanti sono i film che ha visto (cavoli se è vero).
Mi sentirei di consigliarlo a tutti ovviamente, mai in sala ho sentito tanto rispetto per la proiezione di un film come mi è successo guardando questo.
Lo amerà molto chi ha amato "Big Fish" di Tim Burton, mi sento di dire che la poesia che si respira è la stessa.
ottimo nutella , sucicnta ma esplicativa ! :approved: benvenuta nel topic dei ( pochi ) poeti estinti ...
Monster House
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Animazione
Durata: 91 minuti
Regia: Gil Kenan
Cast: Mitchel Musso, Sam Lerner, Spencer Locke, Steve Buscemi (tutti in motion capture)
Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
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TRAMA : cosa succede nella villa del signor Nebbercracker ? o meglio, che cosa succede al suo prato che ingoia tricicli, giocattoli e ogni possibile articolo da bimbo ? Oltretutto il suo proprietario e' scorbutico con tutti... tre amici ,DJ, Jenny e Chowder sono tre amici che vivono nella strada della villa e sono alle prese con questo mistero , mentre una baby sitter tutt'altro che premurosa non si preoccupa di certo della loro sorte.E quando il suo fidandato scompare misteriosamente e' ora che sul mistero venga fatta piena luce...
paura e terrore possono avere il sopravvento sulla curiosita' ? quando la stessa sopravvivenza e' messa in gioco non resta che agire...
Sunto del commento per lettura veloce antispoiler: un buonissimo film d'animazione in cg che coniuga mistero e orrore in maniera tutt'altro che adolescenziale,e con una trama che evita ogni caduta infantile riesce a dare un senso del mistero decisamente perfetto per un tipo di storia che coniuga le case maledette con gli spiriti e le paure ataviche della nostra infanzia. Da vedere anche da parte degli adulti che si divertiranno a cogliere citazioni colte e varie segnalazioni di stile.
Osservazioni: iniziando con un omaggio a forrest gump , il film che ci apprestiamo a vedere utilizza questa scelta narrativa per farci conoscere sia il quartiere sia la logica di quanto avverra',risucchiando dentro il centro del terrore e del mistero anche la nostra piccola tragrettatrice ( una foglia...).Oltre che omaggio al produttore Zemeckis ( ce ne e'un altro su "Castaway"e il pallone compagno di Tom Hanks e altri a Spielberg) la nostra fogliolina diventa quindi la vittima , e ci si cala subito con un messaggio : si sta utilizzando il mezzo dell'animazione disegnata ma il film e' tutt'altro che infantile.
E nel proseguio infatti la cosa non si tradisce, infatti si vede il rapporto tra la baby sitter e il suo fidanzato sciroccato, i genitori che se ne vanno senza addii consolatori e stereotipati ,l'animazione della casa decisamente horror , il tema dei freaks,e delle insicurezze, un po' "Christine"un po' case maledette .E anche il rapporto tra i tre piccoli eroi e' molto conflittuale ,si vuole diventare il capo e decidere e ognuno agisce secondo piu' istinto che legge , dicendo " Siamo bambini , non possiamo fare diversamente...".
L'azione poi si dipana in maniera logica , senza sbavature di sceneggiatura e senza nessuna caduta di tono.
Un buonissimo film animato quindi ,dalla tecnica validissima che puo' soddisfare per la sua visione un pubblico di persone senza eta' , rispettoso di canoni senza distinzione.Raccomandazione : non alzatevi subito all'inizio dei titoli di coda perche' il film finisce dopo...
La grande illusione, (1937) regia di Jean Renoir.
Con Jean Gabin, Dita Parlo, Pierre Fresnay e Erich von Stroheim.
Con la seconda guerra mondiale alle porte, Renoir descrive la vicenda di due ufficiali d'aviazione francesi presi prigionieri dai prussiani.
Mentre milioni di disgraziati muoiono nel fango e nelle trincee d'Europa, c'è ancora spazio per un residuo di umanità e di abitudini cavalleresche seppur belliche tra gli ufficiali dell'aviazione (ai tempi vero corpo d'elite).
Ma incombe anche sul rispetto di queste regole e di questa etichetta un senso d'ineluttabile sconfitta, gli stessi protagonisti vi sono abbarbicati pur essendo consapevoli che esse appartengono ad un mondo che la storia ha messo da parte.
Un bel colpo è anche inferto alla retorica della guerra che "rende gli uomini tutti uguali" tanto cara ai guerrafondai d'ogni tempo e paese, i due protagonisti pur essendo entrambi ufficiali si rispettano, si capisono e si stimano ma ad un certo punto non si ha più la sensazione che stiano combattendo la medesima guerra.
Jean Gabin è a dir poco strepitoso con la sua perenne aria sarcastica ed ironica di uno che ha vissuto con umanità ed intelligenza anche le prove più dure della vita: disincatato e realista non è però mai cinico ed indifferente all'umanità degli altri uomini, alleati o nemici che siano.
Un bel film senza dubbio, anche se nel finale indugia troppo sul rapporto cavalleresco tra i due ufficiali aristocratici che in certi tratti risulta onestamente poco credibile.
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World Trade Center
Regia: Oliver Stone
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 129 minuti
Cast: Nicholas Cage, Michael Peña, Jay Hernandez, Maria Bello, Maggie Gyllenhaal, Micheal Shannon
Trama: Film tratto dalle testimonianze di due agenti della polizia portuale di New York, John McLoughlin e Will Jimeno, sopravvissuti al crollo dell'edificio 5 del WTC il fatidico giorno dell'11 settembre 2001, dopo essere rimasti intrappolati sotto le macerie per molte ore.
Commento:Il nome di Oliver Stone c''è, ma per una volta non è quello che mi ha spinto a vedere la suddetta pellicola, ma per osservare come il tema dell''11 settembre viene analizzato anche in confronto al precedente "United 93". Devo dire che non mi trovo affatto d''accordo con la recensione di Marsellus. Non l''ho trovato un film noioso, nè tirato troppo per le lunghe (le due ore passano e tengono comunque col fiato sospeso) e poi che ci fosse un minimo di retorica, di volontà di far piangere, di ampollosità lo si capiva già dal trailer ed anche in questo caso ne ho trovata molto di meno di quel che mi aspettavo. Stone non prende posizioni rigide né accusa nessuno, se non il genere umano che è stato capace di commettere una simile malvagità; forse eccede nelle scene di pianto ed in alcune sequenze dal tono di tragedia alla Mario Merola per intenderci (il pianto di Maria Bello con la signora che ha perso il figlio, le visioni di Nicholas Cage, Micheal Peña che scrive "I love you", i vari (troppi) "Per favore dì ai miei figli e moglie che voglio loro bene", il patriottismo del marines ecc.), fa leva più sulla disperazione personale dei parenti delle vittime e di coloro che rischiavano di perdere la vita in quel disastro e quindi fa trasparire un''emotività se vogliamo banale, ma autentica. Non si possono negare i sentimenti, seppure scontati, che hanno provato quelle persone. Ci sono stati veramente poliziotti, vigili del fuoco, marines che hanno messo a repentaglio la propria vita per salvare quelle altrui! Come si può far finta che tutto ciò non sia successo? John e Will sono scesi all'inferno e grazie agli altri sono risaliti in Terra quando pensavano che all'inferno ci sarebbero rimasti per sempre. Nessun miracolo. Nessun intervento divino. Solo la solidarietà di un animale che si chiama uomo, animale molto controverso dato che dimostra grande cattiveria ed egoismo ma è anche capace di donare sé stesso per il prossimo.
Oltretutto ci vengono risparmiate le eccessive immagini reali del fatto, già viste e riviste, mentre viene privilegiata la testimonianza diretta di due agenti e delle loro famiglie, piccola tragica realtà in mezzo alla tragedia generale.
Non penso che il regista abbia voluto porre una critica sull''avvenimento: il suo obiettivo è l''esposizione nuda e cruda, ma significativa di tutto, di fatti provati in prima persona.
Importante: non si tratta quindi di un''opera molto coraggiosa, in cui si preferisce non esporsi troppo evitando volutamente l''opinione personale (come d''altronde avveniva in United 93: i fatti parlano quasi sempre da soli in casi come questi) e che dunque non fornisce materiale agli ignoranti che stroncano pellicole su pellicole giocando solo sulla veridicità dei fatti che espongono e non sulla qualità effettiva del lavoro... e quindi chi dà brutti voti a questo film solo per quello che tratta non si può più nascondere dietro l''ipotesi del complotto a cui tutti gli eccelsi dietrologi fanno sempre riferimento, ma arriva a negare completamente la realtà dei fatti.
Sul lato prettamente tecnico la regia non è così degna di nota, nella recitazione mi è piaciuto Cage (non che il suo personaggio fosse poi così difficile da interpretare) e Peña ed Hernandez sono molto simili (che vergogna, durante tutto il film ho pensato che ad interpretare Jimeno fosse Hernandez...), bravine Maria Bello e la Gyllenhaal.
Radice quadrata di tre
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Regia:Lorenzo Bianchini
Interpreti: Alex Nazzi, Massimiliano Pividore, Tomas Marcuzzi
ITALIA 2001
Trama:
Tre ragazzi pluriripetenti decidono di entrare nella scuola di nascosto per sostituire un compito di matematica prima che venga corretto dal professore, ultima possibilit