Prestidigitazione Astrofotografica
Citazione:
Originariamente Scritto da
alboversorio
Grazie,sono felice di trovare una persona libera dalla prestigiditazione astrofotografica attuale!
Della prestidigitazione astrofotografica ... non me ne può fregare di meno a me e presumibilmente anche agli altri ... bastava fare un breve accenno ... ma tu ce ne fai una capa tanta! ...alboversorio ci stai riempendo con in formazioni troppo specialistiche e di scarsissimo interesse per il 3D ... fatti una sezione dove parli di astrofotografia!
Io ho sempre dato informazioni di carattere generale per una piegazione dei fenomeni, le scoperte e dei dei problemi della fisica in generale
E' questo lo spirito conduttore di questo Thread!:rotfl:
L'ultima frontiera (parte prima)
Come se non bastassero i problemi che l’osservazione sempre più accurata del cosmo ha generato dalla materia all’energia oscura, dai buchi neri all’isotropia termica dell’universo (CMBR Radiazione cosmica di fondo) e tanti altri, rimane l’ultima frontiera e cioè l’orizzonte cosmico cioè la distanza dell’universo oltre il quale non è più possibile avere informazioni dalla luce.
Sembrerebbe che gli oggetti più lontani (generalmente quasar) siano ad una distanza di quasi 13,7 miliardi di anni luce e ciò ottenuto con il sistema del redshift cosmologico …. Secondo questo metodo esisterebbe una relazione tra la distanza tra gli astri e lo spostamento verso il rosso del loro spettro.
E questa misurazione apre subito ad un paradosso … tutti gli eventuali oggetti celesti oltre i 13,7 miliardi anni luce non esistono o sono soltanto temporaneamente non osservabili?.
Prendiamo una galassia ad ovest che dista 10 miliardi di anni luce ed ad est un'altra galassia che dista pure a 10 miliardi di anni luce: le due galassie, nel tempo locale delle stesse mentre noi le osserviamo … cioè 20 miliardi di anni fa non avrebbero potuto vedersi …. In parole povere l’orizzonte cosmico (o degli eventi) è diverso a seconda della collocazione nel Cosmo …. conclusione: esisteranno nel cosmo regioni dove la terra non sarà mai vista.
Ma non basta … le due galassie presentano tra di loro e tra le regione circostanti caratteristiche simili di distribuzione della materia e conformazione spaziale …. Cioè queste due regioni si presentano sostanzialmente isotrope anche se in teoria non avrebbero potuto comunicare, come d’altra parte mostrato dalle misurazioni della CMBR che mostrerebbe un’isotropia molto spinta in tutte le parti dell’universo.
A risolvere questa situazione si afferma la teoria dell'inflazione … la scoperta che l’universo non solo è in espansione … ma in espansione accelerata!
Dal momento del big bang ci sarebbe stato un intervallo di tempo sufficiente perché i fotoni e la materia condensata potesse essere distribuita in maniera uniforme … in un attimo successivo essi sarebbero stati distribuiti uniformemente nello spazio-tempo generato in frazioni di secondo fino ad assumere dimensioni cosmologiche, nel tempo rimanente l’inflazione accelerata avrebbe portato il cosmo fino alle dimensioni del giorno d’oggi.
S.E.O
L'ultima frontiera (parte seconda)
L’inflazione … che doveva calcolare le dimensioni dell’universo, oltre che a calcolare la distanza dei vari oggetti cosmici era però legata oltre che al Redshift cosmologico alla costante di Hubble che fu più volte rettificata via via nel tempo e lo stesso metodo del Redshift è stato più volte criticato … tanto che si è supposto che sia teoricamente possibile (per quanto molto improbabile) che lo spostamento verso il rosso non sia dovuto ad un moto della sorgente rispetto all'osservatore ma a qualche effetto fisico, che non comprendiamo, o che la relazione fra luminosità e distanza sia diversa da quella che ci attendiamo.
In effetti la costa di Hubble è valida solo in un momento t e d è variabile col tempo a causa degli effetti della gravità (la forza gravitazionale della materia presente nell'universo tende a rallentare l'espansione) e della cosiddetta energia oscura (dark energy), che invece tende ad accelerarla; la cosiddetta costante cosmologica sarebbe una forma particolare di energia oscura. Misure condotte in anni recenti (1999) sembrano indicare che l'espansione dell'universo stia in questo momento accelerando.
Una volta nota l'età dell'universo e accettando l'assunzione che la velocità della luce sia costante, parrebbe che non sia possibile osservare oggetti più lontani dello spazio percorso dalla luce durante l'intera vita dell'universo. La nozione che questa distanza sia banalmente pari a circa 13,82 miliardi di anni luce (4,3 gigaparsec) è erronea, poiché non tiene conto dell'espansione dell'universo che è intervenuta progressivamente, tra l'altro in costante accelerazione, fino a raggiungere la situazione in cui lo spazio si dilata più velocemente della luce.
La distanza di Hubble oggi ricavata dalla costante di Hubble, posta a 16 miliardi di anni luce dall'osservazione, delimita la distanza oltre la quale leggi fisiche, spazio e tempo perdono significato e contatto causale, cioè non esisterà mai la possibilità di osservare o scambiare alcun segnale, interazione o informazione, che in pratica esce dalla realtà dell'osservatore.
Ciò non risponde pienamente alla domanda iniziale che mi ero posto: tutti gli eventuali oggetti celesti oltre i 16 miliardi anni luce non esistono o sono soltanto temporaneamente non osservabili in quanto la velocità della luce è finita ma se essa fosse invece di 600.000 Km/sec invece che i solo 300.000 Km/sec … il nostro universo mostrerebbe una porzione di cosmo che finora non è tecnicamente osservabile?
Comunque tutte queste osservazioni portano ad un’altra contraddizione:
Se le galassie di cui parlavo (quelle che era distanti 20 miliardi di anni luce) nel tempo che la luce arrivava a noi … 10 miliardi di anni … se l’universo è in espansione avrebbero dovuto ulteriormente allontanarsi ed il nostro orizzonte cosmico essere dilatato a meno che le due galassie in questione non abbiano raggiunto velocità superluminali!
Ed infatti testualmente leggo:
In cosmologia l'universo osservabile è una regione di spazio racchiusa da una sfera centrata su un osservatore, sfera che contiene tutto ciò che egli può osservare. Generalmente si intende la porzione di universo indagabile dall'uomo, quindi la sfera centrata sulla Terra, ma ogni posizione nello spazio possiede il suo universo osservabile.
Se l'Universo non fosse in continua espansione, il raggio dell'universo osservabile sarebbe pari alla distanza percorsa dalla luce nell'arco di tempo trascorso dall'inizio dell'Universo (l'età dell'universo), cioè l'orizzonte dell'universo osservabile sarebbe posto a circa 13,8 miliardi di anni luce; poiché però l'universo si sta espandendo continuamente, la distanza effettiva di questo orizzonte è più grande: una radiazione elettromagnetica partita 13,8 miliardi di anni fa che giungesse ora ad un osservatore sarebbe relativa a una sorgente che nel frattempo si è allontanata dall'osservatore a causa dell'espansione. Alcune stime ipotizzano che lo spazio si potrebbe essere espanso per circa 46,5 miliardi di anni luce (4,7×1023 km).
Sulla base di questa stima, il diametro della sfera dell'universo osservabile sarebbe pari a 93 miliardi di anni luce; il volume di questo spazio sferico è pari a circa 5×1032 anni luce cubi; queste dimensioni potrebbero contenere circa 7×1022 stelle, organizzate in circa 2×1012 galassie (duemila miliardi, secondo una stima effettuata nel 2016), agglomerate in gruppi e ammassi di galassie e superammassi. Osservazioni condotte col telescopio spaziale Hubble suggeriscono un numero medio di galassie ancora maggiore.
L'espansione risulterebbe in accelerazione, motivo per cui vi è un limite all'universo osservabile, delimitato dall'orizzonte cosmologico, cioè la regione dell'universo oltre il quale ogni oggetto si allontana dall'osservatore a velocità maggiori della luce, tale orizzonte oggi è pari a 46,5 miliardi di anni luce.
Questo orizzonte corrisponde quindi alla distanza massima con cui si può più avere contatto causale, cioè non esisterà mai la possibilità di osservare o scambiare alcun segnale o informazione generato d'ora in avanti con regioni oltre l'orizzonte, cioè in pratica escono dalla realtà dell'osservatore e quindi, di fatto, "al di fuori" del "suo universo".
Vi è da chiarire che sebbene oggetti oltre l'orizzonte cosmologico si allontanino dall'osservatore a velocità maggiori di quelle della luce questo non risulta in contrasto con la relatività generale di Einstein, infatti quest'ultima proibisce qualsiasi movimento a velocità superluminali all'interno dell'universo ma non pone alcun limite alla velocità di espansione di quest'ultimo.
S.E.O.
Conclusione: se si arriva al paradosso che l'inflazione possa portare gli oggetti cosmici ad una velocità iperluminale e contemporaneamente l'osservazione è l'imitata solo agli oggetti con la velocià della luce ... è inevitale che oltre al confine del'orizzonte osservabile esista una pletora di oggetti a noi non accessibile.
Se la velocità della luce fosse infinita ... forse potremmo vedere tutti gli oggetti del cosmo ... ma perderemmo la possibilità di comprendere l'evoluzione dell'universo primordiale!
Ma nel primo caso esisterebbe un confine oltre il quale l'universo cessa di esistere?
https://it.wikipedia.org/wiki/Universo_osservabile