Kahlil Gibran, uno dei miei preferiti. Rileggo "Il Profeta" a intervalli irregolari e lo trovo sempre stupendo.
Per il 3d, avró piú tempo fra qualche settimana, per ora devo limitarmi a quello dei racconti.
Grazie dell'incoraggiamento.
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Sabbie Mobili
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia’ si e’ ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia’ si e’ ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.
JACQUES PREVERT
Ieri ho sofferto il dolore
Ieri ho sofferto il dolore,
non sapevo che avesse una faccia sanguigna,
le labbra di metallo dure,
una mancanza netta d’orizzonti.
Il dolore è senza domani,
è un muso di cavallo che blocca
i garretti possenti,
ma ieri sono caduta in basso,
le mie labbra si sono chiuse
e lo spavento è entrato nel mio petto
con un sibilo fondo
e le fontane hanno cessato di fiorire,
la loro tenera acqua
era soltanto un mare di dolore
in cui naufragavo dormendo,
ma anche allora avevo paura
degli angeli eterni.
Ma se sono così dolci e costanti,
perchè l’immobilità mi fa terrore?
Alda Merini
Buon San Valentino a tutti, anche a chi non è innamorato. Ognuno si scelga la sua poesia...
Nazim Hikmet
Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l’acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi
pieno di gioia pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me
quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
Karen Blixen
Incontro
Ah, quando sei lontano e nessuno
più nomina il tuo nome –
quando ovunque mi rechi sento
cupo e gelido un vuoto –
comincio a credere che tu sia solo un sogno
nato dalle brame della mia mente,
e a questo sogno ho dato vita e nome
e in ultimo il tuo aspetto –
– ma quando poi ti vedo e posso
sentire ancora le tue forti parole,
e posarti ancora il capo sulla spalla –
ascoltare ancora il suono della tua voce –
allora so che il resto è solo notte,
malvagi sogni che presto scorderò,
so che tu mi porti nella luce
e che in te dimorano la vita e il giorno.
Evgenij A. Evtušenko
Non capirsi è terribile
non capirsi e abbracciarsi,
ma benché sembri strano,
è altrettanto terribile
capirsi totalmente.
In un modo o nell’altro ci feriamo.
Ed io, precocemente illuminato,
la tenera tua anima non voglio
mortificare con l’incomprensione,
né con la comprensione uccidere.
PABLO NERUDA, Non t'amo come se fossi rosa di sale (Cento sonetti d'amore, XVII).
Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
To a Stranger
PASSING stranger! you do not know how longingly I look upon you,
You must be he I was seeking, or she I was seeking, (it comes to me, as of a dream,)
I have somewhere surely lived a life of joy with you,
All is recall’d as we flit by each other, fluid, affectionate, chaste, matured,
You grew up with me, were a boy with me, or a girl with me,
I ate with you, and slept with you—your body has become not yours only, nor left my body mine only,
You give me the pleasure of your eyes, face, flesh, as we pass—you take of my beard, breast, hands, in return,
I am not to speak to you—I am to think of you when I sit alone, or wake at night alone,
I am to wait—I do not doubt I am to meet you again,
I am to see to it that I do not lose you.
Walt Whitman.
“Non ho smesso di pensarti”
di Charles Bukowski
Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.
A great wagon
di Rumi.
Out beyond ideas of wrongdoing and rightdoing,
there is a field. I’ll meet you there.
When the soul lies down in that grass,
the world is too full to talk about.
Ideas, language, even the phrase “each other”
doesn’t make any sense.
The breeze at dawn has secrets to tell you.
Don’t go back to sleep.
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore...
J.Prevert
RUMI!
Questa che hai pubblicato é una delle mie preferite.
Ne aggiungo un'altra che mi piace molto.
(Alzare un po' il volume, la musica é registrata troppo bassa).
https://www.youtube.com/watch?v=QAZyByWN_ok
Son fatta di
sogni infranti
dettagli inosservati
amori irrisolti
Son fatta di
pianti senza ragione
persone nel cuore
atti impulsivi
Sento la mancanza di
luoghi che non ho conosciuto
esperienze che non ho vissuto
momenti che ho già dimenticato
Sono
amore e affetto costante,
distratta quanto basta
non mi fermo un istante
Già
ho avuto notti insonni
ho perso persone molto care
ho fatto cose non promesse
Molte volte
ho desistito senza tentare
ho pensato a volte di fuggire, per non affrontare
ho sorriso per trattenere il pianto
Sono dispiaciuta
per le cose non cambiate
le amicizie non coltivate
chi ho giudicato
ciò che ho detto
Ho nostalgia
delle persone che ho conosciuto
dei ricordi che ho dimenticato
ed altri che temo di dimenticare,
degli amici che ho perso
Ma continuo a vivere
e imparare.
(Martha Medeiros)
Ho scelto te
Nel silenzio della notte
io ho scelto te.
Nello splendore del firmamento,
io ho scelto te.
Nell’incanto dell’aurora,
io ho scelto te.
Nelle bufere più tormentose,
io ho scelto te.
Nell’arsura più arida,
io ho scelto te.
Nella buona e nella cattiva sorte,
io ho scelto te.
Nella gìoia e nel dolore,
io ho scelto te.
Nel cuore del mio cuore,
io ho scelto te.
(S. Lawrence)
Tu sei.
Tu sei i giocattoli con i quali hai giocato, il dialetto che hai parlato,
tu sei i nervi a fior di pelle durante i test di ammissione all’università, i segreti che hai portato dentro di te,
tu sei la tua spiaggia preferita, Garopaba, Maresias, Ipanema,
tu sei la rinascita dopo un incidente scampato, quell’amore confuso che hai vissuto, il discorso serio che hai avuto con tuo padre,
tu sei ciò che ricordi.
Tu sei la nostalgia che senti di tua madre, il sogno rotto quasi sull’altare, l’infanzia che ricordi, il dolore di non esser riuscito con certezza, di non aver parlato al momento giusto,
tu sei quello che fu amputato nel passato, l’emozione di un frammento di libro, la scena della strada che ti ha strappato lacrime,
tu sei ciò che piangi.
Tu sei un abbraccio inaspettato, la forza data all’amico che ne ha bisogno,
tu sei il pelo del braccio che si rizza, la sensibilità che grida, l’affetto che scambi,
tu sei le parole dette per aiutare, le grida sbloccate dalla gola, i pezzi che unisci,
tu sei l’orgasmo, la risata, il bacio,
tu sei ciò che tu sfoghi.
Tu sei la rabbia di non esser riuscito, l’impotenza di non riuscire a cambiare,
tu sei il disprezzo per gli altri che mentono, la delusione per il governo, l’odio che tutto ciò crea,
tu sei chi rema, chi stanco non rinuncia,
tu sei l’indignazione per i rifiuti buttati dall’auto, l’ardere della rivolta,
tu sei ciò che bruci.
Tu sei quello che rivendichi, ciò a cui riesci a dare origine tramite la tua verità e la tua lotta,
tu sei i diritti che hai, i doveri ai quali ti obblighi,
tu sei la strada sulla quale corri indietro, strisci, apri varchi, cerchi,
tu sei ciò che difendi.
Tu non sei solo ciò che mangi o vesti. Tu sei ciò che pretendi, riunisci, scarabocchi, tracanni, godi e leggi. Tu sei ciò che nessuno vede.
Martha Medeiros