L'ora piu' solare per me
quella che piu' mi prende il corpo
quella che piu' mi prende la mente
quella che piu' mi perdona
e' quando tu mi parli...
Alda Merini
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L'ora piu' solare per me
quella che piu' mi prende il corpo
quella che piu' mi prende la mente
quella che piu' mi perdona
e' quando tu mi parli...
Alda Merini
Questo amore (J.Prevert)
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Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.
-
A me non piace la Merini, neanche Neruda, sfioro l'odio per Prevert :D
La prima l'ho dovuta studiare, non la reggo proprio, ma de gustibus non disputandum est.
Vi metto due delle mie preferite a schema libero, anche se adoro sopratutto i classici:
Dino Campana
La Chimera
Non so se tra roccie il tuo pallido
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina O Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
Musicale ed intensa, un'emozione per nulla ruffiana, resa in modo asciutto ed epico. Mi fa frignare ogni volta che la leggo.
La 2a, non la conoscerete, è di un poeta giovane piemontese, che ha un talento immenso:
Oliviero Rossi
Capacità:
Sottomesso dal mantello
di un fogliame spento,
per le troppe stagioni
passate a sopravvivere,
mi incastro nella buca più profonda,
annientando la speranza di un’uscita,
per disperarmi completamente,
nella notte avvenente.
Spettatore forzato,
mi preparo alla paura,
di mostruose bellezze
ed interminabili stelle.
Vedo l’immagine riflessa,
di un colore estinto,
seduto con la sua ombra
nella mia prima vista rettilinea.
Incrostazioni immonde,
libri aperti sull’ asfalto del ruscello,
che si tingono di inchiostri,
precipitati
in braccio alla pioggia,
che guarda,
ascolta,
l’immaginario violino
scappare dal silenzio.
Eternamente mi viene,
il senso del corpo,
le dita,
le braccia
il dita,
il braccia,
i capelli,
il torace,
il capelli,
i torace.
Disgiunto,
con loro,
in eterna aberrazione,
ogni attimo che rimane.
Eternamente ho perduto,
il senso del corpo.
Porta,
ebano chiaro che zittisce tutta la molteplice possibilità del verbo,
viene
inghiottita
tra i versi di una poesia fallimentare,
ha vissuto per una disperazione artificiale,
l’ha presa a schiaffi,
legata,
abbandonata.
Ipotetico finale,
impossibile.
Non ho mai visto in vita mia tanta varietà stilistica, tanta forza.
La critica si sta accorgendo di lui, se fosse nato negli anni '30, avrebbe sfondato, oggi non ci sono i "lettori".
...Perche' esiste una grande verita' su questo pianeta:
chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia
quando desideri una cosa con volonta'
e' perche' questo desiderio e' nato dall'anima dell'universo.
E quando tu desideri qualcosa
tutto l'universo cospira affinche' tu realizzi il tuo desiderio...
P.Coelho
Ugo Foscolo
IV. L'ADDIO.
Or tra i romiti boschi
Men vo, ma porto scolto
Il tuo vezzoso volto
In mezzo a questo sen.
Fida ti serba: addio,
Tenera Cloe, ben mio,
Ah! d'un fedele amante,
Cara, rammenta almen.
Gorgheggeran gli augelli
Fra l'inquïete frondi;
O cara, ove t'ascondi?
Io griderotti allor.
Ah! mi parrà ogni cosa
L'amica mia vezzosa,
Ma tu rammenta almeno
Il più fedele amor.
Verrassi un venticello,
E con pietosi giri
Dirammi: Son sospiri
Questi del fido ben.
Ma fuggirà l'inganno,
Sospiri non saranno;
Chè forse non rammenti
Il nome mio nemmen.
Pastori e forosette
Verran con faccia lieta,
E al primo lor poeta
Diran: Deh! canta amor!
Io mescerò frattanto
A' mesti versi il pianto,
Ma tu rammenta almeno
Un infelice ardor.
Se nol rammenti, ah! Cloe,
Rammentati ch'Amore
È meco a tutte l'ore,
E squarciami ogni vel;
Dirà se tu se' amante,
Dirà se se' incostante,
E dir saprà se ognora
Tu mi sarai fedel.
Ma di te, dolce amica,
Stolto, diffido invano,
Chè benchè in suol lontano
Mi serberai nel sen.
Cos'io ti serbo. Addio,
Tenera Cloe, ben mio:
Ah! del più fido amante,
O Cloe, rammenta almen.
:confused: Blade,non è mica uno spazio pubblicitario questo??!! :no:
Qui ti amo...
Qui ti amo.
Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s'inseguono.
La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.
Qui ti amo e invano l'orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.
La mia vita s'affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei cosi distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
Pablo Neruda.
Off-topic!
Editati i messaggi di spam di Blade.
Ogn'anno,il due novembre,c'
"La distruzione" di Baudelaire
Incessantemente, vicino a me, s'agita il Demonio, e mi vagola dattorno come un'aria impalpabile; io l'inghiotto e sento che mi brucia i polmoni e li riempie d'un desiderio eterno e colpevole.
Conoscendo il mio grande amore per l'Arte prende, qualche volta, le sembianze della pi
.
Mio padre è stato per me l'assassino
di
Umberto Saba
Mio padre è stato per me l'"assassino",
fino ai vent'anni che l'ho conosciuto.
Allora ho visto ch'egli era un bambino,
e che il dono ch'io ho da lui l'ho avuto.
Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
un sorriso, in miseria, dolce e astuto,
Andò sempre pel mondo pellegrino;
più d'una donna l'ha amato e pasciuto.
Egli era gaio e leggero; mia madre
tutti sentiva della vita i pesi.
Di mano ei gli sfuggì come un pallone.
"Non somigliare - ammoniva - a tuo padre".
Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
eran due razze in antica tenzone.
[da Autobiografia, 1924]
SOLDATI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
MATTINATA
M'illumino
d'immenso
(Ungaretti)
Sono pesie molto scerne (ermetiche) di spiegazioni e di descrizioni, ma sono piene di significati profondi.
Le Candele
Costantinos Kavafis
[I]Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le pi
Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicita’.
Pablo Neruda
E' VERO
Ah, che fatica mi costa
amarti come ti amo!
Per il tuo amore mi duole l'aria,
il cuore.
il cappello.
Chi mi comprerà
questo cordone che ho
e questa tristezza di filo
bianco, per far fazzoletti?
Ah, che fatica mi costa
amarti come ti amo!
(F.G.LORCA)
.
Eugenio Montale
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
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"FIESTA" - Jaques PREVERT
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E i bicchieri eran vuoti
e la bottiglia infranta
E il tuo letto spalancato
e l'uscio era sprangato
E tutte le stelle di vetro
della felicità e della bellezza
lucevano nella polvere
della stanza mal spazzata
Ed ero ubriaco morto
ed ero fuoco di gioia
ed eri ebbra vivente
nuda tra le mie braccia
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[B]I giorni son sempre pi
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"COLAZIONE DEL MATTINO" - Jaques PREVERT
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Egli ha versato il caffè
Nella tazza
Egli ha versato il latte
Nella tazza di caffè
Egli ha versato lo zucchero
Nel caffellatte
Con il cucchiaino
Ha mescolato
Egli ha bevuto il caffellatte
E ha posato la tazza
Senza parlarmi
Ha accesa
Una sigaretta
Ha fatto dei cerchi
Con il fumo
Ha messo la cenere
Nella ceneriera
Senza parlarmi
S'é alzato
Ha messo
Il cappello in testa
Ha messo
L'impermeabile
Perchè pioveva
Ed è andato via
Sotto la pioggia
Senza una parola
Senza uno sguardo
E io ho preso
La testa tra le mani
E ho pianto.
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CANTICO DEI CANTICI
Colloquio fra gli sposi
9 Alla cavalla del cocchio del faraone
io ti assomiglio, amica mia.
10 Belle sono le tue guance fra i pendenti,
il tuo collo fra i vezzi di perle.
11 Faremo per te pendenti d`oro,
con grani d`argento.
12 Mentre il re
A VALEDICTION: FORBIDDEN MOURNING (J. Donne)
AS virtuous men pass mildly away,
And whisper to their souls to go,
Whilst some of their sad friends do say,
"Now his breath goes," and some say, "No."
So let us melt, and make no noise,
No tear-floods, nor sigh-tempests move ;
'Twere profanation of our joys
To tell the laity our love.
Moving of th' earth brings harms and fears ;
Men reckon what it did, and meant ; 10
But trepidation of the spheres,
Though greater far, is innocent.
Dull sublunary lovers' love
—Whose soul is sense—cannot admit
Of absence, 'cause it doth remove 15
The thing which elemented it.
But we by a love so much refined,
That ourselves know not what it is,
Inter-assurèd of the mind,
Care less, eyes, lips and hands to miss. 20
Our two souls therefore, which are one,
Though I must go, endure not yet
A breach, but an expansion,
Like gold to aery thinness beat.
If they be two, they are two so 25
As stiff twin compasses are two ;
Thy soul, the fix'd foot, makes no show
To move, but doth, if th' other do.
And though it in the centre sit,
Yet, when the other far doth roam, 30
It leans, and hearkens after it,
And grows erect, as that comes home.
Such wilt thou be to me, who must,
Like th' other foot, obliquely run ;
Thy firmness makes my circle just, 35
And makes me end where I begun.
An everywhere of silver
With ropes of sand
To keep it from effacing
The track called Land.
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"LA COLLINA" - Edgar Lee Masters (Spoon Eiver Anthology)
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Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso nella miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.
Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag -
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dov'è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant'anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando nè a moglie nè a parenti,
nè al denaro, nè all'amore, nè al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.
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Sogno…
“Sogno che sulle rosse colline della Georgia i figli degli Antichi proprietari di schiavi possano sedere insieme al tavolo della fratellanza… Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: Fateci quello che volete e noi continueremo ad amarvi: Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che noi vinceremo con la nostra capacità di soffrire.
Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed Alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria.
L’amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo”
M. Luther King, accanto alla statua di Lincoln
di fronte a 250.000 negri, nel 1963
Rimbaud
Sensazione
[I]Nelle azzurre sere d'estate, andr
Blake, London.
QUESTO AMORE
Queto amore
Cos
On my notebooks from school
On my desk and the trees
On the sand on the snow
I write your name
On every page read
On all the white sheets
Stone blood paper or ash
I write your name
On the golden images
On the soldier’s weapons
On the crowns of kings
I write your name
On the jungle the desert
The nests and the bushes
On the echo of childhood
I write your name
On the wonder of nights
On the white bread of days
On the seasons engaged
I write your name
On all my blue rags
On the pond mildewed sun
On the lake living moon
I write your name
On the fields the horizon
The wings of the birds
On the windmill of shadows
I write your name
On the foam of the clouds
On the sweat of the storm
On dark insipid rain
I write your name
On the glittering forms
On the bells of colour
On physical truth
I write your name
On the wakened paths
On the opened ways
On the scattered places
I write your name
On the lamp that gives light
On the lamp that is drowned
On my house reunited
I write your name
On the bisected fruit
Of my mirror and room
On my bed’s empty shell
I write your name
On my dog greedy tender
On his listening ears
On his awkward paws
I write your name
On the sill of my door
On familiar things
On the fire’s sacred stream
I write your name
On all flesh that’s in tune
On the brows of my friends
On each hand that extends
I write your name
On the glass of surprises
On lips that attend
High over the silence
I write your name
On my ravaged refuges
On my fallen lighthouses
On the walls of my boredom
I write your name
On passionless absence
On naked solitude
On the marches of death
I write your name
On health that’s regained
On danger that’s past
On hope without memories
I write your name
By the power of the word
I regain my life
I was born to know you
And to name you
LIBERTY
- Paul Eluard
Dos amantes dichosos hacen un solo pan,
una sola gota de luna en la hierba,
dejan andando dos sombras que se re