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Tardi ti amai, bellezza cos� antica e cos� nuova, tardi ti amai. S�, perch� tu eri dentro di me e io fuori. L� ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfond� la mia sordit�; balenasti, e il tuo splendore dissip� la mia cecit�; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace!
AGOSTINO DI IPPONA - le Confessioni
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"Vi siete mai domandati cosa serve per fare una canzone? Vorrei tanto potervi dare gli ingredienti esatti ma non mi viene in mente nulla di specifico. A me pare che le canzoni siano il prodotto dell'esperienza, un allineamento cosmico delle circostanze. Ovvero, chi sei e come stai in quel dato momento. Io ho scritto tante canzoni. Alcune fanno schifo. Altre sono splendide e certe vanno bene. Queste sono le opinioni di altre persone. Per me sono figlie. Sono nate, sono cresciute e sono mandate nel mondo per cavarsela da sole. Il mondo non � un posto facile per una canzone..."
Tratto da Sogno di un Hippy, Neil Young
Adoro le autobiografie dei musicisti....:dentone:
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Beh...Neil Young � proprio il non plus ultra dei musicisti. Splendido pensiero!
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Il Dio dell'Antico Testamento � forse il personaggio pi� sgradevole di tutta la letteratura: geloso e fiero di esserlo, � un castigamatti, meschino, iniquo e spietato; sanguinario istigatore della pulizia etnica; un bullo misogino, omofobo, razzista, infanticida, genocida, figlicida, pestilenziale, megalomane, sadomasochista e maligno secondo il suo capriccio. Quelli di noi che si sono familiarizzati con i suoi metodi fin dall'infanzia hanno finito per non accorgersi pi� di quanto siano orrendi.
Richard Dawkins, L'illusione di dio, 2006
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"Ah, se i sapienti, dopo aver passato la loro vita negli studi, fossero venuti a interrogarmi, senza dubbio sarebbero rimasti meravi*gliati vedendo una fanciulla di quattordici anni capire i segreti della perfezione, segreti che tutta la loro scienza non pu� scoprire, poich� per possederli bisogna essere poveri di spirito!"
THERESE DE LISIEUX - Storia di un'anima
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Beh...Neil Young � proprio il non plus ultra dei musicisti. Splendido pensiero!
Io adoro Neil Young e un'altra grande per me � Patty Smith
" per il mio ventunesimo compleanno Robert mi costru� un tamburello, tatuando sulla pelle di capra i segni dello zodiaco e arricciando fiocchi multicolore attorno al fusto. Mise sul giradischi Tim Buckley che cantava Phantasmagoria in Two, si inginocchi� e mi porse un libricino sui tarocchi che aveva rilegato con seta nera. All'interno aveva scritto qualche verso che ci raffigurava come lo zingaro e il matto, l'uno che creava il silenzio, l'altro che ascoltava con attenzione quel silenzio. Nel fragoroso turbinio delle nostre esistenze, i nostri ruoli si sarebbero invertiti pi� volte"
Da Just Kids Patty Smith
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Dio � la stampella dei paralitici dello spirito.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007
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Ahhhh la Patty Smith che dolci ricordi mi evoca! Firenze, stadio Comunale, anni 70: Grandissimo concerto.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Pazza_di_Acerra
Dio � la stampella dei paralitici dello spirito.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007
Non ho mai letto nulla di Soriano, sagace tuttavia!
@conogelato IO ADORO PATTY SMITH!
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LETTERA A MIA FIGLIA - A.Socci pagina 45
Vi dico, in verit�, che ogni atto di vero, ricco e completo abbandono in me, produce l'effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.
Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perch� io segua voi.
E' cambiare l'agitazione in preghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero dalla tribolazione e rimettersi a me perch� io solo operi, dicendo: pensaci Tu. E' contro l'abbandono la preoccupazione, l'agitazione e il volere pensare alle conseguenze di un fatto.
E' come la confusione che portano i fanciulli, che pretendono che la mamma non pensi alle loro necessit�, e vogliono pensarci essi stessi, intralciando con le loro idee e le loro fisime infantili il suo lavoro. Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia grazia, chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare, chiudete gli occhi e pensate al momento presente, stornando il pensiero dal futuro come da una tentazione; riposate in me credendo alla mia bont� e vi giuro che per il mio amore che, dicendomi, con queste disposizioni, pensaci tu, io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco.
E quando debbo portarvi in una vita diversa da quella che vedete voi , io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, vi faccio trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, dall'altra riva. Quello che vi sconvolge e vi fa male immenso � il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo ed il volere ad ogni costo provvedere voi a ci� che vi affligge.
Quante cose io opero quando l'anima, tanto nelle sue necessit� spirituali quanto in quelle materiali, si volge a me dicendomi: pensaci tu!, e chiude gli occhi e riposa.
Avete poche grazie quando vi assillate per produrle, ne avete moltissime quando la preghiera � affidamento pieno a me. Voi, nel dolore, pregate perch� io operi, ma perch� io operi come credete�.
Non vi rivolgete a me, ma volete che io mi adatti alle vostre idee, non siete infermi che domandano al medico la cura, ma gliela suggeriscono. Non fate cos�, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: sia santificato il tuo nome, cio� sii glorificato in questa mia necessit�, venga il tuo regno, cio� tutto concorra al tuo regno in noi e nel mondo; sia fatta la tua volont� come in cielo cos� in terra, cio� disponi tu in questa necessit� come meglio ti pare, per la vita nostra terrena e corporale.
Se mi dite davvero: sia fatta la tua volont�, che � come dire: pensaci tu, io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni pi� chiuse. Ti accorgi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: sia fatta la tua volont�, pensaci tu! Ti dico che io ci penso e che intervengo come medico e compio anche un miracolo, quando occorre. Vedi che la situazione peggiora? Non ti sconvolgere; chiudi gli occhi e d�: pensaci tu! Ti dico che io ci penso, e che non c'� medicina pi� potente di un mio intervento d'amore.
Ci penso solo quando chiudete gli occhi.
Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare e vi abbandonate cos� alle forze umane e peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E' questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficiarvi e come mi addoloro nel vedervi agitati!
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...Alcune persone si infastidiscono quando si ricorda loro che esistono.
...Sostieni che esista un aldil� e proclami l'inesistenza della morte,ma sei ancora in grado,come un tempo,di provare gioia per ogni secondo che vivi?
La tua certezza nell'aldil� ha forse,poco alla volta,tolto interesse alla tua vita terrena?
Sei ancora capace di provare un dolore sconfinato dovuto al fatto che la vita � cos� breve?
da "Il castello dei Pirenei" Jostein Gaarder
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�Gli uomini debbono essere in grado di guardare in faccia gli altri uomini senza timore o vergogna, e che se gli uomini son fortunati nella loro vita sulla terra possono trovare qualche riscattante significato per aver lottato e sofferto.�
Richard Wright - RAGAZZO NEGRO
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E gi� l'aurora, lasciando il letto color oro di Didone, cospargeva la terra di nuova luce. La regina, non appena vide biancheggiare la luce dall'alto della rocca, e la flotta procedere a vele allineate, e scorsi i porti e le rive vuote, privi di equipaggi, percuotendo il petto tre o quattro volte con la mano, strappandosi le chiome bionde esclam�: �Oh Giove, lo straniero se ne andr� lasciando in questo modo il mio regno? I miei, non strapperanno le navi dai cantieri, non accorreranno da tutte le citt�, non prenderanno le armi? Andate, portate veloci il fuoco, forzate sui remi! Che dico? Dove sono? Che follia mi sconvolge la mente? Infelice Didone!
(da L'Eneide - Il tormento di Didone)
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� Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,
umile e alta pi� che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti s�, che 'l suo Fattore
non disdegn� di farsi sua fattura. �
DIVINA COMMEDIA - DANTE - Paradiso canto XXIII
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Credevate, o cani,
che d'Ilio io pi� non tornassi, e intanto
la casa disertar, stuprar le ancelle,
e la consorte mia, me vivo, ambire
costumavate, non temendo punto
n� gli d�i la grave ira, n� il biasimo
permanente degli uomini. Ma venne
la fatale per voi tutti ultima sera.
Omero � Odissea
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Giunto a trent'anni Zarathustra lasci� il suo paese ed il lago natio, e si ritir� sui monti. L�, per dieci anni, senza stancarsi, godette del suo spirito e della sua solitudine. Ma alla fine il suo cuore mut�, e un giorno si alz� con l'aurora, avanz� verso il sole e cos� gli parl�:
" O astro grande! cosa sarebbe mai la tua gloria se non vi fossero coloro che tu illumini!
Per dieci anni sei venuto quaggi� nella mia caverna: e certamente ti sarebbero divenuti noiosi la tua luce ed il tuo percorso, senza di me, la mia aquila ed il mio serpente.
Ma noi ti aspettavamo tutte le mattine, tu ci davi la tua ricchezza e ne ricevevi in cambio le nostre benedizioni!
Vedi! Sono nauseato della mia saggezza, come l'ape che ha fatto troppa provvista di miele; ho bisogno di mani che si tendano verso di me.
Io vorrei denaro da elargire, finch� i saggi tra gli uomini si rallegrassero di nuovo della loro follia ed i poveri della loro ricchezza.
Per giungere a questo debbo discendere: come fai tu quando a sera tramonti dietro il mare e porti la tua luce nel regno dei morti, tu, astro pieno di ricchezza e di vita!
Io debbo, come te, tramontare, come dicono gli uomini, verso i quali io voglio discendere.
Perci� benedicimi, occhio tranquillo, che puoi contemplare senza invidia anche una gioia troppo grande!
Benedici il calice che vuol traboccare, finch� ne scaturisca l'acqua dorata che porti ovunque il riflesso della tua gioia!
Guarda: il calice vuole di muovo svuotarsi, e Zarathustra vuole di nuovo essere uomo ".
Cos� cominci� la discesa di Zarathustra.
Federico Nietzsche............................" Cos� parl� Zarathustra "
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Romeo: "io giuro il mio amore sulla luna." Giulietta: "Non giurare sulla luna, questa incostante che muta di faccia ogni mese, nel suo rotondo andare!"
William Shakespeare
dal libro "Romeo e Giulietta"
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"Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i pi� saggi possono vedere tutte le conseguenze."
Da Il Signore degli Anelli, J.R.R.Tolkien
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Che bello: Finalmente qualcuno che posta in arte, musica, cinema, televisione.....
Benvenuta Fleur! e grazie.
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Quando il vecchio si fu alquanto ristorato, chiamai Venerd� e gli dimandai se fosse rimasta un po� di acqua; a che avendomi risposto di s�, gli comandai di portarla al povero Spagnuolo, che dovea averne gran bisogno, al pari di suo padre, e recargli anche una delle focacce che mi avea egli stesso portate. Difatti quel malavventurato era in tale stato di debolezza, che erasi gettato sull�erba, all�ombra
D�un albero, avendo ancora le membra infiammate e dolenti per la ruvida pastoia da cui erano state legate. Quando vidi che all�avvicinarsi di Venerd� ei si era seduto e che avendo bevuto dell�acqua cominciava a mangiar la focaccia, andai a lui per offrirgli un pugno di uva passa. Egli mi guard�, ed il suo sguardo espresse la pi� viva riconoscenza che pu� dipingersi in aspetto umano. Intanto egli era cos� spossato, che non ostante i coraggiosi suoi sforzi, non reggevasi in piedi, quantunque vi si provasse per due o tre volte; ma ci� gli riusciva veramente impossibile per l�enfiagione delle sue gambe. Io l�esortai a starsene riposato, ed ingiunsi a Venerd� di stropicciarlo col rum, nella stessa guisa che avea fatto a suo padre.
Defoe "Le avventure di Robinson Crusoe"
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IL 24 MAGGIO 1863, una domenica, mio zio, il professor Lidenbrock, rientr� in gran fretta nella sua casetta al N. 19 di Knigstrasse, una delle pi� antiche strade del vecchio quartiere di Amburgo. La brava Marthe dovette credersi molto in ritardo, perch� il pranzo cominciava allora a borbottare sul fornello della cucina. Bene, mi dissi, se lo zio ha fame, si metter� a cacciare urla di disperazione, lui che � sempre cos� impaziente.....
Inizio di VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA - J.VERNE
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Che bello: Finalmente qualcuno che posta in arte, musica, cinema, televisione.....
Benvenuta Fleur! e grazie.
Grazie Conogelato, bentrovato a te :shy:
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Altro che bentrovato, cara Fleur, da cono bisogna nascondersi:asd:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Fleur
Grazie Conogelato, bentrovato a te :shy:
Ti piace l'Odissea, cara?
Mentre questo dicevano tra loro, un cane
che stava l� disteso, alz� il capo e le orecchie.
Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo
egli stesso allev� e mai pot� godere nelle cacce,
perch� assai presto part� l'eroe per la sacra Ilio.
Gi� contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche
lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone,
giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli
che presso le porte della reggia era raccolto,
fin quando i servi lo portavano sui campi
a fecondare il vasto podere di Odisseo.
E l� Argo giaceva tutto pieno di zecche.
E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agit� la coda
e lasci� ricadere la orecchie; ma ora non poteva
accostarsi di pi� al suo padrone. E Odisseo
volse altrove lo sguardo e s'asciug� una lacrima
senza farsi vedere da Eum�o; e poi cos� diceva:
" Certo � strano , Eum�o, che un cane come questo
si lasci abbandonato sul letame. Bello � di forme;
ma non so se un giorno, oltre che bello, era anche veloce
nella corsa, o non era che un cane da convito,
di quelli che i padroni allevano solo per il fasto ".
E a lui, cos� rispondevi, Eum�o, guardiano di porci:
" Questo � il cane d'un uomo che mor� lontano.
Se ora fosse di forme e di bravura
come, partendo per Troia, lo lasci� Odisseo,
lo vedresti con meraviglia cos� veloce e forte.
Mai una fiera sfuggiva nel folto della selva
quando la cacciava, seguendone abile le orme.
Ma ora infelice patisce. Lontano dalla patria
� morto il suo Odisseo; e le ancelle, indolenti,
non si curano di lui. Di malavoglia lavorano i servi
senza il comando dei padroni, poi che Zeus
che vede ogni cosa, leva a un uomo met� del suo valore,
se il giorno della schiavit� lo coglie ".
Cos� disse, ed entr� nella reggia incontro ai proci.
E Argo, che aveva visto Odisseo dopo vent'anni,
ecco, fu preso dal Fato della nera morte.
INCONTRO DI ULISSE COL CANE ARGO
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�Sei diventata una sorta di categoria filosofica, ti rendi conto? Appena ti penso mi si solleva una tale quantit� d�interrogativi che mi ci vorrebbero un paio di lauree ad hoc solo per cominciare ad approcciarne qualcuno. Per cui faccio quel che posso. Tocco con mano la mia ignoranza. A forza di soffrire per te ho contratto un debito intellettuale nei confronti del tempo che attraverso. Sono un militante del pensiero critico. Mi attirano i libri che fino a poco tempo fa m�innervosivo solo a leggerne il titolo. Sei compatibile con tutto: con il privato, il pubblico, la politica, l�etica, l�estetica, la religione, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, l�informazione, la tecnologia, la pubblicit� dei pannolini e persino quella delle macchine. Ogni cosa � compromessa con te. E io sono obbligato a speculare su tutto, perch� tutto ti riguarda.
Sei ovunque, tranne dove vorrei che fossi. Indovina dove.�
Diego De Silva - "Sono contrario alle emozioni"
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�Una sera di settembre l'Agnese tornando a casa dal lavatoio col mucchio dei panni
bagnati sulla carriola, incontr� un soldato nella cavedagna. Era un soldato giovane,
piccolo e stracciato. Aveva le scarpe rotte, e si vedevano le dita dei piedi, sporche,
color di fango. Guardandolo, l'Agnese si sent� stanca. Si ferm�, abbass� le stanghe.
La carriola era pesante.�
Renata Vigan� - L'AGNESE VA A MORIRE
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Ci portammo oltre, e de� Ciclopi altieri,
Che vivon senza leggi, a vista fummo.135
Questi, lasciando ai Numi ogni pensiero,
N� ramo, o seme por, n� soglion gleba
Col vomere spezzar: ma il tutto viene
Non seminato, non piantato, o arato,
L�orzo, il frumento, e la gioconda vite,140
Che si carca di grosse uve, e cui Giove
Con pioggia tempestiva educa, e cresce.
Leggi non han, non radunanze, in cui
[p. 237]
Si consulti tra lor: de� monti eccelsi
Dimoran per le cime, o in antri cavi,145
Su la moglie ciascun regna, e su i figli,
N� l�uno all�altro tanto o quanto guarda.
Ai Ciclopi di contra, e n� vicino
Troppo, n� lunge, un�isoletta siede
Di foreste ombreggiata, ed abitata150
Da un�infinita naz�on di capre
Silvestri, onde la pace alcun non turba:
Ch� il cacciator, che per burroni e boschi
Si consuma la vita, ivi non entra,
Non aratore, o mandr�an, v�alberga.
ODISSEA (Ulisse approda nella terra dei cicl�pi)
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Cammina, cammina, cammina, alla fine sul far della sera arrivarono stanchi morti all'osteria del Gambero Rosso.
- Fermiamoci un po' qui, - disse la Volpe, - tanto per mangiare un boccone e per riposarci qualche ora. A mezzanotte poi ripartiremo per essere domani, all'alba, nel Campo dei miracoli.
Entrati nell'osteria, si posero tutti e tre a tavola: ma nessuno di loro aveva appetito.
Il povero Gatto, sentendosi gravemente indisposto di stomaco, non pot� mangiare altro che trentacinque triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana: e perch� la trippa non gli pareva condita abbastanza, si rifece tre volte a chiedere il burro e il formaggio grattato!
La Volpe avrebbe spelluzzicato volentieri qualche cosa anche lei: ma siccome il medico le aveva ordinato una grandissima dieta, cos� dov� contentarsi di una semplice lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto. Dopo la lepre si fece portare per tornagusto un cibreino di pernici, di starne, di conigli, di ranocchi, di lucertole e d'uva paradisa; e poi non volle altro. Aveva tanta nausea per il cibo, diceva lei, che non poteva accostarsi nulla alla bocca.
Quello che mangi� meno di tutti fu Pinocchio. Chiese uno spicchio di noce e un cantuccino di pane, e lasci� nel piatto ogni cosa. Il povero figliuolo col pensiero sempre fisso al Campo dei miracoli, aveva preso un'indigestione anticipata di monete d'oro.
PINOCCHIO - carlo lorenzini cap. 13
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"Ma forse e' proprio questa l'essenza della vera condizione alto- borghese, la capacita' di aver freddo e di essere luridi con totale naturalezza".
David Nicholls
Le domande di Brian
Molto carino, divertente.
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Attraversai tutta Roma per andare a prendere la strada dietro la basilica di San Paolo che � la pi� corta per Anzio. Alla basilica feci il pieno di benzina e poi mi avviai di gran corsa per la strada. Calcolavo che ci fossero una cinquantina di chilometri, erano le nove e mezzo, saremmo arrivati verso le undici, giusto in tempo per un bagno in mare. La ragazza mi era piaciuta e speravo di fare amicizia: non era gente molto in su, i due uomini sembravano, dall'accento, stranieri, forse rifugiati, di quelli che vivono nei campi di concentramento intorno a Roma. La ragazza, lei, era invece italiana, anzi romana, ma, anche lei, roba da poco: mettiamo che fosse cameriera o stiratrice o qualche cosa di simile. Pensando queste cose, tendevo l'orecchio e udivo, dentro la macchina, la ragazza e il bruno chiacchierare e ridere. Soprattutto la ragazza rideva, perch�, come avevo gi? notato, era alquanto sguaiatella e scivolosa, proprio come una serpicciola ubriaca. Il biondo, a quelle risate, raggrinzava il naso sotto gli occhiali neri da sole, ma non diceva nulla, neppure si voltava. Ma � vero che gli bastava alzare gli occhi verso lo specchietto, sopra il parabrise, per vedere benissimo che cosa succedeva dietro di lui. Passammo i Trappisti, l'E 42, tirammo tutto di un fiato fino al bivio di Anzio. Qui rallentai e domandai al biondo vicino a me dove precisamente volessero essere portati. Lui rispose: "Un luogo tranquillo dove non ci sia nessuno... vogliamo star soli." Io dissi: "Qui ci sono trenta chilometri di spiaggia deserta... siete voi che dovete decidere." La ragazza, da dentro la macchina, grid�: "Lasciamo decidere a lui." Risposi: "Io che c'entro?" Ma la ragazza continuava a gridare: "Lasciamo decidere a lui." e rideva come se la frase fosse stata molto comica. Io allora dissi: "Il Lido di Lavinio � molto frequentato... ma io vi porter� in un posto non lontano dove non c'� anima viva." Queste mie parole fecero ridere di nuovo la ragazza che, da dietro, mi batt� la mano sulla spalla dicendo: "Bravo... sei intelligente... hai capito quello che volevamo." Io non sapevo che cosa pensare di queste maniere, un po' mi seccavano, un po' mi facevano sperare. Il biondo taceva, fosco, e alla fine disse: "Pina, mi sembra che non ci sia niente da ridere." Cos� riprendemmo la corsa.
MORAVIA - RACCONTI ROMANI