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Originariamente Scritto da
sandor
perché mi pare che, prima della "acquisizione" previo "salvataggio", da parte di Chrysler
è la Fiat ad aver "salvato" Chrysler, non vice-versa, anche se è una regola generale che i gruppi auto si fondano, per diverse economie di scala;
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la fiat abbia "saturato" il mercato proprio mediante gli incentivi statali, fortemente propagandati dai partiti di sinistra e relativi "governi tecnici", finché poi non è intervenuta la crisi del 2008, in cui non solo la fiat non riusciva più a vendere in italia, ma dappertutto, come d'altra parte gli altri marchi. da cui la svendita a chrysler.
beh, no; gli incentivi si sono potuti adottare fino al 92; non più sotto Maastricht; questi fondamentali devi averli ben presenti, altrimenti leggi un mondo fittizio, che non esiste;
[quote]si. ma perché questo non avviene? perché l'italia "che è in europa" è stata invasa da auto prodotte anche mettiamo in repubblica ceca, che hanno ridotto la competitività della fiat, anche "con sussidi". [/quote[
in linea col capitalismo italiano medio, la Fiat ha scelto un bassissimo profilo, tirare a campare, disinvestendo dall'auto per comprare rendite, assicurazioni, utilities, ecc... i consumatori sono testimoni;
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poi se anche a te piacciono i giapponesi
fanno auto più affidabili, anche nei dettagli; se non hai fisime di moda e modelli nuovi, con un po' di manutenzione le porti anche a 3/400mila km, il benzina intendo;
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si. però sempre "dopo" che quel tipo di "sistema" ebbe consentito a quasi ogni famiglia italiana di avere un' utilitaria fiat, il che se si considera l'impatto sull'economia, con indotto, assicurazioni, pezzi di ricambio, consumi, mobilità, investimenti in autostrade, con caselli, sicurezza, ecc. non era cosa da poco.
si. il doping però è durato circa settant'anni e ha messo il nostro paese nella condizione di "economia progredita". bene o male. è lo stesso sistema della "droga" monetaria, cioè la svalutazione. insomma investire a debito, cosa che ha riguardato "tutta l'economia" italiana per tanti, tanti anni. per questo l'euro viene percepito come un freno allo "sviluppo", oppure come una fonte di povertà "diffusa". ti ripeto: l'italia non è la germania.
quello che valeva 70 anni fa non vale più oggi;
la percezione dell'euro che descrivi è frutto di una mentalità da Pulcinella, che dimentica il tasso bassissimo a cui lo stato si finanzia, quelli dei mutui e dei fidi bancari;
se hai un negozio di ortofrutta, un conto è far fruttare la tua attività al 6 % dell'investimento, pagando questo il 3%; altro farlo al 18 pagando il 15% che ti costerebbe il denaro fuori dall'euro; idem per i dipendenti; la casa non te la compri e lo stato che si finanzia al 15% di interessi sui BTP difficilmente ti può dare quei servizi e quelle pensioni;
l'euro ha generato povertà solo per chi campava di sussidi - a buffo - e si illude di poter replicare un contesto di 40 o 50 anni fa, in cui i cinesi non sapevano fare le lavatrici;
[quote]ma a me verrebbe da dire che se il "consumatore" va in aereo, con tutto ciò che questo comporta, anche in termini di "salute", e paga relativamente poco, come quando i miei nonni si comprarono il 1100 fiat, allora chiaramente lo stato ci mette la proverbiale "pezza", pur di favorire la "domanda" di "voli all'estero"[7quote]
tu voli lo stesso, a prezzi bassi; ma perché lo devi fare con una compagnia di bandiera fallimentare che, oltre al biglietto, fa pagare al contribuente un biglietto occulto anche a chi non viaggia, come se si trattasse della scuola, della sanità o della giustizia ? il volo è un bene commerciale, una facoltà, non un diritto, se non in casi particolari, tipo la Sardegna;
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, ma ovviamente "anche in italia". dice: ma allora alitalia non è privata, è "pubblica". si di fatto lo è, anche se formalmente è un' s.p.a. cioè se per 50 anni si è fatto così, perché cambiare? perché lo dice l'europa? in casa nostra? mah.
ai sensi di legge, l'Europa è "casa nostra", dovresti capirlo; quello che ti distingue da un tedesco in base alla sola residenza, che puoi cambiare, è solo il fisco e la spesa per i servizi, non la cittadinanza; se non parti da questo dato - di legge - fraintendi tutto il discorso, perché immagini un ambiente di un secolo fa, che non c'è più;
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si. tranne che per il fatto che i "dirigenti" e gli "azionisti" non "vivono" di rendita, ma partecipano alle scelte della società. fai conto che "azionista di maggioranza" è sempre lo stato. ci sarà un motivo?
sì, che sono amici dei potenti :D e vogliono continuare a lucrare su quei privilegi; falliscono e prendono buonuscite milionarie, dov'è che si firma ?
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si, il capitale non ha fini nazionali, però con la brexit l'ha preso in quel posto proprio "l'europa". e chiaramente perché la sterlina "svalutata" è più competitiva, nei confronti dell'euro.
non è un buon affare: esportano poco e principalmente servizi finanziari, che fanno gola a tutti in UE; si sono messi nella condizione di non partecipare alle decisioni del loro principale mercato, quindi alla decisione dell'UE; se domani a Bruxelles si decide che le garanzie assicurative britanniche non valgono più in UE, l'Unione perderà 60 milioni di consumatori, ma UK ne perde 500; chi l'ha preso nel posto sono gli operai britannici della Toyota, che se ne va; e i campagnoli che smettono di prendere i sussidi UE, oltre a tanti altri…
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si. ma quanta gente, in italia, ha sufficienti capitali a disposizione per "investire" in azioni? quanti hanno tempo e denaro sufficienti a operare scelte consapevoli sui mercati di borsa? non è meglio tenere gli 800 euro sul conto della banca cooperativa?
tanti, senza saperlo; ma non è questo il punto; la questione è che la legge ha creato una nazione europea, esattamente come l'Italia era effettiva dopo l'Unità, anche se un bracciante della Daunia poco o nulla sapeva della sua possibilità di andare a Torino o Roma, o che il Banco di Napoli potesse comprare attività a Venezia o Palermo;