Pulsa con vigore brillante e sincero questa vita da re,
risvegliata dal torpore avvilente di antichi tormenti.
Freschi e puri i miei sentimenti lasciano le mie labbra
e cercano insistentemente la tua presenza ed essenza.
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Pulsa con vigore brillante e sincero questa vita da re,
risvegliata dal torpore avvilente di antichi tormenti.
Freschi e puri i miei sentimenti lasciano le mie labbra
e cercano insistentemente la tua presenza ed essenza.
In questa vita
che la mia anima calca vestita da uomo
ho trovato te
ti ri-conosco in quel tuo vestito da donna
Resto silente
le parole sono gli eserciti delle intenzioni
ti guardo sempre
nel rogo bruciano i dipinti che faccio di te
Ti cingo la vita
la tua pelle e' seta in fiamme sotto le dita
ti reggo con forza
il tuo corpo si piega in un balzo nel vuoto
Ci con-fondiamo
ogni bussola punta nella nostra direzione
siamo amanti
il destino ha un sopracciglio sollevato e ride
Cosa sono non lo so dire
Sono un uomo senza massa
Dunque cosa sono adesso?
Il suono dei miei passi
Il mio sole filtra gia'
In questa fredda nebbia
Appena oltre eccolo la'
Il mio sole attendera'
Era passato piu' di un mese dal giorno dell'incidente, e non era mai venuto qui.
Non aveva mai nemmeno preso in considerazione di venire qui.
Camminare in quel luogo era surreale, una lotta impari fra la verde vitalita' dell'erba ed il cielo plumbeo.
Un passo dopo l'altro, emotivamente esausto, raggiunse la propria destinazione, lesse le date:
22 anni - penso' - e un matrimonio alle porte.
Con lenta solitudine protese il braccio a sfiorare quella certezza esistenziale: la fredda inevitabilita' di quel contatto lo colpi' con violenza inaudita; doloroso rammarico prese a sgorgare dai suoi occhi mentre si accasciava a terra.
Nessuno dovrebbe sopravvivere alla propria morte - penso'.
Senti' di stare annegando, dimenandosi convulsamente nel vuoto, e si sveglio'. Non riusciva a respirare, comincio' a tossire rumorosamente. Senti' del qualcosa di caldo e viscoso punteggiargli il palmo della mano.
Si alzo' di scatto, urtando malamente le dita del piede sul pavimento. Avrebbe imprecato, ma era troppo spaventato, e corse in bagno senza emettere un suono.
Apri' il rubinetto e si sciacquo' la mano lorda di sangue. Altre gocce di sangue cadevano silenziose sul bordo del lavandino, sul dorso della mano. Si fisso' allo specchio. Si osservo' sanguinare.
Si concentro' su quella sensazione. Gli piaceva. L'idea di stare morendo, in qualche misura, lo esalto'. Il cuore reagi' con altrettanto vigore, e persino i sensi sembrarono acuirsi.
Quel rivolo di sangue caldo sul viso lo fece sentire umano.
Il sapore del sangue sulle labbra lo fece sentire reale.
Quella sensazione lo fece sentire uomo.
E si colpi' con un pugno.
I pensieri del legno.
E' stato uno di quei giorni.
Uno di quei giorni di cui non ti va di parlare perche' hai paura di non riuscire a spiegarti, hai paura che parlarne con qualcuno senza riuscire a farti capire aumenterebbe il senso di distacco. E' stato uno di quei giorni che cominciano presto, ed il tempo sembra infinito perch
Kyra, ci
lo puo
io cerco di intuire i suoi pensieri e i suoi sentimenti dalle sue parole, non mi arrogo certo il diritto di pontificare, c'