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https://www.teatro.it/images/reviews...io_CIK0870.jpg
Mentre 10 milioni e 600.000 di italiani erano davanti alla tv a seguire Sanremo, io sono mi sono regalata a teatro un’esperienza immersiva nell’ultimo canto del Paradiso di Dante recitato da Elio Germano (ricordate la sua divina interpretazione de Il giovane favoloso nelle vesti Leopardi?).
La dimensione visiva e quella immersiva sono totalizzanti, le videoproiezioni e le animazioni accompagnano la declamazione con un moto acceso, dinamico ma fluido, astratto ma allo stesso tempo quasi tangibile. La musica di Teho Teardo in consolle fra suoni elettronici e acustici si fa tutt’uno con quella live del duo viola e violoncello sul palco, contribuendo alla creazione di una dimensione sospesa e onirica.
Gli effetti tecnologici speciali meravigliosi, anche se per i miei gusti racchiusi in troppo buio (io mi figuro il paradiso dantesco come un’ininterrotta festa di luci), la musica d’autore, non sempre consona a ciò che si diceva, ma soprattutto la declamazione di Elio Germano che scandiva le sillabe e le pause (come Ungaretti) con troppa lentezza e la voce rauca, come di chi fa molta fatica, mi hanno lasciata sorpresa sì, ma anche perplessa e non del tutto contenta.
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Originariamente Scritto da
follemente
non del tutto contenta.
Rimpianti di aver perso la "Missa Solemnis Italica"?
Chiedi a cono: l'ha registrata sicuramente e si farà un piacere/dovere di fartela avere
:D
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Originariamente Scritto da
restodelcarlino
Rimpianti di aver perso la "Missa Solemnis Italica"?
Chiedi a cono: l'ha registrata sicuramente e si farà un piacere/dovere di fartela avere
:D
:asd::asd::asd:
Guarda che anche quando non siamo del tutto soddisfatti dello spettacolo teatrale, andiamo sempre al dopo-teatro, dove tra Leffe e birre scure conversiamo di tutto, da ciò che abbiamo appena visto alle ricette di cucina, alla situazione politica, alla storia, dagli aneddoti personali alla situazione internazionale e... chi ne ha più ne metta!
Questo è un grande momento per noi, spesso più del teatro!
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Originariamente Scritto da
follemente
:asd::asd::asd:
Guarda che anche quando non siamo del tutto soddisfatti dello spettacolo teatrale, andiamo sempre al dopo-teatro, dove tra Leffe e birre scure conversiamo di tutto, da ciò che abbiamo appena visto alle ricette di cucina, alla situazione politica, alla storia, dagli aneddoti personali alla situazione internazionale e... chi ne ha più ne metta!
Questo è un grande momento per noi, spesso più del teatro!
Un grande momento, con una Leffe?
:mumble:
...de gustibus....
:bua:
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Originariamente Scritto da
restodelcarlino
Un grande momento, con una Leffe?
:mumble:
...de gustibus....
:bua:
Birra Leffe Rouge (o Ambree? mica ricordo!) a me piace molto!
Ad un certo punto, alle ore piccole, eravamo rimasti soli nel pub e, per correttezza, chiedemmo al proprietario se stavano per chiudere. Lui rispose che potevamo rimanere lì quanto volevamo e se avessimo voluto un altro giro di birre grandi. Rispondemmo che sì, si poteva fare, se ci accompagnava a casa in macchina. E poi via ad altre battute del genere, anche sui carabinieri.
Che poi, potremmo bere pure del tè, l’importante è la compagnia!
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Concerto fantasmagorico dei Jethro Tull.
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Al teatro di prosa I ragazzi irresistibili di Neil Simon con Umberto Orsini e F. Branciaroli.
Gli attori in seconda platea si sentivano malissimo, a malapena riuscivamo a cogliere il senso di quello che accadeva. A ciò si aggiunga la pessima interpretazione di alcuni.
Ce ne siamo andati dopo il primo tempo.
Quanti anni avrà Orsini? 90? Io credo che a quell'età bisognerebbe avere il decoro di abbandonare il palcoscenico e ritirarsi con dignità. Non lo dico solo per lui, eh, ma anche per Haber che avevo visto in un altro spettacolo.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
Povero Orsini.
La vecchiaia credo non sia attraente per nessuno, con le limitazioni ed il decadimento che vi sono correlati. Gran parte di noi si ritira dall’attività lavorativa per raggiunti limiti d’età. Non comprendo perché gli attori debbano insistere invece esibendosi fino alla morte.
Inoltre credo che il teatro richieda più energie del cinema: bisogna stare sul palcoscenico per ore, farsi sentire da tutti, cogliere gli umori del pubblico, oltre che interpretare la parte: certamente Orsini (ma anche Haber) da giovane con la sua prestanza ce la faceva, ma ora ritengo sia giunto il momento per lui di abbandonare il palcoscenico come i comuni mortali lasciano il lavoro. Forse potrebbe ancora girare qualche scena di un film.
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Momenti indimenticabili e trascinanti nello spettacolo tra prosa e jazz del trombettista sardo Paolo Fresu, Kind of Miles, in cui si ispira con la sua orchestra alla vicenda personale e musicale del jazzista Davis Miles, tra luci ed ombre.
Questo è solo l’inizio:
https://www.youtube.com/watch?v=8Au0...&start_radio=1
Continua poi , tra aneddoti della vita di Miles e la sua musica, a trasportarci a ritmi sempre più travolgenti con il pubblico in visibilio.
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Il ratto dal serraglio di Mozart.
Scusate la pigrizia, ma scrivere una recensione stasera per me sarebbe troppo.
Quindi ve la linko.
https://www.youtube.com/watch?v=1Mum1Srbma8
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Pessoa, since I’ve been me
Evento internazionale
Regia del pluripremiato regista texano Robert Wilson, conteso dai teatri di tutto il mondo occidentale
Una coproduzione del teatro La pergola di Firenze , un teatro di Parigi, un altro di Lisbona, ecc. ecc.
Cast di attori provenienti da paesi differenti che recitano le poesie del grande autore portoghese in inglese, francese, italiano ed, appunto, portoghese: gli attori interpretano gli eteronimi di Pessoa, tra effetti di luci, scenografie, momenti di buio assoluto, suoni ..
https://images.squarespace-cdn.com/c...cie_Jansch.jpg
Io ho avuto impressioni contrastanti: di trasporto per le poesie in italiano che conosco, ma di sostanziale estraneità alle altre. Certo c’erano i soprattitoli (ma non sempre) e spesso non si riuscivano a leggere perché si recitava troppo in fretta.
Chi mastica più lingue magari ha goduto appieno lo spettacolo.
Tuttavia è anche vero che si può ascoltare il ritmo, il timbro della voce, il trasporto, le pause e tutto quello che concorre a creare le parole poetiche.
Però, sotto sotto, mi rimane l’interrogativo: la poesia è vero, è stata recitata in pubblico in passato, accompagnata dalla musica, ma, ma, ma, per me rimane una fruizione privata, se voglio davvero coglierne il senso profondo e le sfumature. Solo in una seconda fase interpretata di fronte ad un pubblico.
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Ultimamente ho assistito a parecchi spettacoli, tutti molto diversi, ma perdonatemi se non faccio le recensioni: all'opera L'Olandese volante (non ho ancora messo le lettere tedesche sul nuovo computer, quindi anche una traduzione va bene) di Wagner: bellissima, ottime prestazioni, peccato che la regia abbia rovinato l'insieme.
Poi una fredda Anna Karenina al teatro di prosa (ma si può?).
Infine The Choir of men, divertimento puro.