GIUDIZIO PARTICOLARE E UNIVERSALE
Giudizio Particolare
Il Giudizio Particolare è una delle verità rivelate. Infatti l’Apostolo Paolo (Ebrei 9,27) dice: E stabilito che gli uomini muoiano una sola volta; e dopo la morte venga il giudizio.
Il Catechismo di S. Pio X, in risposta alla domanda 97, risponde: «Ci sono due giudizi: l’uno particolare, di ciascun’anima, subito dopo la morte; l’altro universale, di tutti gli uomini, alla fine del mondo».
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 1022, afferma: «Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del Cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre».
Il Giudizio particolare esprimerà con esattezza la condizione in cui l’uomo, nei riguardi di Dio, si troverà al momento della morte: condizione d’amore (se è morto in grazia di Dio), o di odio (se è morto in peccato grave).
Il giudizio particolare è immutabile, perché l’uomo, dopo la morte, non può più cambiare l’orientamento della sua volontà sia verso il bene, sia verso il male.
Non dobbiamo però pensare al giudizio particolare alla maniera dei tribunali umani, perché la sentenza del giudizio particolare viene percepita dall’uomo nell’intimo della sua coscienza, la quale, nella luce sfolgorante di Dio, sarà pienamente illuminata nell’esatta valutazione di se stessa e del giudizio divino a suo riguardo. Il Papa Paolo VI, nella sua Professione di Fede, afferma: «Coloro che hanno risposto di sì all’Amore e alla Misericordia di Dio, andranno alla vita eterna (del Paradiso); e andranno nel fuoco inestinguibile (del l’Inferno) coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto».
Perciò la salvezza o la perdizione eterna di ciascun uomo dipende dal suo giudizio particolare, per cui il Conc. Vat. II (Lumen Gentium - n. 48 d) afferma: «Siccome non conosciamo né il giorno né l’ora (della nostra morte) bisogna, come ci avvisa il Signore, di vigilare assiduamente affinché, finito l’unico corso della nostra vita terrena, meritiamo entrare con Lui al banchetto nuziale (cfr. Mat. 25,31 e 46), ed essere annoverati fra i Beati (in Paradiso), né ci si comandi, come ai servi cattivi e pigri (cfr. Mat. 25,26 e 41) di andare al fuoco eterno, nelle tenebre esteriori dove ci sarà il pianto e lo stridore dei denti (cioè all’Inferno)».
Giudizio Universale
Il Giudizio Universale, che avverrà alla fine del mondo, non riguarda direttamente il singolo uomo, già giudicato col giudizio particolare, ma riguarda l’umanità intera per la manifestazione pubblica dell’infinita Bontà, Misericordia e Giustizia di Dio, che ha voluto o permesso (per rispetto alla libertà umana) tutti gli avvenimenti dei singoli individui, e tutti gli avvenimenti sociali dell’umanità intera.
Il giudizio universale è una verità rivelata. Gesù Cristo ne ha parlato più volte in termini chiari e precisi.
Mat. 24: «Quando verrà il Figlio dell’uomo, verrà nella sua gloria con tutti i suoi Angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno radunate davanti a Lui tutte le genti, ed Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore (cioè i buoni) alla sua destra e i capri (cioè i cattivi) alla sinistra... Allora dirà a quelli di destra Venite, benedetti dal Padre mio, possedete il Regno preparatovi fin dalla fondazione del mondo! E poi dirà ai cattivi: Via da me, maledetti, al fuoco eterno, preparato al diavolo e ai suoi angeli... E questi andranno all’eterno supplizio; i giusti poi alla vita eterna».
Questo linguaggio è molto chiaro e non ammette dubbi, tuttavia, perché fosse ben compreso da tutti, volle chiarirlo ancor meglio raccontando la parabola della zizzania cresciuta in mezzo al grano (Mat. 13,24-30):
« Un uomo ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No — rispose — perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
Cosa volle significare con questa parabola, il Signore? Ecco la spiegazione data dallo stesso Gesù: «Colui che ha seminato il buon grano è il Figlio dell’uomo (cioè Gesù Cristo); il campo è il mondo (cioè gli uomini che sono nel mondo); il buon seme sono i figli del Regno (cioè i buoni); la zizzania sono i figli del maligno (cioè i cattivi); il nemico che ha seminato la zizzania è il Demonio; l’epoca della raccolta è la fine del mondo, e i mietitori sono gli Angeli. Come dunque, all’epoca della raccolta, si raccoglie la zizzania e si getta nel fuoco, così alla fine del mondo il Figlio dell’uomo manderà i suoi Angeli che separeranno tutti gli operatori d’iniquità e li getteranno in quella fornace di fuoco (cioè l’Inferno) dove vi sarà pianto e stridor di denti; mentre i giusti ri splenderanno come il sole nel Regno del loro Padre Celeste (cioè in Paradiso)». Poteva Gesù assicurarci in modo più chiaro della realtà del Giudizio finale, universale?
http://medjugorje.altervista.org/doc.../giudizio.html