Volete qualche fiore ? Bio, naturalmente, per la mia bimba questo e altro :D
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Volete qualche fiore ? Bio, naturalmente, per la mia bimba questo e altro :D
Mah, io veramente penso che il salto di qualità uno lo debba fare con un percorso di crescita personale ed interiore, non con un partner.
Mi spiace doverti disilludere, ma la fiducia che noi donne riponiamo negli uomini tendenzialmente dipende dalla nostra predisposizione ad autoilluderci. Il mio essermi fidata degli uomini forse avrà accresciuto il loro ego. A me ha portato ad essere consapevole che non è proprio il caso. :asd:
Ahahahaha e meno male, se mangiassi quello che prepara Rdc finirei in ospedale con indigestione dopo tipo 2 giorni :asd:
sull'erbina siamo d'accordo, neppure io amo cose troppo pesanti! :D
...la quantità: là é il segreto. :teach:
se una indulge smodatamente all'esecrabile peccato di ghiottoneria...
:pentitevi:
se ci pensi, questo in effetti è un pregiudizio: il percorso interiore è sempre ispirato dall'esempio di altre persone che ti fanno vedere, sono in un certo modo, ecc...
perché mai un partner non dovrebbe ispirarti per stima, per un modo di vedere le cose che fai tuo perché ti piace come lo fa lui ?
non è che si tratta di essere unilateralmente succubi di una personalità, ma di uno scambio più o meno alla pari:
ah, sai, prima ero sempre uno angosciato dai soldi, stavo attento a tutto ma poi spendevo in mille cazzate; poi, con Gina, che è altoborghese e ha sempre avuto i soldi, ma si veste al charity shop, sono andato al ristorante da 300 euro; lei me la menava dura: "e lasciati andare, tanto si muore !"
lì per lì mi pareva una follia... poi ho capito e quella giornata la ricorderò per sempre, perché ho cambiato anche il mio modo di concepire il rapporto tra desiderio e momento presente; cazzo se aveva ragione Gina !
prima ero un attaccabrighe rancoroso per qualsiasi cosa, o mi maceravo per una multa; poi, a forza di stare con Pina, che è napoletana e si fa scivolare tutto addosso, ho cominciato a prenderla un po' più lasca pure io, il fegato se ne giova e addirittura ho iniziato a ridere di tante cose
se ti dico ste cose di amici, ti pare naturale; perché un partner che ha delle qualità liberatorie non può trasmettertele ed essere felice di averti fatta star meglio ?
voi donne ?Citazione:
Mi spiace doverti disilludere, ma la fiducia che noi donne riponiamo negli uomini tendenzialmente dipende dalla nostra predisposizione ad autoilluderci. Il mio essermi fidata degli uomini forse avrà accresciuto il loro ego. A me ha portato ad essere consapevole che non è proprio il caso. :asd:
mah, forse;
io posso vedere solo dal mio punto di vista, con tutta la buona fede che posso; so perfettamente di avere tanti limiti, spesso inammissibili per molte; ma alla fine anche due o tre prerogative che possono far stare accettabilmente bene un campione, seppure molto ridotto; e, specularmente, di aver individuato qualcosa del genere dall'altra parte; volendo ragionare pragmaticamente, a partire dai difetti; prima vedo quelli, e se mi stanno simpatici è probabile che i pregi corrispondenti siano quelli adatti a me;
magari fossi stato capace di ragionare così alla tua età...
poi è anche molto una questione di culo, posto che se certe persone non le vedi perché non le hai nel radar, molte interfaccia delle tue frequentazioni ti rimanderanno inevitabilmente a tratti comuni, a prescindere dalla personalità reale; io pure, frequentassi gente che lavora in tv - che conosco bene per nascita - non sarei troppo ottimista sul genere umano :asd:
ma poi trovi gente notevole negli ambienti più inopinati, tipo commercianti ambulanti o altro che normalmente vedi come un elemento di arredo urbano;
di solito, persino gli uomini sono esseri umani che vorrebbero cose piuttosto semplici e, se non sono degli squilibrati, possono essere compagnie piacevoli se si sentono apprezzati;
perché essere apprezzati è una componente non secondaria di qualsiasi relazione umana, e la cosa rimanda a quello che scrivevo sopra;
e forse tante relazioni finiscono proprio se l'altro ti rimanda un'identità di cui non vai fiera e proprio nel momento in cui realizzi la cosa e ti dici: no, non voglio essere quella persona che Lino crede e in quel cliché in cui mi ha imprigionata; se non crede che io valga di più, si sbaglia lui ! non è così che va ?
perché finché credi che Lino in fondo abbia ragione, stai male ma pensi che quello è il tuo.
Che avere accanto qualcuno di valido possa aiutarti ad accrescerti, che possa essere stimolo, ci sta. Ma per quello non serve un partner. Basta un professore universitario, un amico, un collega. Il rapporto con gli altri è costantemente fonte di crescita, come è giusto che sia, ma non serve scomodare le relazioni sentimentali per quello.
il grosso del lavoro in ogni caso lo fa l'individuo. E può farlo anche per conto proprio se impara ad acquisire consapevolezza.
Poi va beh, io sicuramente sono disillusa. I difetti altrui li ho apprezzati fin troppo, finché non mi si sono ritorti contro. La consapevolezza è anche questo: capire che con gli occhi a cuoricino certo, amerai anche i difetti dell'altro. Poi quando passa l'effetto dell'innamoramento ti togli le fette di salame dagli occhi e ti chiedi: "Ma davvero? Ma sono impazzita?".
ma perché un partner dovrebbe essere escluso dal novero delle "fonti di crescita" ?
è un essere umano come l'amico, il collega, il prof, no ?
guarda, se me l'argomenti sono dispostissimo a prendere in considerazione la cosa, per cui possiamo esplorare l'ipotesi che il partner debba in realtà soddisfare bisogni dai quali è escluso quel tipo di scambio/apprendimento; ci dividi il letto e le spese di casa, non rompe troppo i coglioni, te lo porti dietro tipo sacco di patate in vacanza se gli piace lo stesso posto, così non si paga la doppia in vano;
in effetti, la cosa funziona benissimo volendo concepire una rotazione; due anni, poi un calcio in culo e via un altro; non lo dico con troppa ironia; potrebbe essere meglio; chi vuole figli si sceglie un modello di pregio genetico e patrimonialmente robusto, tutto è chiaro e No Surprises;
aspe', io intendevo i difetti che già ti incombono addosso e di cui hai esperienza; se una è un po' scassaminchia moralista la cosa può infastidirmi, ma magari è il rovescio della medaglia di una grande correttezza e affidabilità; se è disordinata o ritardataria quello di una testa creativa che è motore di altre cose più importanti; c'è gente che impazzisce con chi ritarda; a me fa un baffo; ma quando vedo un persistente volare basso, concepire le cose in modo emotivamente taccagno, divento infelice e scappo a gambe levate; senza dare un giudizio morale, eh... ma mi sento rattrappito ad entrare in dialettica su quella frequenza; è un fatto egoistico, come se ti mettessero in una piscina 3x3 mt quando sei abituata a fare 100 vasche;Citazione:
Poi va beh, io sicuramente sono disillusa. I difetti altrui li ho apprezzati fin troppo, finché non mi si sono ritorti contro. La consapevolezza è anche questo: capire che con gli occhi a cuoricino certo, amerai anche i difetti dell'altro. Poi quando passa l'effetto dell'innamoramento ti togli le fette di salame dagli occhi e ti chiedi: "Ma davvero? Ma sono impazzita?".
siccome i difetti li abbiamo tutti, ce ne saranno certamente alcuni che sopporti meglio di altri, verso i quali sei più indulgente, che saranno pure quelli prevalenti tra i tuoi amici.
Io non ho detto che escludo il partner. Dico che non è necessario. Che una persona si può accrescere e migliorare anche senza avere un partner a fianco, soprattutto se ha una valida rete di amicizie e conoscenze. MA ti dirò di più. Lo può fare anche da sola, se impara a perseguire i propri obiettivi, i propri sogni. Il partner può esserci o non esserci, direi che cambia ben poco.
I difetti di chi ti piace sono sempre bellissimi all'inizio. Anche quello fa parte dei famosi occhi a cuore. Ma possono pure continuare a piacerti, anche per anni. Se però poi dall'altra parte arrivano scorrettezze, se il rapporto si deteriora, ecc, ecc, diventano zavorre inaccettabili. E' un meccanismo psicologico abbastanza normale. Si volge al negativo quello che prima ti faceva sorridere.
Dopo, passata la rabbia che comporta la fine di una relazione, magari si tornano anche a vederli con tenerezza. Ma una fine traumatica ha sempre un substrato di rancore che spesso resta irrisolto. Ne ho viste un sacco.
Mi intrometto...
... se una donna ti lascia per "ritrovare se stessa" con un figlio di sei anni e si porta via anche il lampadario (di Murano-costosissimo) della sala, a tua insaputa, cosa dovresti fare? (circa il lampadario volevo mettere la faccina che ridacchia ma non è il caso).
Io quella donna l'ho amata sino al giorno prima.
Fette di salame sugli occhi a cuoricino?
Probabilmente erano cazzuolate di cemento a presa rapida!
Adoravo tutto di lei, anche il suo modo di fissare le cose, come si muoveva o le stramberie legate alla sua "arte". Tutto, di lei adoravo tutto.
Poi ti rendi conto che era solo una presa per il culo e che le persone non meritano nulla.
Non meritano nemmeno il pianto e la sofferenza perchè ti hanno lasciato da solo con un figlio abbandonato.
E gli avvocati sono nient'altro che fumo negli occhi... chi se ne frega se hai divorziato e ti hanno dato ragione.
Vive nell'altro emisfero del mondo.
Poi altre esperienze, tutte diverse, ma la vita non è più stata com'era.
Marchiato a fuoco.
Tante persone scelgono amici simili a loro perché temono di sentirsi a disagio con altre tipologie di carattere.
Chi evita le complicazioni a volte lo fa su ampia scala
vabbè, ma chi ha mai detto il contrario ?
io ho eccepito sul fatto di avercelo, un partner, ma non vederne un talento umano particolare e riconoscerglielo, perché sarebbe una cosa piuttosto frustrante; che può pure succedere, eh...
ma per le scorrettezze, non per quei difetti; se su quelli sei rilassata di tuo, non è che improvvisamente ti diventano indigesti; lo è la persona che è anche scorretta; ma l'indicazione utile per te quando incontri qualcuno;Citazione:
I difetti di chi ti piace sono sempre bellissimi all'inizio. Anche quello fa parte dei famosi occhi a cuore. Ma possono pure continuare a piacerti, anche per anni. Se però poi dall'altra parte arrivano scorrettezze, se il rapporto si deteriora, ecc, ecc, diventano zavorre inaccettabili.
forse la questione, più della fine "traumatica" - che devo capire - sono altre cose che restano sommerse;Citazione:
Ma una fine traumatica ha sempre un substrato di rancore che spesso resta irrisolto. Ne ho viste un sacco.
tutta sta pippa la farei per arrivare a quelle partendo da indizi, anche se è difficile e forse troppo faticoso;
se provi a descrivere il "trauma" - fatti salvi i casi di gente che impazzisce e fa cose che mai si sarebbero immaginate - nel 99% dei casi si tratta di un abbandono annunciato di cui l'altro ha voluto ignorare i segnali.
non è un caso ordinario; la madre che abbandona il figlio è di per sé una confessione di inadeguatezza, una condizione mentale di disagio;
aggiungo, col paradosso che probabilmente il fatto di non essersi portata via il figlio è stata la cosa migliore che ha fatto, nella consapevolezza di essere messa in quel modo.
I traumi possono essere molteplici. Ciò che tu magari non percepisci come trauma, per un altro lo sarà.
Io non dico che l'altro non ti possa accrescere, dico che a posteriori, con la rabbia e con tutto quello che comporta emotivamente una separazione, non ti viene certo di pensare "Però quella persona quanto bene mi ha fatto". Si è più propensi a pensare "Ma guarda te quel coglione, cosa ci stavo insieme a fare?" :asd:
Non è ordinario ma neppure così straordinario. L'abbandono è sempre e comunque un trauma. Tu puoi pontificare sul fatto che fosse annunciato, ma da fuori è facile dirlo. Da dentro le cose sono un po' diverse. E dentro a quei traumi, ben pochi ti descriveranno positivamente l'ex.
senza cappello a sonaglini
Non é frequente. Siamo d'accordo.
"Inadeguatezza" e "disagio mentale": questo presuppone un "riferimento" che abbia un valore, in un certo senso, assoluto.
Qual'é , o quale sarebbe, o quale dovrebbe essere?
"Essere se stessi" (quale che sia il significato) non é primario, ma é subordinato?
Preciso che non sto provocando: pongo domande.
A me stesso, in primo luogo.
capisco, ma esiste la normalità; le relazioni finiscono e uno ci arriva prima; se tu cambi bar e il barista racconta come trauma la perdita della cliente Dark, è lecito, ma curioso;
di solito, le coppie che si lasciano in un periodo antecedente non stanno granché bene; se hai superato i 20 anni un minimo di presenza di spirito qualcosa ti deve dire, per quanto sia doloroso;
ma sì, nessuno pretende che subito dopo uno sia festante :DCitazione:
Io non dico che l'altro non ti possa accrescere, dico che a posteriori, con la rabbia e con tutto quello che comporta emotivamente una separazione, non ti viene certo di pensare "Però quella persona quanto bene mi ha fatto". Si è più propensi a pensare "Ma guarda te quel coglione, cosa ci stavo insieme a fare?" :asd:
il punto è il prima, perché se l'ex viene cancellato dal raziocinio - non dall'emozione del momento - cioè se si rimuove il proprio tornaconto positivo, ci si danno picconate sulle proprie rotule, perché si asseconda un falso che va a detrimento di se stessi, umiliante;
in parte è la realtà, cioè che magari uno si illuso e poi disilluso; ma spesso le cose possono essere viste diversamente e in modo più realistico; è difficile, perché implica sempre assumersi una parte di responsabilità contro la narrazione del quella è una stronza, che è anche una confessione a se stessi: non meritavo di meglio, altrimenti perché ci sarei stato ?
a Firenze si dice, i'vvantaggio d'ill'ICA, tu scambi i'cazzo pe'lla fi'a :asd: riversi sull'altro un disvalore radicale, quando è ciò che hai scelto di condividere; sai che boost di autostima ?
non un "valore", ma una circostanza di normalità, e cioè che normalmente le madri non abbandonano i figli, piccoli e meno piccoli; farlo è una circostanza anomala, che richiede una forte divergenza dal costume consolidato, e quindi una condizione particolare, eccezionale, senza che vi sia alcun giudizio morale.
Serve tantissimo la terapia di coppia! Non c'è solo un "malato" nella coppia attuale, tutti e due hanno bisogno di essere curati, aiutati, incoraggiati a riprendere il cammino iniziato insieme...
Tocchiamo con mano queste problematiche ogni giorno, al centro di ascolto: altro che telenovelas o serie-tv americane!!!
Bingo! Brava Baux: la paura di soffrire ci blocca completamente, preferiamo la comfort-zone della solitudine, al limite.
Ma da soli non si genera niente, seppelliamo sotto terra i nostri talenti, per paura di soffrire....
"Non ho più fiducia negli uomini. Meglio sole, meglio il vibratore" lo possono al limite dire donne che hanno passato i cinquanta. Non una come Dark, come Bauxite, come Vega, come Efua: che ci fate da sole? Può essere un momento...una fase della vita....ma chiudersi così all'amore, all'incontro con l'altro, a poter trovare la persona giusta con la quale condividere il cammino....mi sembra pazzesco detto da donne come voi.
Comunque mi taccio e passo la parola al più illuminato psicanalista moderno che, in soli otto minuti, fotografa la situazione di chi rinuncia ad amare per paura di non ricevere il contraccambio. Sono solo otto minuti, ascoltate.
https://youtu.be/qmupNFMNZfY?si=_HmgGdLjZQvTrN16
capisco; tu, a naso, sembri più essere uno da reggiseno, edipico :asd:
non lo dire a me; quando quella ti dice che vorrebbe essere altrove, le tue alternative sono:Citazione:
La moglie è la madre dei tuoi figli, Axe: colei che genera la vita insieme a te!!!
Carcere, secondini e sbarre sono agli antipodi del matrimonio.
a) trattenere, nella misura in cui riesci, contro la sua volontà ed evidentemente per la tua convenienza;
b) lasciar andare, che effettivamente implica saper soffrire di questa privazione e non mettere se stessi al centro di tutto;
il che si ricollega direttamente a questo:
è altrettanto confort-zone e paura di soffrire la conservazione di qualcosa di nevrotico e infelice; bada, io non giudico; certamente c'è un bisogno anche in questo; ma se me la racconti come qualcosa di particolare pregio, è falso;
e non è una questione di lana caprina mia, ma proprio la spiegazione di tutto ciò di cui ti lamenti; tante persone non vogliono "combattere" come suggerisci tu perché lo scopo ultimo di quella lotta fa semplicemente cacare;
io non combatto per essere carceriere di una che è infelice con me, perché sta male lei, e sto male pure io.