Carlino ha scritto
https://www.oggicronaca.it/wp-conten...ano-marina.jpgCitazione:
Domenica al mare, ad agosto
Si sta come sardine
in scatola, nell'olio.
https://corrieredelveneto.corriere.i...Web-Veneto.jpg
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Carlino ha scritto
https://www.oggicronaca.it/wp-conten...ano-marina.jpgCitazione:
Domenica al mare, ad agosto
Si sta come sardine
in scatola, nell'olio.
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Se ora tu bussassi alla mia porta
e ti togliessi gli occhiali
e io togliessi i miei che sono uguali
e poi tu entrassi dentro la mia bocca
senza temere baci diseguali
e mi dicessi "Amore mio,
ma che è successo?", sarebbe un pezzo
di teatro di successo.
Patrizia Cavalli
Ciao Bauxite, la poesia di Patrizia Cavalli è intrigante".
Conosci la sua biografia ?
Quei "baci diseguali" erano per una donna o per un uomo ? :mumble::rolleyes::eek:
Sono certa che saprai sciogliere questo mistero che evidentemente ti appassiona.
A me piacciono le sue poesie.
Da "Romeo and Juliet" atto terzo, scena seconda.
di William Shakespeare
L'orto dei Capuleti
GIULIETTA: Galoppate veloci, cavalli dai piedi di fuoco, alle case del sole.
Un cocchiere come Fetonte vi avrebbe già spinti a frustate verso l'Occidente e già avrebbe riportata qui la fosca notte. Stendi le tue dense cortine, notte propizia all'amore, a chiudere le palpebre del giorno fuggitivo; così volerà il mio Romeo tra queste braccia, non visto e non fermato da nessuno. A illuminare i riti amorosi degli amanti, basta la luce della loro bellezza; chè se l'amore è cieco, la notte è il suo elemento. Scendi, notte cortese, sobria matrona vestita di nero...Vieni, notte gentile, vieni amorosa notte dalle nere ciglia; portami il mio Romeo; e se un giorno dovrà morire, prendilo e frantumalo in tante stelle; e ne sarà la faccia del cielo così ridente e bella, che il creato non avrà più occhi che per la notte e si scorderà di adorare lo splendore del sole...
Si sono stancati di portare il mio peso
Si sono stancati di portare il mio peso
si sono stancati delle mie mani
dei miei occhi della mia ombra
le mie parole erano incendi
le mie parole erano pozzi profondi
verrà un giorno
un giorno improvvisamente
sentirete dentro di voi
le orme dei miei passi
che si allontanano
e quel peso sarà il più grave.
ARTHUR RIMBAUD – Sensazione
Le sere blu d’estate, andrò per i sentieri
graffiato dagli steli, sfiorando l’erba nuova:
ne sentirò freschezza, assorto nel mistero.
Farò che sulla testa scoperta il vento piova.
Io non avrò pensieri, tacendo nel profondo:
ma l’infinito amore l’anima mia avrà colmato,
e me ne andrò lontano, lontano e vagabondo,
guardando la Natura, come un innamorato....
"Se tu mi dimentichi"
Voglio che tu sappia
una cosa.
Tu sai com’è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se tutto ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti poco a poco.
Se d’improvviso
mi dimentichi
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare nuova terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amore mio,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.
(Pablo Neruda)
Splendida!
Settembre è uno spazio indeciso, un nuovo inizio, un lungo respiro, un'occasione.
Si iniziano diete, scuole, lavori e amori.
Si tagliano capelli e ponti.
Si comprano vestiti, libri, biglietti aerei.
Settembre spegne lentamente gli entusiasmi estivi e li riporta alla realtà invernale.
A settembre si fa la muta. Si lascia il vecchio, si abbraccia il nuovo.
Nella mia testa è a settembre che inizia un nuovo anno, non a gennaio.
È a settembre che decidiamo come vivere il nuovo anno.
È a settembre che decidiamo di vivere l'inverno immersi in maglioni pesanti, tè alla cannella, calzini coi fiocchi di neve e candele accese quando è buio.
Ma con il sole di agosto negli occhi.
Questo è quello che auguro a me stessa per questo inverno, e anche a tutti voi.
Buon inizio, “buon anno"
Erica Bianconi_
Dedico questa poesia a chi non crede più alle parole.
In questa notte d'autunno.
In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.
NAZIM HIKMET
La cipolla
La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.
W. Szymborska
Un gatto in un appartamento vuoto
“Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare un gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.
Qualcosa qui non comincia
alla solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c’era qualcuno, c’era
poi d’un tratto è scomparso
e si ostina a non esserci.
In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani si è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Che altro si può fare.
Aspettare e dormire.
Che lui provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all’inizio niente salti né squittii”.
Allegato 36629
Eggià!
Lo sguardo di una donna.
Molte donne ospitano negli occhi
dei piccoli musei preistorici:
microcosmi di eventi universali
che fluttuano nell’acquario dell’iride;
animali e vegetali ormai fossili,
uomini di altre ere;
embrioni di specie future
orbitano intorno alle loro pupille
in un ballo che trascina via.
La vista dell’inconscio è insostenibile,
si arretra abbassando lo sguardo: è
d’obbligo l’inchino, porgendo
infinite scuse a tutte loro.
E basta con le parole.