Originariamente Scritto da
restodelcarlino
Il re cavalca corrucciato nella pineta, grigia per un gran nebbiolino. La scorta, una piccola schiera, quasi romana o tebana, fa pensare al re come al moro di cui narrava la nonna parlando del pirata berbero tuttaltro che gentile, che facendo fuoco a colpi di cannone non aveva risparmiato i manieri. Nemmeno quello ellenico costruito di solida pietra vulcanica, mentre il piccolo se la faceva nelle braghe, ascoltando il tordo nero dal becco giallo fischiare alla femmina del tordo della vallarsella, nascosti tra le fronde, quasi verde il volto e grande ma amaro il cuore. Ma questo é primordiale. Un bagliore sul prato fa esclamare al re : « Cruore di lodato! Sento un aroma di aglio e cacio di ovino stagionato. Ci sta! Ci sta ! ci sta !Ecco dove ritrovero' la salute ! Il paese transalpino é stato breve» . L'abitante di vallarsella si sforza, --- accentuando la sua immobilità , di non essere là, brusco, evitando una bestemmia accogliendolo : « C'é, san..., e se del piglio non approfitterai, c'é anche un piccolo dessert », porgendo un piccolo plaid per far sedere il re, sotto una pianta che non ha lacrime sante, ma monta lentamente verso l'alto. Il re si rasserena.
....e mi farei una zuppa di telline....:D