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25 aprile, l'Uomo Libero
L’Uomo Libero non ha confini,
il suo limite è l’infinito,
le sue vie sono sempre aperte
come le porte di un tempio invisibile
è lui, il sacerdote dell’Ignoto
L’Uomo Libero spregia le catene
ma non si lascia travolgere dalla lotta,
il suo campo di battaglia è la vita,
la prima preoccupazione, l’Amore.
L’Uomo Libero è vento:
accende le ceneri addormentate,
spettina le foglie degli alberi,
grida dall’alba del sole
al tramonto della luna
per ricordare al mondo
una sola parola: libertà!
Domenico Turco
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Si stringono nella folla
come cadaveri che temono di marcire soli.
La migrazione dell'umano lemming
è solo il loro modo di fallire insieme.
Non cercano un senso:
cercano di non sentirne l’assenza.
Ogni massa è un cimitero
che ancora respira, per poco.
E l’ultimo pensiero che li attraversa
prima di annegare nel nulla
é che, forse, a perire in gruppo, si muore meno.
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Il lonfo
di: Fosco Maraini
Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco e gnagio s’archipatta.
È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.
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O Dio, pazzo d’Amore!
Santa Caterina da Siena
O Dio, pazzo d'amore!
Non ti bastò incarnarti,
ma volesti anche morire!
Vedo che la tua misericordia
ti costrinse a dare anche di più all'uomo,
lasciandogli te stesso in cibo.
E così noi deboli abbiamo conforto,
e noi ignoranti smemorati
non perdiamo il ricordo dei tuoi benefici.
Ecco, tu dai il tuo cibo ogni giorno all'uomo,
facendoti presente nell'eucaristia
e nel corpo misterioso della tua chiesa.
Chi ha fatto questo ?
La tua misericordia.
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1° maggio
Non vi è per l’uomo pane più saporito
di quello che egli si procura
con il proprio lavoro fisico e intellettuale.
Né vi è bene che non possa
essere acquistato con lavoro,
né soddisfazione che non possa
essere data dal lavoro.
Samuel Smiles
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5 maggio
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
5 così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
10 orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
15 quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sonito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
20 e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al subito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all’urna un cantico
che forse non morrà.
25 Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
30 dall’uno all’altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
35 del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d’un gran disegno,
l’ansia d’un cor che indocile
40 serve pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch’era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
45 la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.
Ei si nomò: due secoli,
50 l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor.
55 E sparve, e i dì nell’ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d’immensa invidia
e di pietà profonda,
d’inestinguibil odio
60 e d’indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
l’onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
65 scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell’alma il cumulo
delle memorie scese!
Oh quante volte ai posteri
70 narrar sé stesso imprese,
e sull’eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d’un giorno inerte,
75 chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l’assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
80 tende, e i percossi valli,
e il lampo de’ manipoli,
e l’onda dei cavalli,
e il concitato imperio,
e il celere ubbidir.
85 Ahi! Forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo
e in più spirabil aere
90 pietosa il trasportò;
e l’avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
95 dov’è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
scrivi ancor questo, allegrati;
100 ché più superba altezza
al disonor del Golgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
105 il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
Alessandro Manzoni
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Ho paura della poesia
No, non esiste cosa più pericolosa,
ho paura della poesia che si inerpica nei sentieri
dell'inconscio dove trasforma i sentimenti
in lapidi dove si dichiara sconfitto ogni dolore,
il mio cuore trafitto da mille aghi
strepita e grida che il dolore non è morto!
Ogni poesia è una tortura per i sensi che desta,
rimesto il significato lo rendo vago e d'altronde
questa vita la trasformo in messaggio...
Dov'è finito il tempo trascorso?
Dove ora il dire è riposto, c'è il vuoto,
non era mai stato condotto fino a questo luogo,
se non tramite il silenzio che resta ad ogni lettura.
Chi crea poesia con la sordina non ha idea
di cosa essa possa nascondere oltre il senso,
il senso dell'amore che dalla vita si deduce,
perché con essa la falsità dai tanti volti
tumefatti della ragione e della memoria
s'ottiene la verità che la vita
è stata già derubata della sua autorità...
(Fenix)
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Il Tempo è, il Tempo non è.
Il tempo è
troppo lento per coloro che aspettano,
troppo rapido per coloro che temono,
troppo lungo per coloro che soffrono,
troppo breve per coloro che gioiscono;
ma per coloro che amano,
il tempo non è.
Henry Van Dyke
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Ehilà, qui si và nell' eccellenza!
Grazie Nina.
Lo dice anche Cocciante in questa canzone
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Grazie Cono, le poesie sul tempo hanno sempre un loro fascino.
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A proposito di tempo...
Come diceva Einstein il tempo è relativo.
Prendete ad esempio un centenario, sarà felicissimo di sapere che rompere uno specchio gli procurerebbe ben sette anni di disgrazie!!
E così come il tempo di colui che bacia potrà essere percepito come brevissimo, lo stesso tempo sarà percepito come un eternità per
colui che per errore si è seduto su un fornello acceso.
(insomma non lo disse usando proprio queste parole, ma comunque così disse) :D
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Ognuno sta solo sul cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Quasimodo
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Ognuno sta solo sul cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Quasimodo