Idem, non voglio nemmeno sapere cos'è. ;)
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Io invece rimpiango di non aver seguito i consigli del compagno di mamma, e quindi di non essermi dedicata subito e con impegno al concorso in magistratura, molto più semplice e "democratico" di quello notarile, e probabilmente anche più adatto alla mia indole. I deliri di onnipotenza giovanili... :v
Vuoi già tarparmi le ali?
Io inizierei a farvi gli autografi, per portarmi avanti col lavoro.
Di palo in frasca.
Un collaboratore esterno del mio ufficio tempo fa ha partecipato a una cena coi miei capi. Litri di vino, baci e abbracci, lodi dal gran capo al prezioso lavoro del collaboratore nel corso di tanti anni, "Ti ringraziamo della tua amicizia e della tua competenza, ci auguriamo di godere dei tuoi servigi ancora a lungo e ti auguriamo perciò lunga lunghissima vita".
La mattina dopo ci arriva la notizia: il prezioso collaboratore (antipaticissimo fra l'altro) è morto stecchito nella notte.
(manca la faccina con le corna degli scongiuri)
In giardino son già spuntate le primule, le margherite e le viole. Anche i mimosi sono in fiore, a Empoli.
Il mio elisir di invecchiamento sono gli adolescenti
Ho avuto una sciorta la scorsa settimana al rientro
Ero circondata da ragazzini di una scuola media di Livorno sullo stesso volo :v
Io volevo fare la veterinaria e più o meno ci sono riuscita :asd:
tanto, il 99% dei lavori, anche quelli più attraenti e in apparenza più confacenti alle proprie aspirazioni, nella realtà tende a deludere, per troppi motivi contingenti; tranne casi rarissimi di grande autonomia, successo e remunerazione, alla fine quello che conta davvero sono circostanze "esterne" poco preventivabili, disponibilità di tempo, autonomia, elasticità in relazione al carattere di una persona;
dovessi suggerire una carriera a dei figli, farei loro presente qualche attitudine mostrata nell'adolescenza, come disposizione gratuita; in sostanza, fare quello che faresti anche da sola su un isola deserta, senza alcuna implicazione di identità sociale, o che faresti o hai fatto gratis, come hobby, magari compulsivo, com'era nel mio caso;
a me è piaciuto il mio lavoro "serio", anche perché avevo soddisfazioni ed elasticità nel gestire i miei tempi; ma soprattutto perché potevo contemporaneamente fare - pagato profumatamente e in giro per il mondo, bei viaggi e ristoranti - quello che facevo gratis a 13-18 anni, e cioè cercare e comprare dischi, una sublimazione incruenta della caccia che mi teneva alto il livello di adrenalina.
Mah, nell'ambiente giudiziario che conosco io quelli che arrivano sono figli o nipoti di magistrati...
Comunque anche a me sarebbe piaciuto come lavoro. Ho sempre amato il lavoro di indagine. Non per niente sono poi finita a fare la giornalista, unendo la passione per le indagini a quella per la scrittura.
esterno per il servizio studi della Camera; traducevo e commentavo trattati, regolamenti, studi, e soprattutto leggi straniere, quando si doveva redigere su un determinato tema e si prendeva a modello una legislazione, più o meno compatibile a seconda dell'ordinamento di origine; con un incarico al mese, che mi gestivo come volevo, a scadenza; e poi facevo il compratore di dischi per un negozio, una volta al mese in UK, due o tre volte l'anno in giro per gli USA; quindi, se avevo in programma 5 giorni a Londra, dovevo anticipare; spesso lavoravo in vacanza, col pc in spiaggia :asd:
mi sono divertito tanto; pagato poco, perché lo stato, si sa... e niente contributi fino al 2003, perché quell'amministrazione non era tenuta; ma i vantaggi erano tanti e non mi potevo lamentare;
ma ti posso dire che tra i miei coetanei e amici di gioventù, compagni di liceo o uni, quelli più soddisfatti di tutti sono proprio i giornalisti, parecchi anche famosi, oggi; tutti ottimamente retribuiti, ma quasi tutti, però, specializzati in economia, che è la chiave per fare carriera interna, la vera materia per cui l'informazione si paga da sola, a prescindere dalla pubblicità;
il giornalista con una forte formazione economica non lo ammazza o licenzia nessuno e fa sempre una carriera più brillante degli altri, a parità di capacità e intelligenza; primo perché offre competenze poco fungibili; secondo perché può giocare bene anche da commentatore politico, dato che ha una visione tridimensionale dei motivi di fondo di tante dinamiche e scelte, è capace di prevedere certe circostanze e determinanti di causalità che spesso sfuggono nel caso inverso, del notista di palazzo, abituato alle pastette di partito;
chi capisce bene l'economia, capisce anche come funziona la società; lo consigliava Piero Ottone - direttore CdS anni 70/80, un grandissimo - agli aspiranti giornalisti;
oltretutto, basterebbero un par d'anni di studio mirato anche in corso d'opera per mettersi all'altezza di un servizio almeno decente, per chi è già nella professione; un mio amico lo ha fatto, ed è passato dalle cronache dello spettacolo all'economia - a Repubblica, non il Gazzettino della val Trompia - in pochi anni, blindando una carriera altrimenti super-precaria.
Secondo il ragionamento di Axe dovrei consigliare a mia figlia di fare la cavia per un centro di ricerca sul sonno, o recensione di serie tv, sigarette, cocktail e cosmetici :asd:
:rotfl:
magari sarebbe una brava psicologa o psichiatra, chissà...
la lettura delle attitudini dei figli credo sia poco intuitiva per i genitori, almeno se ripenso a come mi vedevano i miei, con tutte le distorsioni e proiezioni del caso; anche perché i genitori hanno poco tempo per andare oltre la mera elencazione di quello che appena vedono fare ai figli, e questi spesso omettono i loro sentimenti autentici per sottrarsi a possibili giudizi negativi;
per capire davvero, bisognerebbe essere addestrati a riconoscere desideri che spesso in prima persona si soffocano o censurano, perché creano disagio; perciò si confonde l'essere col dover essere, lo strutturale col sovrastrutturale e strumentale; non è facile.
Eh ma quella era un'altra generazione Axe. Lo so anch'io che i giornalisti un tempo erano ben retribuiti. Ora purtroppo le cose vanno diversamente. Chi ha i vecchi contratti sta bene ma ormai con i contratti nuovi un giornalista viene pagato come un normale impiegato. E i grandi giornali non assumono neppure. In tanti collaboriamo con testate nazionali. Peccato che ti pagano a pezzo, e sempre una miseria. Roba che lo fai solo per la gloria. Assunzioni zero. Pure una mia collega che si è fatta un certo nome come giornalista di moda al Corriere non ha la minima prospettiva di assunzione. Oggigiorno va così purtoppo.
Per quanto mi riguarda vade retro l'economia, anche se è il mio campo di formazione (prima di iscrivermi a Giurisprudenza avevo fatto un paio d'anni di economia e ho comunque un diploma di tipo economico). Mi fa decisamente cagare :asd:
va così per informazioni dispensabili, di valore opinabile;
capisco che sembri una materia arida, ma è l'hardware di tutto, anche a livello di informazione locale, e le teorie astratte servono solo come preparazione generale;Citazione:
Per quanto mi riguarda vade retro l'economia, anche se è il mio campo di formazione (prima di iscrivermi a Giurisprudenza avevo fatto un paio d'anni di economia e ho comunque un diploma di tipo economico). Mi fa decisamente cagare :asd:
se sai tutti i caxxi interni alla locale cassa di risparmio, chi è in consiglio, a quali interessi è legato, a chi deve favori, sei in grado di offrire un servizio poco fungibile; prevedi i risultati elettorali, distingui i proclami roboanti dei candidati da quello che avverrà in pratica se li eleggono; mentre la collega di nera o spettacolo è un pezzo dell'ingranaggio sacrificabile, se calano gli introiti pubblicitari;
se, nella stampa, cartacea o on-line qualcuno ha più probabilità di sopravvivere o far carriera, è gente dotata di queste competenze, che l'utente interessato paga, a prescindere dal contorno di cronaca, costume e altro, dipendente dalla pubblicità e dall'economia stessa; chi paga per leggere MiFi o il Sole continuerà a farlo, che le cose vadano bene o male; se le cose vanno male, il reporter di viaggi esotici o la commentatrice di moda rischiano di consegnare le pizze, o il call-center, sempre che ci sia posto.
Ma secondo me più che alle passioni concrete o ai reali sentimenti, bisognerebbe guardare alle attitudini caratteriali perchè sono quelle che poi vanno a far parte dei criteri esterni quando si tratta di valutare il grado di soddisfazione rispetto al proprio lavoro. Se uno ha l'argento vivo addosso, la chiacchiera continua, la curiosità per tutto che quasi non lo fa rimanere concentrato su niente, per fare un esempio come un altro, dovrà scegliersi un lavoro dinamico, ma non necessariamente in senso di spostamenti fisici, se uno è timido, poco coraggioso o tendente all'ansia dovrà evitare i lavori che lo mettono molto sotto pressione, ecc.
La mia attitudine è sempre stata voler entrare nei misteri e capirli e questa cosa da ragazzina si è manifestata nell'attrazione per tutto ciò che era straniero e di cui non si capiva un'acca... cioè l'apparenza inganna, infatti non era mica perchè avessi un talento per le lingue che mi sono interessata a studiarle :v
Non ne dubito, ma proprio come materia non mi piace. Ho pure scritto di questo argomento, visto che ho lavorato per un settimanale economico, ma non fa per me. Io amo il giornalismo di cronaca nera, l'indagine, l'investigazione. Poi ancora mi capita di scrivere articoli economici, ma ripeto, non mi specializzerei mai in quel settore. Non fa per me.
per esempio: qualche giorno fa hai incontrato Toninelli, no ?
ora, un giornalista economico, nel momento in cui è stato formato il governo, si sarà chiesto: perché un movimento creato e comandato da un genovese e da un milanese, che prende voti in tutto il sud, con tutti i rappresentanti, fatti ministri, siciliani, salentini, campani, romani che hanno a frotte, piazza proprio l'unico cremonese del mazzo al ministero dove girano i soldi veri ? e avrà potuto prevedere quello che poi si è verificato puntualmente; e cioè che gli stanziamenti per le infrastrutture di fatto vanno tutti al nord, e che il sig. Nessuno sta lì perché da prima hanno programmato di tenerci uno che per storia e relazioni si sa chi è e quanto è controllabile, manipolabile, forse ricattabile; io leggo le cose in questo modo, in automatico, perché sono formato a farlo; se ti leggi le mie discussioni con gattomiao di tre anni fa, gli dicevo che ad un certo punto nessuno avrebbe più parlato di immigrazione e si sarebbero scontrati sui soldi e le autonomie; mica sono un mago; sono solo stato formato a guardare a ciò che conta davvero in queste cose; e lo può fare chiunque;
mi dirai: sticazzi !, e capisco;
però, se il tuo lavoro è dare informazioni a chi investe centinaia di milioni, o anche solo migliaia di euro in borsa, sui cementifici, autostrade, gruppi bancari coinvolti in quelle opere, o a chi compra terreni, capannoni, investe in aree sull'incognita/tempo che quelle saranno servite, poter prevedere a partire da certi segnali fa la tua carriera nel settore dell'informazione.
se ha fretta, deve fa' la modella :D pare che medicina si addica alle scorpionesse, anche se io non ci credo, eh... :D poi ci sono tutte le serie tv dei medici, gli psicocosi devianti, ecc... una buona base :asd:
ma finita la scuola cambia tutto, la motivazione... però un'attitudine introspettiva la intuivo; falle leggere Costanza J., e magari la prende in simpatia per humour e sarcasmo, e si appassiona alla materia leggendo qualcosa di già strutturato, significativo.
guarda che in economia e finanza c'è parecchio da investigare, ed è anche molto impegnativo, e pure rischioso in una certa misura, perché e tutto riservatissimo, dove le cose contano; non lo zozzone che prende la moglie a colpi di scure, ma la cronaca nera "alta" è quasi sempre intrecciata con questioni di finanza; vatti a spulciare il caso Calvi-IOR di 40 anni fa, se ti piace il noir...
Qualche giornalista in effetti è finito ammazzato
Lo so, ma non è il tipo di investigazione che piace a me, sinceramente.
Poiok ci sono storie, soprattutto quando scrivi di mafia, in cui ci sono dentro vicende economiche, ma finché è quello lo faccio pure volentieri. E' proprio occuparmi di economia pura e semplice che mi da noia: cessioni, acquisizioni, mercato, borsa. No, no, vade retro. E' un settore che proprio non mi prende.
non ho difficoltà a capirti, perché sulle prime faceva cagare anche a me, dato che sembra una cosa grigia e ragionieristica, poco epica e immaginativa; sta come la balistica alla guerra, o il solfeggio al canto; ma quando ci entri un po' dentro ti accorgi che è una cosa in cui entrano passioni ed emozioni, investimenti emotivi potenti, che sono la moderna versione delle guerre di un tempo; e soprattutto osservi la realtà che ti circonda in un modo completamente diverso, molto più smaliziato e meno ingenuo; chi capisce l'economia diventa anche un cittadino di serie A, ed è molto meno manipolabile, fa comunque sempre parte di un'élite, se non altro, culturale.
Ciò mi ricorda che ho comprato un libro sulla storia dell'economia e devo decidermi ad iniziarlo...
Avete visto ieri sera la super luna? Io sì, era bellissima ma stavo guidando e non ho neanche provato a fotografarla.
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