But I have lived, and have not lived in vain:
My mind may lose its force, my blood the fire,
And my frame perish even in conquering pain;
But there is that within me which shall tire
Torture and Time, and breathe when I expire.
Byron
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But I have lived, and have not lived in vain:
My mind may lose its force, my blood the fire,
And my frame perish even in conquering pain;
But there is that within me which shall tire
Torture and Time, and breathe when I expire.
Byron
"ora ce ne andiamo dai rumori,sono troppi,
ci confondono,non aver paura,la luce è lontana,
ma la nebbia si dirada a poco a poco...
non guardare indietro,all’ipocrisia,alla falsità...
nessun coltello ti ferirà...ti guardo le spalle,ti ho già
preso per mano, mi sfuggi...
forse non riusciamo a crederci,
ma sono qui ancora."
T. Stevens
è una specie di colpo di testO, solo... in chiave poetica.
Un thread per le poesie che più vi piacciono, che più vi hanno colpito, o che vi hanno segnato
per poterle immortalare qui, come in un poster
io comincio con...
APPARIZIONE (Stephane Mallarmè)
La luna intristiva. Serafini in lacrime
Sognando, l'archetto tra le dita, nella calma dei fiori
Vaporosi, traevano da viole moribonde
Bianchi singhiozzi, scivolanti sull'azzurro delle corolle.
Era il giorno benedetto del tuo primo bacio.
La mia fantasia dilettandosi di martirizzarmi
S'inebriava sapientemente al profumo di tristezza
Che, anche senza rimpianto e senza disagio, lascia
Il Cogliere di un Sogno al cuore che lo colse.
Vagavo dunque, l'occhio fisso al selciato consunto,
Quando col sole sui capelli, nella strada
E nella sera, tu ridente mi apparistim
E io credetti di vedere la fata dal capello di luce
Che un tempo nei miei sogni di fanciullo viziato
Passava, lasciando sempre dalle sue socchiuse mani
Nevicare bianchi mazzetti di odorose stelle
[bellissimo thread..]
Tedio invernale
[I]Ma ci fu dunque un giorno
Su questa terra il sole?
Ci f
[grazie]
UNA POESIA E' UNA CITTA' (Charles Bukowski)
Una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità.
Una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi.
Una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera.
Una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore...
Una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade.
Questa poesia, questa città,
che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l'oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte...
Una poesia è una città,
una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo...
E ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l'altro fino all'estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare
e pensare che il vecchio Buko era convinto di non saper scrivere poesie...:rolleyes:
Io ti chiesi
Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste
(Hermann Hesse)
Stella
Stella, mia unica stella,
Nella povertà della notte, sola,
Per me solo rifulgi;
Ma, per me, stella
Che mai non finirai d'illuminare,
Un tempo ti è concesso troppo breve,
Mi elargisci una luce
Che la disperazione in me
Non fa che acuire.
G. Ungaretti
Lavandare
Nel [I]campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene:
Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l
Voglio una coppa piena sino all' orlo - John Keats
[I]Voglio una coppa piena sino all'orlo
E dentro annegarci l'anima:
Riempitela d'una droga capace
Di bandire la Donna dalla mente.
E non voglio dell'acqua poetica,
Che scaldi i sensi al desiderio lussurioso,
Ma una sorsata profonda
Tracannata dalle onde del Lete,
Per liberare con un incanto il mio
Petto disperato dall'immagine
Pi
L'Albatross
Spesso, per dilettarsi, gli uomini della ciurma
catturano gli albatross, grandi uccelli marini
che seguono, indolenti compagni di viaggio,
la nave che scivola sugli amari flutti .
Appena deposti sulle assi della tolda
questi re dell'azzurro, maldestri e vergognosi
lasciano pietosamente le grandi ali bianche
trascinarsi come remi accanto a sè.
Quant'è è goffo e fiacco questo viaggiatore alato!
Lui, prima così bello, quant'è comico e brutto!
Uno tormenta il suo becco con un mozzicone acceso,
l'altro mima, zoppicando, l'infermo che volava.
Il Poeta assomiglia al principe delle nubi
che sfida la tempesta e sbeffeggia l'arciere;
esiliato al suolo in mezzo al baccano
le sue ali di gigante gli impediscono il cammino.
C. Baudelaire
(Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
À peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d'eux.
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brûle-gueule,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!
Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l'archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.)
Una Porta si apr
Candele
Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.
Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
la memoria m'accora il loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s'allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente
Kεριά
Του μέλλοντος η μέρες στέκοντ' εμπροστά μας
σα μια σειρά κεράκια αναμένα -
χρυσά, ζεστά, και ζωηρά κεράκια.
Η περασμένες μέρες πίσω μένουν,
μια θλιβερή γραμμή κεριών σβυσμένων·
τα πιο κοντά βγάζουν καπνόν ακόμη,
κρύα κεριά, λυωμένα, και κυρτά.
Δεν θέλω να τα βλέπω· με λυπεί η μορφή των,
και με λυπεί το πρώτο φως των να θυμούμαι.
Εμπρός κυττάζω τ' αναμένα μου κεριά.
Δεν θέλω να γυρίσω να μη διω και φρίξω
τι γρήγορα που η σκοτεινή γραμμή μακραίνει,
τι γρήγορα που τα σβυστά κεριά πληθαίνουν.
Kostantinos Kavafis / Κωνσταντίνος Καβάφης
Viene adagio la sera
Viene adagio la sera, camminando
tra gli alberi lontani nella neve
e silenziosa preme le sue guance
fredde alle finestre, per spiare.
E nelle case cresce il buio.
I vecchi sulle sedie pensano,
le madri sono come regine,
i bambini lasciano da parte i giochi
e le ragazze non filano più.
La sera fuori tende l'orecchio
nella casa, e dentro ascoltano
il silenzio della sera.
Rainer Maria Rilke
Qui io ti amo
Qui io ti amo.
Tra pini scuri si srotola il vento.
Brilla fosforescente la luna su acque erranti.
Passano giorni uguali, inseguendosi l'un l'altro.
Si dirada la nebbia in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte mi alzo all'alba e persino la mia anima
Un "voi" vuoto con un "tu" caloroso
scambiava lei nel parlarmi
e suscitava nel cuore innamorato
i più bei sogni di felicità.
Davanti a lei sto in silenzio
di distogliere gli occhi non ho forza
e le dico: "come siete cara"
e penso "come ti amo"...
Aleksandar Sergejevič Puškin
(ПУСТОЕ ВЫ СЕРДЕЧНЫМ ТЫ
ОНА, ОБМОЛВЯСЬ, ЗАМЕНИЛА,
И ВСЕ СЧАСТЛИВЫЕ МЕЧТЫ
В ДУШЕ ВЛЮБЛЕННОЙ ВОЗБУДИЛА.
ПРЕД НЕЙ ЗАДУМЧИВО СТОЮ
СВЕСТИ ОЧЕЙ С НЕЕ НЕТ СИЛЫ
И ГОВОРЮ ЕЙ: "КАК ВЫ МИЛЫ!"
И МЫСЛЮ: "КАК ТЕБЯ ЛЮБЛЮ!")