Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
se fosse così, non ti troveresti a fare la paladina dell'impegno o del ritegno; né ci sarebbe l'epica della conquista e del possesso, perché il mancato consenso significherebbe mancato consenso, e non un "forse" o un "sì" differito, come recitano tanti adagi; oh, ma la folla che applaude gli stupratori della Circumvesuviana all'uscita dal commissariato non è un racconto di fantascienza...
Non faccio nessuna paladina, parlo di esperienza personale. Cosa c'entrano gli stupratori e chi li applaude? La violenza è violenza e non ha niente a che vedere con la seduzione e con l'amore, ma piuttosto con una cultura della violenza e del macho.
Citazione:
non è una questione di evitare la fatica, ma di godersi una personalità nella sua libertà, senza la necessità di ricorrere a linguaggi convenzionali generici, che si sostituiscono all'ascolto; io sono molto sensibile alla componente "recita", e mi infastidisce, perché il più delle volte è un cliché basato sui luoghi comuni di quello che dovrebbe piacere al maschio, non mi fa conoscere la persona o mi costringe alla decrittazione, ad uno stato innaturale, di vigilanza, anche mio;
Guarda che tu confondi la fatica/impegno di fare qualcosa che vuoi fare per la persona a cui vuoi bene (pensa ai genitori con i figli), con la fatica generata dal senso di costrizione nel dover fare qualcosa che non vuoi per la persona che dici di amare. E' una differenza sottile, ma è quella che genera l'equivoco che continui a ripetere. Se ami una persona affronti la fatica senza pensarci perchè ne hai la motivazione, tanto che, come hai detto tu, neanche ti sembra fatica; la recita, il finto amore genera invece il peso che poi finisce per rivendicarne il costo col ricatto perchè in realtà stai facendo qualcosa che non vuoi.
Citazione:
appunto: se non riesci a vedere difetti, vuol dire che te li sta nascondendo, e lavora in modalità seduzione; allora ti serve molto ascolto, leggere tra le righe; non è facile, perché siamo addestrati a questo teatro; paradossalmente, in un forum come questo è molto più difficile mentire, perché prima o poi, chi scrive si sbraca sempre e qualche segnale di verità lo manifesta, se uno legge con attenzione;
per questo mi riferivo, come benchmark, al collega non libero, il gay - insomma, chi non vuole sedurti - la persona che vedi al naturale quotidianamente e che cominci a considerare solo dopo un po', perché quella circostanza è rilassante, hai capito i difetti e ci puoi convivere;
Ok, allora ti sfido, vediamo se hai trovato i miei segnali di verità :mmh?:
Citazione:
pare che una compatibilità generale o un interesse si stabiliscano nei primi 15 minuti di frequentazione :asd: cioè, il subconscio rileva, ma elementi pregressi possono spingere ad ignorare; il desiderio di accoppiarsi, l'aderenza ad un imprinting di quella persona, che lo associa a qualcosa di gradito, e altro;
in realtà, saremmo formidabili, perché geneticamente predisposti da milioni di anni di evoluzione, a decodificare i ritmi emotivi di ogni persona che possiamo osservare per un certo periodo; c'è una certa regolarità, come una curva che si ripete, e quando si individua quel ritmo si prendono le misure, più o meno consapevolmente; ma poi, altre circostanze disinnescano quel vaglio critico; per esempio di fronte a persone irascibili e potenzialmente violente, possono entrare in gioco propensioni personali pregresse che attraggono, e allora non opera l'istinto alla fuga;
certo; ma capisci bene che in questo modo, conseguito l'obiettivo, può benissimo esaurirsi la spinta che occupava quello spazio desiderante, per far posto ad un altro desiderio; se il fine avere figli, viene conseguito, la persona desiderante di prima non è più la stessa di quando non aveva figli; per molti aspetti potrebbe essere ancora più attaccata, ma per molti altri è facile che vengano a galla le rimozioni che hanno consentito quella scelta, sotto la spinta del desiderio di una famiglia;
Eh va beh, ma se dopo tanti anni si prendono strade diverse uno se ne fa una ragione, capita.
Citazione:
le relazioni libere da impegno addestrano a leggere il comportamento altrui in condizione di libertà, a valutare il proprio potenziale di compatibilità in assenza di finalismi che non siano quelli del piacere immediato della compagnia;
a me è capitato diverse volte di stare con donne non libere; in alcuni casi c'era anche sofferenza, perché avrei voluto quella persona; ma intanto avevo una relazione con una parte libera e spontanea di quella persona, che sceglieva me solo per ciò che ero di persona, e non per opportunità o opportunismi diversi; semmai, il mio vero rammarico è che da giovane l'insicurezza e il luogo comune mi faceva cercare il legame "istituzionale", e mi impediva di coltivare al meglio queste situazioni; con una di queste sono tornato 20 anni dopo, tipo Harry & Sally :asd:
Invece nella mia esperienza, le relazioni libere da impegno sono quelle in cui finisci per essere usato e messo da parte senza troppi complimenti quando il giocattolo ha stufato. Perchè mai una che non ti vuole bene dovrebbe usarti sensibilità, riguardo, ecc.?
Citazione:
non mi sembra un ragionamento efficiente: il voler bene degli adulti è un concetto che non ha una traduzione praticabile a quell'età, proprio perché è una somma di esperienze, non di nozioni; per questo le paturnie della tua bambina con le amiche ti sembrano incomprensibili;
è più probabile che i genitori siano imbarazzati all'idea della sessualità dei figli, esattamente come lo si è da figli per quella dei genitori; solo che nel primo caso ricorre una responsabilità;
il voler bene dei ragazzini è qualcosa che dovrebbe trovare una normazione, soprattutto col sesso; ma questa non può prescindere dalla realtà che possiamo conoscere, e che non corrisponde alla forme e ai sentimenti che vorremmo in quanto adulti; se i tuoi figli a 13 o 14 anni vedranno dei film porno, perché questo accadrà, quasi inevitabilmente, nel momento in cui quelli inizieranno ad elaborare le loro pulsioni e a guardare coetanee e coetanei, il racconto rassicurante dei sentimenti non è adeguato a dare un significato a ciò che vedono, e viene recepito in modo molto diverso da ciò che razionalmente il genitore pensa di comunicare, perché la psiche di un ragazzo funziona così;
il padre che fuma può anche dire in perfetta buona fede: non fumare, ché fa male; ma il ragazzo capirà che se lo fa papà, tanto male non è; ma bisogna essere adulti; quindi, quando quello vorrà accelerare il suo ingresso all'età adulta, cosa farà prima di tutto..?
Personalmente vedo invece che mia figlia già da quando era più piccola era capace di distinguere gli amichetti 'buoni' per lei da quelli 'cattivi' e non lo faceva in base alle categorie di giudizio degli adulti, ma con la semplicità tipica dei bambini, notando quelli che erano gentili (parola sua) per il solo gusto di esserlo. Già da piccoli i ragazzini si scelgono e hanno la capacità di riconoscersi in qualche modo, altrimenti non mi spiego perchè gli amici che le piacciono sono esattamente quelli giusti per il suo carattere e quelli che le stanno antipatici sono dello stesso tipo che odiavo anche io da ragazzina :dentone:
Citazione:
beh, ma non è così, non si fa questo calcolo; essere un po' svampita era il rovescio della medaglia di un carattere tollerante, come il mio, che sono disordinato e potevo permettermelo con quella persona; nel momento in cui si verificava il ritardo, io ero genuinamente rilassato e non la vivevo come una fatica; era quella personalità, nel suo insieme;
secondo me, la "truffa" sta proprio nel finalismo che occupa in modo poco avvertito lo spazio del desiderio, rimuovendolo; ti insegnano che avere una famiglia è sacrificio, e questo è necessariamente vero; ma non ti insegnano a capire cosa vai a sacrificare e se questo sacrificio sarà sostenibile, perché il modello in positum, coi suoi ruoli e archetipi, andava bene, nel senso che era avvertito come sostenibile per i più, un secolo fa;
e qui si ritorna a bomba, sulla necessità di insegnare a gestire il desiderio, quello vero, al netto delle sovrastrutture di sentimento istituzionale di coppia, che può essere una costruzione a posteriori, di constatazione retrospettiva di un successo, o di qualcosa che è stato, effettivamente;
altrimenti, un adolescente, e poi un giovane, che abbia una pulsione sessuale si sentirà colpevole per questa se non la vive in un contesto di sentimento standard che gli è stato indicato ed elaborerà delle forme nevrotiche per proteggersi, mentendo a se stesso e all'altra persona, pur di non sentirsi in colpa o per riscuotere l'approvazione dei genitori; abituandosi a rimuovere, sarà molto più esposto a scelte sbagliate, a ritrovarsi in famiglia come cane e gatto.
Ma perchè dovrebbe sentirsi in colpa se gli si insegna a scegliere bene il partner per vivere un'esperienza gratificante e di crescita? Mica gli si dice che se lo deve sposare!