Finch� rimane nella testa delle persone, non incide sulla loro vita concreta: Quando dalla testa passa al cuore, Dio opera meraviglie nella loro esistenza....
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Gi� l�Aurora, levandosi a Titone
D�allato, abbandonava il croceo letto,
E ai Dei portava, ed ai mortali il giorno;
E gi� tutti a concilio i Dei beati
Sedean con Giove altitonante in mezzo,5
Cui di possanza cede ogni altro Nume.
Memore Palla dell�egregio Ulisse,
Che mal suo grado appo la ninfa scorge,
I molti ritesseane acerbi casi.
O Giove, disse, e voi tutti d�Olimpo10
Concittadini, che in eterno siete,
Spoglisi di giustizia, e di pietade,
E iniquitate, e crudelt� si vesta
D�ora innanzi ogni Re, quando l�imago
D�Ulisse pi� non vive in un sol core15
Di quella gente, ch�ei reggea da padre.
Ei nell�isola intanto, ove Calipso
In cave grotte ripugnante il tiene,
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Giorni oz�osi, e travagliosi mena;
E del tornare alla sua patria � nulla,20
Poich� navi non ha, non ha compagni,
Che il carreggin del mar su l�ampio tergo.
Che pi�? Il figliuol, che all�arenosa Pilo
Mosse, ed a Sparta, onde saver di lui,
Tor di vita si brama al suo ritorno.25
Figlia, qual ti sentii fuggir parola
Dal recinto de� denti? a lei rispose
L�adunator di nubi Olimpio Giove.
Tu stessa in te non divisavi, come
Rieda Ulisse alla patria, e di que� tristi30
Vendetta faccia? In Itaca il figliuolo
Per opra tua, chi tel contende? salvo
Rientri, e l�onde navigate indarno
Rinavighi de� Proci il reo naviglio.
ODISSEA CAP. 5
.."Le decisioni sono soltanto l�inizio di qualcosa. Quando si prende una decisione, in realt� si comincia a scivolare in una forte corrente che ti porta verso un luogo mai neppure sognato al momento di decidere.."
L'ALCHIMISTA-Paulo Coelho
Stupenda!
"...niente come un fuoco quando un uomo � gelato, riscaldarsi le mani alle fiamme alte, il cuoio dei piedi scalzi accanto alla brace, e il freddo che se ne va dalle ossa, lentamente, come neve che si scioglie al sole. A dire il vero, meglio di questo che c'�, solo una donna a letto, e se la donna � quella che si vuole, ci manca solo che compaia sulla strada, come ora vediamo Blimunda, � venuta a condividere lo stesso freddo e la stessa pioggia, e porta una delle sue gonne che mette sulla testa dell'uomo, quest'odore di donna che fa venire le lacrime agli occhi, Sei stanco, ha chiesto lei, quanto basta perch� il mondo diventi sopportabile, una falda della gonna copre le due teste, con un brutto paragone � un cielo, magari vivesse cos� Dio con i nostri angeli".
Jos� Saramago
Memoriale del convento
"L'unica ossessione che vogliono tutti: l'"amore". Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l'amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due."
(Philip Roth, da L'animale morente)
"S� crea sempre questa situazione, dove stai l� a guatare una persona aspettando che si dimostri diversa da come �, e ogni volta che questo non succede la guardi con pi� risentimento. Sono stata con mio marito quindici anni, e tutto il tempo ho continuato a considerarlo responsabile del fatto che la mia vita non mi piaceva, e che lui non mi piaceva, e poi di colpo ho visto la situazione dal di fuori e mi � sembrata abbastanza ridicola. All'inizio quando sono venuta via ero abbastanza stranita, perch� non potevo pi� dare la colpa di niente a nessuno".
Andrea De Carlo, Uccelli da gabbia e da voliera.
L'ho letto tanti anni fa.
Da adolescente avr� letto almeno quattro dei suoi romanzi.
Per me � il primo. Non � male, pensavo peggio.
Vorrei dirvi: Sono nato in carso, in una casupola col tetto di paglia annerita dalle piove e dal fumo. C'era un cane spelacchiato e rauco, due oche infanghite sotto il ventre, una zappa, una vanga, e dal mucchio di concio quasi senza strame scolavano, dopo la piova, canaletti di succo brunastro.
Vorrei dirvi: Sono nato in Croazia, nella grande foresta di roveri. D'inverno tutto era bianco di neve, la porta non si poteva aprire che a pertugio, e la notte sentivo urlare i lupi. Mamma m'infagottava con cenci le mani gonfie e rosse, e io mi buttavo sul focolaio frignando per il freddo.
Vorrei dirvi: Sono nato nella pianura morava e correvo come una lepre per i lunghi solchi, levando le cornacchie crocidanti. Mi buttavo a pancia a terra, sradicavo una barbabietola e la rosicavo terrosa.
Poi son venuto qui, ho tentato di addomesticarmi, ho imparato l'italiano, ho scelto gli amici fra i giovani piú colti; ma presto devo tornare in patria perché qui sto molto male.
Vorrei ingannarvi, ma non mi credereste. Voi siete scaltri e sagaci. Voi capireste subito che sono un povero italiano che cerca d'imbarbarire le sue solitarie preoccupazioni. È meglio ch'io confessi d'esservi fratello, anche se talvolta io vi guardi trasognato e lontano e mi senta timido davanti alla vostra coltura e ai vostri ragionamenti. Io ho, forse, paura di voi. Le vostre obiezioni mi chiudono a poco a poco in gabbia, mentre v'ascolto disinteressato e contento, e non m'accorgo che voi state gustando la vostra intelligente bravura. E allora divento rosso e zitto, nell'angolo del tavolino; e penso alla consolazione dei grandi alberi aperti al vento. Penso avidamente al sole sui colli, e alla prosperosa libertà; ai veri amici miei che m'amano e mi riconoscono in una stretta di mano, in una risata calma e piena. Essi sono sani e buoni.
L’incipit de Il mio Carso (1912) del triestino Scipio Slataper (che si rivolge ai suoi amici intellettuali fiorentini de La Voce)
Le donne romantiche (…) non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.
Patrick Mc Grath, Follia
«Simile a un osso antico, scarnito e levigato dalla pioggia e dal vento, stava il Vesuvio solitario e nudo nell’immenso cielo senza nubi, a poco a poco illuminandosi di un roseo lume segreto, come se l’intimo fuoco del suo grembo trasparisse fuor della sua dura crosta di lava, pallida e lucente come avorio: finché la luna ruppe l’orlo del cratere come guscio d’uovo, e si levò estatica, meravigliosamente remota, nell’azzurro abisso della sera. Salivano dall’estremo orizzonte, quasi portate dal vento, le prime ombre della notte. E fosse per la magica trasparenza lunare, o per la fredda crudeltà di quell’astratto, spettrale paesaggio, una delicata e labile tristezza era nell’ora, quasi il sospetto di una morte felice.»
C. Malaparte, La pelle
Divino :love:, anche se non ho dormito la notte per alcune scene...
Ho osservato e catalogato, con ribrezzo, ogni tipo di eritemi, cheratinosi, lesioni pre-melanoma, macchie da mal di fegato, eczemi, verruche, cisti papulari, pancioni, celluliti femorali, vene varicose, trattamenti al collagene e al silicone, tinture orribili, trapianti di capelli malriusciti – insomma, ho visto un sacco di gente seminuda che avrei preferito non vedere seminuda. Mi sono sentito depresso come non mi sentivo dalla pubertà e ho riempito quasi tre taccuini per capire se era un Problema Mio o un Problema Loro.
(Una cosa divertente che non farò mai più, D.F. Wallace)
Chi non sa mettersi a sedere sulla soglia dell’attimo dimenticando tutte le cose passate, chi non è capace di star ritto su un punto senza vertigine e paura come una dea della vittoria, non saprà mai cos’è la felicità, e ancor peggio, non farà mai alcunché che renda felici gli altri.
(Sull'utilità e il danno della storia per la vita - Nietsche)
Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.
(Haruki Murakami, "Kafka sulla spiaggia")
Ha detto che in una certa fase della vita ti ritrovi tagliato fuori dalla, come dire, felicità non-autocosciente e dalla magia dell’infanzia, che solo chi ha gravi problemi psichici o i bambini autistici sono privi di quella gioia infantile, ma nella fase successiva della vita e durante la pubertà è possibile lasciarsi la libertà e la completezza infantili alle spalle e restare comunque totalmente immaturi. Immaturi nel senso di aspettare o desiderare una specie di papà o di salvatore magico che ti veda per quello che sei, ti conosca, ti capisca e tenga davvero a te come i genitori tengono a un bambino, e ti salvi. Ti salvi da te stessa. […] Ha detto che l’immaturità nelle donne giovani e nelle ragazze si manifesta così; negli uomini assume una forma un po’ diversa ma la sostanza è la stessa, vale a dire voler essere distratti da ciò che si è perso e aggiustati e salvati da qualcuno. Che poi è abbastanza banale, sembra uscito dal manuale del bravo dottore, al che io faccio e sarebbe questo il mio problema di fondo? […] e lui fa no, questo è il problema di fondo di chiunque
Il re pallido, David Foster Wallace
Il sesso scritto da una donna:
"Durante l'amore avevo fatto quasi tutto io; seno, mani, bocca, tutto smaniava di soddisfarlo. Mi sentivo sicura, non mi ero mai sentita così sicura della validità di quello che facevo. Poi ha cominciato a baciarmi là sotto e sono venuta sulla lingua che mi leccava e avevo la sua testa sotto le natiche e mi sembrava di partorirlo, solo che provavo piacere anziché dolore. Si fidava di me. Eravamo due persone, nel senso che non mi stava sopra, non mi soffocava, non faceva cose che non vedevo. Vedevo. Volendo avrei potuto cacargli su quei capelli rossi. Si fidava di me."
Edna O'Brien - Oggetto d'amore
Una bellissima raccolta di racconti, di vario tenore.
La O'Brien ha scritto molte belle cose.
È la prima volta che la leggo: mi è andata bene, presa a casaccio dallo scaffale in biblioteca.
And he piled upon the whale's white hump the sum of all the rage and hate felt by his whole race. If his chest had been a cannon, he would have shot his heart upon it.
Hermann Melville - Moby Dick
L'uomo che si era fermato a guardare i libri guardò l'aria, il cielo, vide il sole sui tranvai, vide un tranvai 27 che ripartiva dalla fermata della Porta, e nella folla di cui era pieno vide, contro i vetri, il gomito e la spalla di una donna.
Un grande suono allora irruppe in lui; e spinse correndo la bicicletta, attraversò i binari, raggiunse la piazza. Il tranvai era già lontano, percoteva di squilli il suo binario già oltre la fermata successiva, ma egli montò sulla bicicletta e lo rincorse. Un pezzo corse, e mai rivide, nel nero della folla chiusa dentro il tranvai, il gomito e la spalla di una donna per i quali correva. Pure sapeva di non essersi sbagliato, perdurava in lui il grande suono, e da ogni giornata ch'era stata, settembre e ottobre, novembre e dicembre, uno splendore veniva a lui, e si univa a quello ch'era ora.
In piazza della Scala, la donna scese.
"Lo sapevo," le disse, "ch'eri tu."
Lei si appoggiò alla sua bicicletta.
"Era," egli le disse, "come tu sei stata."
Lei gli prese e baciò la mano, lasciò che parlasse.
"Correvo, ed era come sei stata. Correva il tram, ed era come sei stata."
Questo in piazza della Scala.
Ma lui non sapeva che cosa intendesse dire. Le indicò le case, il sole, il teatro in macerie, e le disse:
"Hai mai veduto un inverno simile? È come tu sei stata."
La tolse dalla folla, e la condusse fino al marciapiede di via Manzoni: non dalla parte del caffè Cova, dall'altra. "È l'inverno più splendido che abbiamo avuto da un mucchio d'anni," le disse.
"E sai da quando?" soggiunse. "Sai da quando?"
La fermò e di nuovo la guardò. "Dal 1908. Da quando tu sei nata."
Lei era pallida, ma non diceva niente.
"Scusami," le disse. "Ma io ero con te quando sei nata. Non ero con te?"
"Sì," lei rispose.
"Sono stato sempre con te," egli le disse. "Non sono stato sempre con te?"
"Sì," lei rispose.
Uomini e no di Elio Vittorini.
Straamato
Ancora una volta amo tutte queste cose familiari con una accresciuta intensità poichè sto per staccarmene. domani amerò altri tetti,altre capanne: Non lascio qui il mio cuore, come si legge nelle lettere d' amore. Oh, no il mio cuore lo porterò con me, ho bisogno di lui anche lassù sulle montagne, in ogni ora. Poichè io sono un nomade, non un contadino. Sono un adoratore dell' infedeltà, del mutamento, della fantasia. Non tengo in nessun conto l' idea d' inchiodare il mio amore ad una qualsiasi chiazza della terra. Considero tutto ciò che amiamo sempre e soltanto un' allegoria. Dove il nostro amore resta incatenato per trasformarsi in fedeltà e virtù, là esso mi diventa sospetto.
Salute al contadino! Salute al possidente e al sedentario, al fedele, al virtuoso! Io posso amarlo, venerarlo, invidiarlo. Ma ho sprecato metà della mia vita nel tentativo di imitare la sua virtù. Volevo essere ciò che non ero. Volevo essere un poeta e allo stesso tempo un borghese. Volevo essere un artista ed un sognatore ma volevo anche possedere la virtù e godere della patria.E' durato a lungo, fino a che ho compreso che non si può essere ed avere l'uno e la'altro insieme, ho compreso che io sono un nomade e non un contadino,un cercatore e non un depositario.
A lungo mi sono mortificato al cospetto di dèi e di leggi che per me non erano altro che idoli. Questo fu il mio errore, il mio tormento, la mia complicità alla miseria del mondo. Lo accrescevo la colpa e la pena del mondo facendo violenza a me stesso e non osando percorrere il cammino della salvezza.
Hermann Hesse
'La brezza dell'alba ha segreti da dirti.
Non tornare a dormire.
Devi chiedere quello che davvero vuoi.
Non tornare a dormire.
C'e' gente che va avanti e indietro
attraverso le porte dove i due mondi si toccano.
La porta e' tonda e aperta.
Non tornare a dormire'
(Rumi, 1207-1273)
Cos'è il genio?
Una gemma di letteratura in un minuto di lettura:
La Sentinella
Un racconto sulla tolleranza
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni‐luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d'anni, quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri.
Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all'erta, il fucile pronto.
Lontano 50mila anni‐luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...
Fredrick Brown
"Fra quei due denti c'era una fessura che avevo sempre trovato sexy. La sua piccola fessura seducente. La continua promessa della lingua."
Purity - Jonathan Franzen
"Spesso, per cercare di spiegare ciò che si è provato nell'unirsi alla persona che nel sogno era il compagno sacro, si usano metafore che hanno a che fare con l'elettricità o il campo di energia. Questo genere di sogno è un'esperienza di completezza perché simboleggia l'unione intrapsichica fra maschile e femminile.
Quando la sognatrice viene abbracciata dal compagno sacro, nasce un sentimento che è erotismo, beatitudine e senso di unione, allo stesso tempo. Il sogno è "numinoso" (nel senso che ha sulla sognatrice un effetto emotivo in esprimibile, misterioso e divino). La donna si sveglia turbata e commossa: "E' stato un sogno in cui mi sentivo più vera di quando mi sono svegliata. Non lo dimenticherò mai. Quando lui mi teneva tra le braccia mi sentivo beata. Era come un ricongiungimento mistico. Non riesco a spiegarlo: c'era un profondo senso di pace e al tempo stesso una scossa elettrica".
Le dee dentro la donna - Jean S. Bolen
"Il Cattolicesimo predica l’Anticristo, ve lo assicuro, ve lo giuro! Questa è la mia opinione personale e io so quanto ho sofferto nel rendermene conto! Il Cattolicesimo romano crede e proclama che, senza un potere temporale capace di abbracciare tutta la terra, la Chiesa non possa sussistere. Nonpossumus! No, il Cattolicesimo romano non è una religione, è la continuazione dell’Impero Romano d’Occidente. Nel Cattolicesimo, infatti, tutto è subordinato a questa idea. Il Papa si è impadronito della terra, ha occupato un trono terrestre, ha impugnato la spada e si è circondato di un seguito composto da menzogne, intrighi, imposture, fanatismi, superstizioni e scelleratezze"
Fëdor Dostoevskij, L'Idiota