Ad illudersi che ci sia un posto adatto a noi, fuori di noi.
Hai preso i biglietti per le Orcadi?
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Ad illudersi che ci sia un posto adatto a noi, fuori di noi.
Hai preso i biglietti per le Orcadi?
No, ne devo prendere uno in pi
Sì, certo, uno per me.
Pensavo l'avessi dedotto giorni fa, quando ci stavamo dividendo le mansioni all'interno della società orcadese, come niente fosse ...
Ad un certo punto, smetteremo di spiegarci e ci capiremo in un batter di gomiti?
Come detto amo le cose superflue, quindi amo le lunghe spiegazioni. Una lunga spiegazione
Bene, allora sei diventato narrativo.
Mi racconti una storia?
C'era una volta, alla fine dell'impero, un gentile che aveva eletto a propria dimora la città di Ippona. Egli voleva credere nella possibilità di mantenere viva una tradizione ininterrotta; ed io ciò credendo, confidare di poter salvare se stesso. Certo, il sentirsi un sopravvissuto non lo aiutava, e trasmettere senza sapere a chi dare significa doppiamente tradire.
Eppure non era affatto l'ultimo dei pagani, molti ve n'erano ancora nelle lande da cui spira il Maestrale; di certo lui non lo sapeva, compiacendosi forse stoltamente, più che dolersene, d'essere un sopravvissuto: tuttavia, vivendo nella cristiana Ippona, che fosse stolto o meno occorre convenire che non facesse alcuna differenza e che egli rappresentasse davvero uno splendido relitto di tempi passati.
Non sopportava i cristiani: distanti dal mondo senza esserne distaccati, gente dappoco e di poca ironia; ossessionati dal peccato, peccavano contro Dio obliando quanti di buono v'è da salvare al mondo.
Credevano che l'Impero affondasse sotto il peso dei suoi peccati senza afferrare la scelleratezza dell'inerzia, innalzavano brutte chiese in pietre rozzamente squadrate e mattoni devastando gli altari di marmo, tagliando i boschi sacri, inquinando le fonti. Che già a Ippona eran poche.
Un giorno la città venne assediata dai Vandali, barbari che nascondevano la propria sfrenata primitività sotto il credo ariano ed il giovane gentile seppe infine che vi erano al mondo mali peggiori dei cristiani sino ad allora conosciuti. Egli era, tuttavia, al contempo affascinato da quella selvaggia vitalità: così distante dal suo mondo ma anche così estraneo all'ipocrisia dei romani della Grande Chiesa, che presumevano di portare avanti le forme di una tradizione dissolvendone l'intima essenza.
Un giorno, mentre la porta per Cartagine gemeva sotto i fieri colpi degli invasori, infine si decise: appiccò il fuoco alla sua biblioteca, rimanendo a guardare le capse accartocciarsi nascondendo i papiri ormai ridotti a carboni. E allora comprese che aveva soltanto abbreviato la loro inevitabile agonia con un gesto di pietà. Le fiamme si levarono alte artigliando il resto della domus, che in breve giacque in cenere: spaventati dalle fiamme che si alzavano alle loro spalle i difensori di Ippona ondeggiarono, in preda allo smarrimento, per un solo fatale istante: tanto occorreva a Genserico per far breccia nelle difese.
Seguì un saccheggio sfrenato e sanguinoso, alla fine del quale le spoglie più ricche della città vennero gettate ai piedi del re Vandalo; e solo allora Genserico chiese il nome di colui cui doveva la vittoria, avendo colto col suo occhio rapace il rogo fatale. Il gentile, che s'era sottratto al massacro della soldataglia ubriaca nascondendosi fra i ruderi fumanti della sua casa, dopo breve cerca venne gettato al suo cospetto: non alzò gli occhi, non volle compensi, chiese solo di potersi convertire all'arianesimo ed unirsi alle schiere del generale.
Per il resto della sua vita, sino a quando in un postribolo di Cartagine trovò la morte per mano d'un pugnale berbero, si diede al massacro ed al saccheggio, alla distruzione di quel che aveva tentato di preservare. Sapeva, in cuor suo, che solo le ceneri concimano il terreno; ma quel che più lo prese fu quella selvaggia vitalità accesasi in un mondo morente.
Sii clemente, o lettore; è il frutto di pochi minuti di ozio e nessun lavor di lima. Chi ne racconta a me una?
Molte volte ho creduto che una voce bella potesse raccontare anche storie assurde, senza capo n
L'Accabadora? E' la prima cosa che m'
Opporcofusillo!
Ti rendi conto che ho appena mangiato una pesca e che , per lei, potrei essere proprio la suddetta "schiantatrice" ?!
Non è un bene, ecco.
Tu come stai?
Male mentalmente come al solito, in misura inversamente proporzionale allo stato di salute fisico, che è ottimo direi in questo periodo.
Rutti spesso a tavola o in giro?
Come rovinare un bello scambio di battute. No, comunque.
Per dove, il prossimo biglietto aereo?
L'aereo lo prenderei per tornare a casa, al piu'.
Hai attitudine al comando?
oh s
Decisamente sì, anche troppo. Ma ci sto lavorando.
Un luogo che vorresti rivedere?
siena.
cosa invidi all'altro sesso?