Mmmmm....finche' uno discorre teologicamente, per quanto risulti apprezzabile mai attirerà alla fede le persone. Altro discorso se spende, concretamente, la propria vita.
Visualizzazione Stampabile
Mmmmm....finche' uno discorre teologicamente, per quanto risulti apprezzabile mai attirerà alla fede le persone. Altro discorso se spende, concretamente, la propria vita.
dipende da chi ti legge, se fossimo all'interno di un dibattito ad iscrizione concorderei
essendo che siamo su un forum pubblico la cui lettura è potenzialmente possibile anche ad uno psicolabile, allora non puoi sapere su chi e come avranno effetto le tue parole.
Questo solo Dio lo sà.
si ma visto che tu non sei dio, e quindi non lo sai, magari sarebbe da evitare.
Conta di piu' il contadino che semina o Colui che fà fruttificare?
è più stronzo il primo austriaco che scaglia un lebbroso dentro la cerchia della città di milano facendo partire l'epidemia, o l'untore che contribuisce alla sua diffusione?
Il nostro parlare potrà servire a qualcuno, ma anche no. Rimane il fatto che e' stato importante, secondo me.
[QUOTE=Gnj;1058069]
A mio parere qui non si parla di dogmatismi, qui bisogna riconoscere che tutto ciò che conosciamo deve avere un principio assoluto. Tutto ciò che accade nel mondo, quello di cui non riusciamo a percepire nemmeno l' utilità, deve essere necessariamente destinato a qualcosa o avere un fine ultimo. Ecco così che noi tendiamo a riconoscere questo principio primo e questo fine ultimo in Dio...
In effetti la causa delle cause o l'effetto degli effetti sazia il nostro intelletto ma non cura i nostri sentimenti.
Ne passato e ne futuro, anche se sono consolanti, possono rendere vitale la vita come il presente. "Beati voi che vedete quello che vedete ed ascoltate quello che ascoltate, qui ed ora" diceva e dice ancora Gesù, colui che ha vinto il mondo, cioè lo spazio ed il tempo.
E' vero che il teismo, ossia credere nel Dio del creato, delle cause e degli effetti induce a riflettere, ma il Dio di Gesù Cristo è il Dio del presente, il Dio di Abramo prima, di Isacco poi e di Giacobbe o Israele poi ancora ( Giacobbe= Israele = popolo ebraico), il Dio di un presente che è con noi adesso come era prima e come sarà dopo, ma per noi è importante questo presente, cioè l'attimo in cui io sono libero di decidere e di prendere la decisione che prima non avevo preso e che poi non potrò più prendere.
Insomma quello che voglio dire è che di Dio ce ne sono molti ma del Dio nostro ce n'è uno solo perché per ognuno di noi ce n'è vero uno solo e non lasciamocelo sfuggire dicendo "tanto c'è tempo"; il tempo del mio e del vostro Dio, ossia del nostro, è fugace e sfuggevole ed anche se in generale il tempo per proiezione si può ripresentare, tale tempo, sinceramente incerto, non sarà mai come il tempo del presente.
Gesù, al cui Dio io credo, ci invita, oltreché a pensare, soprattutto ad agire per poter essere, e con l'essere anche lo stare.
Gran bella osservazione...ma a mio parere è molto più semplice credere ad un Dio del creato che a un Dio magnanimo e miracoloso
Cio
Esattamente...credo che teologicamente credere in un dio del divenire sia questione di fede...una giustificazione ad un Dio trascendente e provvidente è molto difficile se non impossibile da trovare...
[FONT="Book Antiqua"][SIZE="3"]Questa