Originariamente Scritto da
axeUgene
se il dubbio riguarda un margine di errore troppo ampio - come nel nostro caso - semplicemente ignoro quell'ipotesi e decido in base ad altro; che �, nella sostanza, l'atteggiamento tendenziale del cristiano - credente, "culturale" o "via di mezzo" - nella Modernit� degli ultimi secoli;
ci sono due questioni, connesse ma sempre rimosse, che per� rientrano inevitabilmente dalla finestra, perch� essenziali; il perch� ? e la remunerazione;
l'evocazione di una "storicit�" di Ges� - nonostante l'inattendibilit� storica del legame tra vicenda storica e messaggio quale lo conosciamo - � una specie di surrogato moderno dei riferimenti al soprannaturale; siccome l'uomo contemporaneo � troppo istruito per rappresentarsi senza conflitto miracoli e resurrezioni, si lascia una parvenza di verosimiglianza storica lavorando comunque attorno ad un materiale tecnicamente inattendibile;
il meccanismo retorico � quello della sindone: ci sarebbero tutti i mezzi per appurare definitivamente la verit�, e tutti sanno quale sia in effetti; ma si lascia una formula incompiuta perch� chi vuole credere, possa;
a cosa serve tutto questo ? mettendo per il momento da parte l'aspetto triviale del ruolo di intermediazione del clero, la rappresentazione dell'evento soprannaturale serve dare sostanza alla psicologia para-pagana della retribuzione, con la virt� prescritta che viene remunerata da un soggetto esterno in grado di premiare (e incutere timore) poich� onnipotente;
cio�, le parole del Vangelo, vanno seguite in quanto provenienti da un essere soprannaturale e pertanto, nell'idea del fedele, come tali si dovrebbero imporre, se non pi� con la forza - ch� non si pu� pi� - con la persuasione;
nella Modernit�, dove questa formula di sacralit� non ha pi� presa, l'essere umano si ritrova investito dell'onere di incarnarla egli stesso nel momento in cui si pone un limite al proprio agire, anche in assenza di remunerazione;
� logicamente evidente che chiunque, in una condizione di totale libert� e arbitrio, si ponga un limite al proprio agire esprima un sentimento di "fede" relativo a quel limite; il che rende puerile la distinzione tra "credenti" e "non-credenti", dove la condizione dei primi rappresenta semplicemente l'adesione ad una scenografia del soprannaturale e non certo la pretesa superiore qualit� morale;
anzi, se proprio volessimo addentrarci nella circostanza psicologica che presiede alla moralit�, l'uomo moderno, individualista, solo e senza chiese, senza sacralit� organizzata bench� cristianizzato anche solo culturalmente, deve esprimere con molta pi� forza e convinzione quel limite, in assenza di strutture ideologiche e sociali che lo inducono al conformismo in modo organizzato e controllato.