Ovviamente non è necessariamente l'innamoramento l'unica strada che porta a una relazione sentimentale, ca va sans dire
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Ovviamente non è necessariamente l'innamoramento l'unica strada che porta a una relazione sentimentale, ca va sans dire
Ti ringrazio per la spiegazione scientifica, di cui mi pare aver letto qualcosa dai 13 anni in poi...
Stavo dicendo un' altra cosa: se vedi la fase dell' innamoramento come un rincoglinimento totale ok.
Invece se si ipotizza che le propensioni personali verso l'altro siano già presenti nella fase del rincoglionimento e che vadano avanti, per altri motivi, anche dopo, forse non è solo rincoglionimento ma c'era già una conoscenza.
Certo, se uno si innamora del frigobar pieno, la cosa cambia.
Ma certo, come ti ho detto ovvio che i sentimenti possono nascere anche durante la fase del rincoglionimento, ci mancherebbe. Altrimenti tutti poi si lascerebbero dopo neanche un anno.
I sentimenti, se ci sono, sono quelli che sopravvivono quando la fase di rincoglionimento se ne va. Ed è da li che si costruisce qualcosa.
Una curiosità: tu dici di aver sempre saputo che c'era una data di scadenza per le tue relazioni. Da cosa veniva questa consapevolezza? Dal fatto che dopo l'innamoramento non restava nulla o altro?
oddio... che l'innamoramento non abbia nulla a che fare con la sfera emotiva mi pare una cosa un po' grossa;
Bau dice, correttamente:
certo, non pretendo certo di testimoniare di persona chissà cosa; ora, ti chiedo:
se Brad Pitt si interessasse a te, tu non avresti un riflesso di cautela nel coinvolgerti ? io, se Jennifer Aniston si invaghisse di me, sarei molto cauto; non vorrei darle un'altra delusione dopo essere stata abbandonata da Brad :asd:
solo per dire che in una relazione ordinaria, nel mentre che ci si incontra scattano meccanismi inconsapevoli di gestione emotiva e controllo, anche quando invece di Brad c'è Mario; si vuole essere al meglio, ma si valutano più o meno animalmente o razionalmente tante prerogative del potenziale partner; il dettaglio di questa cosa si può vedere in seguito;
ora, la mia esperienza vale quel che vale, ma mi ha suggerito qualche riflessone:
siccome diverse volte sono stato "terzo", ho verificato che le relazioni da amanti - non faccio l'apologia dell'adulterio: possono essere pure loro nevrotiche e ricattatorie come quelle ordinarie - difficilmente occultano la personalità in vista di un controllo "di progetto";
niente occasioni pubbliche, niente figli, investimenti, futuro; puoi farti delle belle scopate, ma per il resto puoi essere solo te stessa e comunicare, avendo poco o nulla da perdere; tutto quello che non puoi nella coppia legittima e che in quella è sepolto già dal primo momento come possibile ostacolo o ragione di conflitto non gestibile;
a questa cosa ho cominciato a pensare quasi 20 anni fa, dapprima in modo confuso, poi sempre più attento; e ho iniziato ad osservare gli altri e a chiedere;
e più ci rifletto e confronto, più mi convinco che nelle coppie "ordinarie" c'è in origine un handicap prodotto da quella necessità di gestire, pianificare, recintare, sterilizzare, che deve rinchiudere in una gabbia tutto quello che dell'altro - ma anche di sé - può deviare, con tutta una serie di autocensure nevrotizzanti; significativamente manifeste nel sesso, che viene meno, perché lì è difficile occultare;
a volte l'assortimento iniziale della coppia è molto gratificante e compensa; Brad e Jennifer difficilmente si lasciano male-male, con umiliazione e rancore;
più spesso l'autocensura originaria in retrospettiva non è ripagata; cioè, alla fine, uno ha investito in una relazione in cui non ha mai potuto essere se stesso, con un grande dispendio di energie psichiche e spesso nemmeno un'impressione di gioia esistenziale, di essere visto, capito e considerato al di fuori di una regola, come pezzo dell'ordinamento funzionale dell'altro, di quelle che dici: sì, sono nella merda, depresso come un cane, ma quella cosa che è stata vale tutto il resto, perché è diventata "io";
io non credo che nelle relazioni ordinarie questo handicap si possa evitare più di tanto; però però forse un briciolo di consapevolezza del meccanismo, e dell'infelicità generata dall'escludere o ingabbiare una porzione di personalità e pulsioni magari attenua e colloca certe frustrazioni, che lasciate libere sottotraccia fanno più danni, entrano nevroticamente nel rielaborare tutto.
Mah, io non so per quale motivo tu debba demonizzare così le relazioni che chiami "ordinarie". Tante non funzionano, ma ce ne sono invece tante che funzionano perfettamente. E te lo dico da una a cui ovviamente non ha funzionato :asd:
Ma osservo molto anch'io. E ci sono relazioni che funzionano perfettamente. Spesso è questione di culo. Devi semplicemente trovare il giusto incastro.
Tu parli di quanto per te abbiano funzionato meglio le relazioni come amante. Ma ti chiedo: che tipo di relazioni erano? Perché molto cambia se fai "il terzo" a puro scopo ludico, o se speri che dall'altra parte ci sia prima o poi una scelta in tuo favore.
perché "demonizzare" ?
ho solo argomentato che nel progetto sono impliciti vincoli che condizionano l'espressione di quei tratti della personalità che possono destabilizzare; magari è una cazzata, ma se ne può discutere; che in partenza di solito valutiamo d'istinto certe caratteristiche di un potenziale partner impegnabile mi sembra un punto di partenza corretto;
dipende cosa si intende per "funzionare"; per me la tua è stata un successone, da quanto è durata, almeno vista dall'esterno, al netto del momento in cui la commenti; ma posso sbagliare; ho visto incasinarsi tante coppie bellissime; in genere, quelle bellissime si sono regolate in modo sereno, anche lasciandosi, ma con un mutuo riconoscimento;Citazione:
Tante non funzionano, ma ce ne sono invece tante che funzionano perfettamente. E te lo dico da una a cui ovviamente non ha funzionato :asd:
non ho affatto scritto che le relazioni clandestine funzionino meglio, così come non demonizzavo quelle ordinarie;Citazione:
Ma osservo molto anch'io. E ci sono relazioni che funzionano perfettamente. Spesso è questione di culo. Devi semplicemente trovare il giusto incastro.
Tu parli di quanto per te abbiano funzionato meglio le relazioni come amante. Ma ti chiedo: che tipo di relazioni erano? Perché molto cambia se fai "il terzo" a puro scopo ludico, o se speri che dall'altra parte ci sia prima o poi una scelta in tuo favore.
ho scritto però che una delle caratteristiche di quelle è che per forza di cose sono già nel lato-ombra dell'esistenza, e pertanto sono per eccellenza il luogo in cui la personalità si "confessa" in un regime di precarietà; tu chiedi:
che tipo di relazioni erano? Perché molto cambia se fai "il terzo" a puro scopo ludico, o se speri che dall'altra parte ci sia prima o poi una scelta in tuo favore
beh, puoi anche sperare in una scelta, ma non sarai quasi mai nella condizione psicologica di una persona in procinto di costruire la coppia ordinaria, nel bene e nel male; e questo non perché le cose non possano evolvere in quel senso, anzi;
ma perché sei già parte di una rivoluzione, di uno scardinamento di un ordine che non puoi riproporre sulle stesse basi; sei un po' come il fratello più grande che partecipa alla sceneggiata di babbo Natale per il fratellino;
cioè, in quel frangente hai contribuito a tirare fuori proprio tutto quello che nella coppia ordinaria era finito sotto il tappeto; che è anche uno dei motivi per cui i separati che si riaccoppino, se sono anche solo mediamente equilibrati, in genere gestiscono tutto meglio; magari hanno già figli e non ne vogliono più, quindi tendono a vincolare un po' meno, perché il progetto è più limitato;
però in qualche modo sono anche più consapevoli di tanti blocchi e casini, censure, limiti delle persone, e osservano meglio;
però, in tutto questo discorso, il nodo centrale per me è che se tra due persone non c'è la capacità, la consapevolezza e l'addestramento a includere le cose eccentriche, potenzialmente destabilizzanti, si perde molta energia nervosa nel rimuovere queste cose e si perdono anche opportunità di capire cose dell'altro che invece possono essere occasioni preziose di gratificazione e riconoscimento;
tu progetteresti una camera da letto con armadi solo per i capo-spalla che porti in lavanderia e senza cassetti per la biancheria, facendo a meno della lavatrice ? ogni giorno un paio di slip nuovi, gettati in terra e dopo due mesi sareste sommersi da mutande intorno al letto :asd:
una decina d'anni fa, su Sky, c'era una trasmissione che si chiamava Sex-Therapy; due sessuologi, donna e uomo, assistevano coppie in crisi; niente di pornografico, una cosa molto pudica; ma la cosa che ricordo è che tutte queste coppie partivano da un problema col sesso, ma in effetti erano sempre incapaci di comunicare un'esigenza psicologica di attenzioni ordinarie nel quadro di un ordine stabilito, perché temevano la cosa come destabilizzante; gente con figli, laureati, con un bel lavoro, ma in quel frangente sembravano bambini balbuzienti o incapaci di comunicare e di vedersi.
Cosa intendi tu per "includere le cose eccentriche"?
Credo che molti iniziano relazioni con un errore di partenza: immaginare un ideale di partner e applicarlo alla persona con cui stanno, sperando che essa vi corrisponda. Tranne poi, rimanere deluso dal fatto che non è così, perché ognuno è quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Tu dici che la mia coppia è stata un successo. Io dico che è stata un grande e prolungato disastro. Sicuramente molto è stata colpa mia: ho mandato giù un sacco di cose, ho accettato tutti i suoi disagi e i suoi problemi psicoloogici, standogli accanto nonostante tutto, soprassedendo sul fatto che lui nei miei confronti non ha mai avuto una completa accettazione. Non accettava il mio lavoro, la mia carriera, la mia necessità di fare sempre mille cose.
Credo che il mio modo di essere l'abbia da un lato affascinato, dall'altro destabilizzato.
Non dico che non ci siamo amati. O almeno, io so di averlo amato. Ma quanto è stato davvero amore e quanto istinto da crocerossina? Quanto mi ha sbilanciato il volerlo aiutare, il voler essere un sostegno al suo malessere?
Certo, immagino che anche lui mi abbia amato, anche se mi resterà sempre il dubbio che più che altro abbia trovato in me una colonna a cui appoggiarsi.
Io credo che le relazioni davvero di successo siano quelle semplici e tranquille, senza troppi scossoni.
Se mi guardo indietro, la mia relazione è stata una continua montagna russa, un investimento pazzesco di energie per tenere in piedi quello che c'era.
io sostengo che il nostro io ogni tot anni si rinnova come lo fanno le cellule del nostro corpo , occorre reinventarsi e conoscendo a fondo il nostro partner non mi sembre sia così difficile
siamo sempre persone nuove e nasce la voglia di fare cose nuove che non dovrebbero lasciare posto alla noia , se interviene quella è meglio lasciare perdere e imboccare altre strade , non cè motivo di vivere una relazione tossica
tutto sta capirla ed analizzarla e si decide in proprio , io posso portarti la mia esperienza di felicemente sposato ma è solo il mio caso , chiedere consiglio vale fino ad un certo punto ...tu sola sai cosa hai trascorso e se ne vale la pena
Voi siete una bellissima coppia Dietry, che ha saputo reinventarsi. E' un po' quello che scrivevo qualche pagina fa: la relazione funziona quando la coppia matura di pari passo con la maturazione dei singoli individui che la compongono. Voi ci siete riusciti, e credo che sia bellissimo!
intendo più o meno quello che scrivi tu, ma non parlerei di pregi e difetti, che sono categorie giudicanti, quanto piuttosto di bisogni e capacità - ma pure di circostanze - fuori dall'orizzonte immaginato;
io mica ho preventivato di fare il terzo, e con quella persona lì con determinate caratteristiche; mentre ho preventivato di fare coppia ordinaria; in questo caso poi sono venuti fuori i guai tipici; nel primo, belle storie - incasinate, sofferte - e in una un grande amore, che ora posso tranquillamente definire tale, per un'infinità di solidi motivi;
come punto di partenza, per una storia così lunga che avrà avuto i suoi dividendi;Citazione:
Tu dici che la mia coppia è stata un successo.
se due non sono tagliati, dopo due settimane si tirano i piatti :asd:
non saprei dire, perché poi i bisogni sono tanti e a strati; io ho la sensazione che questo giudizio - un po' l'ho espresso anche io a suo tempo - sia dovuto al momento e credo lo rivedrai; magari è un po' un peccato che non vi siate "mentalizzati" a vicenda mentre vivevate la cosa, e cioè definire in positum i rispettivi pregi come fossero opere d'arte, ecco...Citazione:
Io dico che è stata un grande e prolungato disastro. Sicuramente molto è stata colpa mia: ho mandato giù un sacco di cose, ho accettato tutti i suoi disagi e i suoi problemi psicoloogici, standogli accanto nonostante tutto, soprassedendo sul fatto che lui nei miei confronti non ha mai avuto una completa accettazione. Non accettava il mio lavoro, la mia carriera, la mia necessità di fare sempre mille cose.
Credo che il mio modo di essere l'abbia da un lato affascinato, dall'altro destabilizzato.
Non dico che non ci siamo amati. O almeno, io so di averlo amato. Ma quanto è stato davvero amore e quanto istinto da crocerossina? Quanto mi ha sbilanciato il volerlo aiutare, il voler essere un sostegno al suo malessere?
Certo, immagino che anche lui mi abbia amato, anche se mi resterà sempre il dubbio che più che altro abbia trovato in me una colonna a cui appoggiarsi.
a me per fortuna questa cosa è capitata ed è stata salvifica, nel tramonto del tutto; cioè, io mi ripetevo spesso una certa meraviglia per quel carattere e atteggiamento, a prescindere dal fatto che lei fosse "cosa mia"; una persona molto leale, con una grande curiosità e amore per la vita, pure con tante ingenuità e pronunciate fragilità, che per me resta sempre molto stimabile;
boh... non so; ognuno ha una sua tolleranza rispetto agli scossoni;Citazione:
Io credo che le relazioni davvero di successo siano quelle semplici e tranquille, senza troppi scossoni.
Se mi guardo indietro, la mia relazione è stata una continua montagna russa, un investimento pazzesco di energie per tenere in piedi quello che c'era.
a me pare di aver individuato come "successo" l'arricchimento di una o più dimensioni dell'esistenza che non avrei avuto, ma è un criterio mio; per me molto concreto, nel senso che non sono davvero uno suggestionabile dall'ammmoreee :asd:
quando mi vado a fumare una sigaretta in balcone, tra un pannolone sporco cambiato alle 3 di notte, il pensiero di essere "ascoltato" e capito ad un certo livello di intimità mi tiene agganciato alla vita; e questo ascolto lo so perché è natura di quella persona, non un qualche patto cui tener fede per altre opportunità.
Ma sicuramente, l'essere ascoltato e capito a un certo livello di intimità è fondamentale. Credo sia la cosa più bella, in una relazione.
E se hai trovato quello ti puoi dire senza dubbio fortunato, comunque poi siano andate le cose.
D'altro canto, se poi ad un certo punto il rapporto si incrina, significa che qualcosa non ha funzionato. E credo che prenderne atto sia il primo passaggio per andare oltre. Per questo ho un certo giudizio sulla mia relazione. E' proprio perché ora la guardo con il senno di poi e la analizzo, anche con l'aiuto della psicologa.
Pago lo scotto dello spirito da crocerossina, figlio di situazioni della mia infanzia/gioventù che mi hanno reso quello che sono.
Poi non dico che non abbia avuto anche tante cose belle da questi anni, ci mancherebbe. Ma quando qualcosa finisce, è normale cercare prima di tutto gli errori. E' salvifico, anche: evitare di pensare a quello che si è perso, aiuta molto ad andare avanti.
sai che non credo si perda davvero nulla; ma non sono uno quelli de "il dolore è salvifico";
interessante che la terapeuta sia una donna, anche se non so di che tribù fa parte;
quando ti avrà mostrato quanto vali ti succederanno cose molto belle e impensate e ti sentirai fortunata anche tu.
Come sei "manicheo"!:D
Nel maschio pare che restino due vocazioni, poligamia e monogamia. C'è l'antica vocazione ad avere più femmine, accoppiarsi e dall'altra anche l'avvicinamento ed accoppiamento con una sola femmina. Non avendo odori particolari e segni esteriori che manifestino il periodo fertile, devono essersi evoluti anche altri meccanismi che abbiano portato appunto al famigerato innamoramento, con anche l'attaccamento, ed al restare accanto ad una femmina per avere la certezza di fecondarla. Mettiamoci il discorso pure della prole meno matura, che resta dipendente più a lungo rispetto ad altri animali, quindi la presenza del maschio accanto garantisce più sopravvivenza alla discendenza.
Nel passato dovremmo essere passati anche al modello monogamico, forse misto con quello dell'harem o dell'accoppiamento promiscuo.
Poi cento ne pensiamo e cento ne facciamo, per cui anche la cultura più situazioni ambientali e circostanze particolari hanno creato e mantenuto certi modelli di coppia e famiglia.