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Comunque, qui assistiamo ogni giorno a una colpevolizzazione di Dio e non c'è alcun pentimento.[/QUOTE]
Non è che colpevolizzo realmente qualcuno, ma se dalla figura di dio e dal racconto religioso esce fuori qualcosa che non torna, lo dico.
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Comunque, qui assistiamo ogni giorno a una colpevolizzazione di Dio e non c'è alcun pentimento.[/QUOTE]
Non è che colpevolizzo realmente qualcuno, ma se dalla figura di dio e dal racconto religioso esce fuori qualcosa che non torna, lo dico.
Sorella White ne "La verità sugli angeli" dà un'altra spiegazione alla creazione dell'umanità:
Dio creò l’uomo alla Sua gloria, affinché dopo essere passato per la prova e l’afflizione, la famiglia umana potesse diventare una con la famiglia celeste. Il proposito di Dio era ripopolare il cielo con la famiglia umana. 1BC 1082. {VA 38.4}
Il vuoto prodottosi nel cielo per la caduta di Satana e i suoi angeli sarà riempito dai redenti del Signore. RH 29 maggio 1900. {VA 38.5}
Io, però, do un'interpretazione simbolica a questi scritti: gli uomini redenti, dando grande valore alla vita spirituale, si potranno definire celesti, pur continuando a vivere sulla terra.
La definizine di Arcobaleno è nettamente migliore di quella di Dietrologo.
Ti ringrazio, il testo però è della White, io non avevo pensato a un simile collegamento.
Sono cattolico. Non sono comunista. Mai votato PCI in vita mia. Ma per molti, quelli che seguono il Vangelo altro non sono che "buonisti cattocomunisti" :sticazzi:
A mio avviso è il comunismo che ha copiato male dal vangelo che, parla si di oppressi ed oppressori, ma non cerca una soluzione terrena poiché evidentemente Gesù sapeva benissimo che gli oppressi una volta liberati potrebbero diventare oppressori come è successo in tutti i paesi comunisti; si invertono solo i ruoli ed il gioco oppresso/oppressore continua sempre, credo sia nella natura umana credersi chissà chi quando si diventa qualcuno. Nel vangelo contrariamente al comunismo sarà Dio che si prenderà la briga di risolvere le cose, come? C'è scritto nel Vangelo, non certo su questo mondo.
Certo in un ipotetico universo trascendentale, privo dei vili problemi terreni, derivanti dal semplice esistere materialmente, mica e' cosi' complesso risolvere.
Non devi mangiare, non devi abitare, non consumi risorse, ti bei delle beatitudini, suoni il piffero o l'arpa sulla nuvoletta, perche' dovresti lamentarti per esigenze tutte derivate dalla sopravvivenza fisica?
Ma se dio ha tanto voluto questo mondo materiale, com'è che se ne sbatte così i coglioni?
Non vedi che è tutto un rimandare ad un poi indefinito e rimandato ad oltranza perché nemmeno voi credenti, mentendo pure a voi stessi, avete un riscontro di qualcosa, vedete l'assenza, vedete il gap fra quanto creduto e quanto realmente si manifesterebbe in questo mondo di tutto questo sbraitato amore ed intervento divino?
Uno mente a se stesso quando è convinto dl contrario. Io posso solo dire come più volte ho detto che sento il desiderio di Dio, un desiderio che si sviluppa nella mia intimità e trova motivazione nel rapporto con ciò che è fuori di me. Per me la conoscenza di Dio è un moto interiore e non ha importanza se Dio verrà oggi o domani o non verrà affatto durante la mia vita terrena. Per me l'importante è vivere come se Dio ci fosse.
Uno mente a sé stesso quando non vuol vedere l'evidenza e distorce la realtà o omette l'elemento disturbante.
E cosa ci dice la Realtà benedetta figliola? Come ci parla? Che ci trasmette?
Che Dio, il pensiero di Dio e della Sua esistenza, ha attraversato, attraversa e sempre attraverserà la Storia dell'Uomo su questa Terra. Al netto dell'essere poi credenti o non credenti. Altissime e lucidissime personalità della Storia e della Scienza, dell'Arte e della Letteratura han parlato scritto e rappresentato Dio in varie maniere. Tutti mentecatti?
Ti concedo il pensiero su dio che ha fatto e fa parte della cultura umana, non certo dio come essere esistente. Fattene una ragione.
Ci sono delle evidenze per le quali fate orecchie da mercante. E 2+2=5.
Se pensi di risolvere tutto con la matematica sei un'illusa, la scienza è solo un aspetto della realtà; una realtà che si rivela molto superiore a ciò che il nostro cervello può partorire. La realtà è talmente variegata che l'uomo con tutta la sua storia non ha mai conosciuto e non potrà mai conoscerla per intera, checché tu ne dica.
Un po' di umiltà farebbe bene.
la scienza non è un spetto della realtà, ma la descrizione di ciò che nel momento dato è conoscibile;
appunto; visto che quella porzione è inconoscibile, è inutile tirala in ballo come "reale" per argomentarci fantasie sopra;Citazione:
una realtà che si rivela molto superiore a ciò che il nostro cervello può partorire. La realtà è talmente variegata che l'uomo con tutta la sua storia non ha mai conosciuto e non potrà mai conoscerla per intera, checché tu ne dica.
Un po' di umiltà farebbe bene.
non si capisce perché mai Vega dovrebbe essere umile parlando di argomenti su cui altri rivendicano il diritto di sproloquiare in piena libertà e con nessuna umiltà;
il bue che dà della cornuta ad una che del tutto un'asina non è, visto che argomenta a confutazione e sul confutabile, avendone gli argomenti; che però sembra manchino; forse è questo il problema che induce a reazioni scomposte da parte di alcuni.
per definizione, aperto a spiegazioni più "forti", ma sempre basate su evidenze sensibili e su un metodo; niente a che vedere coi discorsi religiosi, per definizione attinenti al non conoscibile, e quindi, oggetto di fede;
non mi pare che Vega argomenti di fantasticherie; si limita a confutare quelle altrui, nella misura in cui queste ultime pretendono di appoggiarsi su realtà sensibili ma non reggono ad una prova di coerenza, come per esempio nel caso della presunta "perfezione" della creazione, che omette il dato selettivo dei miliardi di specie estinte;
no, lo chiedo a te perché sei tu ad intimarle umiltà nel pronunciarsi su cose di cui tu, invece, rivendichi la libertà di parlare come ti pare, e con poca umiltà;
io ho smesso di risponderti e mi va benissimo che tu parli a ruota libera di quel che ti pare, come ti pare; ma se la metti su quel piano poco rispettoso, te lo faccio notare.
La fede non è una fantasia ma è un conoscibile che diventa conosciuto; la differenza è che scienza cerca di rendere oggettivo, fino a nuovo ordine, quel conoscibile/conosciuto mentre la fede non può farlo poiché rimane nella sfera della soggettività, sebbene per il credente quando il conoscibile diventa conosciuto porta una certo odore di oggettività. Come la scienza anche la fede, per non risultare sterile, ha bisogno di continue riprove ed aggiornamenti.
Cono, via...hai quadri, statue, poemi su svariati dei...un po' di gnegnero su!!