Originariamente Scritto da
axeUgene
beh, tu disciplina la tua, se credi; a me non dà alcun fastidio; chiamalo ordinare, ma se una persona a 16 anni ha voglia e tu la fai aspettare fino a quando si sposa, magari a 30 anni hai creato una generazione di nevrotici che picchiano gli anziani in coda alla cassa del supermercato e che ti abbandoneranno all'ospizio perché hai rovinato loro gli anni più belli :asd:
come non mi crea alcun problema quello che fanno adulti o capacitati consenzienti tra le loro lenzuola; perché mai la cosa dovrebbe riguardare me o te ?
personalmente, se vedo gente contenta e appagata il giro io mi sento meglio; e il modo in cui si appagano non lo posso certo decidere io; perché mai dovresti farlo tu o un papa ?
qui ti ha risposto Lady Hawke; ma il punto principale è il successivo; e qui, non so se ci sei o ci fai, fai finta di non capire il concetto:
questa idea del "dono" è una delle trovate retoriche più maligne di tutta la dottrina religiosa in generale, non solo cattolica; ed esattamente il presupposto concettuale per quella strumentalizzazione che sembreresti voler denunciare;
dunque: se due sedicenni vanno al cinema o a mangiare una pizza, trascorrono una giornata in spiaggia o fanno altro insieme per il piacere di farlo, non parli di "dono"; non ravvedi alcuna circostanza critica che necessiti di una disciplina; perché ? perché non attribuisci alcun cambiamento a quelle persone;
se quei due stessi sedicenni fanno sesso, invece, sì; perché ? cosa cambia ?
non cambia assolutamente nulla; non c'è niente di irreversibile che accade loro; perché non c'è nessun "dono";
un "dono" c'è quando ci si priva di qualcosa - regalo un maglione di cashmire alla mia amata, che passa dalla mia disponibilità a quella di lei;
ma se due persone hanno una relazione sessuale, di cosa si privano ? assolutamente di nulla; restano esattamente le stesse persone, con una esperienza in più, esattamente come dopo che sono andate al cinema o in spiaggia; a meno che...
a meno che non si attribuisca alla circostanza un "valore" speciale e discriminante, come fai tu; ora, posto che non stiamo qui a prenderci per il culo in modo plateale oltre il ridicolo, va detto che la questione riguarda le donne e la cosiddetta "purezza", l'illibatezza;
stabilire che la verginità è un "valore" sancito in termini morali, implica, logicamente, che non essere più vergine sia un disvalore, segno di minor moralità, corruzione; altrimenti, non si tratta di un valore;
insegnare, trasmettere alle persone giovani, maschi e femmine, questa idea è la radice maligna proprio di quella strumentalizzazione che apparentemente censuri, e per un motivo facilmente comprensibile, a chi abbia orecchie per ascoltare:
se una ragazza o un ragazzo vengono educati a pensare che l'imene intatto - ai ragazzi non si chiede nulla da sempre - sia un "valore", quelli interiorizzeranno l'idea che a quel valore possa corrispondere un prezzo di scambio, come in effetti è avvenuto e ancora avviene; cioè, un qualcosa di "spendibile", visto che implica una menomazione di valore della persona;
la ragazza, pure inconsapevolmente, sarà educata a pensare: la darò a chi mi mette l'anello al dito; ma magari a chi mi porta in vacanza e mi fa fare una vita piacevole; oppure a chi mi dà 50 euro; dipende dal valore che è educata ad attribuire a se stessa, e a prescindere dal suo effettivo desiderio di quella relazione; se è un "dono", prezioso, potrà ben essere oggetto di vendita, come il mio maglione, no ? quella ragazza impara che la sua sessualità vale come merce d'acquisto di uno status, una famiglia, o beni di consumo, o la sopravvivenza, che nulla hanno a che vedere con la persona con cui intrattiene la relazione;
il ragazzo interiorizzerà specularmente che se sarà in grado di produrre quanto desiderato da quella ragazza, potrà ottenere quel "dono", a prescindere dal desiderio di quella ragazza per lui, che diventa secondario: eh, se fossi ricco... i ricchi hanno sempre tutte le donne che vogliono, quelle più belle, ecc...
la prostituzione, la strumentalizzazione che apparentemente censuri, in effetti può esistere solo a partire proprio dall'attribuzione di "valore" morale dirimente alla sessualità della persona, con la conseguente graduatoria di moralità di questa, che fa il "prezzo", si tratti di 50 euro o di un matrimonio;
conseguentemente, chi paga, si sente proprietario di qualcosa;
e, in effetti, le donne e la loro sessualità sono percepite come proprietà esclusiva di chi paghi, col suo lavoro, status, ecc...
per questo l'automobile o il divano sono pubblicizzati come feticcio col culo di una donna, che sarà disponibile con chi possiede quella merce; e per questo se la persona che è stata identificata come oggetto cambia opinione si mena, oppure la si prende a martellate, perché te la sei comprata, come una lavatrice o un'automobile, è "tua"; per questo la prostituzione è tollerata; le donne "da sposare" costano troppo, e la famiglia va difesa dalle pulsioni occasionali, discretamente relegate ai margini, a cura di femmine degradate;
l'idea del "dono" è particolarmente maligna perché in una persona di normale vigilanza e cultura non suscita la stessa attenzione che interviene in chi sia abituato a vagliare idee e ideologie, percorsi concettuali; apparentemente sembra un'idea bella e poetica, il dono... che bello !
la realtà è che attribuire un valore morale al comportamento sessuale lecito - tra capacitati consenzienti - è esattamente il presupposto del degrado morale, della strumentalizzazione, della menzogna, dello svilimento della persona, i cui desideri vengono assimilati come oggetto di scambio, merce, da vendere e comprare;
quindi, sì; per me è evoluzione ed emancipazione la circostanza in cui di nessuna ragazza si dica più che è una "poco di buono" se fa esattamente le stesse cose che fa un ragazzo "sveglio" e libero, orgoglio - sottaciuto - di mamma e babbo, a meno che questi genitori non siano talmente nevrotici da provare invidia per il figliolo:
consiste nel rivivere esperienze e sensazioni nuove con una persona amata, che certamente è diversa, ha una sua personalità; a meno di non pensare tutti i partner come oggetti indifferenziati;
la merce l'hai in mente tu, che pensi all'"usa e getta"; si getta un oggetto; una persona dispone di se stessa, non può essere gettata;
ma può essere ingannata; e questa è una circostanza molto probabile se la morale nega legittimità al più potente desiderio che c'è, subordinandolo a convenzioni sociali e a quella reificazione che ho descritto; tutto questo degrado che descrivi è basato proprio su quella concezione che rende la sessualità un oggetto, dotato di un valore morale, e non una relazione, la cui moralità dipende solo dalla sincerità e dall'onesta delle persone coinvolte.
a me sembra una follia: si scommette sull'alea, per il gusto del gioco; quando c'è in ballo il futuro delle persone, i figli, ecc... io non scommetterei affatto; preferirei metter su famiglia con una che ha avuto 10 o 20 uomini prima di me, piuttosto che nessuno; non ha mica Chernobyl tra le gambe :D
almeno si sarà fatta un'idea, e se sceglie me lo farà a ragion veduta.