Riscaldamento globale e feedback
Alboversorio dice:
Citazione:
"Bisogna poi aggiungere a questo
lo stato del pianeta,il problema delle risorse e il sovrappopolamento,cose che il genio Hawking considerava come l'anticamera della fine.
Secondo lui,la Terra avrebbe al massimo ancora 50 anni di sopravvivenza e io sono d'accordissimo con lui !"
Il riscaldamento globale, è ormai assodato, si intreccia con le attività sociali ed economiche dell'uomo ... ma vediamo un attimo il lato puramente tecnico-scientifico del grave problema che ormai incombe sul genere umano e sul nostro pianeta.
I circoli viziosi del clima.
Il clima non reagisce solo in maniera lineare. Attraverso i cosiddetti “cicli di retroazione”, gli effetti dei cambiamenti climatici possono essere drasticamente amplificati o ridotti.
Nell’ultimo secolo, l’attività umana ha influenzato a tal punto il clima da provocare alterazioni climatiche molto più rapide di quelle innescate dai processi naturali. Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile e, a partire dagli anni ’50 in particolare, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti. L’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, il ghiaccio si è ridotto, il livello del mare si è alzato e le concentrazioni di gas serra sono aumentate sino a livelli mai osservati almeno negli ultimi 800mila anni.
Ma il clima non reagisce solo in maniera lineare. Le relazioni di causa-effetto che lo determinano, infatti, sono molto complesse. Questo significa che, nel sistema climatico, interagiscono elementi che costituiscono sia la causa che l’effetto di un processo: è quello che viene chiamato dagli scienziati il “circolo vizioso di retroazioni” o anche ciclo di feedback climatici. Sono processi che possono amplificare o ridurre gli effetti di un dato fenomeno, diventando a loro volta forzanti, del cambiamento climatico globale.
Quando, nel sistema climatico, le retroazioni amplificano l’effetto iniziale si parla di retroazione positiva, quando lo riducono, di retroazione negativa. I termini, per chi è estraneo al mondo scientifico, sono controintuitivi. I feedback positivi, infatti, tendono ad accelerare il riscaldamento globale e non sono affatto positivi, almeno non nel senso comune del termine.
Il ritiro dei ghiacci, in particolare, sta causando una serie di cicli di retroazione positivi che interessano l’intero pianeta poiché amplificano l’impatto dello scioglimento sul sistema climatico stesso.
Il ciclo di retroazione dell’albedo
Il primo ciclo ha a che fare con l’albedo, che consiste nella frazione di energia solare riflessa dalla Terra rispetto a quella incidente – l’energia solare totale che investe il pianeta Terra. L’albedo media terrestre è in calo a causa dello scioglimento dei ghiacci e della diminuzione delle superfici innevate perché ci sono meno superfici “riflettenti” e più superfici che, invece, tendono ad assorbire la radiazione solare. Per esempio, un campo di grano ha una albedo molto più bassa di un campo ricoperto di neve perché ha una minore capacità di riflettere i raggi solari.
Questo ciclo di retroazione equivale ad aumentare del 25 per cento gli effetti delle emissioni di gas serra. In particolare, ha effetto nelle regioni polari dove contribuisce, fra le tante cose, all’amplificazione artica, fenomeno per cui l’Artico si scalda molto più rapidamente del resto del pianeta.
In alcune regioni, dove determinate condizioni di temperatura e pressione lo permettono, il metano prodotto dallo scioglimento del permafrost può essere intrappolato in depositi ghiacciati chiamati “idrati di metano”. Tali depositi, che sono stati osservati in diversi luoghi, compreso il Mare di Laptev, possono rilasciare “pennacchi” localizzati di bolle di gas metano. Gli idrati di metano sono oggetto di attento studio da parte dei ricercatori perché, come sostengono gli esperti su Climate Feedback, potrebbero scongelarsi nelle acque di riscaldamento, portando ad un crescente rilascio di carbonio nell’atmosfera che, a sua volta, potrebbe contribuire a un ulteriore riscaldamento globale. Tuttavia, molti siti di idrati sono stati scoperti solo di recente e mancano di misurazioni a lungo termine, il che rende difficile determinare se sono, effettivamente, in aumento. Inoltre, il Guardian evidenzia che i risultati sono preliminari e non ancora sottoposti a peer-review.
In ogni caso, uno dei motivi per cui lo scioglimento del permafrost preoccupa molto gli scienziati è proprio perché stabilisce un feedback positivo, un circolo vizioso che si autoalimenta. In circostanze naturali, non alterate dal cambiamento climatico antropico, gli strati superficiali di permafrost, che arrivano fino a circa 50 cm di profondità, si sciolgono con l’arrivo dell’estate. Questa parte del permafrost viene chiamata “strato attivo” e si scongela con i cambiamenti stagionali annuali. Ma il riscaldamento globale sta esponendo allo scioglimento anche gli strati di permafrost più profondi e più antichi – un segno di forte instabilità.
Le temperature del permafrost, infatti, sono aumentate fino a registrare livelli record, ha riscontrato l’IPCC. Entro il 2100, l’area del permafrost in prossimità della superficie diminuirà e verranno rilasciati nell’atmosfera da 10 a 100 miliardi di tonnellate (Gt C) – potenzialmente fino a 240 Gt C – di carbonio in forma di anidride carbonica e metano, con il potenziale di accelerare ancora di più il cambiamento climatico.
Perché dobbiamo conoscere i cicli di retroazione
Oggi, circa la metà della CO2 emessa dall’uomo rimane nell’atmosfera, mentre il resto viene assorbito dagli oceani e dalla biosfera, rispettivamente circa il 30% e il 15-20%. Questo, tuttavia, potrebbe cambiare. Non c’è garanzia che l’oceano e la biosfera terrestre continueranno ad assorbire la stessa frazione di emissioni di carbonio con il passare del tempo. Anzi, nel complesso, si prevede che ci sarà un aumento delle emissioni nell’atmosfera e una minore capacità di assorbimento da parte della terra e degli oceani. Per questo, quando si parla di clima, è fondamentale considerare i cicli di retroazione.
Questi cicli non sono unicamente legati al ritiro dei ghiacci. Altri feedback riguardano, infatti, il processo di acidificazione degli oceani e la biosfera terrestre. Ma indifferentemente dal meccanismo di retroazione considerato, la principale implicazione dei feedback positivi è che le attuali proiezioni climatiche potrebbero in realtà sottovalutare gli effetti del riscaldamento globale. Proprio per questo, è fondamentale considerare i meccanismi dei feedback che, poiché complessi, potrebbero trasformarsi, a loro volta, in forzanti del cambiamento climatico e determinare un rapporto di causa-effetto non lineare del clima.
Il clima fa parte dei cosiddetti fenomeni caotici ... ogni piccola variazione dei parametri potrebbe portare a risultati assolutamente imprevedibili e cambiare tutto il panorama delle nostre profetiche elaborazioni!:rotfl: