Originariamente Scritto da
axeUgene
per il momento, finché non è diffuso culturalmente un archetipo accettato di donna che ha un approccio maschile al suo desiderio, che c'è tutto;
secondo me, la condizione naturale è la curiosità, magari modulata diversamente da persona a persona, inclusi i generi; è istintivo pure avere figli da partner diversi, perché è naturale, nel senso di funzionale e programmato;
come ho scritto altre volte, un ancoraggio solido - sentito autonomamente dalla persona, a prescindere dalle circostanze sociali - ad un partner secondo me di solito è conseguenza di una sorta di gratitudine e attaccamento che matura quando la relazione ha inciso molto nell'identità tirando fuori la personalità in modo decisivo e felice; cioè, che quel partner è infungibile sotto quell'aspetto e diventa un garante di quella conquista esistenziale;
anche se le cose cambiano - a meno che non si sia verificato un grave torto o trascuratezza - magari i due si lasciano, ma la gratitudine resta;
invece, la delusione e il prevalere di quell'istinto a fare esperienze altrove, sono una caratteristica tipica di relazioni vissute in modalità prevalentemente strumentale, col partner che ha assolto alla sua funzione di status per motivi fungibili; cioè, è un marito/moglie che ha svolto la sua funzione a prescindere dal suo impatto sulla crescita di personalità del coniuge, il quale ha sol realizzato un suo personale progetto conforme al suo piano;
se non c'è sovversione, trasformazione felice di identità, la coppia è veramente una costruzione fragile e in prospettiva solo nevrotica; infatti, la nevrosi e la dipendenza sono il collante tipico delle coppie infelici, di cui tutti si domandano il perché stiano ancora insieme.