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Tra le mie esperienze di bimbo c'è quella del chierichetto a 10 anni.
Stefano, Paolo ed io frequentavamo il centro parrocchiale ANSPI. Si giocava a calcio, a pallavolo, c'era il cinema, andavamo anche al gruppo scout. Un modo come un altro per divertirci.
C'era un prete, un certo Don Benito, non era il parroco ma uno dei preti della chiesa. Noi di solito servivamo messa assieme a lui.
Stefano era un bel bambino, più di me e di Paolo, era il preferito di Don Benito che lo colmava di attenzioni, regalini con dolci e qualche giocattolino.
Un giorno in sagrestia, prima della messa abbiamo banchettato con ostie non ancora benedette (portate da poco dalle suore) e vino per la celebrazione. Il prete ci ha scoperti e ci ha riempito di schiaffi.
A Stefano no, lui, dopo aver mandato via noi a male parole, se l'è portato, con la scusa che gli doveva parlare, in un'altra zona della sagrestia, e ha cercato di fare quello che probabilmente state immaginando.
Per fortuna Stefano era un ragazzino sveglio, urlando ha messo paura al prete ed è scappato.
L'abbiamo raggiunto poco fuori dalla chiesa dove ci ha raccontato tutto.
Non abbiamo detto niente a nessuno per paura, nemmeno ai nostri genitori, ma il prete da quel giorno non ha più molestato nessuno di noi, dopo qualche tempo è stato trasferito in un'altra parrocchia.
Per quanto riguarda noi tre da allora abbiamo abbandonato la parrocchia, e nessuno di noi ha più voluto entrare in una chiesa.
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Ommamma che brutta esperienza!!!
Purtroppo la Chiesa ha questi lati oscuri che non dovrebbero esistere.
Io per fortuna ho avuto delle belle esperienze in parrocchia: la catechesi, gli scout, poi l'associazione di volontariato (di cui ancora faccio parte), il coro. Ho fatto anche la catechista per alcuni anni.
Sacerdoti con la mentalità aperta che non mi hanno mai giudicata (anche per la mia scelta di non volermi sposare o avere figli) e da cui ho avuto conforto nei momenti difficili.
Purtroppo mi sono allontanata dalla mia parrocchia per motivi logistici (sono andata a vivere altrove e dove sono ora non c'è attività parrocchiale), ma quando posso o serve una mano cerco di esserci.
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A proposito di ambienti cattolici. Una volta, avrò avuto sette o otto anni, andai al cinema parrocchiale da solo. All'epoca al cinema si poteva entrare in qualsiasi momento; lo spettacolo era già iniziato quindi cercavo un posto per sedermi ma al buio avevo qualche difficoltà (non c'era la "maschera"). Mentre giravo fra le sedie, di legno (come si usava), un pretaccio, pensando che potessi dar disturbo agli altri, mi prese a calci e non la finiva più. La cosa ovviamente fece aumentare di gran lungo il mio disgusto verso ogni cosa che riguardasse la chiesa...
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La prima volta che vidi un bagno alla turca fu a Bologna, nella pensione dove di solito alloggiavamo io e la mia famiglia, quando mi operarono agli occhi e poi andavamo a visita di controllo ogni anno.
Da allora, associo la parola "Cesso", termine grezzo, volgare, al bagno alla turca.
Poi a dieci anni, i miei mi mandarono in colonia a Gambarie, in Calabria. Per le camerate c'erano solo bagni alla turca. Non potete immaginare la sofferenza. Infatti pur di non andare in bagno, me la
trattenevo il più possibile. Poi le accompagnatrici, prese da compassione, ci diedero accesso ai loro bagni privati. Mai e poi mai avrei immaginato di affezionarmi ad una tazza. Cominciai ad andare
regolare di corpo e quel mese passato in colonia, non fu più un incubo.
Quando nel 1988 arrivai a Konigstein, un paesino vicino Francoforte. Il titolare del ristorante, che adesso si gode la pensione a casa di mia nonna, in affitto, solo e disperato, mi fece alloggiare presso
una pensione : "Il tulipano blu", se ricordo bene. Aprii la stanza e vidi un letto matrimoniale che avrei dovuto dividere con uno sconosciuto, un ragazzo originario di Perugia. Il bagno era in corridoio,
in comune con altre camere. Ricordo che nei muri del bagno, vi erano appesi delle tavole ovali, insomma ognuno aveva il suo personale appoggiaculo.
Dormii per un paio di mesi in quella pensione, prima di esser trasferito a Francoforte, in pieno centro e... godere di un appartamentino tutto mio, con bagno.... appena sopra il ristorante del titolare...
mi sentii rinato.
E con questo chiudo la parentesi "cesso alla turca" con conseguenti traumi psicofisici.
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A me la turca non dava problema, il cessetto chimico era la mia nemesi, quando andavo ai lupetti e facevamo il campo dovevo elaborare per diversi giorni prima di infilarmi in una di quelle trappole.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Doppio
A me la turca non dava problema, il cessetto chimico era la mia nemesi, quando andavo ai lupetti e facevamo il campo dovevo elaborare per diversi giorni prima di infilarmi in una di quelle trappole.
Mai usato la latrina quando ero agli scout.... ci si allontanava nel bosco.... una sera pisciai su un maiale selvatico.... mi misi a correre spaventato e urlando... con tutto il pistolino di fuori quando questo grugnì e si alzò di scatto per
lo spavento. Era un campo fatto in una zona boschiva recintata e... il proprietario di alcuni maiali li lasciava liberi di scorazzare... una sera ci devastarono la cambusa.
Ma fu quando organizzammo una battuta di caccia che ebbi veramente terrore... il mio capo squadriglia lanciò un'ascia contro il maiale più grosso... l'ascia rimbalzò sulla schiena del maiale e per poco non mi prese in fronte.
Ho rischiato la vita durante i miei anni negli scout.
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Avevamo a Civitavecchia, dove abitavamo, un amico di famiglia che riparava biciclette. Così, a sei anni di età, mi insegnò ad andare in bici. Ricordo parecchie cascatone prima di imparare, ma poi l'ebrezza del pedalare e la mia prima biciclettina con la quale mi azzardavo solo sul marciapiede...In quell'epoca andavano parecchio anche i pattini a rotelle, ma non potei mai averli...
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Quando ero piccola, più precisamente quando avevo un anno e mezzo lasciai il mio adorato paese per andare a Barletta dove si può dire che ho passato 13 anni di clausura totale, perchè quella città non mi piaceva e solo dopo 13 anni siamo ritornati a Bisceglie. Non ho nessun bel ricordo di quella città anche perchè mio nonno, mia nonna e la mia prozia suora se ne sono andati troppo presto, e nessuno mi toglie dalla testa che è stato perchè si sono sentiti abbandonati da me che gli volevo tanto bene...
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Anch'io avevo una prozia monaca... di clausura.
La prima e unica volta che mi prese in braccio avevo circa un mese e fui messo in una specie di porta pacchi girevole per i doni che di solito si portano
ai reclusi... le grate erano spesse, solo tre dita potevano essere inserita nei fori... così si salutavano i parenti delle monache.
Mi prese dal portapacchi e mi tenne in braccio per qualche minuto, spaventata, perchè temeva che la madre superiora potesse scoprirla... in quanto
ero maschio... mia sorella invece fu tenuta in braccio e rimessa nel porta pacchi girevole solo a fine visita.... per lei non c'era da temere... era femmina.
Questo mi raccontò mia madre parlando di quelle visite.
L'ultima volta che la vidi era il 1991, poco prima che morisse. Eccezionalmente ci fecero entrare in una sala dove la trovammo seduta, incapace di muoversi
se non con l'aiuto di due bastoni. Senza grate a dividerci questa volta... ricordo che mi abbracciò forte e mi tenne la mano per molto tempo...
le sue ginocchia erano malandate per tutte le volte che aveva pregato in ginocchio, così come la sua vista, alquanto indebolita a causa delle lunghe ore
passate a ricamare. Giace nel cimitero del convento... non ci fu mai possibile entrare per portarle dei fiori.
La mia prozia era chiamata "la viaggiatrice" in quanto tempo prima, per farsi curare le ginocchia, viaggiò fino a Roma, dove ne approfitto per visitare la città
e San Pietro. Io la vidi fuori dal convento solo quando morì la mia bisnonna, sua madre, nel lontano 1979.
Dopo la morte della mia bisnonna un camion venne a prendersi un enorme armadio, il quale faceva parte del corredo della mia prozia che doveva esser dato
al convento dopo la morte della bisnonna, appunto. Ebbene, la mia prozia si fece suora nel 1919... e dopo tanti anni, nel 1979, il convento si ricordò dell'armadio. :v