Fa piacere che la nazionale abbia vinto il campionato europeo, però se avessimo la medesima enfasi per situazioni che ci attanagliano sarebbe più che auspicabile.
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Fa piacere che la nazionale abbia vinto il campionato europeo, però se avessimo la medesima enfasi per situazioni che ci attanagliano sarebbe più che auspicabile.
Ed ora l'oro nei 💯 metri ... non era successo dai tempi di Berruti va detto che Jacobs ... è mezzo italiano ma perché gli altri ... I francesi gli americani ed altri non usano dei colured per vincere 🏅 medaglie a tutto spiano.
E poi l'oro nel salto in alto ... l'atletica è sempre stato il ns. punto debole ... ma due ori nella stessa giornata!....😎🏅🏅
Allora eri sulla strada giusta, l'orgoglio nazionale è irrazionale e dannoso... solo un pretesto per sentirsi migliori degli altri senza alcun merito, se devi essere orgoglioso cerca di esserlo per i risultati che hai conseguito, al limite la tua prole, ma sarebbe comunque meglio di no, altrimenti per coerenza dovresti essere deluso per i loro fallimenti.
40 medaglie, record assoluto per l'Italia alle Olimpiadi! E solo un mese dopo il trionfo agli Europei di calcio. Molte sono arrivate grazie a sport semi-sconosciuti e a ragazzi e ragazze che si sono preparati nell'ombra per anni: E' stato bello. :)
Mah...per me "orgoglio nazionale" non è per forza l'equivalente di "nazionalismo", che tanti lutti ha portato all'umanità. Dovremmo essere consapevoli però che il termine "tifoseria" (al quale si è spesso ridotto questa specie di orgoglio) è solo una specie di gioco, di sfogo che ha ben poco di razionale come tutti i giochi. Mi fa piacere che l'Italia vinca tante medaglie così come mi fa piacere uno scudetto della Roma (capita tre volte in un secolo). Mi fa piacere perché sono uno sportivo in poltrona, prediligo vedere il calcio, l'atletica, il tennis. Osservare lo sport senza fare del tifo è come mangiare la carbonara senza l'uovo...
Sarà, ma trovo comunque più sano provare orgoglio esclusivamente per i traguardi conseguiti personalmente, si può al limite trarre qualche vantaggio da traguardi conseguiti da persone che fanno parte di un ente collettivo in cui siamo coinvolti, ma l'orgoglio da luce riflessa mi pare una cosa triste e anche un po' da falliti.
E' ovvio quanto dici, ma l'una cosa non esclude l'altra. Il legittimo orgoglio per i traguardi raggiunti (che non deve mai diventare supponenza né far scordare che dalle stelle alle stalle è un attimo)...non vuol dire che non si possa a volte tornare bambini col tifo per una squadra di calcio o un centometrista. Basta saper poi dare a tutto la giusta dimensione.
ci sono collettività che possono in qualche modo rappresentare una o più idee, concezioni dell'esistenza; nel calcio è un po' così, poco in effetti, ma resta qualche traccia; molto meno a livello di nazionali; soprattutto se si parla dell'Italia, che proprio "nazione" è pochissimo, se non per concetti davvero annacquati, quando non negativi.
Le vittorie sportive hanno il potere, in Italia, di unire anche se per poco, le diverse idee politiche, religiose, morali, economiche, estetiche, sanitarie eccetera. Pensiamo solo a Bartali trionfante al tour del 48. Subito dopo l'attentato a Togliatti.
Ok, non ve lo nego (io nemmeno da bambino ho mai avuto un vago moto di appartenenza locale o nazionale, le poche competizioni che mi emozionano sono sempre state e restano scevre dalla componente geopolitica, pochi sport e giochi mi intrigano e per me conta la partita), mi fa solo un po' ghignare che ci si accorga di una competizione solo quando si vede un'eccellenza indossare i colori giusti.
a parte quelli di una squadra che non nomino, ma che di mestiere fa proprio il personaggio potente e protervo, spesso sleale, ma più spesso scornato del copione, in genere i tifosi sono più accalorati proprio nelle sventure, quasi con un certo piacere;
le bandiere del calcio italiano incarnano perfettamente lo spirito identitario comunale del basso Medioevo, con tutti i conflitti interni e tra borghigiani, cives, e contado, che non a caso spesso adotta proprio l'innominata squadra del "conte", espulso a pedate dal borgo o dalla città;
non è proprio un filone banalissimo di sociologia e psicologia sociale.
Anche io come Cono sono felice del bel risultato che ha avuto l'Italia sia agli Europei che alle Olimpiadi!
E mi auguro che l'anno prossimo ai Mondiali possiamo provare la stessa gioia che unisce tutti gli italiani.