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Originariamente Scritto da
crepuscolo
Dipende da chi muove le fila.
Se Dio vuole il bene mio per forza preferisco essere marionetta:asd:.
uno potrebbe anche pensare che si desidera il libero arbitrio per la superbia o la vanità di essere giusti per proprio merito;
ad ogni modo, il libero arbitrio ha un senso logico solo in un sistema remunerativo, in cui:
il dio-giudice impartisce le regole; il fedele obbedisce, oppure no; e su questa base, ex-post, Dio giudica;
ma il presupposto logico è che prima che la persona agisca Dio non conosca quelle azioni, che deve attendere, poiché determinate dal libero arbitrio; cioè, non è un dio onnisciente, poiché ci sono circostanze che ignora prima che si verifichino;
ma l'idea di un dio-giudice in effetti nega anche l'onnipotenza, e cioè la piena facoltà, il capriccio imperscrutabile - che invece è una cosa molto biblica e pure paolina; si rammenti il discorso sul faraone...
infatti, anche il più potente dei giudici, deve necessariamente essere in qualche modo vincolato alla legge, anche se è stato lui stesso ad emanarla:
ti ho dato i comandamenti; hai liberamente obbedito ? in tal caso sono "costretto" ad assolverti, salvarti; quindi la mia onnipotenza trova un limite, non può essere capricciosa, come invece si evince dalle Scritture;
è un po' un paradosso il fatto che i credenti odierni sono in effetti talmente secolarizzati da ignorare queste semplici contraddizioni logiche e morali, nel complesso di generale indifferenza per le questioni essenziali;
un ipotetico omologo forumista di tre secoli fa, dotato di un comparabile bagaglio di istruzione complessiva, avrebbe avuto una percezione estremamente più nitida dei punti che ho evocato;
magari avrebbe messo mano alla spada, o inviato una denuncia anonima al S. Uffizio; ma certamente non avrebbe preso sotto gamba la questione come accessoria, irrilevante.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Ritorniamo al discorso sull'idea umana del tempo dato che per essere onniscienti serve un prima ed un dopo.
Tu pensi che un Dio, se è anche onnipotente, non possa stare dove e quando vuole nello spazio e nel tempo?
aridajie...
il dio trascendente può fare quel che gli pare;
ma quello onnisciente lo è nell'immanenza, nel mondo e nelle relazioni con l'uomo; pertanto, la tua osservazione cade, anche alla luce di infiniti passi biblici;
Citazione:
Oppure, tu, negando un Dio burattinaio per incompatibilità tua, vuoi salvaguardare per forza la libertà non divina, ma umana, bel gesto:clap;
non è certo la tesi mia;
Citazione:
libertà nella nostra scelta dei vari tipi di pizza, buona o cattiva che sia, .. se piace?; infine non capisco come, per te, l'essere umano o meglio inumano:D, potrebbe divenire un eroe essendo però già un eroe di per se, prima di iniziare l'azione.:asd:, forse è un eroismo innato:rotfl:.... come il sapore (della pizza) che già esiste nel nostro senso del gusto:rotfl:.
Axe, ti ringrazio per il buon umore mattiniero.:)
forse hai letto qualcun altro; controlla; io non faccio teologia;
ho solo spiegato in termini logici che se si vuole un dio fatto in un certo modo, la conclusione logica non può essere che quella del burattinaio;
altrimenti, entriamo in mondi teologici paralleli e divergenti da quello; non c'è niente di male, ma il raviolo va aperto, come quello di Gualtiero Marchesi :asd:
dette così, possono sembrare questioni di lana caprina;
nella realtà dei sentimenti delle persone in carne ed ossa dei secoli più recenti, e pure di quelle che leggiamo qui, l'apostasia e la nevrosi si tagliano col coltello, perché le persone credenti, invece di manifestare una luminosità serena e armoniosa - come ci si dovrebbe logicamente aspettare da chi abbia genuinamente fede - esprimono un sentimento esistenziale di angoscia profonda, di fuga dalla coerenza morale e dalla relativa responsabilità;
l'avrò scritto centinaia di volte, e mai ho ricevuto risposte:
se si parla di non rubare o rispettare il semaforo, nessuno ha problemi a spiegare e capire il perché morale, e nessuno si tira indietro;
ma qui si leggono cose, come non si deve divorziare; non si deve indulgere nel desiderio sessuale fuori dal matrimonio, sebbene vissuto in modo leale e sincero, non si deve poter disporre personalmente del proprio rapporto con la procreazione e la vita, ma lo può fare qualcun altro al posto nostro, o la donna nasce con caratteristiche che la rendono inadeguata al ruolo di guida morale, che spetta invece all'uomo, ecc...
e al credente che sostiene queste dottrine non regge più la pompa di illustrarle nel loro senso morale, nella loro necessità; poi quello dice che la società è apostata;
e graziearca', dicono a Roma :asd:
se ti fai latore di una luce divina, dovrai quanto meno essere la manifestazione vivente, la testimonianza di quella luce, dire cose semplici e moralmente auto-evidenti di cui la tua vita è testimonianza;
se promuovi una dieta, dovrai essere in forma;
se credi, dovrai essere sereno e indurre il desiderio di emularti;
ma se comunichi angoscia, polemica, invidia, un irrisolto esistenziale che ti porta nel piatto altrui, l'incapacità e l'infelicità della convivenza con opinioni diverse, testimoni altro;
se stai nella trattoria sulla spiaggia con persone care e una grigliata o una frittura fatta a mestiere, dovresti essere in uno stato di quasi beatitudine;
non ti viene in mente di guardare quello col panino sugnoso di McDonalds e lanciarti in grandi lagnanze e critiche sul fast-food, e qu quello che mangiano gli altri; al più, se sei una persona equilibrata, capisci che il ragazzino al fast-food è mosso dall'esigenza di stare con gli amichetti suoi e che quando sarà più grandicello apprezzerà la grigliata; gli sorridi;
ma se nella tua trattoria stai angosciato e arcigno a guardare gli altri, vuol dire che c'è qualcosa che non va, e magari i gamberetti so' fritti nell'olio Castrol...
insomma, a me della teologia e dei sofismi interessa fino a un certo punto;
ma se la costruisci e argomenti male, l'effetto è che ti ritrovi a rappresentare un mondo di sentimenti tutti sballati e incoerenti una condizione psico-spirituale di prostrazione e rattrappimento, non di liberazione.