Originariamente Scritto da
axeUgene
no, ma non funziona così: è proprio un dato empirico; chi è spensierato non lo è in base ai criteri adulti di culo parato; io sono stato un culo teoricamente parato, ma povero e assolutamente non viziato; ho visto svariati giovani paratissimi, viziatissimi e vecchi a 20 anni, poveri e sprovvisti, ma fiduciosi;
le variabili sono troppe; prima di tutto, c'è la percezione identitaria di quanto si è attraenti da adolescenti; questa cosa è letteralmente l'impalcatura che sostiene l'investimento in "sicurezze" e i moduli reattivi;
chi ha un discreto successo è più fiducioso e punta meno sulle sicurezze in favore dell'esplorazione; mentre chi si sente più dipendente sarà paranoico a prescindere; tanto il figlio agiatissimo - ma consapevole della distorsione, ipersensibile - quanto lo sprovvisto ambizioso;
tutta sta roba, poi, va a combinarsi con i modelli famigliari, il più delle volte almeno modicamente traumatici;
una persona giovane, tra i 20 e i 30, ha bisogno di scavare sotto questo cumulo per individuare i propri tratti identitari in cui rispecchiarsi e trovare una sorta di guida alle circostanze basata su una mentalizzazione e comprensione di sé; un esempio "forte":
"chi sono/sarei in caso di separazione/fine di una relazione importante?"
una persona mediamente piacente e fiduciosa, e capace di osservare le nevrosi famigliari senza esserne inghiottita, può avere un'idea di sé che nella circostanza ipotizzata tiene botta e metabolizza in modo tale da uscirne più forte; cioè, pronta a riprovare, magari fallire meglio, non chiudersi nella torre;
quello traumatizzato, che non è riuscito a trovare un "gancio" con un se stesso autentico, né buono, né cattivo, ma spiegabile e comprensibile, del quale la stessa persona può fidarsi, che si é mentalizzato, di fronte al "pericolo" manca di ancoraggio emotivo e si rifugia nelle nevrosi, con un supplemento di corazza, e il risultato di non vedersi e riconoscersi mai, se non come prodotto di risulta dei limiti da cui non riesce ad emanciparsi;
perciò, tutta sta pippa di culi parati e spensieratezza in effetti non esiste come opzione disponibile ai genitori; semmai, è una cosa operativa quando i figli hanno - sperabilmente - 40 o 50 anni; quegli interventi di sostegno al reddito di cui parlate in effetti incidono solo sulla fase di latenza della crisi identitaria, ma in modo marginale; in effetti, si tratta dell'illusione nevrotica dei genitori di poter "fare qualcosa" per figli che sono il risultato "hard", poco modificabile, della propria condizione di famiglia;
e quegli stessi figli sono interessati a questi contributi solo in misura e modo in cui li collochino eventualmente in un sistema di risarcimenti affettivi.