No. Fra l'istinto e l'azione, l'Uomo ha la mediazione della Coscienza.
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Lì per me è parte della realtà, cioè la realtà vista da un angolo particolare, infatti microcosmo e macrocosmo ( l'estremamente piccolo e l'estremamente grande) non sono ancora unificati, ma il micro ha le sue leggi come pure il macro.
In fondo dalle tue mancate risposte stai evitando tutta la complessità necessaria per passare dall'estremamente piccolo all'estremamente grande, dal semplice al complesso, ma puoi consolarti perché neanche i fisici la conoscono.
In sostanza cara Vega se posso farti un esempio è come se tu fossi una podista ed alla partenza ti fanno una foto bella fresca e poi te ne fanno una all'arrivo tutta sudata, chi può dire con esattezza come hai corso? quello che è evidente che nel frattempo ti sei affaticata.
Se fosse come dici tu sai le volte che saremmo finiti male.
Se senti una scossa di terremoto animale o persona fuggono all'esterno senza manco riflettere, infatti si chiama istinto; comunque è anche vero che gli animali ne hanno di più in quanto è sempre il cane che esce per primo, non a gambe ma a zampe levate.
Il discorso iniziale vale per tutto ciò che non è puro Spirito, secondo i testi buddhisti e induisti. Ossia, tutto ciò che non è puro Spirito viene ritenuto illusorio e impermanente: oggi c'è, domani non si sa; oggi è così, domani sarà diverso. Questo vale per gli oggetti materiali, ma anche per l'anima e per la mente. Ciò, del resto, è affermato in una delle citazioni che ho fatte de "Il prezioso ornamento di liberazione":
Non si può dire che gli oggetti esterni esistano o no. E anche la mente non può essere afferrata in alcun modo. Il rifiuto di tutte le opinioni è la caratteristica della inoriginarietà. (Lankavatarasutra 10:595) (17)
Ma lo spirito appartiene a Dio, noi umani possiamo parlare di anima e/o di mente.
L'anima o se preferisci mente, a mio avviso, ci personalizza difronte a Dio; lo spirito invece, come tu sostieni, oggi è qui domani è là, come il vento prima che venisse determinato dalle previsioni del tempo.
Boh, non ho letto tutto, però per me il corpo rappresenta l'istinto, l'essere animale in quanto essere vivente,
la mente rappresenta la ragione, la capacità di scegliere razionalmente cosa fare o non fare,
l'anima rappresenta la coscienza, il condizionamento morale e quindi la "voce" che viene dal di dentro e si fa sentire
quando la ragione consciamente ti fa fare cose che in altri momenti o nella maggior parte delle volte, non faresti poiché
ritenute sbagliate. Lo spirito è quella parte di noi stessi che invochiamo quando cerchiamo un collegamento con l'aldilà.
Sarei contento se l'anima sopravvivesse al corpo, non per andare in paradiso o purgatorio/inferno... piuttosto per vagare in eterno
sulla terra e quindi continuare ad esistere in qualche modo, magari viaggiando per i continenti in una sorta di pellegrinaggio perpetuo.
Lo spirito invece lo lascerei libero di tornare laddove è venuto e quindi di raggiungere qualsiasi posto gli venga assegnato,
inferno, purgatorio o paradiso che sia.
Metto tutti d'accordo?? :dentone:
Lo Spirito appartiene a Dio? Quello suo proprio e quello utilizzato nella creazione sì, ma il resto non credo. Ossia, dovrebbe esserci una parte di Spirito indipendente, anche se dovrebbe esserci piena unità tra Dio e lo Spirito. Io, in base ai testi, mi sono fatto questa idea.
Sì. l'anima e la mente ci personalizzano, sono individuali.
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Io penso che lo spirito sia unico ed è santo; l'avversario di Dio, Satana ed i suoi diavoli, pensano di essere nello spirito santo ma invece sono in quello diabolico, io credo che quando si dica spirito si intenda quello divino.
In fondo anche nel Vangelo si dice, e chi può averlo detto se non Gesù, che lo spirito lo condusse nel deserto intendendo lo spirito di Dio che si personalizza nella santità ma si spersonalizza nel diabolico, e noi, discendenti del primo uomo e donna ci siamo trovati in mezzo:asd:, ma comunque il compito del credente non è poi così complicato basta scegliere con chi stare.
Senza spirito non dovrebbe esserci nessun tipo di vita. Questo risulta dai testi sacri.
Lo spirito, poi, rimane inalterato ovunque si trovi e, quindi, né gioisce in paradiso né soffre all'inferno. Talché Gesù disse, prima della crocifissione, che lo spirito era pronto, ma il corpo no.
Nondimeno tu leggi un sacco di questa sezione.
Devo dire, a me personaggi come Cono fanno sorridere nel loro essere così sicuri di avere tutte le risposte, espresse con stucchevole ottimismo e sorriso, inossidabili alle argomentazioni... come si suol dire di coccio proprio, ma tu invece... immaginarti a spendere tante energie dedicandole a ciò che disprezzi (e non dire che non è vero, è ovvio che nella vita farai le cose che ti piacciono, ma posso giudicati solo da quello che vedo qui sul forum e qui sei presente quasi solo in "spiritualità" con un atteggiamento ostile chela metà basterebbe a collocarti tra gli antipatici), con passione, fervore e rabbia, tanto che non posso fare a meno di immaginarti con almeno una gastrite cronica, be' tu solletichi da morire il mio schadenfreude, dammi pure dello stronzo se vuoi, non potrei proprio darti torto, ma cazzo, grazie di esistere.
Mi spieghi che parere vuoi condividere quando ci sono inesattezze e basterebbe documentarsi sul fenomeno mente e la fisiologia nervosa?
Questi dualismo mente e corpo è stato superato, lo vuoi o lo volete capì?
Bumble mi spiace ma il corpo come istinto e la mente come parte razionale non esiste.
Ma mi domando allora, cosa mi fa provare caldo, freddo, dolore, gusto, piacere... se non il mio corpo o parte di esso, il quale trasmette al cervello tutte queste sensazioni?
E quando con il braccio mi tocco altre parti di me stesso, che sensazioni provo, se non quello di percepire la mia consistenza, la mia esistenza in quanto essere umano/animale?
Quando mi nutro, nutro la mia mente o il mio corpo o entrambi? Quando agisco, lo faccio con coscienza, cioè con la consapevolezza di assumermi le responsabilità di ciò che faccio,
oppure no? Eppure non siamo composti di sola zucca.
Attendo di leggere con attenzione la tua risposta.
Ok, fammi soffermare sui sentimenti, io direi: fino a un certo punto.
Mi hai aperto la strada al discorso sulla correlazione tra esperire emozionale e corpo a cui avevo accennato prima.
Faccio una premessa: capita alle volte durante una discussione che venga utilizzata un'espressione diciamo poetica del tipo "sono questioni di cuore", accade a volte in questi casi che sia presente il sedicente cinico della situazione che, con fare sprezzante e l'atteggiamento di chi ti sta rivelando una incredibile nozione scientifica di cui pochi sono stati messi a parte, affermando orgoglioso: "il cuore è una pompa, i sentimenti sono nel cervello".
Ok, è abbastanza vero, però dà da pensare il fatto che tante (e forse tutte) le culture del mondo, prima di disporre delle conoscenze tecniche necessarie ad analizzare il cervello, abbiano collocato nel cuore la sede delle emozioni. Possono esserci molte ragioni: certamente il fatto che sia un organo vitale ha il suo peso, inoltre dissezionando un cadavere il letto arterioso risulta vuoto se il sangue ha avuto il tempo di defluire verso quello venoso e questo può trarre in inganno (la teoria degli spiriti animali di Galeno nasce proprio da questo fraintendimento), ma io ho fatto un altro ragionamento che pone il cuore, ma più propriamente il corpo in una posizione tutt'altro che secondaria nella vita emotiva.
Prendiamo un emozione qualsiasi, ad esempio la paura. Cosa accade quando il nostro cervello dice che dobbiamo avere paura e come la riconosciamo? Ebbene al centro dalla cosa non c'è di certo il pensiero "oddio che paura!"... l'emozione è nata nella zucca, ma la nostra esperienza non la colloca lì. La prima cosa che accadrà sarà che il nostro cuore aumenterà la frequenza dei battiti e saremo consapevoli di questo in quanto avremo l'impressione di sentirli con le orecchie, come vibrazione nel petto o in entrambi i modi, infatti il nostro cervello smetterà di filtrare quella sensazione proprio per avvisarci che qualcosa di anomalo sta accadendo; il respiro si farà rapido e poco profondo; le gambe diventeranno molli forse tremeranno; se lo spavento è forte anche la nostra pelle potrebbe cambiare aspetto a seguito di una perdita di pressione del sangue, sbiancheremo per dirla in modo semplice; i muscoli si tenderanno; non sono escluse vertigini e distorsioni della vista.
A ben guardare molti dei sentimenti forti coinvolgono il cuore nella nostra sensazione, incontrare casualmente la persona amata? Batticuore. Siamo felici? Avremo il cuore a mille.
Ma andiamo oltre al cuore, le emozioni si sentono con più parti del corpo, la preoccupazione non ci fa forse torcere le budella?
Potei proseguire, ma credo di essermi spiegato.
Ebbene senza voler negare che sia nella testa che sentimenti ed emozioni nascono, tutto il resto delle sensazioni, che poi sono ciò che per noi definisce queste emozioni e sentimenti, può essere messo in secondo piano o addirittura escluso?
Azzardiamo un'ipotesi fantascientifica: se in futuro potessimo sostituire per intero il nostro corpo, cervello escluso, con una protesi, quando nel cervello scatterà la paura, in assenza di un cuore che batta, di polmoni affannati etc. etc. la nostra esperienza sarà paragonabile? Non saprei dirlo, ma non credo proprio, sarei più portato a pensare che avremo una forma lucida di consapevolezza del pericolo, che non è affatto paura, è quasi il contrario della paura, che invece ci toglie lucidità (senza contare la perdita di tutta quella parte del sistema endocrino che non è fisicamente collocata nella "zucca", responsabile anch'essa di una bella fetta di ciò che chiamiamo emozioni).
Insomma, sostenere che sia tutto nella testa (tra l'altro introducendo la frase con un "ma è semplice"), mi pare un riduzionismo superficiale, la complessità degli organismi pluricellulari pretende giustamente uno sforzo di ragionamento in più, saranno seghe mentali, se vogliamo, ma che altro dovrei fare se non mi bastano ne le rivelazioni, ne i manuali di fisiologia, lo ribadisco ancora: domande, non risposte... altrimenti l'umanità sarebbe ancora a mangiare carne cruda e a soffrire per il freddo e per il buio.
Qui c'è confusione fra ciò che chiamiamo mente ed il sistema nervoso. Il secondo, come sappiamo tutti, è formato dal sist. nerv. centrale e periferico, quest'ultimo che si estende in tutto il corpo e serve a captare e ricevere segnali di vario tipo dall'ambiente e dal cervello. La centralina dati che pensa e che elabora i dati non è nel piede o nella mano o nell'occhio. Tirando in ballo la mente caschiamo nel cervello e nelle sue strutture e funzioni. Se vi batte il cuore perchè avete visto una bella gnocca e vi si alza l'asticella, l'occhio vede la gnocca me il segnale lo registra e lo riemette il cervello al corpo, e da lì si formano anche i vostri pensieri "maialeschi":D
E se fisicamente un cuore non ce l'ho, cosa sento? Non siamo abbastanza avanzati tecnologicamente (forse non lo saremo mai) per sperimentare, ma se dovessi formulare un'ipotesi cosa diresti?
Ho già esposto come la vedo io: senza un corpo sul quale possa avere le sensazioni che contraddistinguono le varie sfumature emotive) emozioni e sentimenti si raffredderanno fino sbiadire quasi del tutto. In qualche modo la cosa è in parte sperimentabile ottundendo l'apparato sensoriale con potenti anestetici, ma intervengono altri fattori a falsare i dati.
Se non ce l'hai sei morto!!:D
E' chiaro che tutto si è evoluto come un sistema di sopravvivenza e percezione dell'ambiente. Laddove si sono evoluti organi si sono create le connessioni necessarie col sistema nervoso. Ma anche laddove troviamo microrganismi c'è sempre un sistema di ricezione stimoli.
Per quanto riguarda la mente, che si tratti di istinti o di creare la Divina Commedia, sempre nel cervello devi stare. Queste divisioni fra mente e corpo o queste concezioni della mente come qualcosa al di fuori dal corpo, non prodotta dall'attività cerebrale, non trovano nessun riscontro. Spesso è qui che cade l'errore. Figuriamoci poi quando qualcuno ci vuole perfino infilare l'anima.
Hai letto prima? Avevo azzardato l'ipotesi fantascientifica della sostituzione del corpo biologico con una protesi, non è da escludere che in un futuro non molto prossimo (purtroppo... almeno non abbastanza prossimo da consentirmi di sostituire questa roba molliccia, con un modello più forte funzionale ed elegante, è solo una mia opinione, ma le entità biologiche sono abbastanza repellenti, i mammiferi in particolare e quelli privi di un bel manto peloso, come i maiali e gli umani, sono il top della gamma della ripugnanza, non so con che coraggio certa gente si schifa degli insetti che invece con il loro esoscheletro a me paiono tanto raffinati) i cyborg diventino una realtà, perciò non sarei necessariamente morto senza un cuore, potrei aver trovato una soluzione diversa rispetto alla circolazione sanguigna per ossigenare il cervello. Vabbe' se non vuoi stare al gioco non fa niente.
A livello sensoriale, la cascata di sensazioni e reazioni dovute alla paura ad es. non sarà uguale se non avessimo un corpo che percepisce come quello di carne e non reagisce a ciò che il cervello gli invia (produrre adrenalina, aumentare pressione e battiti, sensazione di gambe molli ecc...), salvo ricreare artificialmente un corpo che riproduce le funzioni sensitive e fisiologiche in una qualche misura. E qui con la fantascienza ci potremmo fare un bel romanzo.
Intanto stanno già tirando fuori protesi bioniche e vediamo come progredirà questa strada:
https://www.sanitainformazione.it/sa...bile-impianto/
...e sono questi "altri fattori" a fare la differenza fra noi e i nostri amici animali: Non riposiamo e non abbiamo pace fino a quando non troviamo un senso, alla nostra Vita. Al nostro gioire, soffrire e lottare quaggiù, sotto le stelle. E tale senso non può essere creato da nessun avanzato laboratorio medico o scientifico, credimi.
E' che ti puoi permettere altri pensieri, altri sensi della vita perchè hai lo stomaco pieno, altrimenti il tuo senso dell'esistenza sarebbe sopravvivere, prima ancora di stare a sospirare sugli amici invisibili e sull'universo.