E poi le teste di peones non e' che contino molto, sono portavoce delle linee dei mammasantissima di partito che li usano come teste di legno con vari fini....loro.
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E poi le teste di peones non e' che contino molto, sono portavoce delle linee dei mammasantissima di partito che li usano come teste di legno con vari fini....loro.
Volevo votare si ma ora ci ho ripensato. Stavolta condivido l' analisi di Axè. E' l' ultima battaglia di bandiera dei 5 stelle, ma oggi come oggi chissà come avrebbero deciso. Non potevano sputtanarsi perfino in questa occasione.
Io voto no.
Per 1000 motivi. E più non mi dilungo.
Dirò una banalità, ma se si volessero diminuire i costi della politica sarebbe più profiquo evitare che anche solo un assessore medio di una città importante abbia uno stipendio totalmente fuori scala.
il vero costo della politica non sono mica gli stipendi dei rappresentanti, eh... e nemmeno i costi accessori, portaborse, ristoranti, viaggi, a parte certe cose come le ambasciate delle regioni :asd:
il costo vero è indiretto, nella misura in cui il sistema consente una gestione irresponsabile - in senso tecnico, proprio: la frammentazione delle responsabilità - per cui è possibile commissionare lo studio di fattibilità - che so, di un aeroporto - un milione ad una società, magari di amici, o amici di amici, o avversari da tener buoni - quando mancano palesemente i presupposti ambientali o urbanistici, già per sentenze pregresse; ma non c'è un sistema che vincoli quella spesa;
oppure l'aeroporto si fa, ma non c'è l'autostrada e quindi non conviene usarlo; intanto le aziende edili hanno pappato la commessa; in teoria, e pure in pratica, non puoi incriminare nessuno, perché chi ha deciso l'aeroporto non è responsabile dell'autostrada, o c'è sempre un impiccio dovuto a terzi;
di solito sono poteri locali, competenti su molte questioni, ambientali, ecc... basta un'associazione, i commercianti, i cacciatori, il consorzio de sto caxxo - a torto o a ragione - tutti con rappresentanza politica;
chiaramente, quando qualcuno evoca un potere centrale, che sia la regione sul comune, lo stato sulla regione, l'UE sullo stato, c'è la rivolta del "noi" contro lo "straniero che ci impone la sua volontà", cioè il timore che un regolatore esterno riduca i margini di manovra;
intanto, come dice un amico leccese, lu surice camina, il criceto gira nella ruota, come in un contatore :D
poi dice perché uno ama il sud e i terroni; io rido per questa metafora da 30 anni;
insomma, il vero costo della politica è nel non produrre scelte, decisioni; ma anzi, nel consentire la non-decisione; per questo non ha senso un taglio, ma serve una riforma pensata per dare potere, ma anche responsabilità, senza scappatoie.
altro esempio, riportato da Radio24, il Sole:
in Puglia, per 12 anni un'importante gruppo - alberghiero, mi pare - voleva investire; investire vuol dire portare soldi, lavori edili ed impieghi; non c'è stato verso in 12 anni di terminare l'iter dei permessi, tra tutte le diverse amministrazioni, di colori politici diversi; una autorizzava, l'altra si metteva di traverso... aspettavano mazzette, oppure difendevano una concorrenza locale, altri interessi ?
alla fine, il gruppo ha rinunciato e investito altrove, perdendoci comunque molti soldi; questo è un costo, non contabilizzato come tale, ma è un costo prodotto dalla politica, alla quale - a prescindere dalla risposta - si chiedeva di pronunciarsi in tempi rapidi;
è un costo anche non riformare la Giustizia; se non si fanno processi rapidi non si investe, per paura; nemmeno si affittano gli immobili, nel timore di contenziosi; perdono tutti; ma tutto questo non ha nulla a che vedere col numero dei politici.
Axe non sono spiccioli di risparmio. Per pagare quelli che verranno eliminati attualmente occorrono 300 mila euro al mese, 3 milioni 600 mila euro l’anno.
A me non va che i parlamentari prendano 15 mila euro al mese, più benefit, come ferrovie e aerei gratuiti.
A me non va di vedere tutta quella gente inutile.
Dark Lady ha scrittoScusa Lady, mi devi spiegare perché un senatore eletto in una circoscrizione più grande è meno rappresentativo per la tua zona.Citazione:
Cambia che ad esempio se vivi in Molise o Val d'Aosta rischi che non ci sia più quasi nessuno a rappresentarti in parlamento. Se abiti in una piccola cittadina dimenticata da tutti, tipo la mia, non avrai probabilmente più alcun rappresentante che possa portare avanti le istanze del tuo territorio. Al di là dell'appartenenza politica, per un territorio è importante avere qualcuno in alto che lo rappresenti e che porti avanti le sue battaglie.
Il mio parere è che in un parlamento con più parlamentari aumentano quelli che gestiscono sistemi clientelari. Più piccola è la circoscrizione, maggiore è la probabilità che il "politico" locale che ha fatto tanti favori, e che magari si è accordato con il boss locale, riesca a conquistare un seggio.
semplice concreto :clap condivido perché é la concretezza quella che conta..
il votare no per " ideologia" é come dire ;
"non serve a nulla toglier qualche spacciatore davanti le scuole il problema é la Colombia che produce la droga.."
cioé lasciare le cose anomale perché non é la soluzione finale:no:
ma vi rendete conto o no che siete il paese con piu parlamentari d´Europa e il piu disastrato?!
https://www.blitzquotidiano.it/foto-...talia-2354511/
sono tanti,troppi, lavorano male e li volete mantenere ancora!:wall:
infatti Lampedusa é la riprova che le rappresentanze locali non contano un emerita mazza ,specialmente al sud ..continui appelli di emergenza e continui sbarchi
continui appelli di emergenza e continui sbarchi ,continui appelli di emergenza e continui sbarchi ,continui appelli di emergenza e continui sbarchi
manco le fiaccolate di protesta possono fare perché lo spazio é quello che é..:v
Un po' benaltrista... la classe politica italiana vanta o non vanta i redditi più alti d'Europa, chiedo, perchè a me risulta sia così, ma posso sbagliarmi.
Poi c'è anche tutta la malagestione, i clientelarismi, i servizi con catene infinite di subappalti e persino la corruzione che vuoi, ma queste sono cose che ci sono ovunque; in Italia siamo messi male, te lo concedo, ma di fatto non ho dati per affermare che ci sia la situazione più tragicomica d'Europa.
Una normalizzazione della retribuzione sarebbe comunque già un buon inizio e considerando il numero di persone coinvolte, non sarebbero proprio quattro soldi.
Luigi Di Maio incalzato dal giornalista non risponde e poi scappa: referendum e costi del suo staff, silenzio imbarazzato
Faccia imbarazzata e voce bassa, Luigi Di Maio incappa nell'ennesima figuraccia. Il ministro degli Esteri, impegnato a rispondere ai giornalisti, viene incalzato da Luigi Abbate. Il risultato? Il grillino scappa a gambe levate. Il giornalista, arrivato il suo turno, chiede a Di Maio: "Il M5s propone il referendum sul taglio di 345 parlamentari anche per abbattere i costi. Eppure il suo staff costa 711.000 euro all’anno con 8 dipendenti. Il suo capo segreteria, il suo portavoce, prendono 130.000-140.000 euro l’anno. Non le sembra un’ipocrisia? Un controsenso?". Colpito e affondato, il titolare della Farnesina non sa cosa rispondere e infatti non lo fa.
Luigi Di Maio, quello che fa campagna a spron battuto per il “Sì” al referendum sul taglio dei parlamentari, è il ministro degli Esteri più spendaccione nella storia recente. Settecentoundicimila euro: è questo il costo annuale della squadra di otto persone costruita dall’ex capo politico del Movimento 5 Stelle. Ovviamente si tratta di fedelissimi che lo accompagneranno per tutta la durata del suo mandato: Di Maio non poteva certo lasciarli a terra dopo essere passato da tre incarichi (vice premier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico) ad uno solo, allora li ha portati tutti con sé alla Farnesina.
Ecco spiegato perché il loro costo è talmente alto da non avere rivali nella storia recente: nessuno dei predecessori di Di Maio si è mai avvicinato a 700mila euro annuali per gli emolumenti degli uffici di diretta collaborazione. Un fatto che stona decisamente con la lotta agli sprechi della politica, da sempre bandiera del Movimento: “Il super staff di Di Maio agli Esteri - ha commentato Antonio Maria Rinaldi - costa il doppio di quello dei suoi predecessori. Però per ‘risparmiare’ propongono il taglio dei parlamentari tanto Conte va avanti a colpi di dpcm e se ne frega del Parlamento”.
Bravi. Votate SI, mi raccomando. Così vi fanno "fessi e contenti". :mmh?:
Andiamo a votare per tagliare i Parlamentari, ma spendiamo 50 mila euro al giorno per noleggiare navi da crociera da usare per la quarantena dei clandestini. :mmh?:
Ciao x, quest'anno le navi da crociera hanno poco o nulla effettuato il servizio turistico causa Covid, perciò le lobby sono riuscite a far rientrare dalle spese gli armatori.
Tagliare il numero dei parlamentari: sono sufficienti 600. Di solito molti di loro vanno alla Camera o a Senato solo per votare una legge secondo le direttive del partito. Sono alle direttive dei cosiddetti "capi-bastone" politici.
Ogni parlamentare costa in media 15 mila euro al mese, Calcola 15 mila euro per 345 parlamentari che non verranno rieletti ed otterrai quanto si risparmia ogni mese. La cifra ottenuta la devi ricalcolare per 12 mesi e puoi constatare quanti milioni di euro risparmiamo l'anno.
Da aggiungere i benefit di cui godono in modo immeritato, come treni e aerei gratis.
Votare no per far dispetto ai Cinque stelle significa fare come quel marito che per far dispetto alla moglie si evirò. :)
Da tenere conto che la ciurma dei peones serve alla raccolta di voti nel proprio ambito parentale, lavorativo e sociale, sempre vendendo promesse fantasmagoriche e, senza una possibilita' di essere eletto, nessuno si presta a fare il trombato per la gloria del partito, come avviene nelle elezioni comunali dove reclutare peones a fare i portatori di acqua e' un vero problema.
X e axe, quando andrete a votare il referendum ricordatevi che …
http://1.bp.blogspot.com/-uGkWOIHRZ-...-stalin-no.jpg
slogan inventato da Giovannino Guareschi sul "Candido" poi riportato anche sui manifesti elettorali della Democrazia Cristiana contro il Fronte Democratico Popolare nelle elezioni del 1948.
Ma quale "dimezzamento della democrazia" temete ? Non vi bastano i rappresentanti politici regionali ? Sono loro che devono tutelare gli interessi locali nel territorio di competenza. Nel 1970 le regioni a statuto ordinario furono istituite proprio per questo.
Chi pretende il deputato o il senatore della propria zona e rifiuta di volerne uno della stessa provincia, è chiaro che preferisce il sistema “clientelare”, il “do ut des”.
Più è piccola è la circoscrizione elettorale maggiore è la probabilità che il politico locale si sia accordato con il boss o i “notabili” del luogo e riesca a conquistare un seggio.
“Nihil sub sole novum” (= nulla di nuovo sotto il sole), frase biblica, contenuta nel libro dell’Ecclesiaste (1, 10), con cui l’autore intende affermare la monotonia, il ripetersi delle solite cose. Infatti il “do ut des” è da millenni praticato dai devoti verso il loro santo protettore. In cambio della grazia ti offro…
I “peones” nel parlamento ? Sono i cosiddetti rappresentanti del popolo senza rilievo e senza cariche importanti, utili solo per esprimere il voto deciso dagli organi dirigenti del proprio partito.
I peones politici nostrani sono sempre presenti quando ci sono le votazioni alla Camera o al Senato. Assicurano la tenuta del governo. Compensano le assenze dei colleghi della maggioranza. Ma vengono usati solo come stampella per far approvare le leggi. Sulle quali riescono a incidere poco o nulla.
I tanti sconosciuti deputati e senatori non presentano propri progetti di legge, non sono capaci di raccogliere il consenso trasversale. Hanno il ruolo negletto di schiacciare i pulsanti per conto del governo o dell’opposizione.
Questi sono i deputati e i senatori che gridano alla democrazia ferita, perché temono che la parte bassa della loro schiena rimanga senza poltrona.
Sono numerosi quelli che non verranno rieletti, ed hanno l’aggravante che non hanno una professionalità, un mestiere.
E giustamente Sgarbi osserva che quello che sta bene a Di Maio, Grillo, Scanzi e compagnia bella, non può stare bene a noi...
https://www.youtube.com/watch?v=-0oCs-TBU4g
se tu mi leggessi, avresti visto che ho scritto esattamente questo;
posto che:
chi si perita di informarsi davvero sa che il deputato rappresenta il collegio unico nazionale, tutto il corpo elettorale; non ha titolo costituzionale per esercitare il suo mandato come "locale", al contrario di altre forme di democrazia - quelle anglosassoni - poiché i nostri collegi uninominali sono solo il risultato della superfetazione di una mera legge elettorale su un impianto originariamente concepito in un quadro diverso; esattamente come per ora, non esistono coalizioni vincolate e non c'è premierato, il preteso "governo eletto";Citazione:
Chi pretende il deputato o il senatore della propria zona e rifiuta di volerne uno della stessa provincia, è chiaro che preferisce il sistema “clientelare”, il “do ut des”.
Più è piccola è la circoscrizione elettorale maggiore è la probabilità che il politico locale si sia accordato con il boss o i “notabili” del luogo e riesca a conquistare un seggio.
io ho spiegato bene il perché del mio No, e si tratta esattamente di far risaltare l'errore prospettico che induce in queste considerazioni:
questo è un falso problema; il che, potrebbe non essere tanto grave, uno sfizio;Citazione:
Questi sono i deputati e i senatori che gridano alla democrazia ferita, perché temono che la parte bassa della loro schiena rimanga senza poltrona.
Sono numerosi quelli che non verranno rieletti, ed hanno l’aggravante che non hanno una professionalità, un mestiere.
il punto è che con questa propaganda si è convinta per decenni l'opinione pubblica che i problemi italiani fossero nella "politica" politicante, ossia nella tendenziale corruzione dei politici-persone; questo è il vero danno, perché ritarda la presa di coscienza delle reali dinamiche di interesse che presiedono alla rappresentanza;
col che, il guaio è che si vota qualcuno che, vuoi con atteggiamento da guerra di religione identitaria, vuoi con promesse fuori dal reale, manca di proporre linee politiche trasparenti sui veri interessi dei rispettivi elettorati; così, poi la politica vera, quella che decide, davvero si gioca su un tavolo di sottogoverno, dove la corruzione e la mancanza di trasparenza sono inevitabili, ma non riguardano i bruscolini delle retribuzioni a due o trecento parlamentari, bensì le centinaia di miliardi delle tasse, delle pensioni, dei lavori pubblici, delle municipalizzate, dell'intervento statale nell'economia;
la "disonestà" del politico c'è sempre, almeno in una certa misura; ma, almeno in gran parte, è figlia del trasformismo che si determina quando le opzioni non sono trasparenti;
e non basta nemmeno un sistema elettoral-costituzionale diverso - pure necessario - come la politologia ha dovuto ammettere;
sono proprio gli interessi, che un tempo si sarebbero definiti "di classe", a doversi far rappresentare e negoziare, in modo aperto;
da un 30ennio in Italia è evidente una frattura di fondo, che riguarda la spesa pubblica; la caduta del Muro e il Trattato di Maastricht hanno decretato la fine di un sistema in cui la potenza USA garantiva un sistema di debito, col quale in Italia si compensavano i conflitti sociali;
la Lega è nata per questo, cioè forzare in senso autonomista la gestione dei soldi delle tasse;
Tangentopoli è stata il risultato di quell'annuncio: da domani lo stato non può più finanziare tutto e tutti con banche pubbliche, e quindi nemmeno vale più la pena di pagare mazzette ai politici che nominano i vertici di quelle banche, ora divenute normali operatori di lucro, imprese a tutti gli effetti;
la politica è distribuzione di risorse, e sarebbe bene che l'opinione pubblica inizi a pensare in termini di proprio interesse e di interesse altrui; stai a Foggia e vuoi l'alta velocità tra Napoli e Bari ? ti conviene eleggere qualcuno in grado di negoziare efficacemente quella spesa con chi vorrebbe spendere quei soldi altrove, e magari ribatte al tuo eletto che non è capace di esigere i tributi, e quindi si oppone:
ah, tu vuoi l'AV, coi soldi delle mie tasse, mentre il tuo sindaco, governatore, ecc... ti consente di evadere la TARI, non pagare le multe, condona o non reprime gli abusi, ecc...? col caxxo ! io i miei soldi voglio che siano spesi sotto casa mia, visto che sono costretto a pagare tutto...
puntualmente, la realtà politica rappresenta questi rapporti di forza economici; infatti, i lavori pubblici si fanno tutti al nord;
la retorica grillina dell'anti-politica ha illuso e rintronato metà dell'opinione pubblica, ritardando questa presa di coscienza dei veri problemi; poi, con l'anti-europeismo la Lega formato Salvini ha offerto la polpetta avvelenata, illudendo quella gente di voler uscire dall'euro e rifare un impossibile Bengodi assistenzialista, quando il piano è quello di mandare in crisi i conti per imporre il federalismo fiscale;
chi continua a concentrarsi su dettagli triviali della politica, finirà a trovarsi un cetriolone tra le chiappe perché non ha visto arrivare le mazzate sulle questioni vere.
Netta vittoria del SI.
Alle Regionali niente spallata della Lega in Toscana, in Puglia e in Campania. Tiene bene il PD, anche senza i cinque stelle. Zaia superstar in Veneto, bene Toti in Liguria.
Sinceramente me l'aspettavo, io a votare non ci sono andato ed è la seconda volta da quando ho diritto, la prima è stato l'ultimo referendum costituzionale che proponeva qualcosa di simile a questo, ma era fatto meglio e già mi era sembrato una presa in giro (e l'avevo studiato nel dettaglio, volevo veramente capire) questo mi era parso una semplificazione di quello, e se in se può pure avere senso ora toccherà partire con una serie di riforme a partire dai collegi elettorali, vedremo... bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno, è anche carino che i politici lavorino, almeno ogni tanto.
Io sempre andato. Devo ricordarmi la prossima volta di rifare la tessera perchè ho esaurito tutti gli spazi.
Nel complesso possiamo affermare che da questa tornata elettorale, il Governo risulta rafforzato. Vedremo come e se impiegherà bene i miliardi europei in arrivo.
chiedo scusa in "anticipo", ma sento il dovere di "commentare" la vignetta del '48. allora se "dio ti vede", comunque, e stalin, dato che non vede, le elezioni non te le "faceva fare", allora in cabina elettorale, qui da noi in italia, deve essere garantito primo, che il padreterno non faccia "il delatore" e secondo, che si dica in che maniera bisogna votare. cioè che la matita serve per scrivere, anche se ha quel gommino "rosa" che può servire a più cose: ad esempio a modificare la "preferenza" da parte dei ministri del "culto". ma anche a soddisfare il bisogno di, in qualche modo, "superare" la "fase orale" o qualcos'altro da parte del singolo elettore. abbiate pazienza...