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Ed ora accadde che, dopo alcuni anni, venne fra il popolo di Nefi un uomo chiamato Sherem. Or avvenne che egli cominciò a predicare fra il popolo e a dichiarare loro che non vi sarebbe stato alcun Cristo. E predicava molte cose che lusingavano il popolo e ciò fece per potere rovesciare la dottrina di Cristo. E lavorò diligentemente a distogliere i cuori della gente, cosicché riuscì a sviarne parecchi; e sapendo che io, Giacobbe, avevo fede nel Cristo che doveva venire, cercò molte occasioni di giungere a me. Ed era un uomo istruito, che aveva una conoscenza perfetta della lingua del nostro popolo, pertanto poteva usare molte lusinghe e grande abilità oratoria, secondo il potere del diavolo. E nutriva speranza di farmi vacillare nella mia fede, nonostante le molte rivelazioni e le numerose manifestazioni da me avute circa tali argomenti; infatti io avevo veramente visto degli angeli e mi avevano istruito. Ed avevo anche udito la voce del Signore, che di quando in quando mi aveva parlato con le sue stesse parole, per cui non avrei potuto essere scosso. Ed avvenne che egli venne a me e in questa maniera si rivolse a me, dicendo: - Fratello Giacobbe, ho cercato molte occasioni di poterti parlare; ho udito infatti e so anche che tu ti dai molto d’attorno predicando ciò che voi chiamate il Vangelo o la dottrina di Cristo. Ed avete sviato molta gente in modo che costoro pervertono la retta via di Dio e non osservano la legge di Mosè, che è la retta via; e trasformano la legge di Mosè nel culto di un essere che voi dite dover venire fra molte centinaia di anni. Ed ora, ecco, io Sherem vi dichiaro che ciò è blasfematorio, poiché nessun uomo conosce tali cose, nessuno infatti può parlare di cose future. -
Ed in tal maniera Sherem mi combatteva. Ma ecco, il Signore Iddio versò il suo Spirito entro la mia anima, cosicché potei confonderlo in tutte le sue parole. E gli dissi: - Neghi tu il Cristo che dovrà venire? - Rispose egli: - Se ci fosse un Cristo, non lo negherei, ma so che non vi è alcun Cristo né ve n’è stato né ve ne sarà mai. - Ed io gli dissi: - Credi tu nelle Scritture? - E rispose: - Sì. - Ed aggiunsi: - Allora tu non le comprendi, poiché esse attestano in verità il Cristo. Ecco, io ti dico che nessuno dei profeti ha scritto né profetizzato senza parlare di Cristo. E ciò non è tutto: mi è stato manifestato, proprio a me, poiché ho udito e visto; e mi è stato manifestato anche mediante il potere dello Spirito santo, perciò io so che se non vi fosse alcuna espiazione, tutto il genere umano sarebbe perduto. - Ed allora egli mi disse: - Mostrami un segno tramite questo potere dello Spirito santo col quale tu sai tante cose. - E risposi io: - Che cosa sono io per voler tentare Dio a mostrarti un segno per una cosa che tu sai essere vera? Eppure tu lo negheresti, perché sei del diavolo. Nondimeno che non sia la mia volontà a compiersi, ma se Dio ti colpirà, che ti sia un segno che egli ha la potenza, sia in cielo, sia in terra, ed anche che Cristo verrà. E che la tua volontà, o Signore, sia fatta, non la mia. -
Accadde allora che appena io, Giacobbe, ebbi pronunciato queste parole, il potere del Signore cadde su di lui, in modo ch’egli stramazzò a terra. Ed avvenne che si dovette nutrirlo per parecchi giorni. E fu così ch’egli disse al popolo: - Radunatevi domani poiché morrò, desidero dunque parlare al popolo prima di morire. -
Ed ecco, l’indomani la moltitudine si radunò ed egli parlò loro chiaramente e negò quanto aveva loro insegnato, e confessò il Cristo ed il potere dello Spirito santo ed il ministero degli angeli. E disse loro apertamente che era stato ingannato dal potere del diavolo. E parlò dell’inferno, dell’eternità e del castigo eterno. E disse: - Ho gran timore di aver commesso il peccato imperdonabile, poiché ho mentito a Dio e ho negato il Cristo, pur dicendo che credevo nelle Scritture; ora, esse danno invero testimonianza di lui. E per aver così mentito a Dio, io temo grandemente che la mia condizione sia orribile, ma mi confesso a Dio. -
E allorché ebbe pronunciate queste parole, non poté dire di più e rese l’anima. E quando la moltitudine lo ebbe udito pronunciare queste parole mentre stava per render l’anima, fu straordinariamente stupita, al punto che il potere di Dio scese su di essa e fu così sopraffatta che cadde a terra. Ora, questo fece piacere a me, Giacobbe, poiché l’avevo richiesto al mio Padre che è in cielo, ed egli aveva udito il mio grido ed esaudito la mia preghiera. Fu così che la pace e l’amore di Dio furono nuovamente ristabiliti fra il popolo, il quale cercò le Scritture e non ascoltò più le parole di questo uomo perverso. E furono escogitati diversi mezzi per richiamare e riportare i Lamaniti alla conoscenza della verità, ma tutto fu vano, poiché si dilettavano in guerre e spargimenti di sangue, ed avevano un odio imperituro contro di noi, loro fratelli. E cercavano di distruggerci continuamente col potere delle loro armi. Pertanto il popolo di Nefi si fortificò contro di loro con i suoi eserciti, con tutta la sua forza, confidando in Dio e nella rocca della sua salvezza; pertanto fino a oggi i Nefiti hanno potuto uscire vittoriosi dei loro nemici.
Ed avvenne che io, Giacobbe, cominciai a invecchiare; e poiché gli annali di questo popolo sono tenuti sulle altre tavole di Nefi, io concludo dunque codesti annali, dichiarando di averli scritti secondo le mie migliori cognizioni, aggiungendo che il tempo passa rapidamente per noi e le nostre vite trascorrono pure come fossero un sogno, dato che siamo un popolo solitario e solenne, errante, scacciato da Gerusalemme, nato nella tribolazione, in un deserto, e odiato dai nostri fratelli, il che provoca guerre e contese, perciò i nostri giorni trascorrono in tristezza.
Ed io, Giacobbe, vidi che avrei dovuto presto scendere nella tomba, per cui dissi a mio figlio Enos: - Prendi queste tavole. - E gli dissi quanto mio fratello Nefi mi aveva comandato ed egli promise obbedienza ai comandamenti. E metto fine ai miei scritti su codeste tavole, scritti che sono stati esigui; e dico addio al lettore, nella speranza che molti dei miei fratelli possano leggere le mie parole. Fratelli, addio. (Giacobbe 7)
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Ed avvenne che così facendo, essi lo preservarono dallo sterminio, poiché le loro parole andavano diritte al cuore, spronandolo continuamente al pentimento. (Jarom 12)
Il "Libro di Omni" racconta eventi accaduti tra il 323 e il 130 a.C.
Ecco, io sono Amaleki, figlio di Abinadom. Ecco, io vi parlerò alquanto in merito a Mosia, che fu fatto re sulla terra di Zarahemla, in quanto egli essendo stato avvertito dal Signore di fuggire dalla terra di Nefi e che quanti volessero dare ascolto alla voce del Signore avessero a partire con lui per il deserto. Avvenne dunque ch’egli fece secondo quanto il Signore gli aveva comandato. E quanti vollero ascoltare la voce del Signore lasciarono il paese insieme con lui per il deserto; ed erano condotti da predicazioni e numerose profezie. Ed erano continuamente ammoniti dalla parola di Dio e furono condotti attraverso il deserto dal potere del suo braccio, finché giunsero a una terra chiamata la terra di Zarahemla. E vi scoprirono un popolo che si chiamava popolo di Zarahemla. Vi fu allora grande allegrezza fra il popolo di Zarahemla e Zarahemla fu lui stesso straordinariamente felice, perché il Signore aveva mandato il popolo di Mosia con le tavole di bronzo che contenevano la storia degli Ebrei. Fu così che Mosia scoprì che il popolo di Zarahemla era partito da Gerusalemme al tempo in cui Zedechia, re di Giuda, fu deportato prigioniero in Babilonia. Ed avevano viaggiato nel deserto ed erano stati trasportati dalla mano del Signore attraverso le grandi acque fino alla terra ove Mosia li trovò e vi avevano abitato fin d’allora. Ed al tempo in cui Mosia li scoprì, essi erano divenuti numerosissimi. Però avevano avuto molte guerre e gravi contese e ne erano morti parecchi a fil di spada; il loro linguaggio si era molto corrotto; non avevano portato con loro nessuna storia scritta e negavano l’esistenza del loro Creatore; e né Mosia né il suo popolo erano in grado di comprenderli.
Ed avvenne che Mosia dispose che si insegnasse loro la sua lingua. E quando essi ebbero appreso la lingua di Mosia, Zarahemla dette una genealogia dei suoi padri, secondo la su memoria, ed è scritta, ma non su queste tavole. Ed allora il popolo di Zarahemla e quello di Mosia si unirono e Mosia fu eletto loro re. Ed avvenne che durante il regno di Mosia, gli venne portata una grande pietra con sopra delle incisioni ed egli interpretò le incisioni per dono e potere divini. Queste scritture davano un racconto di un certo Coriantumur e dell’uccisione del suo popolo. Coriantumur fu trovato dal popolo di Zarahemla ed abitò insieme ad essi per lo spazio di nove lune. Questa pietra dava pure un breve rendiconto dei suoi padri. I suoi progenitori erano venuti dalla torre, al tempo in cui il Signore confuse le lingue dei popoli, e la severità dell’Eterno infierì su loro, secondo i suoi giudizi, che sono giusti; e le loro ossa giacciono sparse sulla terra a settentrione. (Omni 12-22)
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Nel "Libro di Mosia" vengono narrati eventi accaduti tra il 130 e il 124 a.C.
Io vi dico che mi è stato permesso di trascorrere la mia vita a vostro servizio fino a oggi e non ho preteso da voi né oro né argento né alcun genere di ricchezze. Né ho sopportato che voi foste confinati entro prigioni né che vi rendeste schiavi l’un l’altro né che uccideste o saccheggiaste, o rubaste, o commetteste adulterio; e non ho neppure sopportato che commetteste alcun genere di malvagità e vi ho insegnato ad osservare i comandamenti del Signore, in tutto ciò che egli ha ordinato. Ed io pure ho lavorato con le mie stesse mani per potervi servire e perché non foste gravati di tasse né di alcunché di pesante sulle vostre spalle. Di tutte queste cose di cui ho parlato, voi stessi siete oggi testimoni. Eppure, fratelli miei, io non ho fatto tutto ciò per potermi vantare né ve lo dico per farvene un’accusa, ma piuttosto perché sappiate che posso risponderne oggi dinanzi a Dio con coscienza pura. (2:12-15)
Se dunque quest’uomo non si pente, ma rimane e muore nemico di Dio, le esigenze della giustizia divina risvegliano nella sua anima immortale un vivido senso della sua propria colpa, che lo fa fuggire dalla presenza del Signore e riempire il suo essere di colpevolezza, di dolore e d’angoscia, il che è simile ad un fuoco inestinguibile, la cui fiamma ascende in eterno (1). Ed ora io vi dico che la misericordia non avrà presa su quest’uomo, per cui la sua ultima pena sarà di subire un tormento eterno. (2:38, 39)
Sappi, infatti, che il giorno viene e non è più assai lontano, in cui il Signore onnipotente, che regna, che fu ed è d’eternità in eternità, scenderà in potenza dal cielo ed abiterà un tabernacolo di terra e andrà in mezzo agli uomini, operando possenti miracoli, tali come guarire i malati, resuscitare i morti, far camminare gli storpi, ridar la vista ai ciechi e l’udito ai sordi e guarendo ogni sorta di malattie. E scaccerà demoni, o gli spiriti impuri, che prendono dimora nei cuori dei figlioli degli uomini. Ed ecco, egli soffrirà le tentazioni ed i dolori del corpo, la fame, la sete e la fatica, anzi più di quanto l’uomo possa sopportare senza soccombere; ecco, infatti, il sangue gli uscirà da ogni poro, sì grande sarà la sua angoscia per la perversità e le abominazioni del suo popolo. E sarà chiamato Gesù Cristo, il Figliolo di Dio, il Padre del cielo e della terra, il Creatore di tutte le cose fin dal principio, e sua madre sarà chiamata Maria. Ed ecco, egli viene al suo popolo affinché la salvezza sia data ai figlioli degli uomini mediante la fede nel nome suo; e pure dopo tutto ciò, essi lo considereranno un uomo e diranno che ha un demonio, lo flagelleranno e lo crocifiggeranno. Ed egli risusciterà dai morti il terzo giorno; ed ecco, egli giudicherà il mondo; e tutte queste cose si compiono perché un giusto giudizio possa essere dato ai figlioli degli uomini. Sappiate infatti che il suo sangue serve pure d’espiazione per i peccati di coloro che sono caduti per la trasgressione di Adamo, che hanno peccato senza conoscere la volontà di Dio a loro riguardo o che hanno peccato per ignoranza. Ma guai, guai a coloro che sanno di essere ribelli contro Iddio! Poiché la salvezza non viene per costoro, se non mediante il pentimento e la fede nel Signore Gesù Cristo. Ed il Signore Iddio ha mandato i suoi santi profeti fra tutti i figlioli degli uomini per annunciare queste cose ad ogni stirpe, nazione e favella, affinché in tal modo chiunque crederà nell’avvento di Cristo possa ricevere la remissione dei suoi peccati e gioire di un’allegrezza inesprimibile, proprio come se egli fosse già venuto fra gli uomini. (3:5-13)
Nota.
1. E’ una descrizione dell’inferno interno: le tenebre interiori, il senso di colpa dei colpevoli. Le tenebre esteriori, l’inferno esterno, è invece rappresentato da condizioni esterne sfavorevoli che conducono a una sorta di schiavitù, di dipendenza dai criminali, senza possibilità di liberarsene.
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Ed inoltre io vi dico che non vi sarà nessun altro nome né alcun altro modo né mezzo dato ai figlioli degli uomini per cui la salvezza possa giunger loro, se non nel nome e per il nome di Cristo, il Signore onnipotente. Egli infatti giudica e il suo giudizio è giusto; ed il fanciullo che muore nell’infanzia non perisce; ma gli uomini si attirano la dannazione della loro propria anima, se non si umiliano, diventano come bambini e credono che la salvezza fu, è e sarà nel sangue espiatorio di Cristo, il Signore onnipotente. Poiché l’uomo è di natura nemico di Dio, lo è stato fin dalla caduta d’Adamo e lo sarà per sempre, a meno che non ascolti i suggerimenti dello Spirito santo, si spogli della sua natura e divenga santo per l’espiazione di Cristo, il Signore, e diventi simile a un fanciullo, sottomesso, mite, umile, paziente, pieno d’amore, disposto ad accettare tutte le prove che il Signore ritiene opportuno infliggergli, proprio come un bambino si sottomette a suo padre. Per di più vi dico che giorno verrà in cui la conoscenza del Salvatore si diffonderà per ogni nazione, stirpe, lingua e popolo. Ed ecco, quando quel tempo verrà, nessuno, eccettuati i bambini, sarà trovato innocente dinanzi a Dio, se non mediante il pentimento e la fede nel nome del Signore Iddio onnipotente. (3:17-21)
E se (le loro opere) sono malvage, saranno messi in presenza delle loro colpe e abominazioni, il che li fa rifuggire dal cospetto del Signore in uno stato di miseria e di tormento senza fine, dal quale non possono più tornare; perciò essi hanno attirato la dannazione sulle loro proprie anime. Essi hanno così bevuto la coppa della collera di Dio, che la giustizia non avrà potuto risparmiar loro, come non poté risparmiare Adamo, dopo che fu caduto in fallo per aver preso il frutto proibito; perciò la misericordia non potrà mai più aver presa su di loro. Ed il loro tormento è come un lago di fuoco e zolfo, le cui fiamme sono inestinguibili ed il cui fumo ascende in eterno. Così mi ha comandato il Signore. Amen. (3:25-27)
Ma insegnerete loro a seguire il cammino della verità e della serietà, li esorterete ad amarsi gli uni con gli altri ed a servirsi a vicenda. Inoltre voi stessi soccorrerete quelli che ne hanno bisogno, sarete generosi delle vostre sostanze verso colui che è indigente e non lascerete il mendicante rivolgersi a voi invano né gli opporrete rifiuto perché perisca. Forse ti dirai: - Quest’uomo è causa lui stesso della sua miseria, perciò tratterrò la mia mano e non gli darò del mio cibo né gli impartirò del mio perché non soffra, poiché il suo castigo è giusto. -
Ma io vi dico, o uomo, chiunque farà ciò avrà gran ragione di pentirsi, e se non si pentirà di quanto ha fatto, perirà per sempre e non avrà parte al regno di Dio. Non siamo forse tutti mendicanti? Non dipendiamo forse tutti dallo stesso essere, Iddio, per tutto quanto possediamo, cibo, vesti, oro, argento e tutte le ricchezze di ogni sorta che abbiamo? (4:15-19)
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Ed ancora, mi rivolgo ai poveri, a voi che non possedete e pure avete quanto basta di giorno in giorno; intendo voi tutti che rifiutate ai mendicanti perché non possedete; vorrei che diceste in cuor vostro: - Non do perché non ho, ma se avessi darei. -
Ed ora, se in cuor vostro dite questo, siete senza colpa, altrimenti siete condannati; e la vostra condanna è giusta perché ambite quanto non avete ricevuto.
Ed ora, per le cose che vi ho dette – cioè al fine di conservare la remissione dei vostri peccati di giorno in giorno, onde vivere senza colpa dinanzi a Dio – vorrei che impartiste ai poveri le vostre sostanze, ognuno secondo quanto possiede, in modo da nutrire gli affamati, rivestire gli ignudi, visitare gli infermi e provvedere a soccorrerli, tanto spiritualmente che temporalmente, secondo le loro necessità. E badate che tutto ciò sia fatto con saggezza e ordine, poiché a nessuno è chiesto di correre veloce oltre le sue forze. Ed inoltre è necessario essere diligenti per vincere il premio, dunque ogni cosa deve essere compiuta con ordine. (4:24-27)
E pertanto sarete chiamati figli e figlie di Cristo; ecco, oggi egli vi ha spiritualmente generati, poiché dite che i vostri cuori sono mutati per la fede nel suo nome; dunque siete rinati da lui e siete divenuti suoi figli e sue figlie. E grazie a lui siete divenuti liberi e non vi è alcun altro capo che possa rendervi liberi. Non vi è dato altro nome per la salvezza, per cui vorrei che assumeste il nome di Cristo, voi tutti che siete entrati in alleanza con Dio per essergli obbedienti fino alla morte. (5:7, 8)
Vi ripeto, vorrei che vi ricordaste di conservare sempre il nome scritto nei vostri cuori, per non trovarvi alla sinistra di Dio, ma che possiate udire e conoscere la voce di colui che vi chiamerà, come pure il nome con cui sarete chiamati. (5:12)
E il re Mosia fece coltivare la terra al suo popolo. E lui stesso la coltivava per non essere di peso al suo popolo, imitando in ciò suo padre in tutto. E non vi furono divisioni fra il popolo per la durata di tre anni. (6:7)
Ed hanno ucciso un profeta del Signore, sì, un uomo eletto che denunciando la loro malvagità e abominazione, aveva profetizzato molte cose future, sì, perfino la venuta di Cristo. E perché disse loro che Cristo è Dio, Padre di ogni cosa, e che avrebbe preso sembianze umane, quale l’uomo fu creato al principio o, in altri termini, perché disse che l’uomo fu creato all’immagine di Dio e che Iddio sarebbe sceso fra gli uomini, rivestendo carne e sangue per camminare sulla faccia della terra. (7:26, 27)
Ma un veggente può conoscere cose passate ed anche cose future, e in tal modo tutte le cose saranno rivelate o, piuttosto, le cose segrete saranno rese manifeste e le cose nascoste verranno alla luce, e cose che sono ignote saranno rese note, e cose che altrimenti non potrebbero essere conosciute saranno da essi svelate. (8:17)
Pertanto fu data loro una legge, sì, una legge di cerimonie esteriori e di ordinanze, una legge ch’essi avrebbero dovuto osservare strettamente di giorno in giorno per mantenerli nel ricordo di Dio ed al loro dovere verso di lui (1). Ma in verità io vi dico che tutte queste cose erano simboli di eventi futuri. (13:30, 31)
Nota:
1. Si tratta della legge mosaica. Comunque tutti i riti di tutte le religioni hanno questa motivazione.
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Sì, ed in verità non dice forse Isaia: "Chi potrà credere a ciò che apprendiamo? E a chi il braccio del Signore è stato rivelato? E’ cresciuto dinanzi a lui come una pianta tenera, come uno stelo fuori da una terra arida; non aveva né grazia né bellezza per attirare i nostri sguardi ed il suo aspetto non aveva alcunché che potesse sedurci. Egli è disprezzato e rigettato dagli uomini; uomo di dolore, familiarizzato con la sofferenza; e noi abbiamo quasi nascosto il nostro viso da lui; egli fu disprezzato come coloro dinanzi ai quali ci si vela il viso e noi non avemmo per lui alcuna stima. Certamente egli ha portato i nostri dolori e si è sottoposto a tutte le nostre tristezze e noi lo reputavamo colpito, abbattuto da Dio, umiliato! Ma è a causa delle nostre trasgressioni ch’egli fu colpito e ferito a cagione della nostra iniquità, e noi siamo guariti grazie alle sue ferite, il castigo della nostra pace fu versato su di lui (1). Noi tutti come un gregge di pecore ci eravamo allontanati dalla via diritta, ciascuno di noi errava per la sua strada. Mentre il Signore faceva ricadere su di lui i peccati di noi tutti. Egli fu oppresso, afflitto, eppure non aprì bocca; egli è condotto come un agnello al macello, e come una pecora è muta dinanzi a quelli che la tosano, così egli non aperse bocca. Fu privato di prigionia e di giudizio (2), e chi potrà dichiarare la sua posterità? Poich’egli fu tagliato fuori dalla terra dei viventi, colpito a causa della trasgressione del mio popolo. Ed ha ricevuto una sepoltura con i malvagi e coi ricchi alla sua morte. Perché non v’era in lui alcun male né vi era alcun inganno nella sua bocca. Eppure è piaciuto al Signore di abbatterlo, lo ha condannato al dolore; ma quando egli avrà offerto la sua anima in sacrificio per il peccato, egli prolungherà i suoi giorni e la volontà del Signore potrà compiersi grazie a lui (3). Egli vedrà il travaglio della sua anima, poi sarà soddisfatto; grazie alla sua conoscenza il mio giusto servitore ne giustificherà molti; egli porterà la loro iniquità. Pertanto io gli darò la sua parte con i grandi e condividerà le spoglie con i forti, perché egli ha versato la sua anima fino a morirne e fu annoverato coi trasgressori; ed egli portò i peccati di molti ed intercedette per i colpevoli." (cap. 14)
Note:
1. Il castigo necessario per far ottenere la pace a chi se la merita, dopo il pentimento, è stato dato a Cristo. Questo ovviamente non significa che i trasgressori non saranno puniti.
2. Fu giudicato senza un regolare processo, che prevede prigione e giudizio per il presunto colpevole.
3. Questo deve necessariamente riferirsi alla seconda venuta di Cristo.
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Ma ecco, i legami della morte saranno infranti, il Figlio regna ed ha ogni potere sui morti, pertanto egli opera la risurrezione dei morti. Ed avviene allora una risurrezione, anzi una prima risurrezione; sì, una risurrezione di tutti coloro che furono e che sono e che saranno fino alla risurrezione di Cristo, poiché è così che sarà chiamato. Ed ora, la risurrezione di tutti i profeti e di tutti coloro che hanno creduto nelle loro parole e di tutti coloro che hanno osservato i comandamenti di Dio si avvererà nella prima risurrezione; essi sono dunque la prima risurrezione. Sono elevati per dimorare con Dio, che li ha riscattati; così essi hanno la vita eterna mediante Cristo, che ha spezzato i legami della morte. Ed inoltre coloro che morirono prima della venuta di Cristo, nell’ignoranza, avranno pure parte alla prima risurrezione, benché la salvezza non fosse loro stata annunciata. E così il Signore opera la restaurazione di costoro ed essi partecipano alla prima risurrezione e godono della vita eterna, essendo riscattati dal Signore. Ed i fanciulli hanno essi pure la vita eterna.
Ma guardate e fremete e tremate dinanzi a Dio, poiché dovreste tremare, poiché il Signore non redime nessuno di coloro che si ribellano contro di lui e che muoiono nei loro peccati; sì, anzi, tutti coloro che sono morti nei loro peccati fin dall’inizio del mondo e che si sono volontariamente ribellati contro Iddio, che conobbero i comandamenti di Dio e non vollero obbedire, questi sono coloro che non avranno alcuna parte nella prima risurrezione. Non dovreste dunque tremare? La salvezza non giunge infatti a nessuno di questi, il Signore non li ha redenti né il Signore può redimere alcuno di costoro; non può infatti contraddirsi, egli non può prescindere dalla giustizia quando reclama i suoi diritti. Ed ora io vi dichiaro che verrà un tempo in cui la salvezza del Signore sarà annunciata ad ogni nazione, famiglia, lingua e popolo. Sì, o Signore, le tue sentinelle alzeranno la voce, canteranno unanimi, poiché vedranno coi loro propri occhi quando il Signore ristabilirà Sion. Scoppiate in allegrezza, cantate all’unisono, o voi piazze desolate di Gerusalemme, poiché il Signore ha confortato il suo popolo ed ha redento Gerusalemme. Il Signore ha tratto fuori il braccio della sua santità alla vista di tutte le nazioni e tutte le estremità della terra hanno veduta la salvezza del nostro Dio. (15:20-31)
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E comandò pure che i sacerdoti ch’egli aveva ordinato lavorassero con le loro mani per il loro sostentamento. (18:24)
Ed il popolo desiderava che Alma fosse loro re, poiché era prediletto dal suo popolo. Ma egli disse loro: - Ecco, non è opportuno che voi abbiate un re, così infatti dice il Signore. Voi non stimerete una carne più di un’altra o un uomo non si reputerà superiore ad un altro, perciò vi dico che non è opportuno che voi abbiate un re. Però, se vi fosse possibile avere sempre uomini giusti per governarvi, sarebbe bene per voi d’avere un re. - (23:6-8)
Ed ora vi dico: Voi siete stati oppressi dal re Noè e siete stati in schiavitù sotto di lui e sotto i suoi sacerdoti, e siete stati condotti all’iniquità da loro, così eravate legati con i legami dell’iniquità. Ed ora, siccome siete stati liberati mediante il potere di Dio da questi legami, sì, dalle mani di re Noè e del suo popolo, ed anche dai legami dell’iniquità, così desidero che voi rimaniate fermi in questa libertà, con la quale siete stati resi liberi, e che non affidiate a nessun uomo la carica di regnare sopra di voi. E che non affidiate ad alcuno l’incarico di essere vostro istruttore o vostro ministro, a meno che non sia un uomo di Dio, che cammini nelle sue vie e che osservi i suoi comandamenti. (23:13, 14)
Ed avverrà che allorché suonerà la seconda tromba, coloro che mai mi conobbero usciranno e staranno dinanzi a me. Ed allora sapranno che io sono il Signore loro Dio e che sono il loro redentore, ma non vollero essere redenti. (26:25, 26)
Ed il Signore mi ha detto: - Non ti stupire che tutta l’umanità, sì, uomini e donne, tutte le nazioni, stirpi, lingue e popoli debbano nascere di nuovo; sì, nascere da Dio e passare dal loro stato carnale e decaduto a uno stato di giustizia, essendo riscattati da Dio e divenendo suoi figli e sue figlie. E così divengono delle nuove creature; e se non lo fanno, non possono in alcun modo ereditare il regno di Dio. - (27:25, 26)
Pertanto, se fosse possibile che voi aveste sempre uomini giusti per regnare su voi, che farebbero rispettare la legge di Dio e che giudicherebbero questo popolo secondo i suoi comandamenti, sì, se voi poteste avere per re degli uomini che facessero come fece mio padre Beniamino per questo popolo – io vi ripeto, se questo fosse sempre il caso – allora sarebbe opportuno che voi aveste sempre dei re per governarvi. (29:13)
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Il "Libro di Alma" racconta episodi accaduti tra il 91 e il 52 a.C.
Il racconto di Alma, che era il figlio di Alma, primo giudice supremo
del popolo di Nefi e anche sommo sacerdote della chiesa. Un
racconto del regno dei giudici, delle guerre e delle contese fra il
popolo. E anche il racconto di una guerra fra i Nefiti e i Lamaniti,
secondo la storia di Alma, primo giudice supremo.
E quando i sacerdoti lasciavano il loro lavoro per impartire la parola di Dio al popolo, il popolo lasciava pure il suo lavoro per udire la parola di Dio. E quando il sacerdote aveva impartito loro la parola di Dio, essi ritornavano tutti con diligenza ai loro lavori ed il sacerdote, non avendo di se stesso maggiore stima che dei suoi uditori, poiché il predicatore non era migliore di chi l’ascoltava né l’insegnante migliore del discepolo, così essi erano tutti eguali e tutti lavoravano, ciascuno secondo le sue forze. Ed essi distribuivano le loro sostanze, ognuno secondo quanto possedeva, ai poveri, ai bisognosi, ai malati ed agli afflitti; e non si rivestivano di abiti sontuosi, ma erano puliti e aggraziati. (1:26, 27)
E così, nelle loro prospere condizioni, essi non rimandavano a vuoto alcuno che fosse nudo o affamato o assetato o ammalato o che non fosse ben curato; e non mettevano i loro cuori nelle ricchezze, ma erano liberali verso tutti, vecchi e giovani, servi e liberi, maschi e femmine, membri o non membri della Chiesa, senza fare eccezioni di persona, per chiunque fosse nel bisogno. (1:30)
Oh voi che commettete l’iniquità, voi che siete insuperbiti nelle vanità del mondo, voi che avete professato di conoscere le vie della giustizia, ma che ve ne siete allontanati come pecore senza pastore, benché un pastore vi abbia chiamati e vi chiami ancora, ma voi non volete ascoltare la sua voce! Ecco, vi ripeto che il buon pastore vi chiama ed egli lo fa nel suo nome, che è il nome di Cristo; e se voi non volete ascoltare la voce del buon pastore né il nome con cui siete chiamati, ecco, voi non siete le pecore del buon pastore. Ed allora, se non siete le pecore del buon pastore, di quale gregge siete voi? Vi rispondo che il diavolo è il vostro pastore e che siete pecore del suo gregge; ed ora, chi può negarlo? Ecco, chiunque lo nega, vi dico che mente ed è figlio del diavolo. Poiché vi affermo che tutto ciò che è buono viene da Dio e tutto ciò che è male viene dal diavolo. Perciò, se un uomo compie buone azioni, egli ascolta la voce del buon pastore e lo segue; ma chiunque commette cattive azioni, diviene figlio del diavolo, poiché ascolta la sua voce e lo segue. (5:37-41)
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Sì, così dice lo Spirito: - Pentitevi, o voi tutti dalle estremità della terra, poiché il regno dei cieli è prossimo; sì, il Figlio di Dio viene nella sua gloria, nella sua potenza, maestà di potere e dominio. - Sì, miei diletti fratelli, vi affermo che lo Spirito dice: - Ecco la gloria del Re di tutta la terra; ed anche il Re del cielo brillerà tra poco fra tutti i figlioli degli uomini. -
E lo Spirito mi dice pure, sì, mi grida con voce potente, dicendo: - Va a dire a questo popolo: Pentitevi, poiché a meno che vi pentiate, voi non potete in alcun modo ereditare il regno dei cieli. - E di nuovo vi affermo che lo Spirito così si esprime: - Ecco, la scure è già posta alla radice dell’albero, per cui ogni albero che non produce buoni frutti sarà abbattuto e gettato nel fuoco, sì, un fuoco che non si consuma, che non può essere estinto. Vedete, rammentatevi che il Santo l’ha detto. -
Ed ora, miei diletti fratelli, io vi dico: Potete resistere a queste parole, potete mettere da parte queste cose e calpestare il Santissimo sotto i vostri piedi, potete elevarvi nell’orgoglio dei vostri cuori, persisterete ad abbigliarvi di vesti sontuose ed a riporre i vostri cuori sulle cose vane di questo mondo, sulle vostre ricchezze? Sì, persisterete nel supporre che valete gli uni più degli altri? Persisterete a perseguitare i vostri fratelli che si umiliano e camminano nell’obbedienza al santo ordine di Dio, che li ha condotti in seno a questa Chiesa, essendo stati santificati dallo Spirito santo, essi che fanno opere degne e di penitenza? Invero persisterete a voltar la schiena ai poveri, ai bisognosi ed a trattenere le vostre sostanze per non elargirle? Ed infine, voi tutti che persistete nella vostra malvagità, io vi avverto che sono questi che saranno falciati e gettati nel fuoco, a meno che non si pentano rapidamente. Ed ora vi dico, voi tutti che desiderate seguire la voce del buon pastore, uscite da frammezzo i cattivi e separatevene, e non toccate le loro impurità; ecco, infatti, i loro nomi saranno cancellati, perché i nomi dei malvagi non siano contati con i nomi dei giusti, affinché si adempia la parola di Dio che dice: - I nomi dei malvagi non saranno mescolati ai nomi del mio popolo. Poiché i nomi dei giusti saranno scritti nel libro della vita e ad essi io accorderò un posto alla mia destra. -
Ed ora, fratelli miei, che potete voi dire contro queste parole? Io vi dico che non importa se voi le contraddite, perché la parola di Dio deve adempiersi. Qual è infatti il pastore fra voi, cui sono affidate molte pecore, che non vigila su di esse per non lasciar entrare il lupo a divorare il suo gregge? Ed ecco, se un lupo entra in mezzo al suo gregge, non lo caccia forse fuori? Sì, ed anzi, alla fine, se può, lo distruggerà. Ed ora io vi dico che il buon pastore vi chiama, e se voi volete ascoltare la sua voce, egli vi condurrà nel suo ovile e voi sarete le sue pecore; e vi comanda di non lasciare entrare in mezzo a voi alcun lupo rapace, affinché non ne siate divorati. (5:50-60)
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35
E prenderà su di sé la morte per poter sciogliere i legami mortali che avviluppano il suo popolo; e prenderà su di sé le sue infermità perché i suoi visceri possano essere riempiti di compassione, secondo la carne, per poter conoscere, secondo la carne, come soccorrere il suo popolo nelle sue infermità. (7:12)
E non può dimorare in templi impuri; né alcuna sozzura o checchessia d’impuro può penetrare nel regno di Dio; vi dico dunque che il tempo verrà, e sarà all’ultimo giorno, in cui colui che è sozzo dovrà restare nella sua sozzura. (7:21)
Ora Zeezrom soggiunse: - Il Figlio di Dio è proprio il Padre eterno? -
Amulek rispose: - Sì, egli è proprio il Padre eterno del cielo e della terra e di tutto quanto vi è contenuto; è il principio e la fine, il primo e l’ultimo. - (11:38, 39)
Lo spirito e il corpo saranno riuniti di nuovo nella loro forma perfetta; le membra e le giunture saranno rimesse al loro stato primitivo, proprio come siamo in questo momento; e saremo condotti per stare dinanzi a Dio, consci pure come siamo consci adesso, ed avremo un ricordo perfetto di tutte le nostre colpe. Ora, questa restaurazione verrà su tutti, vecchi e giovani, schiavi e liberi, maschi e femmine, tanto sui malvagi che sui buoni; e non sarà perduto nemmeno un capello della loro testa, ma ogni cosa sarà restaurata alla sua forma perfetta come è adesso, o nel corpo, e sarà convocata alla barra di Cristo, il Figliolo, e di Dio Padre e dello Spirito santo, che sono un Dio eterno, per essere giudicati secondo le loro opere, che siano state buone o cattive.
Ora, ecco, io vi ho parlato della morte del corpo mortale ed anche in merito alla risurrezione del corpo mortale. Vi ripeto che questo corpo mortale è trasformato in un corpo immortale, cioè dalla morte, sì, dalla prima morte alla vita, per non morire mai più; i loro spiriti unendosi con i loro corpi per non esser mai più divisi ed il tutto divenendo così spirituale e immortale, in modo da non vedere più la corruzione. (11:43-45)
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36
Perché le nostre parole ci condanneranno e tutte le nostre azioni ci condanneranno; noi non saremo trovati senza macchia e i nostri pensieri pure ci condanneranno; ed in questo stato orribile noi non oseremo guardare verso Iddio e saremmo ben contenti se potessimo dire alle rocce ed alle montagne di cadere su di noi per nasconderci dalla sua presenza. Ma ciò non potrà farsi, dovremo venir fuori e stare in sua presenza, nella sua gloria, nel suo potere, nella sua potenza e maestà e dominio, e riconoscere a nostra eterna vergogna che tutti i suoi giudizi sono giusti, che egli è giusto in tutte le sue opere e misericordioso verso i figlioli degli uomini, e che egli ha ogni potere di salvare ogni creatura nel suo nome e che porta frutti atti alla penitenza (1). Ed ecco, io vi dico che allora sopravviene una morte, anzi una seconda morte, che è una morte spirituale; allora è un tempo in cui chiunque sarà morto nei suoi peccati, quanto alla morte temporale, morrà pure d’una morte spirituale; sì, egli morrà per quanto riguarda le cose della giustizia. Allora è il tempo in cui i loro tormenti saranno simili ad un lago di fuoco e di zolfo, le cui fiamme salgono per sempre; ed è il tempo in cui essi saranno incatenati giù, in una distruzione eterna, secondo il potere e la cattività di Satana, che li ha assoggettati secondo la sua volontà. Allora io vi dico che essi saranno come se non vi fosse stata alcuna redenzione, poiché essi non possono essere riscattati secondo la giustizia di Dio; ed essi non possono morire dal momento che non vi sarà più corruzione. (12:14-18)
Quando Amulek vide i dolori delle donne e dei fanciulli consumati dal fuoco (2), fu pure straziato e disse ad Alma: - Come possiamo restare spettatori di una così orribile scena? Stendiamo le mani ed esercitiamo il potere di Dio che è in noi e salviamoli dalle fiamme. -
Ma Alma gli rispose: - Lo Spirito mi costringe a non stendere la mano, poiché il Signore li riceve presso di sé nella gloria; ed egli permette che essi facciano questo, o che il popolo infligga loro questo tormento, secondo la durezza dei loro cuori, affinché i giudizi che eserciterà su di loro nella sua ira siano giusti; ed il sangue dell’innocente resterà come un testimone contro di loro e griderà potentemente contro di essi all’ultimo giorno. - (14:10, 11)
E così possiamo chiaramente discernere che una volta che un popolo è stato illuminato dallo Spirito di Dio ed ha avuto grandi conoscenze di cose di giustizia, se viene a cadere nel peccato e (nel)la trasgressione, si indurisce assai più e così il suo stato diviene peggiore che se non avesse mai avuto tali conoscenze. (24:30)
Sì, io so che non sono nulla; quanto alla mia forza, sono debole, per cui non mi vanto da me stesso, ma mi vanterò del mio Dio, perché nella sua forza io posso fare ogni cosa; sì, vedete quanti grandi miracoli abbiamo operato in questa terra e per questi loderemo il suo nome in eterno. (26:12)
Note:
1. Ad essere salvati saranno i penitenti.
2. Si parla del fuoco reale, non di quello interiore dell’inferno.
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37
Ed ora ecco, fratelli miei, qual è l’uomo nel suo stato di natura che conosca queste cose? Io vi dico, non ve n’è alcuno che le conosca, se non il penitente. Sì, è colui che si pente ed esercita la fede e produce opere buone e prega continuamente, senza posa; a costui è accordato di conoscere i misteri di Dio; sì, a costui sarà accordato di rivelare cose che non sono mai state rivelate; sì, ed a costui sarà dato di condurre migliaia d’anime al pentimento, proprio come ci è stato dato a noi di portare questi nostri fratelli al pentimento. (26:21, 22)
Ed ora vedete, siamo venuti e ci siamo inoltrati in mezzo a loro; e siamo stati pazienti nelle nostre sofferenze, sopportando ogni privazione; ci siamo recati da una casa all’altra, affidandoci alla misericordia del mondo, e non solo alla misericordia del mondo, ma a quella di Dio! E siamo entrati nelle loro case e li abbiamo istruiti, li abbiamo istruiti nelle loro strade; sì, e li abbiamo pure istruiti sulle loro colline; e siamo entrati nei loro templi, nelle loro sinagoghe ed abbiamo insegnato loro; e siamo stati rigettati, disprezzati, coperti di sputi, colpiti in pieno viso; siamo stati lapidati, presi e legati con forti corde, gettati in prigione; e grazie alla potenza ed alla saggezza di Dio siamo stati di nuovo liberati. Ed abbiamo sofferto ogni sorta di afflizioni, e tutto ciò per essere, chissà, gli strumenti di salvezza per qualche anima; e noi supponemmo che la nostra allegrezza sarebbe completa se, forse, per mezzo nostro qualcuno sarebbe salvato. (26:28-30)
Ecco, infatti il Signore accorda a tutti i popoli uomini della loro origine e lingua per insegnar loro la sua parola (1); sì, nella sua saggezza egli dà loro ciò che giudica opportuno ch’essi posseggano; vediamo dunque che il Signore opera e consiglia saggiamente, secondo ciò che è giusto e vero. (29:8)
Ed ora, come vi dissi riguardo alla fede, la fede non è di avere una conoscenza perfetta dei fatti, per cui , se avete fede, sperate in cose invisibili che sono vere. (32:21)
E così, se voi non volete nutrire la parola guardando innanzi con occhio fiducioso al raccolto del frutto, voi non potrete mai raccogliere del frutto dell’albero di vita. Ma se voi nutrirete la parola, sì, se nutrirete l’albero man mano che crescerà, con la vostra fede e con grande diligenza e pazienza, attendendone il frutto, esso prenderà radici ed ecco, sarà un albero che si stenderà fino alla vita eterna. E per la vostra diligenza, la vostra fede e pazienza a nutrire la parola perché possa prendere radice in voi, ecco che a poco a poco potrete raccoglierne il frutto, che è preziosissimo, più dolce di tutto quanto è dolce e bianco oltre tutto ciò che è bianco, sì, e purissimo; e farete un festino di questo frutto fino a che ne siate sazi da non aver più fame né sete. (32:40-42)
Nota:
1. Nel Corano (10:48): Ogni nazione ha un apostolo; e quando il loro apostolo giunga [fra di essi], ha luogo fra di loro un’equa decisione né essi vengono trattati ingiustamente.
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38
Ma ecco, ciò non è tutto, questi non sono i soli che hanno parlato del Figliolo di Dio. Ne è stato pure parlato da Mosè; sì, ed anzi egli ne elevò un’immagine figurativa nel deserto, affinché chiunque volesse guardarvi potesse vivere. E molti guardarono e ne ottennero la vita. Ma furono pochi a comprendere il significato di queste cose e ciò a causa della durezza dei loro cuori. Ve ne furono molti, invece, che erano tanto induriti che non volevano nemmeno guardare e perciò perirono. Ora, la ragione per cui non vollero guardare è perché non credettero che avrebbero potuto guarire. (33:18-20)
Ed ora, fratelli miei, io desidero che piantiate questa parola nei vostri cuori, ed appena comincerà a germogliare, che la nutriate con la vostra fede. Ed ecco, diventerà un albero che si stenderà in voi fino alla vita eterna. Ed allora possa Iddio accordarvi che i vostri fardelli siano leggeri per la gioia del suo Figliolo. Ora, voi potete far tutto ciò, se lo volete. Amen. (33:23)
Ma la legge richiede la vita di colui che ha ucciso, per cui nulla all’infuori di un’espiazione infinita potrà bastare per i peccati del mondo. Ecco perché bisogna che vi sia un grande ed ultimo sacrificio, dopodiché sarà o dovrà essere cessata ogni effusione cruenta; allora la legge di Mosè sarà compiuta, sì, sarà tutta compiuta, ogni iota, ogni trattino, e non ne passerà alcuno senza che sia compiuto. Ed ecco, questo è tutto il significato della legge ed ogni punto è destinato ad indicare quel grande ed ultimo sacrificio; e quel grande ed ultimo sacrificio sarà il Figliolo di Dio, sì, infinito ed eterno. E così egli porterà la salvezza a tutti coloro che crederanno nel suo nome, poiché è questo lo scopo di questo ultimo sacrificio, di vincere la giustizia con le viscere della misericordia e di portare agli uomini i mezzi di aver fede nel pentimento. E così la misericordia può soddisfare alle esigenze della giustizia e le accerchia nelle braccia della salvezza, mentre colui che non esercita la fede per il pentimento, rimane esposto alla legge tutta intera della giustizia; perciò solo a colui che ha fede nella penitenza si realizzerà il grande ed eterno piano della redenzione. (34:12-16)
Ma che vi armiate di pazienza e che sopportiate quelle afflizioni con ferma speranza di potere un giorno riposarvi di tutti i vostri dolori. (34:41)
E mi disse (1): - Se tu vuoi essere distrutto, almeno non cercare più di distruggere la chiesa di Dio. -
E caddi a terra e per lo spazio di tre giorni e tre notti (2) non potei aprir bocca né ebbi l’uso delle membra. (36:9, 10)
Ma ero angosciato da un tormento eterno, la mia anima era straziata indicibilmente e tormentata da tutti i miei peccati. Sì, mi ricordavo tutti i miei peccati e tutte le mie iniquità per le quali soffrivo le pene dell’inferno; sì, vedevo che mi ero ribellato contro il mio Dio e che non avevo osservato i suoi santi comandamenti. (36:12, 13)
E fui così straziato per tre giorni e tre notti con i dolori di un’anima dannata. (36:16)
Note:
1. Un angelo.
2. Come si vede subito dopo, si tratta di una anticipazione delle pene dell’inferno.
Ne "Il libro del consiglio di Zarathushtra e altri testi" di R.C. Zaehner - Ed. Ubaldini - (p. 106, 107; 9):
Poi i salvati saranno separati dai dannati e i salvati saranno portati via in paradiso e i dannati rigettati nell’inferno; e per tre giorni e tre notti questi abitatori dell’inferno sopporteranno il castigo nell’inferno, nei loro corpi e nelle loro anime, mentre i salvati godranno la gioia nei loro corpi durante i loro tre giorni e tre notti in paradiso.
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39
Tu pensi bene che è follia da parte mia, ma io ti dico che grandi cose possono essere compiute con piccoli e semplici mezzi, e questi confondono ben spesso i saggi. Ed il Signore Iddio opera in modo da compiere i suoi grandi ed eterni disegni, e con mezzi minimi il Signore confonde i saggi e opera la salvezza di molte anime. (37:6, 7)
Ecco, è altrettanto facile prestare attenzione alla parola di Cristo, che ti indicherà la diritta via per l’eterna felicità, come era facile ai nostri padri di prestare attenzione a questa bussola, che avrebbe indicato loro un corso diritto verso la terra promessa. Ed ora vi dico, non vi è forse una figura simbolica in questo? Poiché quanto sicuramente questo indicatore condusse i nostri padri verso la terra promessa, se seguivano la sua direzione, le parole di Cristo altresì ci condurranno attraverso ed oltre questa valle di lacrime, fino ad una ben migliore terra promessa, se noi ne seguiamo la direzione. (37:44, 45)
E per tre giorni e tre notti fui nel più amaro dolore e nell’angoscia dell’anima e non ricevetti la remissione dei miei peccati, se non dopo aver supplicato la misericordia del Signore Gesù Cristo. Ma ecco, lo invocai e trovai la pace per la mia anima. (38:8)
Non pregare come gli Zoramiti, poiché hai veduto che pregano per essere uditi dagli uomini e per essere lodati per la loro saggezza. Non dire: - O Dio, ti ringrazio di essere migliore dei nostri fratelli -, ma piuttosto: - O Signore, perdona la mia indegnità e ricordati misericordioso dei miei fratelli. - Sì, riconosci ognora la tua indegnità dinanzi a Dio. (38:13, 14)
E ciò non è tutto, figlio mio. Tu hai fatto ciò che mi è stato il più doloroso. Hai infatti abbandonato il tuo ministero e sei partito per la terra di Siron, sulle frontiere dei Lamaniti, per seguire la cortigiana Isabella. Sì, essa ha turbato molti cuori, ma ciò non era una scusa per te, figlio mio. Avresti dovuto attenerti al ministero che ti era stato affidato. Non sai forse, o figlio mio, che tali cose sono un’abominazione agli occhi del Signore; sì, il più abominevole di tutti i peccati, salvo l’effusione del sangue innocente o il rinnegamento dello Spirito santo? (39:3-5)
Ed ora vorrei alleviare un po’ la tua mente su questo argomento. Ecco, ti stupisci che tali cose siano già conosciute così in anticipo. Ma ti dico subito: forse che un’anima non è altrettanto preziosa a Dio in questo momento quanto lo sarà al momento della sua venuta? Non è forse altrettanto necessario che il piano della redenzione sia reso noto a questo popolo quanto ai suoi posteri? Non è forse altrettanto agevole per il Signore di mandare i suoi angeli ad annunciare queste buone novelle a noi quanto ai nostri figli o dopo il tempo della sua venuta? (39:17-19)
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Ora, riguardo alla condizione dell’anima fra la morte e la resurrezione, ecco che mi è stato reso noto da un angelo che gli spiriti di tutti gli uomini, appena hanno lasciato questo corpo mortale, sì, gli spiriti di tutti gli uomini, che siano buoni o cattivi, sono condotti presso Iddio, che diede loro la vita. Ed allora avverrà che gli spiriti dei giusti saranno ricevuti in uno stato di felicità, chiamato paradiso, uno stato di pace, ove si riposeranno da ogni loro tormento, da ogni pena e da ogni dolore. E poi accadrà che gli spiriti malvagi, sì, che sono cattivi, che non hanno né parte né porzione alcuna dello Spirito del Signore, perché hanno scelto opere di male piuttosto che di bene, per cui lo spirito del diavolo è entrato in essi, ha preso possesso della loro dimora, questi saranno rigettati dunque nelle tenebre di fuori e là vi saranno pianti, lamenti e stridor di denti, e ciò a causa delle loro iniquità, essendo condotti prigionieri secondo la volontà del diavolo. Ora, questa è la condizione delle anime dei cattivi, sì, nelle tenebre ed in uno stato di orribile e temibile attesa della fiera indignazione dell’ira di Dio su di loro; così essi rimangono in questo stato, come i giusti in paradiso, fino al momento della loro resurrezione.
Ora, ve ne sono alcuni che hanno supposto che questo stato di felicità o di miseria dell’anima, che precede la resurrezione, fosse una prima resurrezione. Sì, ammetto che possa essere chiamata resurrezione, questa elevazione dello spirito o dell’anima e la loro consegna alla felicità o alla miseria, secondo quanto ne è stato detto. Ed ecco quanto è stato affermato: vi è una prima resurrezione di tutti coloro che sono stati o che sono o che saranno sulla terra fino alla resurrezione di Cristo dai morti.
Ora, noi non crediamo che questa prima resurrezione, di cui si è parlato in codesti termini, sia la resurrezione o l’elevazione delle anime per essere consegnate alla felicità o alla miseria. Non puoi supporre che voglia dir questo. No, ti ripeto, ma significa la riunione dell’anima col corpo di coloro che sono vissuti dai giorni di Adamo fino alla resurrezione di Cristo (1). (40:11-19)
La parola restaurazione significa forse prendere una cosa dal suo stato naturale e metterla in uno stato contro natura o in una condizione opposta alla sua natura? No, figlio mio, non è il caso, ma il senso della parola restaurazione è la restituzione del male al male, del carnale al carnale, del diabolico al diabolico, del bene al bene, della probità alla probità, della giustizia alla giustizia, della misericordia alla misericordia. (41:12, 13)
Pertanto, secondo giustizia, il piano di redenzione avrebbe potuto effettuarsi solo alla condizione che l’uomo si pentisse durante questo periodo di prova, sì, in questo stato preparatorio; poiché, se questa condizione non si adempisse, la misericordia non potrebbe aver effetto senza distruggere le esigenze della giustizia. Ma l’opera della giustizia non può essere annullata, se no Iddio cesserebbe d’essere Dio. (42:13)
Ecco, difatti, la giustizia esercita ogni sua esigenza, come pure la misericordia reclama quanto le è dovuto; e così non v’è che il vero penitente che sia salvato. Credete forse che la misericordia possa derubare la giustizia? No, vi ripeto, in nessun punto. Altrimenti Iddio cesserebbe d’essere Dio. (42:24, 25)
Nota:
1. Questa è la vera prima resurrezione.
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Sapevamo infatti che se fossero caduti fra le mani dei Lamaniti, i Lamaniti avrebbero distrutto chiunque avesse continuato ad adorare in spirito e verità il solo vero Dio vivente (1). (43:10)
Ora, il nome del capo dei Nefiti, di colui che era stato nominato comandante supremo dei Nefiti e che prese la testa di tutti i loro eserciti, era Moroni. E Moroni prese tutto il comando e le direttive durante le loro guerre. E non aveva che venticinque anni, quando fu nominato capitano degli eserciti dei Nefiti. (43:16, 17)
E facevano quanto sentivano essere il loro dovere verso il loro Dio, dal momento che il Signore aveva detto loro, come pure ai loro padri: - Se non sarete colpevoli della prima offesa né della seconda, non vi lascerete uccidere dai vostri nemici. -
Ed ancora il Signore aggiunse: - Voi dovrete difendere le vostre famiglie fino all’effusione di sangue. -
Ecco perché i Nefiti si battevano coi Lamaniti: per difendersi essi e le loro famiglie, le loro terre, il loro paese, i loro diritti e la loro religione. (43:46, 47)
Non è forse lo stesso Dio che prescrisse ai musulmani di difendersi dagli aggressori?
E Moroni era uomo forte e potente, era un uomo di perfetto intendimento, sì, un uomo che non prendeva alcun piacere a versare il sangue, un uomo la cui anima gioiva della libertà e dell’indipendenza del suo paese e dei suoi fratelli dalle catene della schiavitù. Sì, un uomo dal cuore pieno di gratitudine verso il suo Dio per i numerosi privilegi e le benedizioni che egli aveva riversati sul suo popolo, un uomo che lavorava assiduamente al bene e alla sicurezza del suo popolo. (48:11, 12)
Ecco, pensate di poter sedere sul trono e di non aver nulla da fare, grazie all’immensa bontà di Dio, e ch’egli vi libererebbe? Se è così, le vostre supposizioni sono vane. (60:11)
O supponete forse che il Signore ci libererà ancora, mentre sediamo sui nostri troni e non facciamo uso dei mezzi che il Signore ci ha provveduti? Sì, volete rimaner seduti in ozio, circondati da migliaia e decine di migliaia d’altri oziosi, mentre altre migliaia lungo le frontiere del paese stanno cadendo sotto la spada, feriti e sanguinanti? (60:21, 22)
Io sono Moroni, vostro comandante in capo. Non ambisco il potere, ma desidero abbatterlo. Io non cerco gli onori del mondo, ma la gloria del mio Dio e la libertà e il bene della mia patria. Così concludo la mia epistola. (60:36)
Dunque, mio diletto fratello Moroni, resistiamo al male, e a tutto il male a cui non possiamo resistere con le parole, sì, come i dissidi e le ribellioni, resistiamogli con le spade per poter conservare la nostra libertà, affinché possiamo godere del grande privilegio della nostra chiesa e della causa del nostro redentore e del nostro Dio. (61:14)
Nota:
1. Cfr. Vangelo di Giovanni (4:23-24): Ma viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre così vuole che siano i suoi adoratori. Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità.
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Il "Libro di Helaman" racconta avvenimenti accaduti tra il 52 - 50 a.C. e il 6 - 1 a.C.
Ma avvenne che Nefi e Lehi si trovarono circondati come da un fuoco e nessuno osò metter loro le mani addosso per tema di venire bruciato. Eppure Nefi e Lehi non erano bruciati, anzi stavano in piedi in mezzo alle fiamme e non furono arsi. (5:23)
Ordunque, sono appunto questi giuramenti segreti e questi patti che Alma ordinò a suo figlio di tener celati al mondo, per timore che divenissero uno strumento per condurre il popolo alla distruzione. (6:25)
Ma ecco, voi non solo negate le mie parole, ma rifiutate tutte le parole che sono state dette dai nostri padri e le parole annunciate da quest’uomo, Mosè, che aveva ricevuto un tal potere, sì, le parole che disse in merito alla venuta del Messia. Sì, non testimoniò forse che il Figliolo di Dio verrebbe? E come egli elevò il serpente di bronzo nel deserto, così sarà elevato colui che verrà. E come tutti coloro che avrebbero guardato a quel serpente avrebbero vissuto, così quanti guarderebbero al Figlio di Dio con fede, con spirito contrito, potrebbero vivere di quella vita che è eterna. (8:13-15)
Benedetto tu, Nefi, per quanto hai fatto, poiché io ho visto come tu hai instancabilmente annunciato a questo popolo la parola che ti ho ispirata. E non l’hai temuto e non hai cercato di salvare la tua vita, ma hai cercato solo la mia volontà e l’obbedienza ai miei comandamenti. Ed ora, poiché hai compiuto tutto ciò con tanta perseveranza, io ti benedirò in eterno e ti renderò potente in parole e in atti, in fede e in opere; sì, e ogni cosa si compirà al tuo comando, poiché tu non domanderai alcunché che sia contrario alla mia volontà. Ecco, tu sei Nefi e io sono Dio. Sappi che in presenza dei miei angeli ti dichiaro che tu avrai potere su questo popolo e colpirai la terra di carestia, di pestilenza e di distruzione, secondo le malvagità di questo popolo. Ecco, io ti accordo il potere che qualsiasi cosa tu sigilli in terra sarà sigillata in cielo, e qualsiasi cosa tu scioglierai in terra sarà sciolta in cielo, così tu avrai potere su questo popolo. E se tu dirai a questo tempio che si spacchi, ciò sarà fatto. E se dirai a questa montagna: - Sii abbattuta e livellata. -, ciò sarà fatto. Ed ecco, se tu dirai che Dio colpisca questo popolo, ciò avverrà. (10:4-10)
Oh Signore, non permettere che questo popolo venga distrutto dalla spada ma, oh Signore, che vi sia piuttosto la carestia sulla terra, per risvegliarlo al ricordo del Signore loro Dio e forse si pentirà e si volgerà nuovamente a te! (11:4)
E quando Nefi vide che il popolo si era pentito e che si era umiliato fino a rivestirsi di sacchi, egli invocò di nuovo il Signore. (11:9)
Sì, Signore, e tu vedi che si è pentito a causa della carestia, della pestilenza e della distruzione che li ha colpiti. Ed ora, oh Signore, vuoi tu distogliere la tua ira e metterli alla prova se vorranno di nuovo servirti? E se è così, oh Signore, tu puoi benedirli, secondo le parole che tu hai dette. (11:15, 16)
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Ecco, essi non desiderano che il Signore loro Iddio, che li ha creati, li governi e regni su di loro; nonostante la sua grande bontà e la sua misericordia, essi prescindono dai suoi consigli e non vogliono ch’egli sia loro guida. (12:6)
Sì, se egli dice alla terra: - Va indietro perché il tuo giorno sia prolungato di molte ore. -, ecco ciò si compie. E così, secondo la sua parola la terra va indietro e pare all’uomo che il sole si fermi; sì, ed è così poiché è certamente la terra che si muove, non già il sole (1). (12:14, 15)
Ma ecco, essa è risparmiata in grazia dei giusti. Ma verrà il tempo, dice il Signore, che se voi rigetterete i giusti da frammezzo a voi, sarete maturi per la distruzione; sì, guai a questa grande città per via delle perversità e delle abominazioni che vi si trovano. (13:14)
Egli dovrà infatti sicuramente morire, affinché possa venire la salvezza; sì, conviene ed è necessario ch’egli muoia per produrre la risurrezione dei morti, affinché gli uomini possano essere ricondotti alla presenza del Signore. Sì, ecco, questa morte porta con sé la risurrezione e redime tutta l’umanità dalla prima morte, la morte spirituale (2); poiché tutta l’umanità, essendo dalla caduta d’Adamo recisa dalla presenza del Signore, è considerata morta tanto alle cose temporali che a quelle spirituali. Ma ecco, la risurrezione di Cristo redime il genere umano (3), sì, tutta l’umanità e la riconduce in presenza del Signore. Sì, ed effettua le condizioni del pentimento, cosicché chiunque si pente non è falciato e gettato nel fuoco; ma chiunque non si pente è reciso e gettato nelle fiamme e là soffre una morte spirituale, sì, una seconda morte, poiché vien di nuovo reciso da tutto quanto appartiene alla giustizia. (14:15-18)
Molte tombe si apriranno e renderanno molti dei loro morti, e molti santi appariranno a parecchie persone (4). (14:25)
Perciò così dice il Signore: Non li distruggerò completamente, ma farò che nel giorno fissato nella mia saggezza essi ritornino di nuovo a me, dice il Signore. (15:16)
Note:
1. Siamo circa nel 7 a.C., quando viene affermato questo.
2. Ritengo che la prima morte sia quella del corpo, infatti poco oltre si parla della morte spirituale come della seconda morte. In realtà, comunque, l'errore del corpo nasce da un errore interiore, "spirituale": prima si decide di compiere una cattiva azione, poi il corpo la compie.
3. E’ la morte di Cristo a redimere il genere umano, non la sua risurrezione. La morte dell’innocente può riscattare la caduta di Adamo, la punizione dei colpevoli non può fare questo. Chi compie un delitto e passa anni in prigione, quando esce ha pagato il suo debito, ma il male che ha fatto resta e non può affermare di essere puro. La morte di Cristo non può cancellare il male fatto, ma può far tornare puri tanto da permettere il recupero della vita eterna e, dopo la sua seconda morte nell’inferno, l’ingresso in paradiso.
La risurrezione di Cristo, però, potrebbe significare la reincarnazione di Cristo, che in effetti, col suo sacrificio, permette di evitare una lunga condanna all'inferno, di cui si parla subito dopo.
4. Ciò è avvenuto dopo la risurrezione di Gesù Cristo.
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Il "Terzo libro di Nefi" racconta avvenimenti accaduti tra l'1-4 d.C. e il 34-35 d.C.
E non vi furono più liti, ma qualcuno cominciò a predicare, sforzandosi di provare mediante le scritture, che non era più necessario osservare la legge di Mosè. Ora, in questo essi erravano, non avendo capito le scritture. Ma furono ben presto convertiti e convinti del loro errore, poiché fu loro fatto conoscere che la legge non era ancora compiuta e che avrebbe dovuto esserlo in ogni particolare, sì, punto per punto si adempirebbe; dunque, in questo stesso anno essi furono condotti a riconoscere il loro errore e indotti a confessare le loro colpe. (1:24, 25)
E i Lamaniti che si erano uniti coi Nefiti furono annoverati fra i Nefiti. E fu tolta la loro maledizione e la loro pelle divenne bianca quanto quella dei Nefiti1. (2:14, 15)
E sicuramente, come vive il Signore, egli riunirà dai quattro canti della terra tutti i resti della discendenza di Giacobbe, che sono dispersi ovunque su tutta la superficie terrestre. E come ha fatto alleanza con tutto il casato di Giacobbe, così l’alleanza fatta con il casato di Giacobbe si compirà in tempo da lui voluto, per la restaurazione di tutto il casato di Giacobbe alla conoscenza di tale alleanza. Ed allora conosceranno il loro redentore, che è Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ed allora saranno radunati dalle quattro parti della terra nelle loro terre, dalle quali sono stati cacciati; sì, come vive il Signore, così avverrà. Amen. (5:24-26)
Nel trentaquattresimo anno, nel primo mese, il quarto giorno del primo mese sorse un grande uragano talché non se n’era mai visto uno simile su tutta la terra. E vi fu pure una grande e terribile tempesta, e un orribile tuono che scosse la terra intera come se stesse per fendersi. E si videro lampi straordinari come non se n’erano giammai conosciuti su tutta la terra. La città di Zarahemla prese fuoco. La città di Moroni sprofondò negli abissi del mare e gli abitanti ne furono inghiottiti. E la terra ricoperse la città di Moronihah, cosicché al posto della città sorse una grande montagna. Vi fu una grande e terribile distruzione nella terra del sud. Ma le distruzioni furono maggiori e più terribili sulla terra settentrionale; ecco infatti, la superficie della terra tutt’intera fu trasformata dalla tempesta, dalle trombe d’aria, dai tuoni, dai lampi e dal grandissimo terremoto che si produsse. E le strade maestre furono sconvolte, le vie di comunicazione rovinate e molti luoghi da piani divennero scabrosi. E molte città grandi e importanti s’inabissarono, altre furono la preda delle fiamme, parecchie furono scosse finché gli edifici crollarono, gli abitanti furono uccisi e i luoghi ridotti in desolazione. Ed alcune città rimasero, ma i loro danni furono tali da renderle inabitabili e i morti ne furono assai numerosi. Vi furono delle persone rapite da vortici e nessuno sa dove siano finite, salvo che furono portate via. Così la superficie tutta della terra fu deformata per via delle tempeste, dei fulmini, delle saette e dei terremoti. Ed ecco, le rocce furono spaccate, furono spezzate ovunque sulla faccia della terra, cosicché furono ritrovate in frammenti sparsi, in solchi ed in crateri su tutta la superficie della terra. Ed avvenne che quando i tuoni, i lampi, l’uragano ed i terremoti cessarono - poiché durarono per circa tre ore, e vi furono alcuni che dissero che il tempo era stato più lungo, cionondimeno tutte queste grandi e terribili cose accaddero nello spazio di tre ore – ed allora tenebre copersero la faccia della terra. E scese una fitta oscurità su tutto il paese, tanto che gli abitanti che non erano caduti potevano sentire la nebbia delle tenebre. E per l’oscurità non poterono accendere alcuna luce né candele né fiaccole; e non poterono fare alcun fuoco con il loro legno più sottile e più secco, cosicché non vi fu nessuna luce in nessun luogo. Non si vide dunque né luce, né bagliore, né sole, né luna, né stelle, poiché la bruma tenebrosa ricoperse tutta la superficie della terra. Queste tenebre durarono per tre giorni, durante i quali nessuna luce comparve; e vi furono grandi lamenti, urla e pianti continui fra tutta la popolazione; sì, grandi furono i gemiti del popolo a causa dell’oscurità e delle grandi distruzioni sopravvenute. (8:5-23)
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E perché li hanno tutti cacciati via, al punto da non lasciar più alcun giusto in mezzo a loro, io ho fatto scendere il fuoco per distruggerli, affinché la loro malvagità e le loro abominazioni potessero venir nascoste dal mio cospetto e perché il sangue dei profeti e dei santi, che mandai loro, cessasse di gridar a me contro di essi dalla terra. E quante grandi distruzioni ho fatto venire su questa terra e su questo popolo, a causa della sua cattiveria e delle sue abominazioni. O voi tutti che siete stati risparmiati perché eravate più giusti di loro, non volete ora ritornare a me, pentirvi dei vostri peccati e convertirvi perché possa guarirvi? Sì, in verità io vi dico che se vorrete venire a me, voi avrete la vita eterna. Ecco, il braccio della mia misericordia è teso verso di voi e chiunque verrà io lo riceverò, e benedetti sono coloro che vengono a me. Ecco, io sono Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Ho creato i cieli e la terra e tutto quanto vi è contenuto. Io ero col Padre fin dal principio. Io sono nel Padre ed il Padre in me, ed in me il Padre ha glorificato il suo nome. Io venni ai miei ed essi non mi hanno ricevuto. E le scritture concernenti la mia venuta sono compiute. Ed a tutti quelli che mi hanno ricevuto ho dato loro il potere di divenire figlioli di Dio; e così farò per tutti coloro che crederanno nel mio nome, poiché da me viene la redenzione ed in me la legge di Mosè è compiuta. Io sono la luce e la vita del mondo. Sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. (9:11-18)
Ed ora, chiunque legge comprenda e chi possiede le scritture le scruti e si renda conto se tutte queste morti e queste distruzioni ad opera del fuoco, del fumo, delle tempeste, dei turbini, delle voragini, che si aprirono per inghiottirli, e tutte queste cose non sono in adempimento delle profezie di molti santi profeti. (10:14)
Ed in tal maniera battezzerete in mio nome, poiché in verità io vi dico che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo sono uno; ed io sono nel Padre ed il Padre è in me, ed il Padre ed io siamo uno. (11:27)
E di nuovo vi ripeto, dovete pentirvi e divenire come un bambino, ed essere battezzati in nome mio, altrimenti non potrete in alcun modo ricevere queste cose. (11:37)
Ma chiunque predicherà di più o di meno di questo, come fosse la mia dottrina, viene dal maligno e non è edificato sulla mia roccia, ma costruisce sulla sabbia e le porte dell’inferno stanno aperte per riceverlo, quando verranno le inondazioni ed i venti si abbatteranno su di lui. (11:40)
Non pensate ch’io sia venuto per annullar la legge o i profeti, io non sono venuto per annullarli, anzi per adempierli. Poiché in verità io vi dico che neppure un iota o un sol punto della legge trapasserà, ma in me è stata tutta compiuta. (12:17, 18)
Le cose vecchie sono finite e tutto è divenuto nuovo. (12:47)
Nonostante questi scritti testimonino della validità dei Vangeli, alcuni continuano ad affermare che siano stati manipolati, che Gesù, quand'anche sia esistito, non avrebbe mai fatto certe affermazioni e che sia tutta colpa di Paolo, creatore di una nuova religione...
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Ora (1), quando Gesù ebbe così parlato, egli gettò il suo sguardo sulla moltitudine tutt’attorno e disse loro: - Ecco, voi avete inteso quanto insegnai prima di salire al Padre mio, perciò chiunque si rammenta questi miei detti e li mette in pratica, io lo eleverò all’ultimo giorno. -
E dopo che Gesù ebbe pronunciato queste parole, percepì che ve n’erano alcuni fra essi che si stupivano e si domandavano ciò che volesse dire in merito alla legge di Mosè, poiché non comprendevano queste parole, che le cose antiche erano passate e che tutte le cose erano divenute nuove. E disse loro: - Non stupitevi se vi ho detto che le cose antiche sono passate e che tutte le cose sono divenute nuove. Ecco, io vi dico che la legge che fu data a Mosè si è compiuta. Ecco, sono io che ho dato la legge e sono io che feci alleanza con il mio popolo di Israele, perciò la legge è compiuta in me, poiché sono venuto per adempiere la legge, dunque essa è finita. Ecco, io non annullo i profeti, poiché tutti quelli che non si sono compiuti in me, in verità vi dico che saranno tutti compiuti. E perché vi dissi che le cose antiche sono passate, io non distruggo ciò che è stato detto in merito alle cose avvenire. Ecco infatti, l’alleanza fatta con il mio popolo non è tutta compiuta, ma la legge che fu data a Mosè prende fine in me (2). Ecco, io sono la legge e la luce. Guardate a me, perseverate fino alla fine, e vivrete, poiché a colui che persevererà fino alla fine io darò la vita eterna. Ecco, io vi ho dato i comandamenti, attenetevi dunque ai miei comandamenti. E in essi sono la legge e i profeti, poiché in verità essi dettero testimonianza di me. - (15:1-10)
Note:
1. Questo discorso fu fatto da Gesù sul continente americano, dove apparve attorno al 34 d.C.
2. Quando Gesù adempì tutti i precetti della legge mosaica, essi ebbero fine. Allo stesso modo ora, adempiuta la legge data da Gesù, essa ha fine e può iniziare una nuova legge.
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E dopo che Gesù ebbe detto queste parole, egli soggiunse ai dodici che aveva scelto (1): - Voi siete i miei discepoli e siete una luce per questo popolo, che è un resto della casa di Giuseppe. Ed ecco, questa è la terra della vostra eredità ed il Padre ve l’ha data, a voi. E in nessun momento il Padre mi ha comandato di dirlo ai vostri fratelli a Gerusalemme. Né in alcun tempo il Padre mi ha dato il comandamento di far loro menzione delle altre tribù della casa d’Israele, che il Padre ha condotte fuori dal paese. Il Padre non mi ha comandato di dire loro che questo: ho altre pecore, che non sono di questo ovile, esse pure debbo condurle, ed esse udranno la mia voce e vi sarà un solo pastore ed un solo gregge. Ed ora, per via della loro ostinazione e della loro incredulità, essi non compresero le mie parole, perciò il Padre mi comandò di non dire loro null’altro in merito. Ma in verità io vi dico che il Padre mi ha comandato di dirvi che voi siete stati separati da loro a causa della loro iniquità, è dunque per la loro iniquità ch’essi non sanno nulla di voi. E in verità, io vi dico di nuovo che le altre tribù il Padre le ha separate da loro ed è per via della loro iniquità ch’essi non ne hanno alcuna conoscenza. In verità io vi dico che voi siete di coloro di cui ho detto: ho altre pecore, che non sono di questo ovile, esse pure io debbo condurle ed esse udranno la mia voce e vi sarà un solo pastore ed un solo gregge. Ed essi non mi hanno compreso, poiché hanno supposto che fossero i Gentili; non compresero, infatti, che i Gentili sarebbero convertiti mediante le loro predicazioni. E non mi compresero quando dissi che esse (2) avrebbero udito la mia voce, e non capirono che i Gentili non avrebbero udito giammai la mia voce - e che non mi sarei manifestato loro che per mezzo dello Spirito santo. Ma ecco, voi avete udito la mia voce e avete veduto, e voi siete le mie pecore e siete annoverati fra coloro che il Padre mi ha dato.
E in verità, in verità, io vi dico che ho altre pecore, che non sono di questo paese né del paese di Gerusalemme né di alcuna parte di questa terra qui attorno, ove sono andato a insegnare. Poiché coloro di cui parlo sono coloro che non hanno ancora inteso la mia voce e non mi sono ancora mai manifestato a loro. Ma ho ricevuto un comandamento dal Padre, che io mi rechi da loro e che possano udire la mia voce e siano contati fra le mie pecore, perché vi possa essere un solo gregge e un solo pastore, perciò vado a mostrarmi a loro. E vi comando di scrivere queste parole dopo che sarò partito; e se quelli di Gerusalemme, che mi hanno visto e sono stati meco nel mio ministero non chiedono al Padre in nome mio e non ricevono, per lo Spirito santo, conoscenza di voi e delle altre tribù che non conoscono, allora queste parole che voi scriverete saranno conservate e manifestate ai Gentili, affinché il resto dei loro discendenti, sparsi per tutta la terra a causa della loro incredulità, possa per la pienezza dei Gentili essere ricondotto e conoscermi o arrivare alla conoscenza del loro redentore. Ed allora io li radunerò dalle quattro parti della terra, compirò l’alleanza che il Padre ha fatta con tutto il popolo della casa d’Israele. E benedetti sono i Gentili, a causa della loro fede in me e nello spirito che testimonia loro di me e del Padre. Ecco, per la loro credenza in me, dice il Padre, e per la tua incredulità, o casato d’Israele, negli ultimi giorni la verità giungerà ai Gentili, affinché queste cose siano rese loro note nella loro pienezza. Ma guai, dice il Padre, ai Gentili increduli - poiché nonostante siano venuti in questo paese e abbiano disperso il mio popolo, che è del casato d’Israele, e che il mio popolo, che è della casa d’Israele, sia stato scacciato d’inframmezzo ad essi e sia stato calpestato sotto i loro piedi - e ciò per la compassione del Padre verso i Gentili ed anche per i giudizi del Padre sul mio popolo del casato d’Israele -, in verità, in verità io vi dico che dopo tutto ciò, dopo che avrò lasciato il mio popolo, casato d’Israele, essere abbattuto, afflitto, massacrato e cacciato d’inframmezzo a loro, e odiato da loro, e divenire oggetto di derisione e di disprezzo fra loro; il Padre mi comanda di dirvi che il giorno in cui i Gentili peccheranno contro il mio Vangelo e saranno elevati nella superbia del loro cuore al di sopra di tutte le nazioni e di tutti i popoli della terra intera, e che saranno riempiti di ogni sorta di menzogne, di inganni, di iniquità e di ipocrisie, di omicidi e di truffe clericali, di lussurie e di abominazioni segrete; e se fanno tutte queste cose e rigettano la pienezza del mio Vangelo, ecco, dice il Padre, io toglierò loro la pienezza del mio Vangelo. Ed allora mi rammenterò dell’alleanza fatta con il mio popolo, o casa d’Israele, e gli porterò il mio Vangelo. E vi mostrerò, o casato d’Israele, che i Gentili non avranno alcun potere su di voi, ma mi rammenterò la mia alleanza con voi, o casato d’Israele, voi verrete alla conoscenza della pienezza del mio Vangelo. Ma se i Gentili si pentiranno e torneranno a me, dice il Padre, ecco essi saranno annoverati fra il mio popolo, o casato d’Israele. E non permetterò che il mio popolo, che è del casato d’Israele, si abbatta su loro e li calpesti, dice il Padre. Ma se non si volgeranno a me e non daranno ascolto alle mie parole, io permetterò al mio popolo, sì, ti permetterò, o casato d’Israele, di penetrare in mezzo a loro e di abbatterli, ed essi saranno come sale che ha perduto il suo sapore e che non è più buono a nulla, se non a essere gettato e calpestato dal mio popolo, o casato d’Israele.
In verità, in verità io vi dico, così mi ha comandato il Padre, che io dia a questo popolo codesta terra in eredità. Ed allora le parole di Isaia il profeta saranno adempiute, là dove dice: "Le tue sentinelle eleveranno la voce, canteranno con voce unanime, poiché vedranno occhio a occhio, quando il Signore ricondurrà di nuovo Sion. Scoppiate in canti di gioia, cantate insieme, o piazze desolate di Gerusalemme, poiché il Signore ha consolato il suo popolo, egli ha redento Gerusalemme. Il Signore ha denudato il suo santo braccio alla vista di tutte le nazioni e tutte le estremità della terra vedranno la salvezza di Dio (3)" -. (15:11 - cap. 16)
Note:
1. Tra il popolo dei Nefiti.
2. Le pecore.
3. Isaia 52:8-10
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Ma ora io vado al Padre ed anche a manifestarmi alle tribù perdute d’Israele, poiché esse non sono perdute per il Padre; egli sa dove le ha condotte. (17:4)
E vedete che ho comandato che nessuno di voi si ritiri da me, ma vi ho ordinato piuttosto di venire a me per poter sentire e vedere; così voi farete verso il mondo, e chiunque romperà questo comandamento si lascerà indurre in tentazione. (18:25)
Ed ora, Padre mio, io ti prego per loro ed anche per tutti coloro che crederanno nelle loro parole, affinché essi possano credere in me e che io possa essere in loro come tu sei in me, e che possiamo essere uno. (19:23)
Vi rammentate che vi parlai e vi dissi che quando le parole di Isaia si compirebbero - ed esse sono scritte, ecco voi le avete dinanzi a voi, dunque esaminatele -, e in verità, in verità io vi dico, quando esse si realizzeranno, allora avverrà l’adempimento dell’alleanza che il Padre ha fatta con il suo popolo, o casato d’Israele. Ed allora i resti, che saranno sparsi ovunque sulla faccia della terra, saranno riuniti da levante e da ponente, da mezzogiorno e da settentrione, e saranno condotti alla conoscenza del Signore loro Dio, che li ha riscattati. Ed il Padre mi ha comandato di darvi questa terra in eredità. Ed io vi dico che se i Gentili non si pentono dopo la benedizione che riceveranno, dopo ch’essi avranno disperso il mio popolo, allora voi, che siete un resto del casato di Giacobbe, verrete in mezzo a loro, che saranno numerosissimi, sarete come un leone fra le bestie della foresta, come un leoncello fra le greggi di pecore, che, se vi passa attraverso, le abbatte e le strazia, senza che nessuno possa porvi rimedio. La tua mano si leverà sui tuoi avversari e tutti i tuoi nemici saranno sterminati. Ed io riunirò il mio popolo, come un uomo raduna i suoi covoni nel granaio. Poiché farò al mio popolo, con cui il Padre ha fatta alleanza, sì, gli farò delle corna di ferro e degli zoccoli di bronzo. E taglierai a pezzi molti popoli, ed io consacrerò i loro guadagni al Signore e le loro sostanze al Signore di tutta la terra. Ed ecco, sono io che lo farò. Ed accadrà allora che la spada della mia giustizia sarà sospesa su di loro in quel giorno; a meno ch’essi si pentano, essa cadrà su di essi, sì, su tutte le nazioni dei Gentili. Ed allora io ristabilirò il mio popolo, o casato d’Israele. Ed ecco, questo popolo io lo stabilirò su questa terra, per adempiere l’alleanza fatta col vostro padre Giacobbe; e sarà una nuova Gerusalemme. Ed i poteri celesti saranno in mezzo a questo popolo; sì, anch’io sarò in mezzo a voi. Ecco, io sono colui di cui parlò Mosè, dicendo: - Il Signore vostro Dio vi susciterà un profeta fra i vostri fratelli, come me; ascoltatelo in tutte le cose ch’egli vi dirà. E avverrà che ogni anima che non avrà ascoltato quel profeta, sarà distrutta d’infra il popolo. -
In verità, in verità vi dico, sì, e tutti i profeti, fin da Samuele e quelli che hanno parlato nei tempi seguenti, hanno testimoniato di me. Ed ecco, voi siete i figli dei profeti e siete del casato d’Israele e siete i figlioli del patto che il Padre fece coi vostri padri, quando disse ad Abramo: - Nella tua posterità tutte le famiglie della terra saranno benedette. -
Il Padre, avendomi in prima risuscitato e mandatomi per benedirvi, purché ciascuno si converta dalla sua malvagità, e questo perché siete i figlioli dell’alleanza. E dopo che sarete stati benedetti, il Padre adempirà il patto che fece con Abramo, dicendo: - Nella tua posterità saranno benedette tutte le nazioni della terra. -, perché per mezzo mio lo Spirito santo sarà versato sui Gentili e questa benedizione renderà i Gentili potenti sopra ogni cosa, sì che disperderanno il mio popolo, o casato d’Israele. E saranno un flagello per il popolo di questo paese; tuttavia, quando avranno ricevuto la pienezza del mio Vangelo, se ancora induriranno i loro cuori contro di me, allora farò ricadere sul loro proprio capo le loro iniquità, dice il Padre. E mi rammenterò il patto che ho fatto col mio popolo, ed ho fatta alleanza con lui, che lo radunerei nel tempo da me fissato e che gli restituirò la terra dei suoi padri in eredità, cioè il paese di Gerusalemme, che è la loro terra promessa per sempre, dice il Padre. E verrà il giorno in cui la pienezza del mio Vangelo sarà loro predicata. Ed essi crederanno in me, ch’io sono Gesù Cristo, il Figliolo di Dio, e pregheranno il Padre in nome mio. (20:11-31)
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Mi piacerebbe approfondire lo stato di coloro che sono morti da Adamo in poi.
Supposto che il Cristo si sia incarnato nella persona umana di Gesù per avere il ruolo di Salvatore, una volta morto e risorto, come attesta il Vangelo canonico, Egli siede alla destra del Padre per giudicare, proprio per il fatto di essere stato umano come noi, le pecore ed i capri; le prime saranno accolte perché conosciute da Gesù, mentre i secondi saranno rigettati per non averlo conosciuto; inutile a questo punto chiamarlo signore, Gesù non li ascolterà.
Fatta questa premessa io immagino i morti come esseri, o meglio spiriti, in attesa, come sospesi; in attesa perché? Perché secondo me dovranno aspettare la fine del mondo, quando tutto quello che in vita hanno generato avrà avuto luogo nelle generazioni successive, cioè quando le azioni di ognuno abbiano avuto il loto effetto.
Correggimi se sbaglio.
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Domani posterò una discussione su questo argomento. In realtà è proprio presa da questo testo e l'ho già pubblicato, ma non tutti stanno seguendo questo cammino di approfondimento. Spero che ti chiarirà le idee.
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Sarà pure un cammino ma si rischia di fermarsi per il lungo percorso.
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Questi approfondimenti sono un di più, non sono indispensabili, quindi "chi si ferma non è perduto."
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Ecco, il mio servitore agirà saggiamente, egli sarà grandemente innalzato, esaltato e reso eccelso (1). Siccome molti si sono stupefatti di te, talmente il suo viso era sfigurato, più che d’ogni altro uomo, ed il suo aspetto sfigurato da non somigliare ai figlioli degli uomini (2); parimenti, egli cospargerà molte nazioni; i re si tureranno la bocca in sua presenza, poiché vedranno ciò che non hanno mai udito e intenderanno ciò che non avranno udito.
In verità, in verita io vi dico che tutte queste cose avverranno certamente, proprio come il Padre mi ha comandato di dirvelo. Allora questa alleanza, che il Padre ha stabilito con il suo popolo, sarà adempiuta; allora Gerusalemme sarà nuovamente abitata dal mio popolo e sarà la terra della loro eredità. E in verità io vi dico, vi darò un segno, perché possiate conoscere il tempo in cui queste cose staranno per succedere, quando io radunerò dalla sua lunga dispersione il mio popolo, o casa d’Israele, e stabilirò di nuovo la mia Sion fra loro.
Ed ecco qual è il segno che vi darò, poiché in verità io vi dico che quando queste cose che vi annuncio e che vi dichiarerò di me stesso fra poco e che, per il potere dello Spirito santo accordatovi dal Padre, saranno rese note ai Gentili perché possano sapere quanto concerne questo popolo, che è un resto del casato di Giacobbe, e di questo mio popolo che verrà da loro disperso; in verità, in verità io vi dico, quando il Padre rivelerà loro queste cose e che dal Padre passeranno a voi tramite loro; poiché è la saggezza del Padre, che i Gentili si stabiliscano su questa terra e si costituiscano a popolo libero, grazie alla potenza del Padre, affinché codeste cose passino da loro ad un resto della vostra posterità, onde si compia l’alleanza che il Padre ha fatta col suo popolo, o casato d’Israele; allora dunque, queste e le opere che saranno fatte in seguito fra voi verranno manifestate dai Gentili ai vostri discendenti, caduti nell’incredulità causa lo loro iniquità, poiché così conviene al Padre, che ciò proceda dai Gentili, affinché possa manifestare il suo potere ai Gentili; affinché, se non induriranno i loro cuori, possano pentirsi, venire a me, essere battezzati in nome mio e conoscere i veri fondamenti della mia dottrina, affinché possano essere annoverati fra il mio popolo, o casato d’Israele; quando dunque queste cose accadranno e la vostra posterità comincerà a conoscerle, allora sarà loro un segno e sapranno che l’opera del Padre è già cominciata, per adempiere il patto stabilito col popolo che appartiene al casato d’Israele. E quando verrà quel giorno, allora i re si tureranno la bocca, poiché vedranno ciò che non era giammai stato loro raccontato ed intenderanno ciò che giammai non avevano udito. Poiché in quel giorno il Padre farà per cagion mia un’opera che sarà grande e meravigliosa frammezzo a loro; e ve ne saranno fra essi che non vi crederanno, benché un uomo l’annunci loro. Ma ecco, la vita del mio servitore sarà nelle mie mani, perciò essi non gli faranno alcun male, sebbene sia deturpato per causa loro. Eppure io lo guarirò, poiché mostrerò loro che la mia saggezza è superiore alle astuzie del Diavolo. Per conseguenza accadrà che chiunque non crederà nelle parole mie, che sono Gesù Cristo, parole che il Padre gli farà portare ai Gentili, dandogli il potere di farle giungere ai Gentili (secondo quanto disse Mosè) (3), sarà reciso d’infra il popolo dell’alleanza. Ed il mio popolo, che è un resto di Giacobbe, penetrerà in mezzo ai Gentili, sì, sarà frammezzo a loro come un leone fra le bestie della foresta, come un leoncello in mezzo alle greggi di pecore, che, se vi passa attraverso, calpesta e strazia senza che nessuno possa porvi rimedio. La tua mano sarà alzata sopra i tuoi avversari e tutti i tuoi nemici saranno sterminati. Sì, guai ai Gentili a meno che non si pentano, poiché accadrà in quel giorno, dice il Padre, che io distruggerò i tuoi cavalli d’in mezzo a te e farò perire i tuoi carri. E distruggerò le città del tuo paese e metterò in rovina le tue fortezze. E sterminerò dalla tua terra gli incantesimi e non avrai più indovini. E distruggerò pure d’in mezzo a te le tue sculture e le tue statue, e tu non adorerai più l’opera delle tue mani. Ed estirperò i tuoi boschi d’in fra mezzo a te e distruggerò pure le tue città. Ed allora tutte le menzogne, tutti gli inganni, le invidie, le lotte, le truffe sacerdotali e le prostituzioni scompariranno. Poiché avverrà in quel giorno, così dice il Padre, che tutti coloro che non si pentiranno e che non verranno al mio Figliolo beneamato, li distruggerò d’infra il popolo mio, oh casato d’Israele. Ed eseguirò la vendetta e la furia su di essi, proprio come sui pagani, come non se n’era mai sentito parlare. Ma se si pentiranno e se presteranno ascolto alle mie parole e non induriscono i loro cuori, io stabilirò la mia Chiesa in mezzo ad essi e saranno innestati nel patto e verranno annoverati fra questo rimanente di Giacobbe, a cui ho dato in eredità codesta terra. Ed aiuteranno il mio popolo, il rimanente di Giacobbe, e tutti i membri della casa d’Israele che verranno, a edificarmi una città, che sarà chiamata la Nuova Gerusalemme. Ed assisteranno pure il mio popolo, che è disperso su tutta la superficie di questa terra, a riunirsi nella Nuova Gerusalemme. Allora le potenze del cielo scenderanno in mezzo a loro ed io pure con loro. Ed in quel giorno, quando appunto questo Vangelo verrà predicato in mezzo al rimanente di questo popolo, allora comincerà l’opera del Padre. In verità io vi dico ch’essa comincerà fra tutte le tribù disperse del mio popolo, sì, le tribù che sono state perdute, che il Padre ha fatte uscire da Gerusalemme. Sì, l’opera comincerà fra tutti i dispersi del mio popolo, da parte del Padre, per preparare la via per la quale essi possano venire a me ed invocare il Padre in nome mio. Sì, ed allora il Padre inizierà la sua opera fra tutte le nazioni, per preparare il cammino attraverso il quale il suo popolo possa essere riunito sulla sua terra ereditaria. Ed usciranno fuori da tutte le nazioni e non usciranno in fretta né come se fossero in fuga, poiché io camminerò dinanzi a loro, dice il Padre, e sarò anche la loro retroguardia. (20:43 - 21:29)
Note:
1. Qui si parla della seconda venuta di Cristo.
2. Potenza dell’inferno!
3. Questa parentesi fa parte del testo originale.
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Tu (1) sarai stabilita in giustizia, tu sarai lontana da oppressione e non temerai, e lungi da ogni terrore, poiché non si accosterà a te. Ecco, certamente si raduneranno contro di te, ma non da parte mia; chiunque si radunerà contro di te, cadrà per causa tua. (22:14, 15)
Comandò loro in seguito di scrivere le parole che il Padre aveva date a Malachia e che egli avrebbe loro trasmesso. E dopo ch’esse furono scritte, egli le spiegò loro. Ed ecco quali sono le parole ch’egli disse loro: Così dice il Padre a Malachia: - Ecco, io manderò il mio angelo ed egli preparerà la via dinanzi a me, ed immediatamente il Signore che voi cercate e il messaggero dell’alleanza che voi desiderate entrerà nel suo tempio; ecco, egli viene, dice il Signore degli eserciti. Ma chi sosterrà il giorno della sua venuta? E chi durerà, quando egli apparirà? Poiché egli è come il fuoco di chi fonde i metalli e come la lisciva dei purgatori di panni. Ed egli siederà come colui che raffina ed epura l’argento; e purificherà i figli di Levi e li affinerà a guisa dell’oro e dell’argento, perché possano offrire al Signore offerte in giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà piacevole al Signore, come ai dì antichi e come negli anni di prima. Ed io mi accosterò a voi in giudizio e sarò testimone pronto contro gli incantatori e contro gli adulteri, e contro quelli che giurano falsamente, e contro quelli che frodano il mercenario nel suo salario, e che opprimono la vedova e l’orfano, e che respingono il forestiero e non mi temono, dice il Signore degli eserciti. - (24:1-5)
Ecco infatti, viene il giorno che brucerà come un forno e gli orgogliosi e coloro che operano empiamente saranno come stoppia; ed il giorno che viene li divamperà, dice il Signore degli eserciti, talché non lascerà loro né radice né ramo. Ma per voi che temete il mio nome, si leverà il Figlio della giustizia e la guarigione sarà nelle sue ali, e voi uscirete e crescerete come vitelli che s’ingrassano. E calpesterete i perversi, poiché saranno come cenere sotto la suola dei vostri piedi, nel giorno in cui io compirò la mia opera, dice il Signore Iddio degli eserciti. Ricordatevi della legge di Mosè, mio servitore, a cui dettai comandamenti in Horeb per tutto Israele con statuti e giudizi. Ecco, io vi manderò il profeta Elia prima che venga quel grande e terribile giorno del Signore. Ed egli rivolgerà i cuori dei padri verso i figlioli ed il cuore dei figlioli ai loro padri; ché talora io non venga e non percuota la terra di sterminio a mo’ d’interdetto.
E dopo che Gesù ebbe annunciate queste cose, le espose alla moltitudine e spiegò loro ogni cosa, grande e piccola. Ed aggiunse: - Queste scritture che voi non avevate con voi, il Padre mi ha comandato ch’io ve le dia, poiché era nella sua saggezza ch’esse fossero trasmesse alle generazioni future. - Espose allora tutte le cose, proprio dal principio fino al tempo in cui sarebbe venuto nella sua gloria, sì, tutti gli eventi che si produrranno sulla faccia della terra fino a che gli elementi si fonderanno in calore divorante e che la terra si arrotolerà come un papiro, e che i cieli e la terra scompariranno. Anzi, fino al grande e ultimo giorno, quando tutti i popoli, tutte le famiglie e tutte le nazioni e tutte le lingue si terranno dinanzi a Dio per essere giudicati secondo le loro opere, che siano buone o cattive. Se sono buone, alla risurrezione della vita eterna; e se sono cattive, alla risurrezione della dannazione; stando su due parallele, gli uni da una parte, gli altri dall’altra, secondo la misericordia, la giustizia e la santità che sono in Cristo, che era prima che cominciasse il mondo. Ma in questo libro non può esser scritta neppure una centesima parte delle cose che Gesù insegnò al popolo. Ma sappiate che le tavole di Nefi contengono la maggior parte delle cose ch’egli insegnò al popolo. Ho scritto queste cose, che sono una minima di quanto egli insegnò al popolo, e le ho scritte affinché siano di nuovo portate a conoscenza di questo popolo dai Gentili, secondo le parole di Gesù. E quando avranno ricevuto questo, ed è opportuno ch’essi lo ricevano in primo luogo per mettere la loro fede alla prova, e se vi crederanno, allora verranno loro manifestate cose più grandi. Ma se non credono in queste cose, allora le cose più grandi saranno loro trattenute per la loro condanna. Ecco, ero in procinto di scriverle tutte le cose incise sulle tavole di Nefi, ma il Signore me lo ha proibito dicendo: - Voglio provare la fede del mio popolo. - (Da 25:1 a 26:11)
Nota:
1. Gerusalemme.