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te lo spiego nuovamente e ti spiego perchè tu sei totalmente fuori da ogni verità scritta :
Chi vuole studiare intelligentemente la Bibbia deve avvicinarsene con mente aperta. Idee preconcette ed una interpretazione categorica sulle Sacre Scritture, considerate come la parola stessa di Dio, costituiscono degli impedimenti, i quali nascondono allo studioso il vero spirito dei testi che potrà rendersi palese solo attraverso uno studio approfondito e imparziale. Ora, queste perle di verità che allo studente importa scoprire sono velate da interpolazioni (aggiunte) e da controsensi. Il compenso di uno studio metodico e coscienzioso è costituito da una nuova luce e da una chiara comprensione dei testi biblici.
Occorre innanzitutto ricordare che i vocaboli ebraici - particolarmente nella lingua antica - non erano divisi come avviene nelle nostre lingue moderne e si univano gli uni con gli altri. Le vocali venivano omesse, di modo che l’interpretazione dipende dalla posizione che fu loro data. Possiamo quindi capire quante difficoltà occorre superare per determinare il senso originale reale e la più lieve variazione può alterare completamente il significato di una intera frase. Oltre a ciò non si deve dimenticare che dei 47 traduttori della versione autorizzata da Re Giacomo - la più diffusa in Inghilterra e in America - solo tre erano ebraicisti e che due di essi morirono prima che i Salmi fossero tradotti. Occorre inoltre tener presente che era stato fatto assoluto divieto ai traduttori di effettuare qualsiasi interpretazione che si scostasse sensibilmente dalle credenze ammesse o che tendessero ad alterarle. E’ evidente che in tali circostanze la possibilità di ricavarne una traduzione fedele era minima. In Germania le condizioni non furono migliori in quanto Martin Lutero - unico traduttore - non si servì del testo originale ebraico, ma di una traduzione latina. La maggior parte delle versioni oggi in uso presso i Protestanti d’Europa sono tratte dalla versione di Lutero.
In realtà furono effettuate alcune revisioni, ma non hanno apportato molti miglioramenti.
In alcuni Stati dell’America moltissimi sono convinti che la versione ordinata da Re Giacomo sia assolutamente autentica come se la Bibbia fosse stata in origine scritta in inglese, e come se la versione in argomento fosse una copia esatta del manoscritto originale. Per cui, malgrado i tentativi fatti per eliminarli, sussistono sempre gli errori antichi. E’ importante pure notare che coloro che scrissero la Bibbia erano ben lungi dal pensare di redigere “ un libro aperto di Dio”. I grandi occultisti che scrissero lo Zohar ribadiscono tale intenzione. I segreti contenuti nella Thorah ( la Legge) non dovevano essere alla portata di tutti; lo confermano le seguenti parole :
“ Guai all’uomo che vede nella Thorah solo dei fatti e parole comuni ! Perché in verità se contenesse solo ciò, saremmo in grado di comporre oggi una Thorah ben più degna di ammirazione. Ma non è così.....Ogni parola della Thorah ha un significato elevato e contiene un mistero sublime..... Le sue espressioni non ne sono che la veste. Guai a colui che le prende per la Thorah stessa! Le persone semplici si interessano molto della veste e dei racconti; esse non sanno vedere ciò che racchiudono. I più colti trascurano la veste, ma considerano solo il corpo che ne è avviluppato.”
Quanto sopra indica apertamente il significato allegorico della Thorah. S. Paolo afferma in termini inequivocabili che il racconto di Abramo e dei figli che egli ebbe da Sara e da Agar è puramente allegorico ( Galati IV : 22 - 26 ). Molti passaggi della Bibbia sono in tale modo velati, altri invece devono essere considerati nel loro senso letterale. Chi non possiede la chiave occulta è incapace di trovarvi la verità che talora si vela con espressioni spiacevoli.
All’occultista, meritatosi il diritto di possedere questi tesori di verità, viene data la chiave ed egli può distinguere nitidamente i gioielli che rimangono invisibili agli altri fintantoché, a loro volta, non avranno lavorato per ottenere la rivelazione. E’ per questo che se il racconto delle peregrinazioni dei figli d’Israele e dei loro rapporti con Dio risultano in parte esatti, ad essi vi si unisce un significato spirituale ben superiore al semplice racconto dei fatti materiali. Parimenti i Vangeli, sebbene traccino a grandi linee la vita di un uomo di nome Gesù, contengono anche dei formulari completi di iniziazione indicanti le esperienze precise attraverso le quali sono passati tutti coloro che sono entrati nel Sentiero che conduce alla VERITÀ e alla VITA.
Si manteneva il segreto su questi profondi argomenti e si adottava l’uso dell’allegoria ogni qualvolta le masse venivano in contatto con le verità occulte. D’altronde il Cristo aveva l’abitudine di parlare alla moltitudine con parabole e di spiegare poi segretamente ai Suoi discepoli il significato più profondo che esse contenevano. In diverse occasioni ingiunse loro di non divulgare gli insegnamenti che Egli loro impartiva in segreto. San Paolo si comporta analogamente : egli dà il “latte” ai fanciulli nella fede e riserba la “carne” - ossia gli insegnamenti più avanzati - per i forti, per coloro che sono qualificati per comprenderli e per riceverli ( 1a Ep.Cor., III : 1-3 ). La Bibbia d’Israele fu scritta inizialmente in ebraico, ma nulla è rimasto dei manoscritti originali. Verso il 280 a. C. apparve una traduzione in greco - la versione detta dei “Settanta” - ma anche ai tempi di Cristo esisteva grande confusione e diversità di opinioni circa le parti che dovevano essere considerate originali e quelle che sarebbero state interpolate. Solo dopo il ritorno dall’esilio di Babilonia gli Scribi cominciarono a raggruppare i manoscritti e verso l’anno 500 d. C. apparve il Talmud, il primo testo che rassomiglia all’attuale ma che, per i fatti suesposti , non poteva essere perfetto. Il Talmud fu allora riveduto dalla Scuola Massoterica che dal 500 all’800 risiedeva principalmente a Tiberiade. Dopo lungo e minuzioso lavoro fu elaborato un Vecchio Testamento Ebraico ed oggi è il testo più vicino all’originale che noi abbiamo attualmente. Di conseguenza noi non affermiamo che la Bibbia sia integralmente di ispirazione divina, nè la consideriamo dall’inizio alla fine come se fosse la parola di Dio. Riconosciamo che essa è una misera traduzione dei documenti originali e che contiene numerose interpolazioni che sono state inserite in epoche diverse per dare risalto ad alcune interpretazioni. Ciò nonostante il solo fatto che tante verità siano state accumulate in un volume di dimensioni così ridotte è fonte di continua meraviglia per l’occultista che, in possesso della chiave per interpretarlo, ne conosce il valore reale.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Arcobaleno
Mi sembra di capire che hai la convinzione che i cosiddetti testi sacri siano in realtà opera al 100% umana. Tanto per chiarire.
Hai capito bene.
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Se non esiste Parola di Dio, se non esiste Rivelazione, se la Bibbia e i Vangeli non vengono da Dio....qua stiamo tutti perdendo tempo, amici ed amiche....
Ritorno al quesito iniziale: chiedendoci di abbracciare la nostra croce quotidiana, Gesù Cristo chiede una cosa impossibile? Oppure dietro quelle Divine Parole si nasconde la chiave della Salvezza? È la Croce di Cristo infatti che salva il mondo. Non altro. E dunque: vivere mettendo al centro il nostro io o mettendo al centro Dio?
Il nostro io non la vuole la croce. Non la sopporta, la scansa, la evita. Vede il dolore solo come uno scandalo.
Al contrario, se mettiamo al centro Dio, ecco che il dolore acquista significato e senso. Diventa la porta stretta che ci introduce al Cielo....
Ecco allora che possiamo accogliere TUTTO della nostra storia personale. Le gioie ma anche le sofferenze. Possiamo accettare un figlio disabile....un genitore con l'Alzheimer....un licenziamento ingiusto...un amore non corrisposto...."Tutto posso in Colui che mi dà forza" dice San Paolo.
Si tratta come sempre di scegliere. Scegliere come vivere. Cosa mettere al centro: l'io o Dio.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Di che sofferenze parli e di che problemi parli?
Tu vuoi vivere nei problemi e nelle sofferenze?
È una cosa molto reale la croce. Molto concreta, Laura. È ciò che nella nostra vita ci fa soffrire. Ognuno di noi ne ha una. Non esiste Uomo che non abbia una croce! Il problema sta tutto nel rifiutarla e maledirla o nell'accoglierla con Cristo. Come ha fatto Cristo.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
È una cosa molto reale la croce. Molto concreta, Laura. È ciò che nella nostra vita ci fa soffrire. Ognuno di noi ne ha una. Non esiste Uomo che non abbia una croce! Il problema sta tutto nel rifiutarla e maledirla o nell'accoglierla con Cristo. Come ha fatto Cristo.
che vuol dire in concreto "rifiutarla" ? mi sai indicare qualcuno di cui tu possa dire che rifiuta i guai che gli capitano ? io non ne conosco, né potrei dire di nessuno;
Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
S E dunque: vivere mettendo al centro il nostro io o mettendo al centro Dio?
Il nostro io non la vuole la croce. Non la sopporta, la scansa, la evita. Vede il dolore solo come uno scandalo.
potresti farmi un esempio concreto ? è la seconda volta che te lo chiedo;
se credi in quello che dici, dovrebbe essere facilissimo per te sciorinarne a decine di evidenti, di cui tu possa giudicare il comportamento e che tutti possano comprendere.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
È una cosa molto reale la croce. Molto concreta, Laura. È ciò che nella nostra vita ci fa soffrire. Ognuno di noi ne ha una. Non esiste Uomo che non abbia una croce! Il problema sta tutto nel rifiutarla e maledirla o nell'accoglierla con Cristo. Come ha fatto Cristo.
In questo caso tu sei la nostra croce , ti tolleriamo da moltissimo tempo , nfatti sei ancora convinto di parlare a dei bambini al catechismo tu e quell'altro che avete fatto comunella
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
È una cosa molto reale la croce. Molto concreta, Laura. È ciò che nella nostra vita ci fa soffrire. Ognuno di noi ne ha una. Non esiste Uomo che non abbia una croce! Il problema sta tutto nel rifiutarla e maledirla o nell'accoglierla con Cristo. Come ha fatto Cristo.
C'è anche chi ne ha più di uno di problemi e pure seri.
Spero che in questo accettare la croce, sia contemplata la risoluzione ai problemi.
Spiega meglio davvero che significa rifiutare una sofferenza.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Se non esiste Parola di Dio, se non esiste Rivelazione, se la Bibbia e i Vangeli non vengono da Dio....qua stiamo tutti perdendo tempo, amici ed amiche....
Ritorno al quesito iniziale: chiedendoci di abbracciare la nostra croce quotidiana, Gesù Cristo chiede una cosa impossibile? Oppure dietro quelle Divine Parole si nasconde la chiave della Salvezza? È la Croce di Cristo infatti che salva il mondo. Non altro. E dunque: vivere mettendo al centro il nostro io o mettendo al centro Dio?
Il nostro io non la vuole la croce. Non la sopporta, la scansa, la evita. Vede il dolore solo come uno scandalo.
Al contrario, se mettiamo al centro Dio, ecco che il dolore acquista significato e senso. Diventa la porta stretta che ci introduce al Cielo....
Ecco allora che possiamo accogliere TUTTO della nostra storia personale. Le gioie ma anche le sofferenze. Possiamo accettare un figlio disabile....un genitore con l'Alzheimer....un licenziamento ingiusto...un amore non corrisposto...."Tutto posso in Colui che mi dà forza" dice San Paolo.
Si tratta come sempre di scegliere. Scegliere come vivere. Cosa mettere al centro: l'io o Dio.
Non credo sia la sofferenza o la morte che dobbiamo considerare primarie nella nostra breve vita, ognuno infatti si tiene quello che ha, sia di dolore che di gioia, ma credere alla resurrezione, penso, sia l'accesso oltre la porta, seppur stretta, che conduce alla massima espirazione di un cristiano.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
che vuol dire in concreto "rifiutarla" ? mi sai indicare qualcuno di cui tu possa dire che rifiuta i guai che gli capitano ? io non ne conosco, né potrei dire di nessuno;
potresti farmi un esempio concreto ? è la seconda volta che te lo chiedo;
Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Spiega meglio davvero che significa rifiutare una sofferenza.
Di seguito Cono ha spiegato cosa sia una croce, una grande sofferenza, con alcuni esempi.
Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Possiamo accettare un figlio disabile....un genitore con l'Alzheimer....un licenziamento ingiusto...un amore non corrisposto...
Io stesso posso dire di aver subito le sofferenze, più che accettarle. Ho preso atto delle situazioni createsi. Dovendo scegliere tra fare cose sbagliate e cose giuste, subendone conseguenze negative, ho scelto spesso di fare le cose giuste.
Su molti guai subiti, comunque, non avevo potere di far nulla. Non avevo scelte a disposizione. Se abbiamo un figlio disabile o un genitore con l'Alzheimer, possiamo scegliere se accudirlo noi o metterlo in qualche istituto, ma se subiamo un licenziamento ingiusto o ci capitano amori non corrisposti, non possiamo fare scelte. Allo stesso modo se ci capita qualche grave malattia.
Certo, se Dio dice: se vuoi evitare questi guai, non conquisti nulla né per te né per gli altri, uno i guai li accetta, anche se malvolentieri.
Dovendo scegliere tra una bella vita ora (l'uovo oggi) e una migliore successivamente (la gallina domani), scelgo la vita migliore successiva, anche se costa sacrificio nella vita corrente.
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Quando ci dissero che nostra figlia era cardiopatica e che sarebbe stato possibile abortirla nel seno materno, potevamo rifiutare la Croce. Fare come il cattivo ladrone e maledire Dio e la Croce.
C'è un testo bellissimo, dei primi secoli cristiani, che canta invece la Croce come strumento di salvezza!
"La Croce gloriosa del Signore risorto
è l’albero della mia salvezza
di esso mi nutro, di esso mi diletto,
nelle sue radici cresco,
nei suoi rami mi distendo.
La sua rugiada mi rallegra,
la sua brezza mi feconda,
alla sua ombra ho posto la mia tenda.
Nella fame l’alimento, nella sete la fontana,
nella nudità il vestimento.
Angusto sentiero, mia strada stretta,
scala di Giacobbe, letto di amore
dove ci ha sposato il Signore.
Nel timore la difesa,
nell’inciampo il sostegno,
nella vittoria la corona,
nella lotta tu sei il premio.
Albero di vita eterna,
pilastro dell’universo,
ossatura della terra, la tua cima tocca il cielo,
e nelle tue braccia aperte
brilla l’amore di Dio!"
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Quando ci dissero che nostra figlia era cardiopatica e che sarebbe stato possibile abortirla nel seno materno, potevamo rifiutare la Croce. Fare come il cattivo ladrone e maledire Dio e la Croce.
C'è un testo bellissimo, dei primi secoli cristiani, che canta invece la Croce come strumento di salvezza!
"La Croce gloriosa del Signore risorto
è l’albero della mia salvezza
di esso mi nutro, di esso mi diletto,
nelle sue radici cresco,
nei suoi rami mi distendo.
La sua rugiada mi rallegra,
la sua brezza mi feconda,
alla sua ombra ho posto la mia tenda.
Nella fame l’alimento, nella sete la fontana,
nella nudità il vestimento.
Angusto sentiero, mia strada stretta,
scala di Giacobbe, letto di amore
dove ci ha sposato il Signore.
Nel timore la difesa,
nell’inciampo il sostegno,
nella vittoria la corona,
nella lotta tu sei il premio.
Albero di vita eterna,
pilastro dell’universo,
ossatura della terra, la tua cima tocca il cielo,
e nelle tue braccia aperte
brilla l’amore di Dio!"
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Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Non credo sia la sofferenza o la morte che dobbiamo considerare primarie nella nostra breve vita, ognuno infatti si tiene quello che ha, sia di dolore che di gioia, ma credere alla resurrezione, penso, sia l'accesso oltre la porta, seppur stretta, che conduce alla massima espirazione di un cristiano.
Bravissimo, Crep!
"Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amore di Cristo; perché quando sono debole, allora sono forte."
2 Corinzi 12:10 -
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
C'è anche chi ne ha più di uno di problemi e pure seri.
Spero che in questo accettare la croce, sia contemplata la risoluzione ai problemi.
Spiega meglio davvero che significa rifiutare una sofferenza.
La Fede in Dio e nella Croce redentrice di Cristo non "risolve" i problemi: ce li illumina, Laura! Ce ne fa scorgere il senso e il significato. Come ha detto Crepuscolo, dopo la Croce c'è la Resurrezione! Ciò che apparentemente può apparirci assurdo (una malattia, un lutto, una perdita, un'ingiustizia ecc.) in realtà può farci crescere e maturare.
Fino a quando nella Vita tutto ci va bene, pensiamo di essere invincibili, autonomi, forti e potenti. Quando arrivano le prove, le sofferenze e gli ostacoli.... torniamo sulla terra. Si rivela pienamente la nostra fragilità.
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qui se uno ha un briciolo di fede questa gli va tutta nelle calcagna , sentire sta nenia continua da qualcuno che in altra sezione di questo forum chiede alle ragazze se non portano il reggiseno... e già intuisco il personaggio dietro il pc che passa da contorsionismi osceni a candide letture mistiche con aria di grande maestro istruttore di spiritualità , ma che du par de cojoni ...premo la X in alto a destra e vedetevela voi , io mi sono stancato
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Qui si ci sono due aspetti diversi da considerare. Uno che sarebbe quello di trovare una via per reagire e sopportare quello che succede, sia che possa essere risolvibile il problema sia che non ci siano possibilità, l'altra mi pare sia più una questione di vanità ed opportunismo in visione di un premio, come il versetto dei Corinzi.
Di cosa si sta parlando? Parliamo di come vivere al meglio le situazioni problematiche della vita, magari senza inasprirsi, senza inveire contro il mondo, rinchiudersi in sè stessi ecc... o di come guadagnarsi il paradiso e farsi belli agli occhi di dio? Perché mi par di capire che qui più che prendere la croce nel senso di non lasciarsi sprofondare, ci sia un'esaltazione delle sofferenze come conditio sine qua non, sofferenza con la quale si ha, come dire, diritto o più diritto ad entrare in Paradiso, come se fosse un percorso obbligato per essere meritevoli di salvezza.
Ora io capisco che la speranza sia quella di stare meglio di là che di qua, che la divinità possa promettere che ci sarà una condizione migliore, ma arrivare ad esaltare le sofferenze per ottenere un premio mi sembra francamente aberrante.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Arcobaleno
Di seguito Cono ha spiegato cosa sia una croce, una grande sofferenza, con alcuni esempi.
ma sono esempi del tutto astratti;
infatti, tu stesso, che pure aderisci a quell'idea esposta da Cono, quando devi raccontare la tua realtà:
Citazione:
Io stesso posso dire di aver subito le sofferenze, più che accettarle. Ho preso atto delle situazioni createsi. Dovendo scegliere tra fare cose sbagliate e cose giuste, subendone conseguenze negative, ho scelto spesso di fare le cose giuste.
Su molti guai subiti, comunque, non avevo potere di far nulla. Non avevo scelte a disposizione. Se abbiamo un figlio disabile o un genitore con l'Alzheimer, possiamo scegliere se accudirlo noi o metterlo in qualche istituto, ma se subiamo un licenziamento ingiusto o ci capitano amori non corrisposti, non possiamo fare scelte. Allo stesso modo se ci capita qualche grave malattia.
perché la realtà delle persone non è ordinariamente il menefreghismo, ma la scelta tra sofferenze diverse e sotto pressioni diverse, più spesso legittime o comprensibili, di fronte alla quali, qualunque scelta ti può far sentire in difetto;
un partigiano viene fucilato alla cattura; un altro, dopo 10 giorni di torture, non ce la fa più e parla; il primo sarà ricordato come un eroe; il secondo più come un traditore, o comunque uno che ha ceduto;
magari il tuo comportamento, visto dall'esterno, può sembrare menefreghista o superficiale e tu finisci con l'incarnare quella maschera caricaturale di peccatore agli occhi di chi ti giudica e si sente migliore; ma solo tu - e Dio, per chi crede - conosci la verità;
alla fine, e ripeto quello che ho risposto a dietrologo, a me importa poco delle parole alate e delle teologie, a meno che non si voglia discutere quelle nello specifico;
se arriva uno e parla della sua fede, io gli chiedo: che mi dici di bello e morale, in concreto ? perché dovrei comportarmi come dici tu ? sei felice o, almeno, più sereno di me, per qualche ragionevole ed evidente motivo ?
ora, a prescindere da ciò che uno enuncia, quello che leggo io, nelle righe e tra le righe, è il suo sentimento e umore di fondo: per restare nella metafora che ho usato con dietrologo, se al ristorante vedo uno che guarda e giudica i piatti ordinati dagli altri, devo per forza immaginare che quello che ha ordinato lui non deve essere tanto buono e quello poco convinto della sua scelta;
quante volte il bambino non esplora il mondo per paura, ma si racconta quell'inibizione come obbedienza ai genitori e la vitalità dei coetanei come disobbedienza, che prima o poi verrà punita ? hai visto ? quel bambino è annegato ! ma altri 100mila hanno imparato a nuotare, superando la paura di mettere la testa sott'acqua e il fastidio del sale negli occhi...
puoi anche raccontarti quell'obbedienza come una croce, che hai portato virtuosamente; ma magari hai solo assecondato una paura; niente di colpevole;
però quando punti il dito sui compagni che hanno superato la paura e felici di esplorare i fondali, qualche riflessione la faccio sul senso della tua "croce".
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
La Fede in Dio e nella Croce redentrice di Cristo non "risolve" i problemi: ce li illumina, Laura! Ce ne fa scorgere il senso e il significato. Come ha detto Crepuscolo, dopo la Croce c'è la Resurrezione! Ciò che apparentemente può apparirci assurdo (una malattia, un lutto, una perdita, un'ingiustizia ecc.) in realtà può farci crescere e maturare.
Fino a quando nella Vita tutto ci va bene, pensiamo di essere invincibili, autonomi, forti e potenti. Quando arrivano le prove, le sofferenze e gli ostacoli.... torniamo sulla terra. Si rivela pienamente la nostra fragilità.
Non sto certo dicendo che la fede risolva un licenziamento, magari ti tampona un pò psicologicamente, ma direi che poi uno si metta a cercare un nuovo lavoro no?
Quello che volevo dire, in sostanza, è se uno con questa storia della croce da portare, finisca per restare nei problemi perché vuole fare Gesù o cerca di stare bene, di trovare una soluzione, per sé e per gli altri.
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Le sofferenze nella vita prima o poi arrivano per tutti. Non è certamente che uno se le vada a cercare. A parte la visione estrema di Jacopone da Todi, che accludo qui se riesco a ritrovarla. Fa parte dei ricordi di liceo. Dovrebbe piacere a Cono, gli chiedo se la conosceva, c'è pure la traduzione dall'Italiano antico. L'illusione di una fede può certo aiutare a sopportare i dolori della vita. Non coltivo questa illusione. Cerco piuttosto delle risposte che possano arrivare dalla mia interiorità...
O Signor, per cortesia,
manname la malsanìa!
A mme la freve quartana,
la contina e la terzana,
la doppla cotidïana
co la granne ydropesia.
A mme venga mal de dente,
mal de capo e mal de ventre;
a lo stomaco dolur’ pognenti
e ’n canna la squinanzia.
Mal dell’occhi e doglia de flanco
e la postema al canto manco;
tiseco me ionga enn alto
e d’onne tempo fernosìa. ...
https://letteritaliana.weebly.com/o-...-cortesia.html
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Bravissimo, Crep!
"Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amore di Cristo; perché quando sono debole, allora sono forte."
2 Corinzi 12:10 -
Non credo sia un dato scontato, valido per tutti.
Se sono bravissimo oggi probabilmente lo ero anche ieri, visto che sono sempre io, comunque grazie dell'apprezzamento..
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Citazione:
Quando ci dissero che nostra figlia era cardiopatica e che sarebbe stato possibile abortirla nel seno materno, potevamo rifiutare la Croce. Fare come il cattivo ladrone e maledire Dio e la Croce.
In queste situazioni direi che ci sia qualcosa di più da valutare che la sola croce, no?
Io capisco il riflesso personale di certe decisioni, il senso di colpa, la paura di fare la scelta sbagliata, i possibili rimorsi, ma c'è da valutare anche la condizione ed il futuro di chi viene al mondo.
Questa storia dell'accettazione della croce sa di qualcosa di centripeto, che si riferisce più al singolo ed alle conseguenze negative verso sé stessi, ventilate da dio, che alla totalità del problema e all'altro, verso cui occorre prendere una decisione.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Quando ci dissero che nostra figlia era cardiopatica e che sarebbe stato possibile abortirla (omissis), potevamo rifiutare la Croce.
Chiaramente i figli sani o malati subiscono la scelta di essere messi al mondo
Vorrei commentare la tua frase qui sopra ma non ho il lessico adatto per esprimere il mio pensiero senza sembrare una stronza insensibile
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
Chiaramente i figli sani o malati subiscono la scelta di essere messi al mondo
E in particolare quei bambini che nascono con gravi disabilità, a volte con scarse speranze di vita, non possono scegliere di accettare o rifiutare la loro croce.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
restodelcarlino
- Questa "Entità Totale, Onnipotente Onnisciente e Benevola" che ha bisogno di sottoporre ad esami, per vedere come reagisce l'uomo, non é un concetto che sa di blasfemia?" -
DAL Libro di Giobbe _ non sembrerebbe.
Semmai mette fortemente in dubbio.. quello che tu hai postato ! Ovvero quelle "qualita' umane che vorrebbero identificarlo (ed esaltarlo) come:
- ONNI-potente / ONNI-sciente / ONNI-veggente
Perchè detto iddioVasaio ricorre alla scommessa con er-Satan.. artefice delle indicibili sofferenze patite dal fedele credente ?
Possibile che dal suo trono celeste non sapesse la fine di questa storiella ?
Quindi nessuna blasfemia _ semmai si evidenza che l' osannato abbà/Celeste Non è ONNI.....
Ma soprattutto questo primo Libro Sapienziale ha clamorosamente sbugiardato/sconfessato la celeberrima dottrina mosaica delle 2 vie !!!
Un' altra botta che ha screditato definitivamente la citata dottrina mosaica è il quinto Sapienziale..... Qoelet (e/o Ecclesiaste)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
- che la divinità possa promettere che ci sarà una condizione migliore, ma arrivare ad esaltare le sofferenze per ottenere un premio mi sembra francamente aberrante -
Ma questa strampalata idea... parte proprio dal testo 2 Maccabei.
Dovresti sapere gent.le Vega..
I fatti di Antioco IV diedero avvio alla rivolta dei Maccabei. Da quel contesto storico - per la prima volta - l' ebraismo (meglio.. il giudaismo) elaboro' la dottrina post-mortem !
Perchè si dovette ricorrerre a cio' ? Quale la motivazione di questo fantastico "NUOVO Jolly"
per l' ormai decadente clero, scornato per la sbugiardata dottrina mosaica delle 2 vie (soprattutto ad opera dei testi Giobbe + Qoelet).
Bisognava dare una ragione ai combattenti-credenti giudei che difendevano la loro fede nei confronti del despota Antioco !
Da qui la brillante idea della "ricompensa celeste" -
Ma ma ma questa stessa sarebbe stata ottenuta Solo dopo la mitica fine dei tempi !
Da qui la nuova verita' rivelata (sic !).. AI martiri che subivano le torture e la successiva morte _ il divinAbba' provvedeva loro non solo la vita "eterna" ma addirittura il RI-torno in vita corporeo !
Quanto postato non è farina del mio sacco... ma dei seguenti "specialisti" commentatori (per il famoso missionario del web _ altro non sono che dei miserandi satanici-miscredenti).
- W.Brown _ Qoelet / editor Claudiana
- E. Tamez _ Qoelet, il dubbio radicale / editor Claudiana
- card. eminentissimo G.Ravasi / Qoelet - editor Paoline
- A. Bonora _ Qoelet, la gioia e il dolore di vivere / editor Queriniana
Almeno questi ho letto.
Questa storiella salvifica e confortante dei figli prediletti dell' Abba' fu quindi ereditata dalla nascente religione della croce.. a cominciare dal suo primissimo illuminato autore _ il "paziente" di Tarso.
In seguito il clero nostrano ha "ricamato alla grande" su quel fatidico premio Post-mortem..
Dunque hai ben ragione di meravigliarti.....
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Citazione:
Originariamente Scritto da
doxa
Si Arcobaleno, i testi che tu consideri sacri sono "in realtà opera al 100% umana". Attenendosi alla storia e alla loro elaborazione. -
Non si puo' che concordare con il tuo post al 100% !
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
- Chiaramente i figli sani o malati subiscono la scelta di essere messi al mondo -
Il post (in questa appropriata sezione "religione") rimanda alle terrificanti domande di Giobbe/Geremia/Qoelet:
Il primo rivolge terrificante domande a colui che siederebbe sul trono celeste:
- Perchè "egli" (l' Abba') da' all' Infelice la luce ?
l' autore quindi prosegue:
- Perchè dare la vita a chi ne trarra' sofferenza ?
E che potrebbe riferirsi al citato post.. ovvero coloro che nascono subiscono quella fatidica Scelta..ecc..eccc..eccc....
Quando ormai la sofferenza diventa insopportabile il credente-immaginario Giobbe si domanda sdegnato perchè non morì (!) quando era nell' utero materno ?
E "in extremis".. (in zona Cesarini) lo stesso credente si lamenta ancora perchè mai non morì "mentre usciva" dal ventre materno..
Ma peggio quando l' anonimo autore di detto Libro mette in bocca al protagonista di questo Primo Sapienziale .. rivolge una pesantissima accusa all' Abba' ovvero:
- perchè mai "lui" nulla fece per bloccare-tappare il varco del grembo materno ?
L' assoluta inerzia (menefreghismo ?) di detto dio-monoteista, quello che sarebbe Onni! _ ha impedito al sofferente di continuare - Ancora - a godersi la vera pace del Sacro Nulla
Da qui ecco i successivi inquietanti passi:
- il "non-nato" Giobbe.. avrebbe sicuramente continuato (!) a giacere tranquillo, dormire beatamente.. e godersi l' eterno riposo !
Come dire perchè... Perchè è stato scaraventato di brutto quaggiu' PER soffrire ???
E cosa riporta il fantastico Qoelet ?
Egli considera gli estinti come "felici" _ perchè hanno finito di patire le ingiustizie e le oppressioni di questo mondo MA soprattutto, il Predicatore esalta come il PIU' felice in assoluto colui che NON nascera'..
Infatti egli sara' tale rispetto agli sfortunati viventi perchè.. questi continuano a soffrire mentre il Piu' Felice mai sperimentera' le sozzure (tradotto: le nefaste sofferenze e/o le vergogne) di questo mondo !
Geremia, seppur molto piu' sintetico, dell' autore dell' inventato personaggio Giobbe, pur seguendo le sue stesse angosciose domande (ovvero perchè non morì durante la sua gestazione nel grembo materno..)
è l' unico autore che si pone la domande delle domande delle domande.. quelle stesse che da secoli e secoli tormentano, sin dall' inizio della storia l' animale umanoide si pone:
- Perchè sono venuto al mondo / Per quale motivo sono uscito DAL ventre materno ?
- Per Cosa ?
Tremenda quanto veritiera la sua risposta (vedi Qoelet..):
- per sperimentare SOLO dolori, tormenti, drammi _ e finire questa nostra miseranda esistenza nella "vergogna" !
Ma ne vale la pena ???
Argomento questo che tocca la sensibilita' e ovviamente le coscienze.. eccc.. eccc.. ecc..
E pensare che il nostrano clero (che NON ha famiglia MA pretende la sua dottrina DEVE essere osservata da TUTTI) ci ha inculcato che la vita di ogni individuo è un amorevole "Dono" del divin-trinitario...eccc...eccc...
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Qui si ci sono due aspetti diversi da considerare. Uno che sarebbe quello di trovare una via per reagire e sopportare quello che succede, sia che possa essere risolvibile il problema sia che non ci siano possibilità, l'altra mi pare sia più una questione di vanità ed opportunismo in visione di un premio, come il versetto dei Corinzi.
Di cosa si sta parlando? Parliamo di come vivere al meglio le situazioni problematiche della vita, magari senza inasprirsi, senza inveire contro il mondo, rinchiudersi in sè stessi ecc... o di come guadagnarsi il paradiso e farsi belli agli occhi di dio? Perché mi par di capire che qui più che prendere la croce nel senso di non lasciarsi sprofondare, ci sia un'esaltazione delle sofferenze come conditio sine qua non, sofferenza con la quale si ha, come dire, diritto o più diritto ad entrare in Paradiso, come se fosse un percorso obbligato per essere meritevoli di salvezza.
Ora io capisco che la speranza sia quella di stare meglio di là che di qua, che la divinità possa promettere che ci sarà una condizione migliore, ma arrivare ad esaltare le sofferenze per ottenere un premio mi sembra francamente aberrante.
Eppure è la Croce, che salva il mondo: non altro. Con codesto discorso stai di fatto rispondendo al quesito iniziale: Gesù Cristo ci chiede una cosa impossibile e aberrante.
Il credente, invece, accoglie la Sua Parola e abbraccia la Croce. Come ha fatto Lui.
'Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre."
Filippesi 2
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Originariamente Scritto da
Spirit
Le sofferenze nella vita prima o poi arrivano per tutti. Non è certamente che uno se le vada a cercare. A parte la visione estrema di Jacopone da Todi, che accludo qui se riesco a ritrovarla. Fa parte dei ricordi di liceo. Dovrebbe piacere a Cono, gli chiedo se la conosceva, c'è pure la traduzione dall'Italiano antico. L'illusione di una fede può certo aiutare a sopportare i dolori della vita. Non coltivo questa illusione. Cerco piuttosto delle risposte che possano arrivare dalla mia interiorità...
O Signor, per cortesia,
manname la malsanìa!
A mme la freve quartana,
la contina e la terzana,
la doppla cotidïana
co la granne ydropesia.
A mme venga mal de dente,
mal de capo e mal de ventre;
a lo stomaco dolur’ pognenti
e ’n canna la squinanzia.
Mal dell’occhi e doglia de flanco
e la postema al canto manco;
tiseco me ionga enn alto
e d’onne tempo fernosìa. ...
https://letteritaliana.weebly.com/o-...-cortesia.html
Si, la conoscevo. Ti ringrazio!
Come dicevo ieri, la fede non è una panacea che aiuta a sopportare i dolori e le prove, ma molto molto di più. Se vissuta pienamente, diventa STILE DI VITA:
Se hai un matrimonio in crisi, combatti. Non fuggi dalla Croce.
Se hai un genitore anziano e malato, lo accudisci in casa. Non lo parcheggi in una RSA, evitando la Croce.
Se aspetti il terzo figlio lo accogli, non lo abortisci, non scendi dalla Croce.
Se subisci un torto, preghi per chi te lo ha fatto, non ti fai giustizia da solo e non ti vendichi, rifiutando la Croce eccetera. Capisci cosa voglio dire? Sai che Cristo è con te, Spirit! Che non sei mai da solo. Che Lui l'ha abbracciata per Amore, la Croce. E ti invita (e ci invita) a fare altrettanto.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
Chiaramente i figli sani o malati subiscono la scelta di essere messi al mondo
Vorrei commentare la tua frase qui sopra ma non ho il lessico adatto per esprimere il mio pensiero senza sembrare una stronza insensibile
Te non sei contenta di essere nata? La Vita è sempre un Dono immenso, amica Breakthru. Solo Hitler teorizzava una razza umana perfetta, senza difetti e senza malattie...
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Citazione:
Originariamente Scritto da
esterno
Il post (in questa appropriata sezione "religione") rimanda alle terrificanti domande di Giobbe/Geremia/Qoelet:
Il primo rivolge terrificante domande a colui che siederebbe sul trono celeste:
- Perchè "egli" (l' Abba') da' all' Infelice la luce ?
l' autore quindi prosegue:
- Perchè dare la vita a chi ne trarra' sofferenza ?
E che potrebbe riferirsi al citato post.. ovvero coloro che nascono subiscono quella fatidica Scelta..ecc..eccc..eccc....
Quando ormai la sofferenza diventa insopportabile il credente-immaginario Giobbe si domanda sdegnato perchè non morì (!) quando era nell' utero materno ?
E "in extremis".. (in zona Cesarini) lo stesso credente si lamenta ancora perchè mai non morì "mentre usciva" dal ventre materno..
Ma peggio quando l' anonimo autore di detto Libro mette in bocca al protagonista di questo Primo Sapienziale .. rivolge una pesantissima accusa all' Abba' ovvero:
- perchè mai "lui" nulla fece per bloccare-tappare il varco del grembo materno ?
L' assoluta inerzia (menefreghismo ?) di detto dio-monoteista, quello che sarebbe Onni! _ ha impedito al sofferente di continuare - Ancora - a godersi la vera pace del Sacro Nulla
Da qui ecco i successivi inquietanti passi:
- il "non-nato" Giobbe.. avrebbe sicuramente continuato (!) a giacere tranquillo, dormire beatamente.. e godersi l' eterno riposo !
Come dire perchè... Perchè è stato scaraventato di brutto quaggiu' PER soffrire ???
E cosa riporta il fantastico Qoelet ?
Egli considera gli estinti come "felici" _ perchè hanno finito di patire le ingiustizie e le oppressioni di questo mondo MA soprattutto, il Predicatore esalta come il PIU' felice in assoluto colui che NON nascera'..
Infatti egli sara' tale rispetto agli sfortunati viventi perchè.. questi continuano a soffrire mentre il Piu' Felice mai sperimentera' le sozzure (tradotto: le nefaste sofferenze e/o le vergogne) di questo mondo !
Geremia, seppur molto piu' sintetico, dell' autore dell' inventato personaggio Giobbe, pur seguendo le sue stesse angosciose domande (ovvero perchè non morì durante la sua gestazione nel grembo materno..)
è l' unico autore che si pone la domande delle domande delle domande.. quelle stesse che da secoli e secoli tormentano, sin dall' inizio della storia l' animale umanoide si pone:
- Perchè sono venuto al mondo / Per quale motivo sono uscito DAL ventre materno ?
- Per Cosa ?
Tremenda quanto veritiera la sua risposta (vedi Qoelet..):
- per sperimentare SOLO dolori, tormenti, drammi _ e finire questa nostra miseranda esistenza nella "vergogna" !
Ma ne vale la pena ???
Argomento questo che tocca la sensibilita' e ovviamente le coscienze.. eccc.. eccc.. ecc..
E pensare che il nostrano clero (che NON ha famiglia MA pretende la sua dottrina DEVE essere osservata da TUTTI) ci ha inculcato che la vita di ogni individuo è un amorevole "Dono" del divin-trinitario...eccc...eccc...
Qoelet non conosceva Gesù Cristo....
Dolori, tormenti e drammi della Vita non sono fini a sé stessi, amico Esterno. Non sono accidenti o maledizioni: ma strumenti di Salvezza! Dopo la Croce c'è la Resurrezione.
E come si conclude il libro di Giobbe? Perché non lo hai riportato? Dopo le sue angosciose domande egli afferma:
"Prima ti conoscevo per sentito dire, ma adesso i miei occhi ti vedono, o Signore!"