Per me non è chiaro per niente: esente da che?
I fantasmi non sono ciccia; bisogna che materializzi i tuoi pensieri.
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Esente dal peccato dell'ipocrisia, visto che sai indicare perfettamente chi ne è invece colpevole.
Cosa ci dice la Bibbia, Laura? Cosa viene sempre fuori dalla Parola di Dio? Bene e Male avranno il loro salario. La loro conseguenza.....
Chi ama, non può che compiere il Bene. Gli viene naturale compierlo. Non lo fa per ottenere un premio. Il vero Amore, come quello che Cristo ha avuto per noi, è sempre gratuito.
Oggi purtroppo tendiamo a rendere tutto liquido, grigio, indistinto. A non capire più cosa è Bene e cosa è Male.
No Cono, non ti rifugiare sul fatto che lo dice Dio e allora cerchi di far intendere che non ci sarebbe nulla da recriminare.
A parte Dio, qui ci sono le ragioni di chi si mette a fare del bene e perché. E perché ogni volta appare sempre qualcosa che più che pensare al bene di chi riceve il bene si rivolge a chi lo fa e all'opportunità di ricevere qualcosa in cambio benefici, salvezza ecc...
Sembra quasi che conti di più l'opportunità per sé stessi che il bene verso l'altro. Non puoi negare che in molti versetti sono presente sempre i riferimenti ai benefici e le promesse fatte verso chi viene esortato a compiere buone azioni.
Spero che anche tu sia donatrice di sangue: lo fai per ottenere qualche ricompensa? No, lo fai spinta dalla tua Coscienza: la differenza mi sembra sostanziale.
Lascia stare me e pensa a te e alla tua religione.
Spesso sei tu, che oltre a copia-incollare certi versetti, ti sbrighi a scrivere e sottolineare della vita eterna & c.
Non puoi negare che sia solo tutta buona coscienza, sensibili e bene disinteressato.
Se uno si attacca a promesse di ricompense e punizioni, le cita di continuo, spera di ottenere qualcosa col suo credere, obbedire, fare del bene, non si può venire a raccontare al 100% che lo si fa solo perché qualcosa è bello e giusto in sé.il tornaconto personale rientra dalla finestra.
Se l'obiettivo è avere favori dalla divinità e paradiso, il tornaconto personale non può che rientrare dalla finestra.
Te ne viene del bene a prescindere, Laura. Se ami, se passi all'Altro e agli Altri, la cosa ti edifica indipendentemente da tutto.
Ma il messaggio appare poco o nulla, spesso c'è il citare, sia nei versetti che da parte del credente, un dio che premia e punisce e di questa utilità personale.
Tanto citare il bene, l'amore, smanaccare a destra e a manca per pontificare, catechizzare, adoperarsi in modo praticou, alla fine sa più di ansia e timore che di altro.
Se anche Gesù calca sempre la mano su promesse e premi se fai così e cosà, non fa uscire l'essere umano da quell'epoca del babbo che dice al figlio che gli compra la macchinina se fa il bravo.
Un corridore di auto muore fracassandosi in una curva e siccome era buono va in paradiso. All'ingresso incontra Pietro che lo mette subito al corrente: "Caro Tizio qui non si può più fare quello che si faceva prima e soprattutto si va a piedi"; Tizio, o meglio Tazio, un po' rannuvolato si guarda intorno e vede sfrecciare uno su di una spider che agita la mano salutando. Tazio un po' confuso guarda Pietro e gli chiede: Quello allora?", e Pietro : "A, bé , quello è il figlio del capo".
La meditazione sul Vangelo è più importante dei significati della tradizione.
Tipico esempio è il racconto di Maria e di Marta dove la tradizione ha letto il contrasto tra la vita contemplativa di Maria e la vita attiva di Marta e la prevalenza della prima rispetto alla seconda ( ma Gesù non era forse anche lui un "attivo? ).
La scena vuole rappresentare in Maria il modello del discepolo che, in qualsiasi situazione, è in ascolto della Parola e tiene sempre fissa la "realtà necessaria" e fondamentale, mentre Marta è "tutta presa", assorbita dalle faccende e dall'esteriorità.
Non è, dunque, il lavoro in sé che allontana da Dio e dallo spirito, ma è l'alienazione in esso, l'essere catturati, senza più un canale implicito ed esplicito aperto verso Dio.
Non è che non rubi e non uccidi per timore della prigione. Non rubi e non uccidi perché lo ritieni eticamente riprovevole....
Non è che perdoni, accogli, sovvieni per cucirti al petto una medaglia....una password per il Paradiso: lo fai perché dentro di te hai una Legge Morale, per dirla con Kant.
Capisci che quando compaiono ricompense ed il loro contrario, viene da pensare per forza che non sia sempre tutto frutto di disinteresse. Tu tra l"altro ci ricordi che qui ci giochiamo tutto. L'aspetto opportunistico del credere e del fare non lo puoi mettere fuori della porta così come se nulla fosse. Se poi ci mettiamo pure la "scommesa", la possibile convenienza nel credere e nell'agire come dio comanda, ancora peggio.
Gesù ribadisce più volte che chi crederà avrà vita eterna. Non si tratta qui della fede e del bene in senso disinteressato, per la felicità, il benessere.
Io credo che la "ricompensa" sia solo un effetto collaterale di un sentimento molto più grande ed universale che è quello della "giustizia".
Meditando sul Vangelo (buona notizia), cioè quello che Gesù ha insegnato, appare subito evidente un senso di ingiustizia mondana ed insensatezza; basta leggere ad esempio Luca per condividere lo sdegno di Gesù per l'ottusità dei ricchi, legati solo alla capitalizzazione, come l'insensato protagonista della parabola di 12,13-21, o per la loro crudele indifferenza nei confronti dei poveri, come accade nella famosa parabola del misero Lazzaro e del ricco gaudente e del ribaltamento dei loro destini nel regno di Dio (16,1-13).
Difficile non condividere Gesù.
La prima grande ingiustizia sarebbe il bollino divino del peccato originale su tutti, su chi ancora non esisteva.
Beh, quello è un altro discorso che esula da ciò che si diceva.
Comunque provare l'esperienza, la conoscenza del male estremo, senza fine e senza morire, per l'eternità, credo sia molto peggio della misera condanna subita; non c'è paragone.
Chi fa il Bene, già qui, sotto le stelle, assapora un'anticipazione di Paradiso. E chi fa il Male un'anticipazione di Inferno. Premio o castigo sono il risultato di come viviamo, Laura. Di cosa scegliamo, cosa privilegiamo nella nostra esistenza terrena.
"Davanti all'uomo stanno la vita e la morte, il bene e il male. A ciascuno sarà dato ciò che avrà scelto"
Siracide 42
Hitler e San Francesco sono in due luoghi diversi. Per sempre.
Ma questo non va affatto bene.Citazione:
Come per la colpa di Adamo tutti sono peccatori
Tutto dipende dalle motivazioni per cui una persona si mette a fare del bene. Ti rifaccio presente che sei tu tutte le volte che parli del fatto che ci giochiamo tutto qui, che dio darà ciò che scegliamo, che determiniamo il futuro nell'aldilà quaggiù sotto le stelle. Non si può negare l'aspetto personale ed utilitaristico dell'andare a destra e a manca per fare opere di bene.
Mi pare che venga fatto poco presente il benessere e la felicità del prossimo e tutto indipendentemente dal premio finale.
La sensazione è che si tenga più alle proprie chiappe che al resto.
"Fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi" (Matteo 6) dice il Signore. Al centro c'è sempre il benessere altrui.
Per un versetto ce ne sono tanti altri che spostano l'attenzione sul premio personale. Senza contare le citazioni ed i discorsi del credente stesso a proposito di benefici e danni.
Al disinteresse totale del credente non posso certo credere.
Va bene. Ce ne faremo una ragione :)
Mettiamola se vuoi sul piano laico: i volontari di Medici senza frontiere salvano vite per ottenere forse un premio, una medaglia, un riconoscimento? O spinti dalla loro Coscienza?
A che ti serve spostare l'attenzione su Medici senza frontiere?
Se nei tuoi libri sacri è tutto un citare premi e punizioni, controlla tu per primo se tutto va bene, se tutto torna e poi se tutti (tu compreso) lo fanno per amor del prossimo, per il bene e la felicità e basta.
Come già detto, sei spesso tu che ci ricordi che qui ci giochiamo tutto, che citi versetti dove si parla di remunerazione se fai certe azioni. Gesù parla pure che chi crede in lui avrà vita eterna, chi è con lui idem e chi è contro di lui meno bene.
E' difficile pensare sempre e comunque ad un disinteresse completo e genuino laddove ad ogni occasione viene ricordato al prossimo che riceverà qualcosa in cambio e la vita eterna se...
Il tanto darsi daffare, sarà tutta coscienza o amor per la sorte delle proprie chiappe?
L'una cosa consegue all'altra. Non è che San Francesco, incontrando i lebbrosi, stava a domandarsi se aiutarli o no. Era nella sua natura sovvenire, prendersi cura.... amare.
Coloro che amano disinteressatamente, fanno del Bene a sé stessi e agli Altri. A immagine di Dio.
Cosa c'entrano questi discorsi con capire la Bibbia.
Si, si, c'è il capire a modo proprio, ma anche il cercare di capire proprio per non essere a modo proprio:D.
Io posso avere una fede incrollabile ma proprio perché è incrollabile accetto la critica senza rinchiudermi in me stesso come se percorressi un circolo chiuso e quindi vizioso che mi riporterebbe sempre al punto da cui ero partito; personalmente preferisco andare per la tangente senza sapere dove potrò trovarmi e sono disposto a crollare sopra le mie fondamenta, tanto so che il mio angoletto, anche se faticosamente, si ricostituirà, magari in un nuovo paesaggio.
Non si può sempre accettare di accontentarsi di quello che si è, anche se so che fa bene, perché perderemmo tutto il resto, ma soprattutto perché sarebbe un affronto verso noi stessi rifiutare la critiche, altrimenti l'uomo nuovo non sorgerà mai. E' la ricerca di oggettività che fa progredire il nostro essere, cambiando, se necessario, pure idea, ma se la fede è ben fondata c'è solo costruzione, non certo distruzione.
Anche se il linguaggio è al servizio della nostra mente non sarà mai la mente, e la mente non mente:asd:.
Vedi, ci rinfili un paragone, essere a immagine di Dio. Come fa tutto questo ad essere puro disinteresse se chi lo fa anela per sé stesso a essere come dio e fargli vedere che è come lui e con la condizione che quello stesso dio darà un premio o una punizione?
Perché non ti/vi basta dire "Coloro che amano disinteressatamente, fanno del Bene a sé stessi e agli Altri"?
Se è nella natura di una persona essere più sensibile e di occuparsi degli altri, non c'è bisogno di tanti paragoni o di raggiungere una qualche posizione.
Be, oltre ad essere fine a se stesso, nel senso che già in questo mondo si sta bene facendo del bene, chi crede si augura che l'esperienza del bene non finisca qui. Questa è la differenza tra chi crede e chi no, che tutto non finisca con la morte.
Se non altro per dare un senso alla propria vita e non perdere l'occasione di fare del bene e di stare a sua volta bene facendolo.
Poi quel che succederà dopo nessuno può esserne sicuro, anche chi crede, e chi ostenta questa sicurezza, secondo me, ha solo bisogno di farlo, ed i motivi sono vari da ricercarsi dentro di se.
Io sono credente ma fino alla fine se la mia fede non vacillerà non potrò far altro, come d'altronde fece Gesù, che affidarmi a Dio.
La Bibbia è da capire ma su questo affidamento a Dio non c'è niente da capire, è solo un sentimento che cerca la sua completezza.