Ebbene, no. La sberla muliebre non é indicativa della legalità di un comportamento.
Almeno, finora e che io sappia.
:D
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@ rdc Senza atti illegali non sei punibile. Era una domanda retorica?
Comunque non sono malati, sono così moltissimi, non tutti
Sono i nostri colleghi, i nostri dirimpettai, molti padri, mariti etc etc
Fenomeno di perversione decisamente preoccupante soprattutto perchè chiunque può diventare la vittima protagonista di video rubati, non solo sorelle, mogli e minori, se bisogna preoccuparsi anche di dove si va in bagno.... oltre che disgustoso, e poi è anche un business, leggo che certe sezioni o accesso a materiali è a pagamento.
Sì tratta comunque di atti criminali, anche se virtuali sicuramente vanno chiusi i siti e puniti anche i semplici fruitori.
Temo che in futuro, "grazie" anche all' evoluzione della tecnologia, sarà anche peggio: video rubati da cam di sorveglianza e condivisi in rete....e non solo vittime donne ma pure coppie, vedi il caso recente di De Martino e fidanzata a cui hanno rubato e diffuso in rete momenti intimi. Non si è più sicuri neanche a casa propria.
Dell'argomento ne stanno parlando adesso su "Uno mattina".
Uomini apparentemente normali che hanno bisogno dell'approvazione del gruppo, e altro ancora.
@tutti.
Il problema che ponete ha infiammato gli animi non solo tra voi, in questo posto, ma anche sulle pubblicazioni di diritto penale. Esiste una rivista intitolata "Sistema Penale" nella quale si parla di un rapporto di coppia che viene ripreso nel bagno di una toilette e poi diffuso sui social. Coloro i quali stavano avendo quel "tipo" di rapporto querelavano gli autori delle riprese, invocando una presunta "lesione" della loro "intimità familiare" penalmente sanzionabile. La questione posta dalla rivista in parola è ancora ad oggi "aperta". Non mi pare che si tratti, nel caso discusso in rivista, di "revenge porn" perché tanto la vittima del "revenge" ad opera del compagno o del marito, tanto quest'ultimo non avrebbero alcun interesse a non vedere pubblicate delle "sequenze" nelle quali appare insieme all'ex partner, ovviamente perché se lo fai in una toilette pubblica certe conseguenze te le devi "aspettare". Se il reato in parola si vuol definire come violazione della privacy a danno del soggetto passivo, ossia di chi subisce il revenge, allora mi trovo. Ma ripeto che il problema non è il revenge porn che è messo in atto da uno degli ex partner, ma piuttosto quello che si concreta in una violazione della privacy di coloro che magari presi da fervore in quel senso, trovandosi in un luogo pubblico come una toilette, assumono il tipo di condotta di cui poc'anzi. Aggiungo che se io avessi avuto una relazione bella e duratura con una donna non mi sentirei "mai" legittimato a pubblicare i "nostri" momenti intimi. Per un senso di rispetto che non dovrebbe mai mancare in un rapporto di coppia. Anche dopo che ci si sia "lasciati".
Spezzata in due. L’associazione Permesso negato ha anche approfondito gli effetti sulle vittime della pornografia non consensuale: «Tra le conseguenze nelle vittime della condivisione non autorizzata delle immagini, effettuata da questi gruppi, vi sono isolamento sociale, stigma sociale, familiare e lavorativo, vergogna, sino ad arrivare a veri e propri danni psicologici come depressione, disturbo post traumatico, atti autolesivi, azioni suicidarie».
Permesso negato offre anche i numeri del fenomeno e sottolinea come non esistano persone immuni dal rischio di veder sbattute online proprie foto intime: «La diffusione non consensuale di immagini private a sfondo sessuale, a scopo di vendetta o meno, mostrano un rischio generalizzato: nessuna classe sociale o demografica è esclusa, dagli adolescenti fino ai rappresentanti delle Istituzioni, dalle personalità pubbliche al singolo privato, con effetti quasi sempre devastanti sulle vite dei soggetti coinvolti.
Secondo la American Psicological Association, in uno studio pubblicato nel 2019, le persone colpite sarebbero il 10% della popolazione, con una incidenza maggiore sui minori.
Se a questo dato allarmante si aggiunge che circa il 51% delle vittime contempla come soluzione al problema la possibilità del suicidio, è facile rendersi conto della immensa gravità del problema».
Questo in linea di principio non è affatto vero. Quelli che dànno luogo a certe pratiche lo fanno perché probabilmente ci trovano "gusto", e soprattutto a quanto ho modo di capire anche dalla lettura di testi specifici, si tratta spesso di gente che non è neanche sposata. E questo lo dico a scanso di ogni possibile equivoco. Se sei una persona sposata non fai certo cose del genere con tuo marito e soprattutto in certi posti. Quello che mi preme di sottolineare è che questo tipo di accadimenti contribuisce grandemente a mettere ulteriormente in discussione l'istituto del "matrimonio", anche cattolico. Mi viene anche da pensare che, se si va avanti così allora la "nostra" società intesa come etica sociale, organizzazione sociale e buoni costumi vanno a farsi fottxxx.
Queste cose, ripeto, non si verificherebbero se la morale sociale contasse ancora qualcosa. Se gli adolescenti fossero educati come una volta e soprattutto se si ragionasse sul fatto che certe cose, per carità, ognuno le fa a modo suo, ma bisogna anche farle in certi posti e non in altri allora tutto sarebbe più facile. Purtroppo la Chiesa attuale, cioè il Vaticano, non fa quasi nulla contro i suddetti comportamenti a parte negare il matrimonio a certi individui. Quanto specificamente al revenge porn, quest'ultimo non costiuisce reato, semplicemente perché se qualcuno, e lo dicevano anche gli antichi, commette un'atto vietato, come"atti osceni in luogo pubblico" allora non è legittimato a chiedere tutela a livello legale, cioè a dire "quis in causa turpitudinis non habet legem"
Esiste ripeto un'etica sociale e se arriva a questi punti di menefreghismo allora mi sa che dobbiamo prepararci al "crollo" dell'organizzazione sociale di questo paese.
Queste sono statistiche che lasciano il tempo che trovano. Colui il quale da ex marito o colei la quale è ex molie, anche in sede gudiziale sono esortati a trovare un "modus vivendi" il che mi pare molto lontano da certi episodi dei quali beninteso, occorre che si assumano la propria responsabiità sia il "lui" che la "lei" in persona, perché diciamolo: il rispetto se c'è, non finisce o non dovrebbe finire col matrimonio.
Lieta di sentire che tu non lo faresti. Invece, c'è chi lo fa, purtroppo, come testimonia questa vicenda.
Qui siamo di fronte a reati, punibili da codice penale. Tanto che appunto la Polizia Postale sta indagando, ci sono querele e quant'altro. La diffusione di immagini altui senza il consento del soggetto in esse rappresentato è un reato, in qualsiasi contesto. Con l'aggravante che i social espongono a una diffusione ancora maggiore, e di qui si configura il revenge porn. Soprattutto considerando che alcuni di questi soggetti incitavano poi alla violenza verbale di gruppo.
La vicenda in questione purtroppo non ha, come dici tu, dei risvolti a livello latamente "penale". Se io diffondo del materiale porno, realizzato non con persona estranea ma con mia moglie o con mio marito, sicuramente vado a colpire il diritto alla privacy della persona in questione, ma l'unica reprimenda del comportamento in oggetto sul piano giuridico è semplicemente una querela per violazione della privacy di una persona, che sia uomo o donna, che ha tutto l'interesse a tenere segrete le vicissitudini di coppia. Ripeto: non vedo nella questione alcun risvolto di tipo penale. Però attenzione: c'è differenza se il "fatto" oggetto di riprese avviene nel "domicilio" ossia in casa, fra quattro mura; in confronto all'ipotesi che il fatto venga commesso in locali pubblici come una toilette. In quest'ultimo caso ci potrebbero essere conseguenze non perché si diffonde un video, ma perché coloro che adottano certi comportamenti in una toilette certe cose come dicevo se le devono aspettare, anche perché a "loro" carico si potrebbero verificare delle conseguenze a carattere penale, ad esempio i reati di: atti osceni in luogo pubblico; vilipendio alla pubblica fede; oltraggio alla morale sociale.
C'è un po' di confusione in quello che dici. Cioè che le indagini siano rivolte verso coloro che non rispettano comunque sia la privacy altrui, ci sta e sto parlando di "quelli" che realizzano le riprese, ma d'altra parte se fai certe cose in una toilette di una discoteca, dove ordinariamente ne succedono di cotte e di crude, come certo saprai anche tu, e poi non contento quereli gli "spioni" allora ti esponi legalmente e allora è difficile venirne fuori perché tu stesso insieme al partner hai commesso i reati di cui ti dicevo. Insomma di solito le "Autorità" tollerano, ma se proprio tu quereli senza sapere di essere a tua volta "censurabile" allora è un po' come darsi la "zappa sui piedi".
A quanto mi risulta i social sono tenuti a non pubblicare immagini o filmati osceni e avvertono i potenziali utenti "prima" di dare il lasciapassare per l'iscrizione. Inoltre il codice penale vieta finanche la codivisione di materile pornografico nonché la diffusione e detenzione.
Le considerazioni che tu giustamente riporti sono solo un "modo" per inquadrare, anche livello penale, un comportamento che "può" rilevare a livello penale ma solo se non c'è un concorso quanto meno "colposo" da parte dei partner del rapporto che impunemente viene ripreso e diffuso "da terzi". In questo caso come ho detto si possono verificare fattispecie di reato a carico di entrambe le parti.
Il "revenge porn" vero e proprio è quello che vede agente il marito o la moglie, magari in possesso di video che ritraggono uno dei due in posizioni o atteggiamenti imbarazzanti, e che se vogliamo a livello strettamente penale si potrebbe inquadrare nel reato di "diffamazione". Ti ringrazio per la citazione ma non coglie tutte le implicazioni del problema.
Facci presente le sfumatute di legge, gli articoli.
Perché per come la metti, sembra la storiella di quella in minigonna che deve aspettarsi per forza qualcosa per il fatto di andare in giro con la gonna corta.
Se anche due fossero a fare "ginnastica" nella toilette pubblica, sbaglieranno loro ma non è che debbano essere ripresi e "mandati in onda".
Guarda se dài una buona letta al c.p., allora ti rendi conto che i reati, nella fattispecie sono quelli che ti ho detto. Probabilmente a te dispiace che quel tipo di condotta "in toilette" possa essere come si dice "sussunta" sotto le suddette fattispecie di reati. Sulla rivista che ti citavo c'è una querela che i due partner impegnati nell'atto sessuale in toilette hanno avanzato contro i riprendenti per addirittura "violazione della quiete domestica". Ti sembra una motivazione valida? A me no, per un semplice motivo, anche con riferimento al codice penale: cioè che la quiete domestica può essere violata solo all'interno del proprio domicilio, il che sarebbe come dire nel "privato della propria intimità familiare", cioè in casa propria e non in toilette o in mezzo alla strada come mi pare anche succeda. Hai mai sentito di un viados che ha querelato qualcuno che lo riprendeva? Ti dico questo perché mi pare la cosa si verifichi anche dove bruciano copertoni. Il problema è che i viados "se ne fregano" perché quello è il loro lavoro. Le coppiette un po' sbarbatelle lo prendono come un insulto e querelano. Ma ripeto, a loro "danno".
Questo tipo di problema oggi grazie a Dio o purtroppo è stato risolto. L'emancipazione femminile è la stessa emencipazione che induce le "giovani" a scopare nei cessi pubblici. Io non ho problemi, se vi sta bene così...
Le riprese sono un effetto secondario del luogo in cui ti trovi. Se non ti sta bene puoi anche manifestare uno "stress psicologico" ma non cambiare la sostanza della fattispecie, che è quella che ho descritto. Incidentalmente te lo dico: se si contravviene, per ora di fatto, a certe regole non c'è problema perché il fenomeno è limitato. Ma metti che diventi legge querelare gli adolescenti quando riprendono col telefonino cose che "per loro" sono davvero "fuori dal mondo". Cioè tu pensa agli effetti che da tutto ciò potrebbero derivare a livello di morale sessuale. Si apre un abisso. Non so se è chiaro.
Come si è arrivati al sesso in luogo pubblico?
Le immagini private postate sono scattate, appunto, in privato, almeno così mi pare di aver compreso
Spesso, come affermano i partecipanti del gruppo, scattate di nascosto
Se il viados se ne frega, se ne frega. Chi non se ne frega è un altro paio di maniche. E lascia stare le eventuali scuse pittoresche della coppia del bagno pubblico.
Un conto saranno le colpe della coppia del bagno, un conto quelle di chi riprende ma non deve, nemmeno se trova due al bagno pubblico.
Le riprese o le foto non sono un effetto secondario del dove una persona si trova se non ne è consapevole, non ha dato il consenso.
Parti svariate volte a fare discorsi dove c'è sempre qualcosa di confusionario, rigirato, sfilacciato.
Più che altro i suoi sono semplici bizantinismi.
Si allaccia ad un topic, inizialmente replica allo stesso con la sua presunta conoscenza dell'argomento, che sia diritto internazionale, antropologia culturale, come tirare su un muro a secco o sarcazzo di cui si parli.
L'importante è dire qualcosa, a maggior ragione se l'argomento trattato lo sente più vicino alle sue corde, come in questo caso.
E poi divaga allegramente, illudendosi di portare il discorso su un terreno a lui favorevole, illudendosi di avere argomentazioni forti e incontrovertibili.
Tempo sprecato stare a rispondergli.
Non c'è niente di pittoresco. Semplicemente l'esempio del viados è quello che rende la misura della differenza tra chi fa sesso in luogo pubblico ma non ha una reputazione "estrinseca" da far rispettare e chi invece lo fa senza sapere che ad oggi quelli che riprendono certe cose con i più vari strumenti sono davvero tanti, e ovviamente la cosa dà fastidio prchè se il video viene visionato da "conoscenti" allora ci potrebbero essere dei problemi.
Ecco. Le rsponsabilità vanno equamente "ripartite".
Cerco di analizzare il problema sotto più punti di vista per darne una visione abbstanza chiara. Sarebbe anche il mio "mestiere".
Ti ricordo che i bizantinismi erano una corrente "retorica" che portava all'esasperazione ad esempio un Cicerone il quale non riusciva a capire certe argomentazioni. Ma la colpa era di Cicerone e non dei "bizantinisti" tipo Quintiliano.
Cerco di parlare di quello che studioda un ventennio sperando di dare un contributo chiarificatore al problema in discorso. Non mi pare di aver parlato di diritto internazionale o altro, tipo antropologia, ma solo di "Diritto",
Analizzare, per quanto possibile tutti gli aspetti di un problema non vuol dire "divagare" ma approfondire. Se non ti piace quello che scrivo non lo leggere.
Ma cosa c'entra il sesso nei bagni della discoteca con una vicenda del genere? Qui si parla di diffusione di immagini intime e private senza il consenso dell'altra persona. Che può rientrare in casistiche di reato che vanno dalla diffamazione alla diffusione di materiale intimo senza consento. Reati penalmente rilevanti. Come previsto dall'articolo l'Art. 612-ter c.p., introdotto dalla legge sul codice rosso. E che è punito con la reclusione da uno a sei anni e con una multa da 5.000 a 15.000 euro.
Solo un consiglio da amico. Tu augurati sempre che le sanzioni che il codice penale prevede, come quelle che hai giustamente citato, non debbano essere mai applicate. E infatti è quasi sempre così. Purché non succeda l'"irreparabile" allora certe piccole infrazioni vengono tollerate. Figurati cosa accadrebbe se si applicasse il codice penale alla lettera.
Ma che discorso del cavolo è? Per quanto mi riguarda questi soggetti meriterebbero il massimo della pena. Gente che prende a tradimento foto di mogli, sorelle, amiche, donne ignare, e le condivide con altri soggetti altrettanto squallidi, esortando a commentarle volgarmente, o a quello che viene definito dalla stessa Polizia Postale "stupro verbale", meriterebbe pure di peggio.
E' semplicemente un discorso che è fatto per tua maggior tranquillità, poiché se sai che c'è una certa tollaeranza da parte delle Autorità, di quella tolleranza benefici anche tu, e quindi vivi la tua vita più serenamente. Questo purtroppo non succede in molti ordinamenti, ad esempio quello russo o quesllo tedesco dell'Est, dove se fai una minima cazzata ti mettono al fresco, se va bene. Anziché invocare reati a carico di altri con relative sanzioni dovresti a mio parere apprezzare il margine di "libertà" che hai in tutti gli aspetti della tua vita, che è sicuramente una vita più "libera e serena" di quella dei contesti ordinamentali che ti ho appena citato.
Allora. Invocare una maggiore efficienza da parte delle Forze dell'Ordine mi pare una buona cosa. Ma se deve esserci una maggiore severità deve esserci per tutti, e quindi anche per te. Ti pregherei di lasciare come diciamo noi al Sud "il Mondo come si trova" perché ripeto che tra tolleranza, anche ampia, e "stato di polizia" tipo "Pinochet" io sceglierei sempre il primo, e ti parlo per esperienza personale.
Ma quale tolleranza??
Che poi, che c'entra questo discorso? Stai saltando di palo in frasca senza fare un ragionamento sensato sulla vicenda.
Qui il problema è che esiste un substrato culturale di uomini - se così possiamo chiamarli - che oggettificano le donne - compagne, ma anche figlie, nipoti e via di seguito - postando le loro immagini a tradimento, a scopo pornografico.
Mi sto un po' informando, in questi giorni. Esiste anche un sito internet a tema porno, con un forum dove vengono postate decine di immagini "rubate", fatte di nascosto a mogli, fidanzate, ecc. C'è chi posta persino la nipote. Con commenti che non sto neppure a dirvi.
Sono rimasta scioccata da questa cosa, giuro. Ora, con le polemiche che sono uscite sul gruppo "mia moglie" stanno tutti correndo a chiedere che vengano rimosse le immagini che hanno postato.
Io questi li appenderei tutti a testa in giù, altro che tolleranza!
Tolleranza vuol dire, passando ad altro contesto, e per esemplificare, la stessa tolleranza che le Autorità usano quando ad esempio c'è un prestito da parte dell'UE per le aree svantaggiate e il soggetto che ne beneficia anziché avviare un'attività economica redditizia così da restituire quanto ricevuto, e magari continuare a guadagnare semplicemente il prestito lo consuma senza investire. Il soggetto in questione sarebbe passibile di ben dure "sanzioni" che, però, dato l'atteggiamento ripeto, delle Autorità, non vengono il più delle volte irrogate. E potrei continuare con gli esempi.
Non esiste nessun substrato di pervertiti, perché i veri pervertiti certe cose le fanno, le hanno sempre fatte e continuano a farle, e sicuramente evitano in ogni modo di farla fuori dal water, cioè certe cose non vanno a bracetto con la "pubblicità". Dato che parli di "oggettivazione", mi sapresti dire in che modo vorreste essere trattate da un potenziale marito, partner o chicchessìa?
Quelli che denunci, ammesso non si tratti di una fake news, è una sequela di situazioni di reato "bello e buono". Se si parlasse di un intervento delle Autorità per reprimere il "fenomeno" allora come ti dicevo si aprirebbe un'abisso, che non viene "aperto" perché come ti dicevo nel nostro paese vige un certo lassismo che c'è perché il nostro paese è più libero di altri, nei quali la repressione di cose come la detenzione e diffusione di materiale pornografico viene rigorosamente "punita". Questo vale per tutti e non solo per che riprende ma anche per chi viene ripreso.