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conogelato
E' inutile, se non mettiamo il preambolo Maschio versus Femmina, Italiani versus Immigrati eccetera, non siamo contenti. Vediamo sempre tutto in competizione. E ti credo! Senza che potessimo accorgercene, ci hanno iniettato nelle vene la mentalità competitiva, Lady. Vedere nell'Altro non un arricchimento, ma un competitor...un rivale.....
Perfino riguardo ai Figli: Averli o fare carriera? Tutto parte dall'incipit economico, dai soldi, dal denaro, dall'utilità....
Io credo non esista al mondo roba più triste. :(
Hai ragione è proprio inutile, sei te che hai parlato di futura estinzione degli italiani.
Non è questione infatti di competizione ma di realtà e di essere realisti.
L'altro è un arricchimento quando la scelta è libera, compreso quella di mettere al mondo dei figli, che si fanno in due , non scelta imposta da esigenze nazionali.
Se ci fossero le condizioni favorevoli alla maternità credo che in un paese la natalità probabilmente crescerebbe.
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"ITALIANI!!!! ..................... voi che l'avete lunga e dura............ LA VITA!!
Come lo volete, la mattina, il caffè??"
.....
"DUCE, DUCE, DUCE!!!!"
:D
Sono finiti i tempi del premio per ogni figlio.... MASCHIO... messo su questa triste realtà :mmh?:
Il proletariato è morto... insieme ai suoi genitori!!! :D
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Vega
Mutande col buco!:D
Quello è un effetto collaterale.
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LadyHawke
Mutande caste! Col buco ma molto coprenti e senza maliziose trasparenze! :rotfl:
Traspiranti?
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Bauxite
Traspiranti?
Azz, per un attimo ho immaginato una vagina che respira.... inquietante... se anche lei avesse vita propria, intendo!! :mad:
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bumble-bee
Azz, per un attimo ho immaginato una vagina che respira.... inquietante... se anche lei avesse vita propria, intendo!! :mad:
E se parlasse!
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Originariamente Scritto da
Bauxite
E se parlasse!
Ecco... adesso non scopo più!!! Ragazze... io mi impressiono eh!!
Poi dico... anche lei (la vagina intendo)... già voi mogli/compagne/partners donne non smettete mai di parlare...
Ci pensate mentre "Giacomino" bussa alla porta, "Gelsomina" che gli dice : "Oh... entra con le pattine che ho appena dato la cera!!!" :v
:D
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Qualche pernacchia la potrebbe fare , a forza di pompare l'aria da qualche parte deve pur uscire
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Allegati: 1
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Originariamente Scritto da
bumble-bee
Azz, per un attimo ho immaginato una vagina che respira.... inquietante... se anche lei avesse vita propria, intendo!! :mad:
Allegato 30626
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Originariamente Scritto da
Bauxite
"io ci sarò sotto mentite spoglie ma non contate su di me per ripopolare 'sto Paese", va meglio.
Ahahahahahahaha si...si....così va meglio :asd:
Non si tratta di ripopolare l'Italia in quanto tale, Baux. In quanto Nazione. Si tratta di capire se con la Maternità una Donna si arricchisce o s'impoverisce. Se con la Paternità un Uomo si realizza o si condanna. Se vale la pena o no, la prima volta che sentiamo un Bimbo dire "mamma" o "babbo", continuare ad aver fede nella Vita.
Una Nazione che non ha più fede nel Futuro e nella Vita, è già morta. Adesso. Non c'è bisogno di aspettare due secoli.
Perché siamo un Paese che fa sempre meno figli? Se lo chiedeva ieri Luciano Fontana colloquiando con un lettore di questo giornale. Proprio quest’anno la parte apicale della generazione X, la generazione che festeggiò i suoi 20 anni guardando in Tv, svagata e indifferente, la demolizione a picconate del muro di Berlino, compie 50 anni. Giunti al limite biologico della nostra capacità di riproduzione (almeno per le donne), è una domanda che non possiamo più eludere.
La risposta è, ovviamente, articolata. La compongono ragioni biologiche (calo drastico della fertilità maschile), ragioni sociologiche (diminuzione del numero delle donne in età fertile causa invecchiamento della popolazione), ragioni politiche (mancanza di adeguati programmi di sostegno alle famiglie). Detto ciò, dobbiamo essere onesti con noi stessi. Abbiamo compiuto 50 anni, smettiamola di lamentarci e di raccontarci favole della buona notte. Un ceto politico irresponsabile e la concentrazione di spermatozoi nel nostro seme non bastano a spiegare l’entità di questa ecatombe bianca. E nemmeno sono sufficienti la precarietà del lavoro o i servizi carenti. Il pragmatismo qui non spiega niente. La parte più amara di questa verità è che il calo demografico in Italia — e in Occidente — non accade per ragioni materiali e contingenti. Nessuna analisi delle nostre condizioni di vita materiale giustifica la nostra infecondità generazionale. La controprova è semplice. Basta voltarsi indietro: i nostri padri e le nostre madri nacquero, numerosi, sotto le bombe. La nostra infecondità, il nostro braccino corto con la vita, va imputata, invece, principalmente, a ragioni culturali e — mi si permetta il parolone, non a caso desueto — a ragioni «spirituali».
Affacciatici alla vita adulta nei mirabolanti anni ’80 — un combinato di edonismo sfrenato, individualismo disperato e ottimismo patinato — sospinti dalla fanfara fasulla della «fine della storia», abbiamo vissuto a lungo, troppo a lungo, sotto dettatura della cronaca, misurando le nostre esistenze sul metro breve del presente assoluto. Un metro su cui non trovano spazio le grandi scene della vita: l’amore, l’arte, la politica (quella vera), la generazione di figli. Anche qui le concause sono numerose: da bambini abbiamo cenato con le immagini del fungo atomico e delle Brigate rosse sugli schermi dei televisori, da ragazzi abbiamo ballato al ritmo frenetico dei crolli di borsa. Ci hanno impastati con una miscela di nichilismo punk degli anni ’70 e di nichilismo neo-liberista degli ’80. Fatto sta che il futuro, e con esso il passato, è ben presto sparito dall’orizzonte del nostro esistere nel tempo. E, da sempre, generare dei figli è il canale principale per sintonizzarsi sulla frequenza del futuro.
Come scrisse Leavitt: «Era sempre sabato sera e stavamo sempre andando a una festa». Ora che la festa è finita, per età anagrafica ed età del nostro mondo, dobbiamo riconoscere che, come mosche imprigionate nel bicchiere rovesciato, per trent’anni abbiamo cozzato contro il vetro opaco della breve durata, prigionieri del presente.
Giunti alla maturità (questa sconosciuta), dobbiamo trarne una lezione. Dobbiamo adottare il futuro come unità di misura di quel che ci resta da vivere. E come criterio di valutazione — post ideologico, post-partitico, post tutto — dei sedicenti liquidatori della «vecchia politica». Ogni annuncio, ogni programma, ogni legge deve essere valutata chiedendoci: quanto è ampio l’arco temporale che abbraccia nelle sue previsioni, effetti, conseguenze? Quanto respiro ha? Vive in un vasto orizzonte storico o vivacchia nelle angustie della cronaca?
Non c’è dubbio che, se si adottasse questo criterio, al primo posto di ogni programma di governo dovrebbero esserci l’ecologia e l’istruzione. Ma, ampliando lo sguardo, anche la compassione fattiva per una grande donna curda, Hevrin Khalaf, attivista per i diritti umani violentata e lapidata sul ciglio di una strada per Kobane dai nemici del nostro futuro e, ultimo ma non ultimo, la lotta alla sottocultura che discrimina le nostre donne pregiudicando la possibilità che siano lavoratrici e madri, e con essa l’avvenire dei nostri figli.
Pretendiamo dai nostri politici provvedimenti legislativi imperniati sul criterio del futuro ma ricordiamo a noi stessi che resteranno sterili se non accompagnati da un nuovo orientamento culturale e, perfino, da una rinascita spirituale. Non basteranno le leggi e nemmeno i mutamenti culturali. L’essere nel tempo è appannaggio dello spirito.
in “Corriere della Sera” del 15 ottobre 2019
Corriere della sera eh.....non Famiglia Cristiana.
https://francescomacri.wordpress.com...senza-nascite/
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efua
Tu ai tuoi figli hai pensato di potergli garantire un futuro prima di spandere il tuo seme prezioso
O pensavi che Dio te li facesse crescere con l’acqua piovana?
Ho pensato che se Dio c'è, aiuta: Tutto quì.
Oggi Efua vogliamo assicurarci tutto prima: La casa, il lavoro, il conto in banca, la salute, facciamo subito l'amniocentesi (non si sa mai....)
Vogliamo prima "goderci" la Vita poi, semmai, verso i 40, possiamo entrare nell'ordine d'idee....
E comunque uno eh....massimo uno, per carità.
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dark lady
A volte meglio per i bambini non averli Cono.
Sta cosa della mamma e del papà ha rotto, veramente.
I bambini hanno diritto ad avere vicino chi li ama incondizionatamente. E, indovina? Spesso queste persone non sono i genitori. Non quelli naturali, quantomeno.
Una mia amica si è separata dopo l'ennesimo tradimento del marito, che non ha mai saputo tenerselo nei pantaloni. Ora si è messa con una donna ed è felicissima. E i bambini finalmente sono a loro volta felici, perché vivono in una famiglia serena. Vedono anche il padre, ovviamente, che a sua volta ha un'altra donna. Hanno 4 genitori, sono coccolati, e sono dei bambini felici. Molto più di quando avevano due genitori che non andavano d'accordo. Le storie non sono tutte uguali. La vita non è uguale per tutti.
Ahhhhh ma che bellezza Dark, che quadretto idilliaco!!! Mancano solo le trombette e le stelle filanti, guarda. Non ci rendiamo minimamente conto dell'abominio. Tutto è annacquato dal mantra "L'importante è non soffrire. Perchè soffrire? Perchè lottare nel Matrimonio? Ma sù, via, che roba è? Perdonarsi? Non siamo nel medioevo! Mamma? Babbo? Vade retro! Genitore1 e Genitore2: questa, è la modernità!"
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Originariamente Scritto da
Kanyu
Cono ha scritto:
E' inutile, se non mettiamo il preambolo Maschio versus Femmina, Italiani versus Immigrati eccetera, non siamo contenti. Vediamo sempre tutto in competizione. E ti credo! Senza che potessimo accorgercene, ci hanno iniettato nelle vene la mentalità competitiva, Lady. Vedere nell'Altro non un arricchimento, ma un competitor...un rivale.....
Perfino riguardo ai Figli: Averli o fare carriera? Tutto parte dall'incipit economico, dai soldi, dal denaro, dall'utilità....
Io credo non esista al mondo roba più triste.
Io penso che tu sia stato molto fortunato, con moglie e figli.
Non tutte le esperienze sono uguali. Io sono stato abbandonato da mia moglie quando mio figlio aveva 10 anni. Lei ha fatto la scelta di lasciare noi per andarsene con un altro in una diversa nazione del pianeta.
Che dovevo fare, risposarmi per dare una dignità alla mia famiglia?
No, io l'ho cresciuto da solo e adesso che ha 16 anni è un bravo ragazzo e di lui non posso certo lamentarmi.
Come l'ho cresciuto? Con tutto l'amore a la dignità possibile.
Mio figlio in questi anni ha visto la casa popolata da diverse persone che mi hanno aiutato a vivere, donne e uomini.
Con le prime il rapporto non è stato di sola amicizia, hanno fatto parte di questa mia famiglia "momentanea". Sono state un aiuto sia per me che per lui, si è sentito accettato ed ha imparato molte cose in questa famiglia allargata.
Arriverò con molta probabilità ad avere una compagna fissa, forse una nuova madre per lui.
Ma questo non mi preoccupa, la vita sarà come sarà, l'importante è accettarsi, vivere e andare sempre avanti.
Una separazione, un divorzio, una vera fuga vigliacca come quella che hai subìto, produce sempre lacerazioni negli altri. In questo caso tu e tuo figlio siete state vittime di un sopruso e di un Peccato. Grosso! Onore a te per questa testimonianza. Che è veramente altra roba rispetto al caos indistinto che ci circonda.
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conogelato
Si tratta di capire se con la Maternità una Donna si arricchisce o s'impoverisce. Se con la Paternità un Uomo si realizza o si condanna. /[/url]
Mi sono rifiutata di continuare a leggere. Uno che si pone certi interrogativi non merita di essere preso sul serio.
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Originariamente Scritto da
conogelato
Ahhhhh ma che bellezza Dark, che quadretto idilliaco!!! Mancano solo le trombette e le stelle filanti, guarda. Non ci rendiamo minimamente conto dell'abominio. Tutto è annacquato dal mantra "L'importante è non soffrire. Perchè soffrire? Perchè lottare nel Matrimonio? Ma sù, via, che roba è? Perdonarsi? Non siamo nel medioevo! Mamma? Babbo? Vade retro! Genitore1 e Genitore2: questa, è la modernità!"
Cono ti voglio bene... e ti perdono, perché non sai cosa dici.