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Notte di Note
Claudio Baglioni
Notte di note, note di notte
Di luna che imbroglia i cani
Vagabondi invisibili nelle vie che sanno tutto
E ci cammino
A tempo col rumore della terra che gira
E fornai che fanno il pane di domani
Secchi d'acqua che svegliano i balconi
Cotti di sole del mattino
In questa notte di ragnatele
Di fili notturni sul mio viso
L'alito largo del vento mi segue
Annusando i pantaloni
E quante dita stanno acchiappando note
Che cadono giù dal paradiso
E le giornate si chiudono
Dietro le serrature dei portoni
Buona notte ai piccoli dolori
Buona notte a tutti i suonatori
Buona notte a queste nubi d'inchiostro
Buona notte a questo figlio nostro
Qui in questa curva di cielo
Ed ogni odore è un ricordo
Che torna a bruciapelo
E porta via
La sete e i giorni sbagliati
Per una notte di pace
Nei cuori affaticati
Notte di note, note di notte
Tesa come pelle di tamburo
Fari che bucan la pazienza dell'aria
Cercando di capirmi gli occhi
In questo stesso istante tra la California e il Giappone
C'è chi inventerà il futuro
Per tutti gli uomini che passano
Sui fogli del mondo come scarabocchi
In questa notte di stelle distratte
Sorprese da un'alba che confonde
Muri vecchi
Che respirano un giovane cielo rattoppato
E un risveglio salato di mare
Sui pontili deserti che scavalcano le onde
Come qualcosa di rauco
Che ti chiedi cos'è mentre ti è già passato
Buona notte ad ogni nota d'argento
Buona notte a un sollievo di vento
Buona notte a questo silenzio d'oro
Buona notte, buona notte tesoro
Qui in questa via di nessuno
Mi sto frugando parole
Per far sognar qualcuno
Quando verrà
Dal cielo dove si trova
Una speranza di luce
Una canzone nuova
Qui in questa notte di note
A guardarmi la vita
Dentro le mani vuote
Ma che cos'è mai
Che mi fa credere ancora
Mi riga gli occhi d'amore
E mi addormenterà dalla parte del cuore
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AFFERMATIVO
Mi ricordo il rumore del vento
Che muoveva la plastica del mio giubbotto
E lo sporco di olio e di merda nel pavimento là sotto
Mi ricordo, pensavo "Finisce, tra poco è finita
Poi sarà solo un racconto
Una storia da dire di sera"
Mi ricordo lo stomaco a pezzi e i capelli salati
Le grida feroci, le spinte
Gli sguardi terrorizzati
Mi ricordo la lingua incendiata
Il cartoccio dei soldi bagnati
Mi ricordo il deserto di notte
L'assurdo spettacolo di un cielo muto
E qualcuno che è stato fratello strappato alla vita
E neanche un saluto
Mi ricordo di quando il futuro è passato
Non si può vivere in un mondo senza cielo
Non si può vivere in un mondo chiuso
Non si può vivere in un mondo senza cielo
Non si può vivere in un mondo chiuso
Le vetrine di Zara e Foot Locker
Ancora più lucide e piene di roba
E kebab e gli hotel extralusso e McDonald
E gli anfibi puliti e i soldati col mitra
E fari di notte e il mare in salita
Il mare in salita, il mare in salita
E le chiazze di vomito multicolore
La faccia di chi ti sta contro
E le macchine in fila che pompano trap
Lo sento il sospetto
Che come un specchio rifletto
La notte mi accendo
Mi rigiro sul letto
Le tag che circondano i bancomat
Con quella voce elettronica per le istruzioni
Che non dice mai niente dei miei genitori
Mi ricordo il riflesso del Sahara
Dentro un paraurti cromato
Poi al largo le sirene impazzite
E un lenzuolo dorato che sembrava un DJ da lontano
Se non fosse stato per quell'espressione
Da campioni sconfitti in finale
A un torneo di pazzia generale
Immerso nella nuvola
Di vita e di morte delle persone
Dentro la propria sorte
Affermativo e unico anche se nel marasma
Esisto, sono qui, non sono un fantasma
Non si può vivere in un mondo senza cielo
Non si può vivere in un mondo chiuso
Non si può vivere in un mondo senza cielo
Non si può vivere in un mondo chiuso
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Voglio le strade illuminate per me
Tutte le strade illuminate per me
Che ho vissuto due vite
Domani farò diciotto anni
Tutte le strade illuminate per me
Voglio le strade illuminate per me
Tutte le strade illuminate per me
Che ho vissuto due vite
Domani farò diciotto anni
Voglio le strade illuminate per me
Non si può vivere in un mondo senza cielo
Non si può vivere in un mondo chiuso
Non si può vivere in un mondo senza cielo
Non si può vivere in un mondo chiuso
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Qui ce n'è uno, vivo
Affermativo affermativo
Affermativo e unico
Anche se nel marasma
Esisto, sono qui, non sono un fantasma
JOVANOTTI
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Se stiamo insieme
Riccardo Cocciante
Ma quante storie ho già vissuto nella vita
E quante programmate chi lo sà
Sognando ad occhi aperti
Storie di fiumi di grandi praterie senza confini
Storie di deserti
E quante volte ho visto dalla prua di una barca
Tra spruzzi e vento, l'immensità del mare
Spandersi dentro e come una carezza calda
Illuminarmi il cuore
E poi la neve bianca gli alberi gli abeti
L'abbraccio del silenzio
Calmarmi tutti i sensi
Sentirsi solo e vivo tra le montagne grandi
E I grandi spazi immensi
E poi tornare qui, riprendere la vita
Dei giorni uguali ai giorni
Discutere con te
Tagliarmi con il ghiaccio dei quotidiani inverni
No non lo posso accettare
Non e' la vita che avrei voluto mai desiderato vivere
Non e' quel sogno che sognavamo insieme fa piangere
Eppure io non credo questa sia l'unica via per noi
Se stiamo insieme ci sarà un perché
E vorrei riscoprirlo stasera
Se stiamo insieme qualche cosa c'e'
Che ci unisce ancora stasera
Mi manchi sai, mi manchi sai...
E poi tornare qui riprendere la vita
Che sembra senza vita
Discutere con te e consumar così
I pochi istanti eterni
No non lo posso accettare
Che vita e' restare qui a logorarmi in discussioni sterili
Giocar con te a farsi del male il giorno
Di notte poi rinchiudersi
Eppure io non credo questa sia l'unica via per noi
Se stiamo insieme ci sarà un perchè
E vorrei riscoprirlo stasera
Se stiamo insieme qualche cosa c'e'
Che ci unisce ancora stasera
Mi manchi sai, Mi manchi sai....
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Da qualche giorno ho in testa questa
In giardino il ciliegio è fiorito
Agli scoppi del nuovo sole
Il quartiere si è presto riempito
Di neve, di pioppi e di parole
All'una in punto si sente il suono
Acciottolante che fanno i piatti
Le TV sono un rombo di tuono
Per l'indifferenza scostante dei gatti
Come vedi tutto è normale
In quest'inutile sarabanda
Ma nell'intreccio di vita uguale
Soffia il libeccio di una domanda
Punge il rovaio d'un dubbio eterno
Un formicaio di cose andate
Di chi aspetta sempre l'inverno
Per desiderare una nuova estate
Son tornate a sbocciare le strade
Ideali ricami del mondo
Ci girano tronfie la figlia e la madre
Nel viso uguali e nel culo tondo
In testa identiche, senza storia
Sfidando tutto senza confini
Frantumano un attimo quella boria
Grida di rondini e ragazzini
Come vedi tutto è consueto
In quest'ingorgo di vite morte
Ma mi rattristo, io sono lieto
Di questa pista di voglia e sorte
Di questa rete troppo smagliata
Di queste mete lì da sognare
Di questa sete mai appagata
Di chi starnazza e non vuol volare
Appassiscono piano le rose
Spuntano a grappi i frutti del melo
Le nuvole in alto van silenziose
Negli strappi cobalto del cielo
Io sdraiato sull'erba verde
Fantastico piano sul mio passato
Ma l'età all'improvviso disperde
Quel che credevo e non sono stato
Come senti tutto va liscio
In questo mondo senza patemi
In questa vita presa di striscio
Di svolgimento corretto ai temi
Dei miei entusiasmi durati poco
Dei tanti chiasmi filosofanti
Di storie tragiche nate per gioco
Troppo vicine o troppo distanti
Ma il tempo, il tempo chi me lo rende?
Chi mi dà indietro quelle stagioni
Di vetro e sabbia, chi mi riprende
La rabbia e il gesto, donne e canzoni
Gli amici persi, i libri mangiati
La gioia piana degli appetiti
L'arsura sana degli assetati
La fede cieca in poveri miti
Come vedi tutto è usuale
Solo che il tempo stringe la borsa
E c'è il sospetto che sia triviale
L'affanno e l'ansimo dopo una corsa
L'ansia volgare del giorno dopo
La fine triste della partita
Il lento scorrere senza uno scopo
Di questa cosa che chiami vita
[Francesco Guccini - Lettera]
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Canzone delle osterie di fuori porta (F. Guccini)
Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta
Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta
Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore
E insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore
Cadon come foglie o gli ubriachi sulle strade che hanno scelto
Delle rabbie antiche non rimane che una frase o qualche gesto
Non so se scusano il passato per giovinezza o per errore
Non so se ancora desto in loro, se m'incontrano per forza, la curiosità o il timore
Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino
Le carte, poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino
Ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta
Non ho utopie da realizzare: stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta
Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina
Ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima
Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio
Il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perché è storia, sarà forse perché invecchio
Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte
Son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte
Dimmi se son da lapidare se mi nascondo sempre più
Ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu
Sono più famoso che in quel tempo quando tu mi conoscevi
Non più amici, ho un pubblico che ascolta le canzoni in cui credevi
E forse ridono di me, ma in fondo ho la coscienza pura
Non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l'odio e nella mente la paura
Ma non devi credere che questo abbia cambiato la mia vita
È una cosa piccola di ieri che domani è già finita
Son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta
Ho dalla gloria quel che posso, cioè qualcosa che andrà presto, quasi come i soldi in tasca
Non lo crederesti, ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura
Non perché metterò la testa a posto, ma per noia o per paura
Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto
Le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto
Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta
Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta
Qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione
Chi perché stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore
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Canzone quasi d'amore (Francesco Guccini)
Non starò più a cercare parole che non trovo
Per dirti cose vecchie con il vestito nuovo
Per raccontarti il vuoto che al solito ho di dentro
E partorire il topo vivendo sui ricordi
Giocando coi miei giorni, col tempo
O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
O che per le mie navi son quasi chiusi i porti
Io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi
Non voglio menar vanto di me o della mia vita
costretta come dita dei piedi
Queste cose le sai, per te siam tutti uguali
E moriamo ogni giorno dei medesimi mali
Perché siam tutti soli ed è nostro destino
Tentare goffi voli d'azione o di parola
Volando come vola il tacchino
Non posso farci niente e tu puoi fare meno
Sono vecchio d'orgoglio, mi commuove il tuo seno
E di questa parola io quasi mi vergogno
Ah, c'è una vita sola
Non ne sprechiamo niente in tributi alla gente o al sogno
Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
E quasi non ti accorgi dell'energia dispersa
A ricercare i visi che ti han dimenticato
Vestendo abiti lisi
Buoni ad ogni evenienza
Inseguendo la scienza o il peccato
Tutto questo lo sai e sai dove comincia
La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
Perché siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
E abbiam gli stessi mali
Siamo vigliacchi e fieri saggi, falsi, sinceri, coglioni
Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata
Tienila in mia memoria, ma non è un capitale
Ti accorgerai da sola
Nemmeno dopo tanto
Che la noia di un altro non vale
D'altra parte, lo vedi, scrivo ancora canzoni
E pago la mia casa, pago le mie illusioni
Fingo d'aver capito che vivere è incontrarsi
Aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare
Bere, leggere, amare, grattarsi
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La trovo bella, ma molto triste, Pazza.
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Auschwitz
Francesco Guccini
Son morto con altri cento,
Son morto che ero bambino,
Passato per il camino
E adesso sono nel vento
E adesso sono nel vento
Ad Auschwitz c'era la neve,
Il fumo saliva lento
Nel freddo giorno d'inverno
E adesso sono nel vento,
E adesso sono nel vento
Ad Auschwitz tante persone,
Ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento,
A sorridere qui nel vento...
Io chiedo come può l'uomo
Uccidere un suo fratello
Eppure siamo a milioni
In polvere qui nel vento,
In polvere qui nel vento
Ancora tuona il cannone
Ancora non è contenta
Di sangue la bestia umana
E ancora ci porta il vento
E ancora ci porta il vento
Io chiedo quando sarà
Che l'uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare
E il vento si poserà
E il vento si poserà
Io chiedo quando sarà
Che l'uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare
E il vento si poserà
E il vento si poserà
E il vento si poserà...
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adesso ci vorrebbe:
e correndo mi incontrò lungo le scale ...
ma forse è meglio provare con qualcosa di più allegro.
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...o di più profondo:
Esseri umani
Marco Mengoni
Oggi la gente ti giudica
Per quale immagine hai
Vede soltanto le maschere
E non sa nemmeno chi sei
Devi mostrarti invincibile
Collezionare trofei
Ma quando piangi in silenzio
Scopri davvero chi sei
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
Prendi la mano e rialzati
Tu puoi fidarti di me
Io sono uno qualunque
Uno dei tanti, uguale a te
Ma che splendore che sei
Nella tua fragilità
E ti ricordo che non siamo soli
A combattere questa realtà
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
L'amore, amore, amore
Ha vinto, vince, vincerà
L'amore, amore, amore
Ha vinto, vince, vincerà
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Questa mi sembra tutt'altro che profonda, Cono: pensieri triti e ritriti.
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Io la trovo bellissima. E attualissima. Verissima.
Anche questa non è male:
LA COSA PIU' BELLA DEL MONDO
Io dalla vita ho imparato a rinascere
dalle occasioni ho imparato a non perderle
dalla gioia il senso delle lacrime
io dal dolore ho imparato a non fingere
dai miei figli ho imparato a crescere
dall amore come sopravvivere
davanti a me ho visto un cielo coperto di nuvole
e dopo il sole splendere
e poi ho visto te
che sei la cosa più bella del mondo
il tuo sorriso è un paesaggio stupendo
dove mi piace perdermi
perdermi con te
che sei la cosa più grande del mondo
per me che forse non merito tanto
per ogni volta che un ostacolo ti metterà alla prova
o sentirai un brivido un' emozione nuova
tu non avere mai paura non sentirti mai persa
è solo vita amore che ogni giorno ci attraversa
e nei capitoli che ancora non abbiamo ancora scritto
tra quelle pagine che ancora non abbiamo letto
se tu mi cercherai anche solo un momento
mi troverai sempre al tuo fianco te lo prometto
SIMONE CRISTICCHI
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man in black - johnny cash
Well, you wonder why I always dress in black,
Why you never see bright colors on my back,
And why does my appearance seem to have a somber tone.
Well, there's a reason for the things that I have on.
I wear the black for the poor and the beaten down,
Livin' in the hopeless, hungry side of town,
I wear it for the prisoner who has long paid for his crime,
But is there because he's a victim of the times.
I wear the black for those who never read,
Or listened to the words that Jesus said,
About the road to happiness through love and charity,
Why, you'd think He's talking straight to you and me.
Well, we're doin' mighty fine, I do suppose,
In our streak of lightnin' cars and fancy clothes,
But just so we're reminded of the ones who are held back,
Up front there ought 'a be a Man In Black.
I wear it for the sick and lonely old,
For the reckless ones whose bad trip left them cold,
I wear the black in mournin' for the lives that could have been,
Each week we lose a hundred fine young men.
And, I wear it for the thousands who have died,
Believen' that the Lord was on their side,
I wear it for another hundred thousand who have died,
Believen' that we all were on their side.
Well, there's things that never will be right I know,
And things need changin' everywhere you go,
But 'til we start to make a move to make a few things right,
You'll never see me wear a suit of white.
Ah, I'd love to wear a rainbow every day,
And tell the world that everything's OK,
But I'll try to carry off a little darkness on my back,
'Till things are brighter, I'm the Man In Black.
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Franco Battiato - Inneres Auge
Come un branco di lupi
Che scende dagli altipiani ululando
O uno sciame di api
Accanite divoratrici di petali odoranti
Precipitano roteando come massi da
Altissimi monti in rovina.
Uno dice che male c'è
A organizzare feste private
Con delle belle ragazze
Per allietare primari e servitori dello stato?
Non ci siamo capiti
E perché mai dovremmo pagare
Anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le leggi
Dove regna soltanto il denaro?
La giustizia non è altro che una pubblica merce
Di cosa vivrebbero
Ciarlatani e truffatori
Se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.
La linea orizzontale
Ci spinge verso la materia,
Quella verticale verso lo spirito
Inneres auge, das innere auge
Con le palpebre chiuse
S'intravede un chiarore
Che con il tempo e ci vuole pazienza,
Si apre allo sguardo interiore
Inneres auge, das innere auge
La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
Quella verticale verso lo spirito.
La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
Quella verticale verso lo spirito.
Ma quando ritorno in me,
Sulla mia via, a leggere e studiare,
Ascoltando i grandi del passato
Mi basta una sonata di Corelli,
Perché mi meravigli del creato!
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L’Atlantico è nato oggi e vi racconterò come è successo.
Le nuvole in cielo si sono aperte e l’hanno fatto cadere.
Ero sulla superficie di una sfera perforata
quando, improvvisamente, l’acqua riempì ogni buco.
E migliaia e migliaia di persone crearono un oceano
formando isole dove nessun isola dovrebbe stare, oh no.
Quelle persone erano felicissime, partirono sulle loro navi.
Lo immaginavo meno come un lago e più come un fossato.
Il ritmo dei miei passi per terre allagate verso la tua porta
non farà mai più rumore.
Sei troppo, troppo lontana perché io riesca a remare fino a te.
Sembra più lontano che mai, oh no.
Ho bisogno di averti molto più vicina.
Forza, forza.
Transatlanticism - Death Cab For Cutie