Originariamente Scritto da
axeUgene
il condizionamento però si nutre anche del monopolio che gli lascia la mera contestazione;
cioè, il punto è questo:
il desiderio deve essere limitato, in modo esplicito, altrimenti non può essere agito; primo perché senza limiti subentra l'angoscia; in secondo luogo perché la mera contestazione della bussola rotta che propone Cono ti lascia comunque in balia dei valori di default incistati nell'immaginario che si contesta;
se ci pensi, è un discorso parallelo a quello religioso o quello degli anarchici vs i sostenitori dello stato: non esprimere un sistema di valori autoritativi, scelte motivate, rimanda inevitabilmente alla dialettica imposta da quelle che già ci sono, determina una subalternità, perché di fronte al vuoto di vincoli l'angoscia spinge le persone a rifugiarsi sul sicuro di cui si ha esperienza, benché infelice;
quindi, se non si elaborano modelli di comportamento "buono", legittimo, per gestire la speranza e il desiderio, l'immaginario di tutti i soggetti messi alla prova dalle crisi sentimentali e famigliari, il processo resta monco più a lungo; cioè, è inutile tutto il discorso critico se poi l'elaborazione di un compagno/marito che ti pianta con o senza prole resta - al di là del comprensibile dispiacere, della ferita identitaria, ecc... - incapace di pensare la cosa se non come nel consueto sistema di valori, il tradimento di un patto, un evento al quale l'adattamento dell'identità risulta difficilissimo, un lutto inaccettabile;
questo è un processo che necessiterebbe di un grande lavoro di immaginazione, culturalmente molto difficile, perché prima di tutto bisognerebbe prendere atto che una relazione implica comunque una strumentalizzazione dell'altro, e quindi va smantellata tutta la mitologia della propria bontà e abnegazione, buona fede facile; e già qui sono caxxi;
una volta accettato - come sentimento, nutrito da un'epica, non solo come idea razionale - il fatto che una relazione, occasionale o lunga, una famiglia, sono circostanze di assortimento di egoismi, è possibile affrontarla in modo meno nevrotico e riconoscere l'altro concretamente, nel suo desiderio che si percepisce compatibile;
questo già avviene, solo che lo si fa in modo nevrotico, sulla base del potere prospettico: si sceglie un partner che si pensa di poter controllare, anche se manca il trasporto e la stima; anzi, in ragione della propria insicurezza si sceglie proprio un partner di cui si ha poca stima, e la circostanza diventa una bomba ad orologeria, perché quello che prima rassicurava, poi si odia;
quindi, un sistema educativo alle relazioni migliore dovrebbe puntare sull'autostima delle persone giovani e sulla modulazione gestibile dei propri comportamenti, cioè fare meglio ed esplicitamente tesoro delle proprie esperienze, con chiavi di lettura emotiva adeguate, che non siano quelle solite, che solo le persone mature e con diverse esperienze riescono ad introiettare per tempo;
del resto, se parli con un 40/50enne, l'unico vero desiderio/rimpianto che ti manifesta è quello di non avere avuto a 20 o 30 la testa di oggi, ed essere stato prigioniero di aspettative e nevrosi frutto di ritardi educativi, di favole sbagliate, ingannevoli.