Qualche haiku:
Senso di colpa:
nel mio sonno pomeridiano
il canto dei piantatori di riso
Kobayashi Issa
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Qualche haiku:
Senso di colpa:
nel mio sonno pomeridiano
il canto dei piantatori di riso
Kobayashi Issa
Raccolta di conchiglie:
sulla battigia nella foschia sparisce
una donna
sempre sua (come sopra)
I fiori di ciliegio
caduti: di nuovo il silenzio
sul tempio di Enjoji
Uejima Onitsura
che ci sia luna
sul sentiero notturno
di chi porta i fiori
Takarai Kikaku
acquazzone:
guarda fuori sola
una donna
sempre sua (vedi sopra)
la scacchiera del go rovesciata
dalla mia amante; fuori
il canto del piviere
Ikenishi Gonsui
D'estate, in vecchie librerie, si ritrovano vecchi libri amati.
Non ci sono pi
Una delle più belle poesie d'amore mai scritte.
Io avrei sempre voluto essere la "protagonista" di questa:
La Géante
Du temps que la Nature en sa verve puissante
Concevait chaque jour des enfants monstrueux,
J'eusse aimé vivre auprès d'une jeune géante,
Comme aux pieds d'une reine un chat voluptueux.
J'eusse aimé voir son corps fleurir avec son âme
Et grandir librement dans ses terribles jeux;
Deviner si son coeur couve une sombre flamme
Aux humides brouillards qui nagent dans ses yeux;
Parcourir à loisir ses magnifiques formes;
Ramper sur le versant de ses genoux énormes,
Et parfois en été, quand les soleils malsains,
Lasse, la font s'étendre à travers la campagne,
Dormir nonchalamment à l'ombre de ses seins,
Comme un hameau paisible au pied d'une montagne.
Charles Baudelaire
( La Gigantessa
Al tempo che la Natura nella sua possente energia, concepiva ogni giorno figli mostruosi, avrei voluto vivere vicino a una giovane gigantessa, come un gatto voluttuoso s'accuccia ai piedi d'una regina.
Avrei voluto contemplare il suo corpo fiorire con la sua anima e crescere liberamente in terribili giochi; indovinare, dalle umide brume che fluttuano nei suoi occhi, se il suo cuore covi un'oscura fiamma;
percorrere, a volontà, le sue magnifiche forme: arrampicarmi sul pendìo delle sue ginocchia enormi, e qualche volta, l'estate, quando soli malsani
la fanno, stanca, distendersi attraverso la campagna, dormire buttato all'ombra dei suoi seni, come un quieto casolare all'ombra d'una montagna. )
Dediche
So che stai leggendo questa poesia
tardi, prima di lasciare il tuo ufficio
con l’unico lampione giallo e una finestra che rabbuia
nella spossatezza di un edificio dissolto nella quiete
quando l’ora di punta è da molto passata. So che stai leggendo
questa poesia in piedi, in una libreria lontano dall’oceano
in un giorno grigio agli inizi della primavera, deboli fiocchi sospinti
attraverso gli immensi spazi delle pianure intorno a te.
So che stai leggendo questa poesia
in una stanza in cui è accaduto troppo per poterlo sopportare,
spirali di lenzuola ristagnano sul letto
e la valigia aperta parla di fuga
ma non puoi andartene ora. So che stai leggendo questa poesia
mentre il metrò rallenta la corsa, prima di lanciarti su per le scale
verso un amore diverso
che la vita non ti ha mai concesso.
So che stai leggendo questa poesia alla luce
della televisione, dove scorrono sussulti di immagini mute,
mentre aspetti le ultime notizie sull’intifada.
So che stai leggendo questa poesia in una sala d’aspetto
di occhi incontrati che non si incontrano, di identità con estranei.
So che stai leggendo questa poesia sotto il neon
nella noia stanca dei giovani che sono esclusi,
che si escludono, troppo presto. So
che stai leggendo questa poesia con la tua vista indebolita:
le tue lenti spesse dilatano le lettere oltre ogni significato e tuttavia continui a leggere
perché anche l’alfabeto è prezioso.
So che stai leggendo questa poesia in cucina,
mentre riscaldi il latte, con un bambino che ti piange sulla spalla e un libro in mano,
perché la vita è breve e anche tu hai sete.
So che stai leggendo questa poesia che non è nella tua lingua:
di alcune parole non conosci il significato, mentre altre ti fanno continuare a leggere
e io voglio sapere quali sono.
So che stai leggendo questa poesia in attesa di udire qualcosa, divisa tra amarezza e speranza,
per poi tornare ai compiti che non puoi rifiutare.
So che stai leggendo questa poesia perché non c’è altro da leggere,
lì dove sei approdata, nuda come sei.
Adrienne Rich
( Cartografie del silenzio, Crocetti Editore, Milano, 2000 )
Fiori segreti
Incontro
Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.
L'ho incontrata, una sera: una macchia pi
Una delle mie preferite,
allego anche una mia foto fatta proprio pochi giorni fa.
Agosto.
Contraponientes
de melocotón y azúcar,
y el sol dentro de la tarde,
como el hueso en una fruta.
La panocha guarda intacta
su risa amarilla y dura.
Agosto.
Los niños comen
pan moreno y rica luna.
De: Canciones
Federico García Lorca
http://i37.tinypic.com/34didkg.jpg
[Agosto,
controluce a tramonti
di pesca e zucchero
e il sole dentro la sera
come il nocciolo nel frutto.
La pannocchia serba intatta
la sua risata gialla e dura.
Agosto.
I bambini mangiano
pane nero e luna piena.]
Che belle (poesia e foto) ! Brava e grazie.
Grazie!
Posto anche Meriggiare pallido e assorto di montale, ti fa proprio assaporare l'estate, imo..
[Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.]
E' pazzesca :|
Concordo.
L'epitaffio di Villon (L'épitaphe Villon) o meglio conosciuta come La ballata degli impiccati, poesia da cui De André trasse l'omonima canzone; venne composta da Villon probabilmente in carcere, nell'attesa della sua esecuzione:
Fratelli umani che ancora vivete,
non abbiate per noi indurito il cuore,
Ché se pietà di noi miseri avete
grazia da Dio ve ne verrà maggiore.
In cinque, sei, qui appesi ci vedete;
quella carne, che troppo abbiam nutrita,
da tempo è divorata, imputridita,
e noi, ora ossa, sarem cenere e polvere.
Della nostra sventura non si rida;
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
Se vi chiamiam fratelli non dovete
disdegnare tal nome, anche se fummo
messi a morte dal boia: voi sapete
che gli uomini hanno tutti poco senno;
per noi, poiché siam morti, intercedete
presso il figliuolo di Maria, Gesù,
ché la sua grazia ci spenga la sete,
e ci preservi dalla nera folgore.
Siam morti, uom non ci molesti più;
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
La pioggia ci ha lavati e lisciviati
e il sole disseccati e fatti neri;
le piche e i corvi gli occhi ci han cavati,
e strappato dal cranio e ciglia e peli.
Non ci è dato ristare un solo momento;
e di qua e di là, a mutar di vento,
senza posa balliamo a suo piacere;
ditàli siam, dai becchi crivellati.
State lontni dai nostri peccati,
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
O principe di tutto, eterno Gesù,
fa' che non ci abbia in sua balìa l'Inferno:
tra quello e noi nulla sia da risolvere.
Uomini, qui non c'è scherzo né scherno;
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
François Villon
(traduzione di Luigi de Nardis)
Non la conoscevo. Sublime.
IL VERO CICATRIZIALE, agganciato
all'estremo, al non
districabile
Da tanto s'è ballato il ballo celebrativo,
quello di conio greve,
qui, all'ingresso,
dove tutto succede un' altra volta,
infine,
con foga,
da tanto.
Paul Celan da "Oscurato"
L'estate
TESTA DI FAUNO
Tra le foglie, verde scrigno macchiato d'oro,
tra le incerte foglie fiorite
di splendidi fiori dove dorme un bacio,
vivo, strappando il lieve ricamo,
un fauno spaurito mostra i suoi occhi
e morde i fiori rossi con denti bianchissimi.
Scuro e sanguigno come vino invecchiato
il suo labbro esplode in risa tra le fronde.
E quando s'è dileguato - come uno scoiattolo -
il riso suo ancor trema tra le foglie;
lo vedi spaventarsi d'un fringuello
quel bacio aureo del bosco, e rannicchiarsi.
Arthur Rimbaud
L'altro
S'invent
[I]Di
[I]Come le margherite
Perficere la vita non si pu
Il giorno ad urlapicchio
Ci son dei giorni sm
[I][...]
Vergine, quante lagrime
[I]Addii
Grandi stanze di vecchie case avite
di provincia
piene di fischi di navi lontane, piene
di spenti rintocchi di campane
e di battiti profondi
d'orologi antichissimi. Nessuno abita
pi
[I]Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Cos
[I]Dev'esserci
Dev
I giusti
[I]Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi
I heard the old, old men say,
'Everything alters,
And one by one we drop away.'
They had hands like claws, and their knees
Were twisted like the old thorn-trees
By the waters.
I heard the old, old men say,
'All that's beautiful drifts away
Like the waters.'
W. B. Yeats, The Old Men admiring themselves in the Water